Nel silenzio
ovattato e ner
d'una notte
di poche stelle,
un bianco osservator
scruta silente
un fiero accampamento.
Scorre,
possente
eppur celato,
il confuso vociar
di cento e più soldati,
di note e
di buccine
coronato.
Vestito
in un grigio manto
d'acre fumo
il melanconico martellar
d'in fabbro
scandisce e ritma
il di lor vociar.
Riluce scultoreo,
nell'arte del ferro
capace e consumato,
a quella bianca fornace
i cui prediletti figli
mille e più vite
han spezzato.
E nei suoi verdi occhi
uno sguardo
di pura gioia
sorge importante
fra mille e più pensieri.
Cullato
dal melodioso tintinnar
del ferro caldo... |