Cap.5
Salve! ^___^
Dopo quasi 1 mese, eccomi di nuovo! Cn qst cap. inauguro la fic nella sezione di Naruto...!
Ringrazio tt coloro ke continuano a leggere, in particolare:
- KuRoNeKoChAn: Sn contenta ke ti
piaccia! XD In effetti nn ero molto sicura di dove metterla, xké
in effetti i personaggi di Naruto superano di numero quelli di
Saiyuki... così eccomi in qst sezione! XP
- Krikka86: le 3x9 (cm immagino abbia
capito tu stessa) sn le SanzoGoku... effettivamente il biondino nn
aveva ancora fatto la sua comparsa, ma si rimedia in qst cap! XP X qnt
riguarda Goku e Homura, si ci sarà, sl nn so dire qnd cn
esattezza xké nn ho pianificato cm andrà la storia (vado
avanti cm mi viene... XP)
Detto ciò, a voi!!!!!!!!! ^_____________^
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Cap. 5
Dopo una camminata di qualche minuto, Gaara e Kiko arrivarono davanti
alla loro sala prove.
Il "Saisho" era un palazzo che conteneva un numero non ben definito di stanze di media
grandezza, attrezzate con strumenti di vario tipo, ogni genere di
amplificatori e perfino una sorta di negozio interno di ricambi che
andavano da bacchette per batteria a corde per chitarra elettrica,
classica e basso.
L'esterno era sobrio -molto diverso della facciata sgargiante dell'
"Ichiraku Ramen"-. Il piano terra era occupato dal negozio di ricambi,
che vendeva anche strumenti musicali, quindi lungo tutta la vetrata che
dava alla strada si potevano ammirare ogni genere di batterie,
chitarre, bassi, pianole, piatti da Dj e anche un paio di pianoforti.
Molti dei passanti si fermavano ad osservare quei 'gioielli', incantati.
Il gestore del negozio, nonché della sala prove, era un tizio di nome Yakumo: aveva circa 28
anni, abbastanza alto e asciutto, capelli scuri e occhi nocciola. Tutti i clienti abituali del "Saisho"
continuavano a chiedersi il perché Yakumo
avesse deciso di iniziare quell'attività... non che la cosa
fosse
strana di per sé, semplicemente, il fatto faceva sorgere dei
dubbi dato che, come lui stesso aveva detto una
volta: - Odio il chiasso infernale che fare...!-; nonostante ciò,
Yakumo c'era ormai abituato, li conosceva praticamente tutti e non gli
dispiaceva stare ad ascoltare alcuni dei gruppi che suonavano
lì... solo i più bravi, ovviamente! Altrimenti i suoi
timpani ne avrebbero risentito...!
E proprio perché Yakumo conosceva molti dei suoi clienti, il
ventottenne riconobbe immediatamente i due ragazzi che fecero la loro
entrata in quel momento; anche se avesse voluto, i capelli rosso fuoco
di Gaara sarebbero stati difficili da dimenticare e lo stesso valeva
per gli occhi dorati di Kiko.... o meglio, solitamente,
erano gli occhi della ragazza ad attirare per primi
all'attenzione... quel giorno, invece, la prima cosa che il
proprietario notò di Shymaire furono i capelli: i lunghi ricci
neri non erano più solo ricci... noooo, erano boccoli neri sopra e lisci sotto,
il blu elettrico di solito quasi invisibile ora ben in vista
-soprattutto perché aveva ancora la molletta che le avevano
messo le pazze del salone di bellezza che le tenevano i ricci in alto.
- Oh...! Gaara-kun, Kiko-chan... era da un pò che non vi vedevo
qui....- salutò Yakumo, lanciando un'occhiata ai capelli dalla
ragazza.
- Konnichiwa, Yakumo-jiji! [*1], come va?- disse Kiko, cercando di distogliere l'attenzione del più grande.
- Hn.- disse solo Gaara, gettando anche lui uno sguardo a Shymaire.
- Ehi! Non chiamarmi 'jiji', ragazzina! Non sono poi così
vecchio...!.... Piuttosto, i miei complimenti Kiko-chan, davvero interessante le tua nuova pettinatura....!- rispose il padrone del negozio con un mezzo sorriso.
- Oh! Smettila! Non è colpa mia.... sono dovuta scappare nel bel
mezzo della piega...! Per adesso sto così: ti consiglio di non
fiatare più, ok?!- si giustificò la ragazza col pugno
alzato: cominciava ad irritarsi.
-Kiko, lascia stare.- si interpose Gaara. - Però sono d'accordo
con Yakumo...- aggiunse sottovoce, il labbro inferiore ebbe un piccolo
tic.
- Grrrr.....- Kiko aveva sentito il commento del rosso.
- Senti,- per evitare incidenti, Gaara decise di cambiare discorso e si
rivolse al ventottenne. - E' arrivato qualcun altro dei nostri?-
- Già!! Goku, magari...??- intervenne Kiko, tornando calma.
- Ehm.... no, non mi pare. Per il momento, siete i primi; dite,
preferite andare già in sala prove o aspettate gli altri?-
chiese Yakumo.
- Oh... bé, allora noi intanto andiamo su. Avvisa gli altri
quando arrivano...- rispose Kiko; lei e Gaara si avviarono verso
l'ascensore senza aspettare una risposta. Yakumo li guardò
allontanarsi con un sorriso ambiguo.
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Appena usciti dall'ascensore, dopo essere saliti fino al 10' piano,
Shymaire Kiko e Sabaku no Gaara rimasero impietriti sul posto -dietro
di loro, le porte metalliche si chiusero- al suono di una chitarra.
Ora, direte, cosa c'è di strano nel sentire una chitarra suonare
in un palazzo pieno di sale prove?? Bé, nulla ovviamente, solo
che su quel piano le stanze usate erano solo due: la loro e una dalla
parte opposta -lontana dall'ascensore-... la cosa strana era che
l'altro gruppo che usava il piano di solito non si incontrava mai a
quell'ora... e per di più, il suono veniva da lì vicino,
quindi dalla loro sala prove. Ma chi poteva esserci? Yakumo aveva detto che non era arrivato ancora nessuno...
Kiko si girò a guardare Gaara. Il rosso alzò impassibile
una spalla e si diresse verso la porta del loro studio; arrivato
davanti, il ragazzo si fermò di colpo: si era accorto di una
cosa.
- Che c'è, Gaara? Perché ti sei fermato?- chiese Kiko a bassa voce.
- La canzone.- fece l'interpellato.
- 'La canzone' cosa??-
- La conosco.-
- Che?! Sai che novità, sarà una di quelle che girano adesso per radio...!- Kiko si stava spazientendo.
- No.-
- 'No' cosa?! No che non è una novità o no che non si sente per radio...?!-
- Zitta. Sto ascoltando.- ordinò Gaara.
- Siamo diventati di nuovo monosillabici, eh?! E poi non zittirmi,
capito?! E dammi retta quando ti parl-!!- Kiko troncò
l'invettiva quando il ragazzo la trafisse con uno sguardo che
prometteva di farla tacere lui stesso.
Subito dopo aver detto questo, Kiko vide gli occhi verdi di Gaara
allargarsi di qualche millimetro; lanciandogli un'occhiata perplessa,
l'unica risposta che ottenne fu che il rosso si mise l'indice davanti
alla bocca per farle segno di tacere e l'altra mano che indicava la
porta. Sempre confusa, la ragazza seguì le indicazioni del suo
amico e, in silenzio, ascoltò.
Dall'altra parte della porta, oltre alla chitarra, si sentiva ora anche
una voce... una voce familiare... d'improvviso, la confusione
sparì e Kiko, presa dall'entusiasmo, si gettò addosso a
Gaara, abbracciandolo; il ragazzo si irrigidì all'istante ma la
lasciò fare, troppo preso ad ascoltare anche lui quella voce che
non sentiva cantare da un pò.
Senza aspettare oltre, il ragazzo dagli occhi verdi aprì piano
la porta, per non disturbare la persona dall'altra parte. Di fronte a
lui, seduto su uno sgabello con una chitarra in braccio, stava Goku.
Gaara rimase a guardarlo mentre suonava, gli occhi chiusi in
concentrazione, le dita che pizzicavano le corde in una melodia
più lenta della precedente; il rosso si concesse un piccolo
sorriso, invisibile ai più, alla vista del suo amico di vecchia
data con una chitarra in mano: era una cosa molto rara, perché
anche se Goku la sapeva suonare, il suo strumento era ben diverso.
Goku terminò la canzone e aprì lentamente gli occhi,
sospirando un pò; al suono di mani che battevano timidamente,
alzò di scatto lo sguardo sorpreso, per poi rilassarsi vedendo
chi era entrato.
- Gaara.- salutò semplicemente il moro con un sorriso, posando a terra la chitarra.
- Goku.- rispose l'altro, una curvatura all'angolo sinistro dalla
bocca. - Stavi cantando.- aggiunse poi; il messaggio, però, era
un altro: "Sono contento che tu stia bene. E' bello sentirti di nuovo cantare. Ero preoccupato."
- Già... scusa...- rispose Goku un pò mortificato: aveva
capito perfettamente quello che Gaara non aveva espresso a voce, e gli
dispiaceva di averlo fatto preoccupare.
- Hn.- disse il rosso, spostandosi dalla porta per appoggiare la
custodia della sua chitarra. Goku fissò per un attimo il rosso
per poi sghignazzare piano.
- E' bello riaverti qui, Gaara. Sei sempre così premuroso,
Tanu-kun...!- disse il leader del gruppo con una risata; Gaara lo
fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla.
- GOKUUUUUU-CHANNN!!!!!- Kiko decise di rendere la sua presenza nota,
placcando letteralmente il ragazzo al suolo e strusciando il viso
contro quello di lui come un gatto.
- Kiko....! Non respiro....! Staccati...!-
- NO! Ero così preoccupata, nii-san! [*2]-
- Lo so, lo so e mi dispiace... ma adesso sto benone -o almeno stavo benone....- quindi puoi alzarti?- disse Goku.
- Oh, ok!- fece Kiko, alzandosi in piedi e liberando il ragazzo più grande.
- E' strano, però... Yakumo-jiji ha detto che non era arrivato
nessuno dei nostri...- pensò ad alta voce la ragazza.
- Ovvio, no...? Era d'accordo con Goku.- disse Gaara.
- Penso tu abbia ragione, Tanu-kun... allora, non ci resta che aspettare
gli altri.- dichiarò Kiko, incurante della vena che pulsava
sulla tempia del rosso a causa del soprannome.
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Nonostante fosse sabato, purtroppo non tutti erano a casa o in giro per
negozi. Infatti, nel "Quartiere della Legge" -denominato così
per la gran quantità di studi legali e la presenza del tribunale
più importante dell'intera Kyoto- si lavorava anche quel giorno.
In particolare nello studio penale 'Bosatsu&Uchiha Lawyers
Company', uno dei più prestigiosi, dove alcuni dei migliori
avvocati erano impegnati ad analizzare i documenti di un processo
delicato che la compagnia stava seguendo.
Al contrario di quello che si potrebbe pensare, però, i giovani
e promettenti avvocati che faticavano in quel sabato pomeriggio, non
lo facevano per devozione -oh no...!- bensì perché il
loro boss era quel che qualcuno definiva: - Una vecchiaccia sadica e
schiavista.- e proprio per quel motivo Genjo Sanzo, Cho Hakkai, Sha Gojyo,
Uchiha Itachi, Hatake Kakashi e Iwatsuchi [*3] Deidara erano rinchiusi nello studio -loro, soli nell'edificio pressoché vuoto-.
A dire il vero, dei sei sopracitati, solo tre stavano lavorando... per
essere più precisi: uno leggeva documenti su documenti, senza
veramente assorbire la benché minima parola; un altro era seduto
con la schiena dritta e gli occhiali sul naso, attento ad ogni clausola
insidiosa; l'ultimo era nel suo studio, pile di deposizioni sulla
scrivania di fronte a lui, in mano un pennello da smalt-..... -cough,
cough- ok, dei sei sopracitati, solo uno stava veramente lavorando: Cho Hakkai.
Effettivamente, se uno si fermava a pensarci un attimo, veniva
spontaneo chiedersi: - Ma com'è possibile che persone del genere
possano essere i migliori avvocati della città?!-. La
verità era che nessuno lo sapeva, in quello studio erano tutti
uno più strano dell'altro.
Genjo Sanzo era niente meno che il nipote di Bosatsu Kanzeon -la
co-fondatrice della compagnia, e il capo dello studio-, e già di
per sé questa parentela assicurava qualche stravaganza. Il ragazzo
aveva 25 anni, capelli biondi che gli sfioravano le spalle ed occhi viola; aveva un carattere piuttosto
freddo, perdeva facilmente la pazienza e si portava sempre dietro un
ventaglio di carta che dava in testa a chi lo infastidiva. Suo padre,
Komyou, era un uomo che aveva fama nazionale per aver vinto, in
gioventù, il campionato di karate e, da quasi vent'anni,
gestiva il rinomato dojo "Yasaka" [*4]-chiamato così perché lì vicino si trovava proprio il tempio da cui prendeva nome-.
Cho Hakkai era amico di Gojyo, e si poteva definire un amico di Sanzo,
nel senso che non facendo saltare troppo i nervi al biondo, non si era ancora
beccato il ventaglio in testa e i due riuscivano ad avere una
conversazione 'adulta'; aveva 24 anni, corti capelli castano scuro,
occhi verde smeraldo e portava gli occhiali da vista; era una persona
calma e pacata, gentile sostanzialmente con tutti, un sorriso
perennemente presente che diventava alquanto spaventoso quando era
arrabbiato o irritato -cosa che, grazie ai Kami, non capitava spesso-.
Aveva una sorella maggiore, Kanan, che viveva con lui e insegnava alla
scuola
media del loro quartiere; i due, orfani, erano molto uniti e si
somigliavano parecchio.
Sha Gojyo era il miglior amico di Hakkai, e si poteva definire amico di
Sanzo, nel senso che adorava provocarlo all'infinito, incurante di
quante volte il ventaglio si schiantasse sulla sua testa, solo per il
gusto di rompergli le palle; aveva 24 anni, capelli rossi -sembrano
più magenta che rossi, ma va bé- che gli arrivavano alle
scapole e occhi dello stesso colore; aveva un carattere allegro e
rissaiolo, prendeva solo il suo lavoro con un briciolo di
serietà -e a volte neanche quello- ed era conosciuto come il
pervertito dello studio, secondo solo a Kakashi e a un tizio che
l'altro chiamava Jiraya-sensei. Aveva un fratello più grande,
Jien, che non gli somigliava quasi per niente e che gestiva un'izakaya [*5] in centro, dove a volte si esibivano delle band emergenti.
Uchiha Itachi era il figlio di Uchiha Koji [*6]
-il fondatore della compagnia- e aveva intrapreso
l'attività di famiglia per volere del padre. Non si poteva
definire amico di qualcuno... l'unica persona che poteva passare come
tale era la sua guardia del corpo, Kisame Hoshigaki; aveva 23
anni, capelli neri raccolti in un codino e strani occhi rossi con delle
virgole all'interno;
il suo era un carattere particolare, non era ostile ma tendeva a tenere
gli altri a distanza, era indifferente alla maggior parte delle cose ed
aveva una strana fissa per lo smalto viola. Aveva due fratelli
più piccoli, Sai e Sasuke, il primo andava all'Accademia di Arte
e il secondo al conservatorio e aveva anche un fratello, Obito,
iperattivo ed amico di Kakashi.
Hatake Kakashi era amico di Gojyo -che aveva iniziato alla collana di
romanzi sconci 'Icha Icha Paradise'- e di Obito, anche lui adorava
irritare Sanzo, però era in grado di essere serio se ne aveva
voglia; aveva 26 anni, capelli argentati che stavano sparati per aria
-forse col cemento-, e occhi nocciola; era pigro, il più delle
volte invece di leggere i documenti dei processi, si vedeva con i
famosi romanzi in mano -a sghignazzare come una ragazzina-, tuttavia
tornava serio di fronte a Kanzeon perché non voleva ripetere
l'esperienza della sua scarpa col tacco a spillo nel sedere. Era un fan
sfegatato di Gamabunta Jiraya, scrittore della sua serie di letture
preferite nonché mentore del suo ex-maestro di kendo, Uzumaki
Minato -con cui aveva ancora ottimi rapporti-.
Iwatsuchi Deidara rappresentava l'incubo un pò di tutti, in
quello studio -gli unici che non facevano battute sul suo conto erano
Hakkai, perché era troppo gentile, e Itachi, che non parlava
quasi mai comunque-; aveva 23 anni, lunghissimi capelli biondi legati
con una coda alla base del collo, e occhi nocciola; era sempre,
instancabilmente, allegro -troppo
allegro, tanto che più di qualcuno si chiedeva con cosa si
sfamasse-, aveva il brutto vizio di finire ogni frase con "Hn!" anche
quando non c'entrava nulla ed era vittima di battute sulla sua dubbia
identità sessuale. Era orfano e viveva con gli zii Yamanaka, che gestivano
una fioreria, e sua cugina Ino, che faceva la cameriera in un
ristorante.
§§§§§§§§§§§§§§
Sanzo aveva passato le ultime due ore e mezza nel suo ufficio -ormai
erano le 4 passate- e tutti i suoi colleghi avevano deciso che l'aver
lavorato più di 9 ore in un giorno festivo era molto
più che sufficiente; Itachi, Kakashi e Deidara erano già
andati via, Hakkai si apprestava a finire e Gojyo aspettava il suo
amico. Prima di uscire dallo studio, il ragazzo dagli occhi verdi
decise di parlare un attimo con il biondo: Gojyo gli aveva proposto di
andare a fare un salto al locale di suo fratello, e ad Hakkai sembrava
giusto chiedere anche a Sanzo.
- Sanzo, posso entrare?- chiese Hakkai, dopo aver già aperto la porta a metà, sorriso sempre al suo posto.
- Servirebbe a qualcosa dire di no...?- rispose l'interpellato, la voce piatta.
- Ahaha... in effetti, non credo.- commentò il moro, ridendo.
Una vena comparve sulla fronte chiara del più grande.
- Che vuoi, Hakkai.- la domanda uscì come un'affermazione.
- Ah, già. Ero venuto a chiederti se ti andava di andare a bere
qualcosa in qualche pub... con me, Gojyo e Kakashi.- il ragazzo con gli
occhiali aggiunse l'ultima parte monitorando l'espressione di Sanzo.
Quest'ultimo non rispose subito. In effetti una birra o due potevano
fargli bene, per rilassarsi un pò: l'ultima settimana era stata
uno stress dopo l'altro, a causa del processo e soprattutto
a causa di quella vecchia di sua zia. Anche della musica sarebbe stata
allettante -purché non fosse quella roba spacca timpani-;
d'altra parte, però, si trattava di andare in giro con due
stupidi pervertiti che godevano nel fargli perdere le staffe... ma
chissà, forse sarebbero stati troppo presi dall'alcool, la
musica e le ragazze per rompere a lui...
- Tzè... e va bene, ma vedi di tenere a bada i due idioti...!-
decise infine Sanzo, alzandosi dalla sedia e prendendo la giacca
appoggiata allo schienale.
- Te ne vai anche tu..?- osservò Hakkai.
- Hn.-
- Bene! Allora passiamo a prenderti noi verso le 21.30, ok?- propose il moro con un sorriso.
- Fate come vi pare.- diede il suo 'consenso' Sanzo.
- D'accordo, a stasera dunque!- salutò Hakkai, voltandosi e uscendo dell'ufficio.
- Tz'!- fece solo Sanzo.
Continua......
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Finito anke qst cap! XP
Note:
[*1] 'Jiji' significa 'zio' o 'zietto'
[*2] 'Nii-san' significa 'fratellone'
[*3] Iwatsuchi... ecco dato ke Deidara sembra nn avere 1 nome, ho messo
insieme 'Iwa' ke significa 'roccia' (dato ke lui è del paese
delle roccie) e 'Tsuchi' ke è 1 parte di 'Tsuchikage',
cioè il capo del villaggio delle roccie ^__^''
[*4] Yasaka è il nome di 1 tempio veramente esistente a Kyoto;
il tempio, inoltre, è dedicato alla divinità delle tempeste e degli uragani, Susanoo
[*5] Izakaya è l'equvalente di un pub qui da noi
[*6] Koji... inventato ^^'' dato ke nn mi pare dicano cm si chiama...
Bene! Io ho terminato x ora...! Grazie a ki ha letto e spero vorrete recensire!
Alla prossima,
TEMARI ^_____^
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