Desperate Call - A Tale that you don't Want to Remember

di ShunLi
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"Ti vidi passare tra quelle stradine, quelle dove le mura bianche si tingevano del rosso dei fiori, e pareva si imporporassero d’imbarazzo nel vedere la tua bellezza, che non era come le altre, non era acerba o incontrastata, ma ispirava poeti, sollevava dubbi, decantava un periodo che forse gli abitanti di quel luogo ancora non riuscivano ad accettare o forse non volevano vedere. Qualunque sia stato il motivo del perchè tornai tra quelle stradine, era per vedere se avresti reagito alla mia costante presenza. Il primo giorno nemmeno un tuo sguardo mi penetrò il petto. Allora ero famoso per deliziare tutte le giovincelle del paese, e la mia persona era stata dichiarata come "il farabutto, l’innominabile, colui che lasciava incinta chiunque e scappava" insomma, non una degna parola usciva dalle bocche delle zitellone più acide, ma ormai, cosa potevo farci? Ma alla tua persona potevo, sentivo nel profondo che ero rinato. Un altro spirito aveva preso posto dello scapestrato che ero in precedenza e non facevo altro che lavorare sodo, vestirmi bene e rimirarti. Forse le voci di paese erano arrivate anche al tuo udito sopraffino, ma eri imperturbabile come l’inverno gelido e severo come in Generale. Rimasi deluso, quasi ferito, quindi, al tuo passar spedito. Il giorno dopo ancora nulla e nulla ancora, e nulla ancora sino alla settimana dopo. Eri spazientito. Il tuo sopracciglio si inarcava leggermente, quando fosti abbastanza arrabiato da avvicinarti e chiedermi cosa volesse un diavolo come me da una persona per bene come te.

Il tuo Amore, risposi solo. Il tuo Amore e nient’altro, quale cosa divina sarebbe averti tra le braccia, stringerti le mani e sussurrare il tuo nome per giorni interi, senza preoccuparsi del mondo, di chi mi ha sparlato e di chi ci potrebbero deridere? E sia chiaro, che se mai mi sarà daro questo diritto, io ti onorerò sempre, dissi. Tu ridesti un pochetto e non ci credevi, e non so per quanti giorni ho dovuto ripetere quella frase, quasi come se dovessi crederci, come un mantra, ma io ci credevo già più fermamente di te e tu ti innamorasti di quel mantra, eri adorabile quando le tue spalle si abbandonavano e i tuoi occhi si chiudevano a quella promessa. E se fosse possibile ritornare su quelle stradine, a quel tempo, a quell’amore innocente che si posava su di noi, te lo ripeterei ancora. Ma i fiori si sono seccati. Il nostro amore si è seccato, e non so se un giorno potremo essere come prima. Ma io spero. Ho piantato fiori simili nel nostro giardino intorno alla Villa. Un giorno forse, le mura della nostra casa si imporporerà d’imbarazzo, come la prima volta che ti vidi.”





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