«.....uhmf.....»
Il
principe Noland stava nuovamente sospirando, appoggiato alla ringhiera
del grande balcone di camera sua che si affacciava sullo sterminato
giardino. Aveva gli occhi rivolti verso il cielo, verso quel manto
stellato che lo sovrastava e che illuminava le notti più
buie, accompagnato dal chiarore della luna. Ogni sera, dopo aver
cenato, il principe si chiudeva nella sua stanza chiedendo di non
essere disturbato per nessun motivo. Tutti a corte si domandavano cosa
facesse il principe nella sua stanza da solo. Perfino i suoi genitori
ne erano all'oscuro. Tra i domestici giravano i più svariati
pettegolezzi: c'è chi supponeva scrivesse lettere d'amore a
qualche fantomatica principessa, chi invece pensava che dipingesse in
gran segreto, altri ancora pensavano si auto flagellasse con strumenti
di tortura quali fruste o catene. Ma Doroty, la domestica
più anziana al servizio della famiglia reale da quando
Noland aveva 5 anni, non dava peso a questi pettegolezzi. Era comunque
preoccupata per il giovane principe a cui era molto affezionata,
arrivandolo a considerare come un figlio. Una sera decise quindi di
andare ad investigare. "Usare la chiave che mi ha donato il Re in
persona per spiare Noland è un'azione riprovevole... ma
è per il suo bene!" pensò Doroty che, dopo un
attimo di esitazione, aprì lentamente e silenziosamente la
porta della stanza del principe. La domestica era l'unica ad avere la
chiave universale del castello, in grado di aprire le porte di tutte le
stanze. Solamente la persona che è stata a più
stretto contatto con la famiglia reale e che quindi si è
guadagnata la loro più totale fiducia poteva ambire ad un
tale beneficio.
Richiuse
la porta dolcemente dietro di se, attenta a non fare rumore. La stanza
era in perfetto ordine, così come l'aveva lasciata la
mattina stessa dopo che aveva finito di pulirla. Nessuna lettera
d'amore, nessuna tela o pennelli, nessun strumento di tortura. "Alla
fine erano solo stupidi pettegolezzi" pensò Doroty tirando
un sospiro di sollievo. Subito dopo notò che le tende
stavano oscillando, spostate dalla lieve brezza estiva. "La finestra
è aperta... che il principe sia fuori, affacciato al
balcone? Non penserà mica al suicidio?", Doroty
cominciò ad allarmarsi e, con passo svelto, si diresse verso
il balcone.
«Sei
tu Doroty?». Nell'udire quella voce, la domestica si
fermò di colpo.
«Come
ha fatto a capire chi fossi?» chiese Doroty incredula.
«Ho
sentito dei passi e tu sei l'unica ad avere la chiave della mia stanza,
oltre a mamma e papà. Ma so per certo che loro non si
sarebbero mai spinti fino a questo punto, quindi la scelta è
ricaduta inesorabilmente su di te»
«Chiedo
umilmente scusa mio principe... non accadrà mai
più. È solo che... ero terribilmente preoccupata
per lei: ogni sera si ritira nella sua stanza e Dio solo sa cosa le
passa per la testa...»
«...
avvicinati Doroty, voglio mostrarti una cosa»
La
domestica lentamente scansò le tende e vide Noland
appoggiato alla ringhiera del balcone, intento ad osservare il cielo
stellato.
«Quindi...
è questo che fate ogni sera? Osservate le stelle?»
chiese Doroty.
«Non
esattamente... a me non interessano tutte le stelle, ma una in
particolare. Quella lì». Il principe
puntò il dito in direzione del cielo, ma Doroty non
riuscì a capire quale stella indicasse.
«La
vedi, Doroty? Non è bellissima?», il principe
continuava ad indicarla.
«Sono
desolata mio principe, ma non riesco a capire quale stella stiate
indicando»
«Guarda
meglio Doroty, sto indicando quella più bella che si trova
in mezzo a quel gruppetto di cinque stelle», il principe
insisteva tenendo ancora il braccio proteso verso il cielo.
«...
Mi dispiace, ma a me quelle stelle sembrano tutte uguali»,
disse mortificata Doroty.
«...
Non importa. Evidentemente solo io riesco a coglierne l'incredibile
bellezza...», desolato, abbassò il braccio e
sospirò, senza togliere gli occhi di dosso alla sua stella.
«Mi
scusi se mi intrometto, mio principe, ma quella stella sulla destra non
è più bella? È più grande
di quella che state osservando»
«Più
grande non significa più bella, cara Doroty» disse
Noland senza distogliere lo sguardo.
«...
e che ne dite di quell'altra? Guardate quanto è luminosa e
brillante, è veramente uno spettacolo per gli
occhi!»
«Come
sei superficiale cara Doroty...» disse il principe sospirando
nuovamente.
Doroty
non riusciva a capire. Cos'aveva di speciale quella stella? Non era
grande, non era così brillante, era uguale ad altre milioni
di stelle presenti nel cielo. Perché proprio lei? La
domestica continuava ad osservare il giovane principe che disse:
«Perché mi stai osservando Doroty?»
«Mi
stavo domandando... ecco... come si sentisse»
«Vuoi
sapere come mi sento, Doroty?»
«Gliene
sarei grata»
«Ogni
sera vengo qui e rimango ore ed ore ad ammirare quella stella...
sapendo che non potrò mai averla. E la cosa mi distrugge
dentro. So che può sembrare una follia, ma non riesco a fare
a meno di lei. Durante la giornata aspetto con trepidante attesa
l'arrivo della notte, riuscendo a fatica a pensare ad altro. Nei giorni
in cui il cielo è coperto dalle nuvole che mi impediscono di
vederla, mi assale una grande tristezza e desidero che quelle nuvole
spariscano. Solamente quando sono qui con lei, che la osservo, mi sento
veramente felice.... anche se è una felicità
effimera ed illusoria»
Nel
sentire quelle parole, il cuore di Doroty si strinse e lei
provò un forte dolore: non poteva vedere il suo giovane
principe ridotto in quello stato. Così, molto debolmente,
disse: «C'è.... c'è qualcosa che posso
fare?»
Il
principe si girò lentamente verso di lei, la
fissò negli occhi e disse: «Puoi portarmi quella
stella?»
Doroty,
soffocando il dolore, rispose: «Mi dispiace... ma non ne sono
in grado»
Il
principe tornò ad osservare la sua stella, dicendo:
«Allora no, non c'è niente che tu possa
fare».
«Con
il suo permesso, mi ritiro. Le auguro una buona notte».
Doroty fece un breve inchino e si avviò verso la porta.
Quando fu al centro della stanza, una voce la raggiunse.
«Doroty»
La
domestica si girò, ma vide solamente le tende immobili. Il
vento si era calmato.
«Quanto
hai visto e sentito questa sera... non parlarne con nessuno»
Una
forte folata di vento fece scostare le tende e Doroty riuscì
ad intravedere il viso del principe, rigato dalle lacrime.
«Come
desidera, mio principe»
Un
principe. Un membro di una famiglia reale. Una persona che
può avere tutto dalla vita.... ma che non può
avere ciò che realmente desidera.
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