Lui è morto

di Nick Wilde
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Lui è morto

 

''Rose'' la flebile voce del Dottore la raggiunse come un eco lontano. ''Rose'' sentì chiamare di nuovo mentre una miriade d'immagini affollarono la sua mente.

 

D'un tratto un ricordo lontano riaffiorò dagli spazi più reconditi della sua memoria, era qualcosa di vago, risalente al primo gennaio duemilacinque: quella notte aveva incontrato un uomo ubriaco, o almeno così credeva, non lo conosceva, non l'aveva davvero mai incontrato, eppure aveva un'aria così familiare

 

.Lo sentì contorcere dal dolore ''Tutto bene, amico?'' chiese.

 

''Sì, grazie'' aveva risposto con una nota dolente nella voce.

 

''Devi aver bevuto davvero troppo'' constatò con un sorriso.

 

''Eh già. Scusami, in che anno siamo?''.

 

Rose ridacchiò, quel uomo doveva essere davvero strafatto ''Duemilacinque, è il primo Gennaio''.

 

''Duemilacinque'' ripeté ''Scommetto che sarà un anno davvero fantastico, per te''.

 

Rose si stupì nel trovare una nota di malinconia nella voce di quello strano tipo ''Grazie'' rispose. Corse incontro a sua madre entrando nell'appartamento, non senza lanciare un'ultima occhiata di fuori.

 

Ripensandoci bene quel uomo assomigliava al Dottore, anzi quel uomo era il Dottore, e lei lo aveva incontrato proprio nel Duemilacinque.

 

Ma perché quel ricordo era affiorato proprio in quel momento? Il Dottore doveva aver modificato la sua linea del tempo, ma perché? E che cos'era quello sguardo vacuo?

 

L'ultima immagine rappresentava proprio lui. Il Dottore all'interno del Tardis, stava urlando disperatamente mentre una potente luce si stava sprigionando da lui.

 

Rose si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore, il respiro veloce e irregolare, si portò le mani davanti al viso e lo asciugò. Si tastò gli occhi, un paio di lacrime le erano appena scese, doveva aver pianto durante il sonno.

 

''Che succede?'' chiese John Smith svegliatosi di soprassalto, si mise a sedere nel letto e si avvicinò piano. ''Tesoro, che c'é?'' chiese accarezzandole la spalla, una nota di preoccupazione nella voce, cercò di sembrarle calmo per tranquillizzarla.

 

Lei lo ignorò continuando a guardare il vuoto davanti a se, lo sguardo vacuo e distante, quando le parole le uscirono dalle labbra furono come un eco lontano, quasi appartenenti ad un'altra persona ''Lui è morto''.





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