Numbers

di love yourself
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Cinquatacinque erano le lentiggini sulla guancia destra di Camille, quarantasette quelle nella guancia sinistra, ventitré quelle sul naso. Calum le aveva contate con cura e delicatezza mentre la ragazza dormiva scomoda sul divano di casa Irwin. 
Forse ne aveva persa qualcuna per strada, tra i suoi dolci lineamenti e i respiri caldi, ma quelle erano. 
Il viso pallido contrastava con i rossore di quei puntini, particolare ereditato da Stephanie, la nonna olandese.
Se c'era una cosa che Calum adorava di Camille erano proprio quelle, mentre la guardava dormire accanto a lui, il respiro traquillo e tutta la pace del mondo. 

Ventiquattro erano le sigarette che il posacenere ospitava, il rossetto rosso che macchiava la cartina bianca testimoniava che quattordici erano state fumate da una ragazza, le altre erano sicuramentre frutto di Michael che, quella sera,  aveva spinto Serena oltre il suo limite.
Prima le aveva insegnato, passo dopo passo, come rollare una sigaretta e poi l'aveva fatta entrare nel "mondo grigio" come diceva Luke. 
E si era divertita lei a rubare cartine e spargere tabacco per casa, seguita dalle grida del biondo -o bianco?- :
"Il tabacco non si butta via così! E' oro, Serena, oro!"
Erano proprio ventiquattro, le aveva contate lui mentre Serena era sotto la doccia e cantava una sua canzone.

Sette bottiglie vuote di vodka e dodici cicchetti di rum: probabilmete Luke non aveva mai bevuto così tanto in tutta la sua vita. 
Ashley lo guardava felice mentre lui canticchiava chissà quale canzone dei Beatles e apriva l'ottava vodka.
Il cappello era ormai per terra, gli occhi rossi, la parlata veloce e i movimenti sciolti.
"Sei proprio andato.", aveva riso lei: i capelli biondi e gli occhi blu, luminosi.
L'aveva preso con l'aiuto di nessuno e portato sul divano accanto a Camille e Calum.
"E' ubriaco marcio. Cal, possiamo dormire con voi?" , gli aveva sfilato la maglietta e si era appoggiato al corpo caldo del fidanzato, baciandolo.
Dieci erano le bottiglie che, proprio Luke, la mattina aveva svuotato nel bidone verde del vetro: otto, aveva scoperto poi, le aveva bevute solo lui.

Un biglietto di sola andata era appoggiato sulla scrivania di Ashton e il ragazzo continuava a ripetere che "Non lo voglio sapere."
Tre fazzoletti Kleenex erano nel cestino e il quarto nella mano di Arianna. 
Dublino, solo andata, 7 Maggio.
Occhi chiari che cercavano occhi scuri, piccole mani che si intrecciavano ad altre, grandi. 
"Resta con me" pregava una voce, l'altra singhiozzava un leggero "Vieni con me."
Un abbraccio, un bacio, un altro e un "Mi mancherai" e l'ennesimo 
"Ti amo."



                                                                     
vorrei proprio dire che i 5 seconds of summer non mi appartengono ancora e che sono quattro ragazzi che fanno solo buona musica, ma ahimè, non è proprio così.
mi appartengono, e anche troppo. 
e questa os la adoro, non ha significato ma la adoro.
sono spezzoni di una serata passata in una solitaria casa Irwin, spezzoni delle vite amorose di quei quattro cuccioli.
spero che vi piaccia e che ci sia qualche anima a leggerla e (magari) a recensirla.
io vi ringrazio in tutti i modi, l'inchino non lo fanno solo loro ma lo faccio anche io.
buon anno scolastico e possa la fortuna essere sempre a (n)vostro favore!
Alice.




 




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