GIRL IN THE RAIN
La pioggia.
Un rumore unico, che riesce, in quel fugace istante, a sconvolgere
tutto il tuo mondo: il tuo cielo si oscura lasciandoti nell’incertezza del
futuro; la tua terra che bruciava viene come tranquillizzata da quel rumore
continuo, simile a un lungo sibilo che rende tutto morto, finito; la tua aria,
quella che tu hai sempre respirato, si riempie di un improvviso odore che ti
prende alla gola.
Non ti muovi, ma oramai lontana dalla tua casa, dalla tua terra,
la osservi senza capire: non sai il perché di tutto quello che è successo, ti
stupisci di non sentire più sulla tua pelle quel calore che per qualche ora era
diventato il tuo compagno. Senti l’aroma della pioggia e questa non riesce a
coprire quell’odore che il fuoco aveva nascosto.
L’odore del sangue.
Quello stesso sangue versato per te e contro di te, quello stesso
sangue scarlatto che ha macchiato la tua innocenza di bambina e che ora ti
insegue ancora, inesorabile, continuo, maligno...
Vorresti allontanarti, ma le tue gambe non si muovono ancora, non
sono pronte, e così rimani a guardare impotente il frutto della rabbia degli
uomini: da lontano la tua terra sembra del tutto scomparsa, sfinita, sconvolta,
stanca di lottare per resistere...ma tu sai che non è così, perché tu ancora la
vedi, la immagini e sai, lo sai per forza, che non potrà mai scomparire, che
rimarrà per sempre con te...che per sempre sarai tu stessa la patria che hai
abbandonato.
Finalmente ti giri, lasciandoti alla spalle miseria e
disperazione, ma soprattutto morte.
Cammini pensando di potercela fare, di poter sopportare quel peso
che hai nel cuore: la famiglia e gli amici, i parenti e i vecchi...quanto dolore
si cela nel tuo cuore, piccola ragazza senza un nome, senza più una casa o
semplicemente una famiglia?.
Questa sarà la domanda che ti porranno, ma ora non ci pensare, ora
cerca solamente la tua strada...non piangere come stai facendo, non
singhiozzare...
La pioggia scende, ma ora ti è amica, nasconde a tutti, e anche a
te tessa, quelle lacrime che, forse, prima o poi sarebbero arrivate, sarebbero
scese veloci sulle tue guance. I tuoi occhi si chiudono, ma le scene che vedi ti
spaventano; sei ancora una bambina, per te è facile capire, ma difficile
accettare.
La morte non è una cosa bella, ma c’è gente che uccide e tu ti
chiedi perché...ma oramai è troppo tardi, non c’è nessuno a cui chiedere,
nessuna persona con cui stare e aspettare...aspettare che tutto ciò che è
successo scompaia per sempre, riportando sole, gioia e
felicità...impossibile.
Ora allontanati da questo posto e cerca la salvezza, spera nelle
tue forze, spera nelle virtù che hai, e cerca davvero di diventare ciò che pensi
di poter diventare. Non aspettarti favori da nessuno, persino il fuoco che tu
credevi amico nascondeva ciò che tu tanto avevi temuto, e solo la pioggia ti ha
davvero mostrato la tua via, la tua nuova vita. Non tradire, non scappare, non
compatire: salvati e così salverai questo mondo, questo popolo e ciò che ne
rimane.
Tu stessa.
Note dell’autore.
Ecco, questa è la prima stesura di una piccola riflessione che avevo fatto
tempo fa.
Si ispira ad un bellissimo racconto di HunterXHunter che c’è in questo sito
"The white widow".
Se potete andate a leggerlo, potrebbe piacervi...
Comunque spero che la vi sia piaciuta, vorrei dei
suggerimenti, se possibile, anche da chi non legge la storia di Iryuchan (più
che altro perché non è ancora successo, e forse non succederà, nulla di quello
che ho scritto io). anche se non vi piace fatemelo sapere, potrei sempre
riscriverlo o semplicemente...cancellarlo...(no, questo no...)...CMQ grazie
mille a chi lo leggerà, anche se lo reputerà una schifezza...
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!!! grazie...