ken
Broken heart
Un tempo credevo che se le fossi
rimasto sempre accanto, lei forse un giorno mi avrebbe apprezzato di
più di un semplice amico, e chissà magari mi
avrebbe
anche...amato.
Io l'ho sempre amata, era stata la prima ragazza di cui mi ero
veramente innamorato, ma per lei sono sempre stato un amico e niente di
più.
Non mi è mai importato, ho sempre tentato di essere
positivo,
pensavo che non era detta l'ultima parola, infondo la tenacia in amore
è quella che vince, o almeno era quello che credevo..
Ho sempre fatto di tutto per lei, anche rendermi ridicolo davanti a
tutti, ma non m'importava di risultare un imbranato, volevo solo che
lei mi amasse...
E per lei che lasciai la mia vecchia scuola, solo per seguirla, solo
per farle capire che l'amavo veramente, e che niente e nessuno mi
avrebbero separato da lei...
Eppure dovetti farlo, mio padre, voleva a tutti i costi che io
diventassi un uomo, lui mi costrinse a separarmi dall'unica donna che
avrei mai amato nella mia intera vita..
Ma poi, arrivò la batosta, quella che non mi sarei mai
aspettato da lei...
-Ken, che ci fai qui?- venne verso di me, mentre i suoi
lunghi
capelli neri come la notte, le ricadevano dolcemente sulla schiena,
ondeggiando ad ogni suo passo. La guardai incantato, era più
bella del solito, portava un paio di jeans neri attillati, una camicia
bianca e una cravatta nera. Lei amava quello stile, le cravatte erano
una specie di firma della sua personalità, forte e ribelle.
Si
avvicinò di più, adesso eravamo abbastanza
vicini,
così vicini che i suoi occhi blu come il mare, mi fecero
battere
il cuore all'impazzata, distorsi lo sguardo, mi sentii improvvisamente
in imbarazzo.
- S-sono venuto a salutarti. - quelle parole uscirono
tirate, non
volevo dirle addio, non volevo che tutto finisse, delle lacrime
riuscirono ad attraversare le spessi lenti dei miei occhiali e rigarmi
il volto.
- Salutarmi? Perché? Dove vai? - cominciò ad
assalirmi di domande, domande a cui non riuscivo a rispondere.
- Mio padre mi ha iscritto in una accademia militare. - la mia voce
s'incrinò, stavo per mettermi a piangere "Non farlo Kentin,
sii
uomo" mi ripetevo, ma infondo sapevo che non era così. Io
non
ero un uomo, ero solo un ragazzino senza personalità, il
classico nerd che tutti usavano...
Ero come quei panni usa e getta, io non servivo a nulla, nessuno voleva
avere la mia compagnia, se non per farsi aiutare con i compiti...
Solo lei, mi aveva accettato, ed è forse per quel motivo che
cominciai ad amarla...
- Quindi non ci vedremo più? - quella domanda mi trafisse il
cuore. Non riuscii a rispondere, mi limitai a mettere a piangere, e con
ancora le lacrime che mi rigavano il volto, l'abbracciai
un'ultima volta...
Mio padre
aveva fatto bene ad
iscrivermi in quell'accademia militare, così magari anch'io
sarei diventato più sicuro di me...
Ma il solo pensiero di non poterla più rivedere mi faceva
stare male, molto male...
Ero appena arrivato in quell'accademia, tutti mi trattavano come se
fossi nel posto sbagliato. Infetti avevano ragione, quello non era un
posto adatto a me.
Io che ero sempre stato il genio della matematica, mi ero ritrovato in
un posto dove nessuno sapeva distinguere neanche un 2 da un 3.
Oltre ad avere compagni completamente ignoranti, che mi trattavano
peggio di uno straccio per pavimenti, avevo degli insegnati (se
così si possono definire) molto severi. Disciplina, era
questo
che insegnavano, e gli esercizi, come la corsa ad ostacoli, tra cui
attraversare strisciando una parte di terreno con del filo spinato,
oppure quella che odiavo di più, ovvero scavalcare un muro
aiutandosi con una corda.
Un'altra cosa che odiavo era quando ci portavano al poligono di tiro,
io avevo sempre odiato le armi, le trovavo barbare e senza alcun senso,
e poi averne una in mano, mi faceva tremare come una foglia. Una volta
mi misi anche a piangere, mi vergognai moltissimo, ma ancora tentavo di
resistere, nonostante tutti mi ridevano dietro...
La mia vita stava diventando un inferno, i ragazzi e gli insegnati non
mi davano tregua perché ero un imbranato. E come dargli
torto,
avevano ragione, io non ero nessuno, ero solo un secchione finito nel
luogo sbagliato...
Solo il ricordo del suo bellissimo sorriso, mi faceva continuare..
Il ricordo del suo meraviglioso sorriso, niente di più...
Ma poi un giorno, arrivò un messaggio che non mi sarei mai
aspettato...
Il cellulare squillava da un bel po' di minuti, andai finalmente
a vedere chi era, dopo la doccia che mi ero fatto dopo gli allenamenti,
o per meglio dire dopo le torture.
Accesi il display del cellulare e con grande sorpresa notai che era un
messaggio di Hilary. Aprii il messaggio e ciò che lessi mi
spezzò il cuore in mille pezzi...
Cominciai a tremare, ma non perché avessi freddo, no,
cercavo
semplicemente di trattenere le lacrime. Sapere che lei non provava
nulla, mi faceva molto male, anche se forse lo sapevo già da
un
pezzo, ma non mi sarei mai immaginato, che io per lei non contassi
neanche come amico...
- Ehi nerd, che hai? La tua mamma si è dimenticata di
chiamarti oggi? - uno dei ragazzi solito a torturami si
avvicinò, ma io non risposi, mi limitai a tirargli il
cellulare
che lo colpì di striscio. - Sei impazzito?! -
urlò, ma io
continuavo a non rispondere, scappai via, si scappai come un codardo,
ma non volevo più farmi vedere fragile, non più...
Era arrivato il momento di fare vedere il vero Kentin...
Il messaggio che mi mandò, mi fece molto male, ma forse se
lei non l'avesse fatto, io oggi non sarei quello che sono...
Dopo quell'esplicita richiesta di non tornare più, dopo
quelle
parole così taglienti, che mi fecero capire quanto io non
valessi nulla per lei, mi dedicai completamente alla scuola militare.
Ero deciso di diventare il migliore ad ogni costo, e per questo scopo,
mi allenavo 12 ore al giorno, delle quali prendevo solo 10 minuti di
pausa per riposarmi e rifocillarmi, prima di ripartire con quegli
esercizi estenuanti.
Dopo pochi mesi, cominciai a notare che stavo cambiando
fisicamente, ero più muscoloso, non ero più magro
e
gracilino.
Lentamente il mio corpo si stava trasformando in quello di un uomo, ero
soddisfatto di me stesso, perché oltre ad essere
più
forte cominciai anche a farmi rispettare..
Ma il suo ricordo ancora mi torturava, nonostante mi tenessi occupato
tutto il giorno, continuavo a pensare a lei comunque....
"Chissà che stai facendo adesso, sicuramente sei in giro con
Castiel, dopotutto lo trovavi così fico e virile. Ed io?
Come mi
trovavi? Un perdente vero? Una sottospecie del genere
maschile, che non aveva nulla a che vedere con esso. Per te
sono
sempre stato solo uno dei tanti che hai incontrato vero? Avrei tanto
voluto farti cambiare idea, un po' ho sempre sperato che tu,
potessi provare...non dico amore, ma almeno un vago sentimento che vi
si avvicinasse...
Eppure neanche quello, non sono mai stato nulla per te, solo un volto
sfocato, dalla tua immensa luce, troppo luminosa e
irraggiungibile
per un comune mortale come me...
Chissà cosa penserai di me, quando mi rivedrai,
probabilmente
non mi degnerai di uno sguardo, dopotutto ai tuoi occhi sono sempre
stato invisibile..."
Erano passati sei mesi, dal fatidico giorno in cui avevo letto quel
messaggio, mio padre mi disse che ormai ero un uomo e che potevo tonare
nel mio vecchio liceo.
Non ero molto entusiasta all'idea, perché non avevo voglia
d'incontrarla, non avevo la minima intenzione di rivedere quegli occhi
blu...
Eppure dovetti tornare, mio padre mi obbligò, diceva che era
fiero di poter mostrare un nuovo Kentin, di mostrare a tutti che suo
figlio era diventato un uomo.
Ma a me non importava molto del giudizio della gente, alla scuola
militare oltre a combattere avevo imparato a non dare più
peso a
nulla, era solo per questo che ero riuscito a sopravvivere, e
poi
forse, era anche stato il suo ricordo....
Mi apprestavo a ripercorrere i corridoi del mio liceo, avevo tutti gli
sguardi puntati addosso, tutte le ragazze si voltarono a
guardarmi,
un po' mi faceva piacere, dopotutto ormai me lo potevo permettere.
Non portavo più quei fondi di bottiglia che mi oscuravano il
viso. Finalmente i miei occhi verde smeraldo potevano mostrarsi alla
luce del giorno, senza che più nessuno potesse
ridicolizzarmi
con nomignoli come "quattrocchi".
Nessuno riuscì a riconoscermi e un po' ci restai male. Ero
davvero così cambiato?
Mentre giravo tra i corridoi mi accorsi che Castiel era appoggiato agli
armadietti e rideva di gusto, guardai meglio e notai che accanto a lui
vi era Hilary...
Quando la vidi il mio cuore perse un battito...
Mi avvicinai un po', e mentre i miei piedi mi portavano
meccanicamente verso di loro, vidi qualcosa che il mio cuore, non
avrebbe mai voluto vedere...
Castiel le diede un bacio, un bacio di quelli veri, quelli
passionali tra un uomo ed una donna...
In quell'istante, il mio cuore si frantumò in mille pezzi...
Mi voltai e feci dietro front, dopo tanto tempo le lacrime rigarono
di nuovo il mio volto...
"Perché? Perché devo soffrire così
tanto? " mi
ripetevo, mentre tentavo di soffocare il mio dolore, nell'illusione di
essere finalmente un altro, quando in realtà, Kentin era
è sarà sempre solo Ken...
"Un cuore spezzato da mille illusioni, un sentimento che mi ha portato
solo dolore...
Non dimenticherò mai il primo giorno che ebbi la fortuna, o
la sfortuna di incontrarti...
Io ti ho sempre amata, più di ogni altra cosa, volevo amarti
per l'eternità...
Ho sempre fatto pensieri molto egoistici, volevo ad ogni costo che tu
mi amassi, volevo legare il tuo cuore al mio, come il mio era legato al
tuo...
Ma ero troppo cieco, o forse troppo stupido per capire, che tu non
avresti mai ricambiato il mio amore...
Il mio è un cuore spezzato da mille dolori,
perché non ho
mai voluto affrontare la realtà, non ho mai voluto sapere la
verità, o forse semplicemente l'avevo sempre ignorata.
Ma alla fine anch'io ho dovuto affrontarla, una realtà, una
verità amara e dolorosa...
Niente e nessuno potrà mai farmi dimenticare quel bellissimo
e dolorosissimo sentimento, che provai per te...
Io ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre...
I miei sentimenti, non cambieranno mai...
E se un giorno dovessimo rincontraci, spero almeno che ti ricorderai di
me, colui a cui ai spezzato il cuore..."
Angolo
autrice
Ringrazio
chi leggerà questa mia scemenza, anche se non la
leggerà nessuno perché parla di Ken e non di Cass
:'D
Volevo
scrivere cosa provasse Ken, quando è dovuto partire, ma
anche fare una specie di continuo non molto piacevole per lui.
So
già che non la leggerà nessuno, ma dai
ciò provato, tra l'altro a scrivere delle one-shot faccio
schifo quindi :'D
Alla
prossima, se ce ne sarà un'altra ç_ç
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