La Rinascita dei Draghi

di Fantasy Knight
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                                              BATTAGLIA NELLA FORESTA
 
 
 
 
 
 
Un uomo alto, senza capelli, dalla corporatura incredibilmente muscolosa avanzava lentamente, con una ferita al fianco che sanguinava. In mano impugnava un martello e ansimava, portando con se una sacca. La neve lo ostacolava e si tingeva di rosso al suo passaggio. Alle sue spalle le urla di creature mostruose che lo inseguivano. Zoppicò avanti tra gli alberi morti, di quella pianura morta. Teneva in mano una sacca che conteneva qualcosa di sferico.
Continuò a correre, incurante delle ferite e del freddo che lo circondava, ormai certo di essere vicino alla salvezza.
Dietro di lui, però, iniziò a sentire delle urla: sibili furiosi e grida di rabbia. Dalla Fortezza arrivarono le urla di rabbia dei demoni furiosi, dopodiché si mostrarono.
Alcuni erano orribili, sembravano uomini orribilmente trasfigurati e molti nemici iniziarono a scagliare lance contro l’umano.
“Non mi avrete mai!” Urlò lui, evitando le armi letali, continuando a correre a perdifiato nella foresta.
Alla fine, dopo aver distanziato un po’ i suoi nemici, si fermò in una radura in mezzo agli alberi e fischiò piano. Dopo pochi secondi dal cielo calò un’aquila gigante, grande come un cavallo.
Il cavaliere si appoggiò alla sella, legando ad essa il sacco.
“Vai, bella… raggiungi Umert, portaglielo e lasciami qui.” Ordinò lui, impugnando il maglio con entrambe le mani.
Quella sarebbe stata la sua ultima battaglia.
 
 
 
“Maestro. Abbiamo ucciso il ladro.” Sussurrò un uomo, inchinandosi davanti a una figura gobba e incappucciata.
“Dov’è l’uovo? L’avete trovato?” Chiese furioso il Maestro, girandosi verso il suo servitore con la rabbia che gli divampava dagli occhi.
“No, mio signore. Ma lo stiamo cercando… presto sarà di nuovo in mano vostra, credetemi.” Sussurrò piano l’altro, spaventato e sottomesso.
“Sarà meglio… va, è porta a termine il tuo compito.” Ordinò con un cenno della mano, lasciandolo uscire dalla sala.
Intanto la sua mente stava già pensando a una soluzione alternativa. Sapeva cosa fare e, anche se avesse perso una cavia, nulla era più importante del suo potere.

 
 
 




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