Parole, dolori e vite incorniciate di Jadis96 (/viewuser.php?uid=71639)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Salve a tutti, cari
lettori. Ecco una one-shot semplice e breve sulla
“vita” dei ritratti nello
studio del Preside. Spero che vi piaccia.
Tra tutti i luoghi strani e misteriosi che un visitatore,
qualora sia munito di curiosità e di una buona dose di
sconsideratezza,
potrebbe trovare a Hogwarts, nessuno è più
singolare dell’Ufficio del Preside. Luogo
temuto e rispettato da tutti gli studenti, nonché unico a
non avere incisioni e
graffiti su nessuna delle pareti dei corridoi circostanti.
Ma l’elemento più suggestivo, quello capace di
intimidire
qualsiasi studente che si trovi lì per motivi disciplinari,
sono i quadri alla
parete.
I vecchi presidi di Hogwarts osservano con severità, e
talvolta con una genuina allegria, chiunque entri dalla scala a
spirale. Sono
loro che spaventano gli studenti anche più del preside in
carne ed ossa. Ma ciò
che i giovani maghi non sanno è che il momento preferito di
quelle facce
austere è la notte, quando l’unica fonte di luce
è il pallido chiarore della
luna.
Alcune notti, quando il cielo è particolarmente chiaro,
segno che l’estate è alle porte,
l’atmosfera diventa allegra e spensierata. I
presidi raccontano i migliori aneddoti della loro vita terrena e si
scambiano
opinioni e pareri, gli stessi di quando erano in vita.
A volte stanno semplicemente in silenzio. Un osservatore
esterno direbbe che stanno pensando, ma i ritratti non possono pensare.
Sono
solo ombre, brandelli di coscienza intrappolati sulla tela. Si
comportano come
si sono sempre comportati e non avvertono lo scorrere del tempo. I
ritratti non
hanno niente, fuorché il loro passato e la presenza gli uni
degli altri.
Spesso coloro che li conoscevano in vita si meravigliano di
come possano andare d’accordo pur essendo persone
così diverse. Non sanno che,
potendo guardare solo al passato e ai propri errori, essere in
compagnia di
persone che hanno fatto gli stessi errori, meglio ancora se in misura
maggiore,
è un ottimo conforto per loro.
A volte i ritratti discutono degli avvenimenti presenti, di
come le vecchie regole e abitudini della scuola vanno lentamente
modificandosi,
e non mancano di ricordare al preside attualmente in carica di andarci
piano
con i cambiamenti.
Il rapporto tra il preside e i ritratti è sempre pieno di
alti e bassi. Egli sa che loro osservano ogni suo gesto e
inevitabilmente si
sente giudicato. Deve inoltre essere dotato di un solidissimo
autocontrollo per
non rispondere ai commenti taglienti che gli sono rivolti
più volte al giorno.
Di tanto in tanto qualcuno di loro si rivela persino costruttivo, ma
non così
spesso come il preside vorrebbe.
Nonostante ciò, in situazioni pericolose la presenza dei
ritratti si è sempre rivelata utile ed efficiente. La loro
lealtà è vincolata
al bene di Hogwarts ed essi agiscono di conseguenza.
Una notte la maggior pare dei ritratti era impegnata in
un’accesa discussione su quale Casa avesse vinto il maggior
numero di partite
di Quidditch. Il ritratto di Albus Silente aveva dapprima giudicato
quell’argomento di conversazione banale e infruttuoso, ma
poco dopo si era
unito ai sostenitori di Grifondoro. Proprio mentre cominciava a
chiedersi
perché nessuno avesse mai pensato di redigere una lista
ufficiale dei vincitori
di ogni campionato scolastico, notò qualcosa. Il ritratto di
Severus Piton,
situato poco distante dal suo, non solo non si era unito alla
discussione, ma
non aveva per nulla proferito parola.
Albus si affacciò alla sua cornice. << Non
trovi che
il nostro argomento di conversazione sia degno della tua attenzione?
>>,
chiese con voce scherzosa.
Severus gli rivolse un’occhiata gelida. <<
Stavo solo
riflettendo >>, rispose con il suo tono abituale, privo
di emozioni.
Albus capì che il suo collega non aveva voglia di parlare di
Quidditch, né tantomeno di parlare con lui. Rassegnato,
tornò nel suo ritratto.
Severus sorrise debolmente. In realtà stava pensando solo
una cosa: che era bello stare lì. Scoprì che gli
piaceva ascoltare le
conversazioni e i piccoli litigi degli altri presidi, degli uomini che
l’avevano osservato dall’alto durante il suo breve
periodo in carica, facendolo
sentire totalmente inadeguato al ruolo. Scoprì che la loro
compagnia era più
gradevole di quando era ancora in vita.
E inoltre, aggiunse,
la Casa che
ha vinto più campionati di Quidditch è
Serpeverde. Su questo non ci sono dubbi.
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2153047 |