I'll wait.
Quando l'aereo partì mi
strinsi al braccio della mia
migliore amica, la quale mi sussurrò all'orecchio che
stavamo
per andare dritto al nostro sogno più grande, dalla nostra
più grande ancora di salvezza.
Feci cenno di sì, e asciugandomi delle lacrime che mi
caddero poco prima, tirai su col naso.
"Ok, sono pronto!"-dissi fiero di me. "Stiamo arrivando, Justin".
***
Quando arrivammo in quella città, feci uscire
un respiro di sollievo dalle mie labbra. Inumidì le labbra,
e subito dopo entrai dentro il taxi, dentro il quale già
c'era la mia migliore amica e suo padre.
Quando arrivammo all'albergo, ci stupimmo dal numero numeroso di fans
che pernottavano lì quella sera.
Era straordinario.
Tutti erano seduti sull'atrio che cantavano le canzoni di Justin.
Chi
piangeva, a causa della forte emozione, chi rideva dalla forte tensione.
Quando entrammo, tutti si alzarono ad 'accoglierci'.
Ci presentammo a tutti, e loro con gran sorriso, ci invitarono a
sederci con l'oro a cantare.
Quando ci sedemmo, ci sentimmo subito a nostro agio. Mi sentivo come se
fossi in una famiglia, nella mia famiglia.
Nessuno poteva giudicarmi per quello che ascoltavo, potevo condividere
le mie emozioni con altre persone senza pensare che non mi capisca.
Si era fatta ormai ora tarda, e noi dovemmo andare nelle nostre camere
per prepararci per il grande giorno dopo.
Il risultato? Non dormimmo per tutto la sera. Piangemmo ma allo stesso
tempo ridemmo per l'emozione e sopratutto per l'ansia.
Insieme ai pianti e ai fazzoletti, ci addormentammo tutti insieme sul
letto coperti da una spessa coperta.
Il mattino dopo ci svegliammo già emozionati, le gambe che
tremavano, già le lacrime di primo mattino.
Quando uscì dal bagno, mi misi quella felpa verde che avevo
deciso di mettere quel giorno: verde come la speranza.
"Tra poche ore vedremo il nostro idolo"-dissi, abbracciandomi insieme
alla mia migliore amica e un'altra ragazza che era con noi.
Uscimmo dalla camera d'albergo e andammo subito nella hall
dell'albergo: ci aspettava il padre della mia migliore amica
"Siete pronti?"-disse, bevendo l'ultimo sorso di caffè che
era rimasto nel bicchiere.
"Sì"-dicemmo in coro, salutando gli altri Beliebers che
erano lì.
Uscimmo dall'albergo, e ci precipitammo subito nella fermata del bus,
il quale ci avrebbe portato in un'altra fermata, che a sua volte ci
avrebbe portato finalmente in quell'arena.
In quell'arena dove avremmo potuto vedere il nostro sogno
più grande: l'Unipol Arena.
Appena arrivati, ci mettemmo a piangere per l'emozioni e, insieme ad
altri Beliebers ci mettemmo a correre per non so quale destinazione,
visto che, eravamo già arrivati a destinazione.
Dopo aver aspettato più di tre ore per un fottuto biglietto,
lui era lì e la dannata fila per il meet&greet si
faceva sempre
più corta, e il mio respiro si faceva sempre più
tremante.
Ci separava solo una tenda.
Un altro gruppo
di persone entrò, ed io vidi il busto di
Justin che guardava dalla parte della mia fila.
Quando lo vidi, mi misi a piangere e lui mi sorrise, e
dopodiché alzò il braccio e mi salutò.
Passarono pochissimi secondi, e mi tra me, mi dissi se quel pochissimo
tempo sarebbe bastato
La ragazza davanti a noi ci disse che era l'ora di entrare,
così io, feci per entrare e non appena fui davanti a quel
corpo perfetto, quasi fatto di porcellana, lo tirai più
vicino a me, più di quanto avessi potuto. Avevo paura a
stringerlo in quel modo, avevo paura di romperlo.
Il suo sorriso, perfetto com'era mi guardò negli e
dopodiché mise la sua mano attorno a me.
Trasalì
al suo tocco e milioni di farfalle iniziarono a svolazzare per lo
stomaco.
Non
riuscivo a staccarmi da lui, così guardai l'obbiettivo
pronto per fare la foto. "Sei pronto?"-mi chiese Justin. Feci una delle
mie facce migliori, sorridendo a più non posso.
Il flash della macchina fotografica mi offuscò la vista e
dopo qualche secondo sentì il mio braccio tirare.
Allungai il braccio a Justin, il quale lo afferrò con
delicatezza.
"Grazie, mi hai salvato la vita. Ti amo"-gli dissi piangendo, mentre
quell'uomo continuava a spingermi verso l'uscita.
Justin mi guardò, e dicendo alla guardia di lasciarmi, mi
precipitai subito da lui.
"Non piangere"-mi disse, supportandomi con il suo sorriso che mi fece
andare in paradiso. "Ci sono io
adesso"-continuò.
Tirai su col naso e misi dentro la tasca dei miei pantaloni la mia mano
destra, e subito dopo la feci uscire estraendo la lettere che gli avevo
scritto.
"Ti prego, leggila. E' davvero importante per me, grazie per tutto. Ti
amo"-gli professai.
Justin allargò le braccia e mi strinse a lui, mi
fece bloccare letteralmente il cuore.
Il mio idolo mi abbracciò di sua spontanea
volontà, Justin mi aveva appena abbracciato.
La guardia prese il mio braccio, e mi portò fuori. Giusto il
tempo per dire a Justin un altro di quei miei "grazie" che mi ero
promesso da tantissimo tempo.
Appena uscito, mi sentì vuoto. La persona più
importante della mia vita era a pochi passi da me, ed io l'abbracciai
più di una volta, sentendo il suo dolce profumo e la sua
estrema dolcezza e gentilezza.
Appena uscito non sapevo cosa fare, sembravo uno zombie.
Camminavo, ritrovandomi il viso di quel ragazzo ovunque. "E' vero"-mi
ripetei tra me, ricordando ogni cosa.
L'avevo toccato nonostante avessi una paura immensa di romperlo
perché sembrava davvero fatto di porcellana.
Lui mi strinse a sé, io gli strinsi la vita.
In quel momento eravamo solo io e lui.
Io e la mia ragione di
vita.
Io e il suo sorriso.
Io e il mio sogno che
seguivo da più di quattro anni.
E adesso cosa
farò?
"Grazie Justin, grazie per
avermi migliorato la vita ogni giorno.
Mi hai fatto vivere il miglior
giorno della mia vita.
Chi ha bisogno di altro quando
ha te e il tuo amore?
Sei tutto ciò che ho
sempre chiesto e ora che sai della mia esistenza ti sento
più vicino.
Ti amo, ti amo davvero.
Sei l'unico per me e nessuno
potrà mai sostituirti."
"Grazie Justin".
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Angolo auore:
Benvenuti in questa One Shot, spero vi sia piaciuta, anche
perché la sento davvero vicina.
Sarei grato se la recensiste, così potrete dirmi cosa ne
pensate di questa piccola storia.
Dovrete considerare, però, che questa storia non l'ho
vissuta io, o megio, da nessun'altro.
Ho inventato la storia del meet&greet, ma tutto il resto
è vero.
Sono stato al concerto del 23 Marzo, e purtroppo, non sono riuscito a
prendere il meet&greet.
Questo
è come mi immagino che sia il meet (anche se sembra troppo
da film, ma who
cares) con Justin, e spero che un giorno diventi realtà,
come sia
diventato realtà il fatto che io sia andato al concerto.
Mi scuso per gli eventuali errori di grammatica/battitura, perdonatemi
perché non ho riletto prima di postare.
Ciao e a presto,
Carlo.
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