1949 - 2013

di Margaritas_
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23 Settempre 1949
La nascita di quello che sarebbe diventato il migliore nella musica rock.
 
23 Settembre 2013
Sessantaquattro anni dopo.
Lo chiamano il Boss, dicono. Un maestro di vita, un elemento indispensabile. Una forza della natura, uno duro. Fulmini, saette tuonano nel cielo al suo arrivo. Instancabile. Immortale, narrano.
Un ometto alto non più di un metro e settantacinque, imponenti ricci castani, sbiaditi purtroppo dall’età, occhi scuri, naso ben pronunciato, sorriso impeccabile.
Si presenta così sotto gli occhi di tutti, con un nome degno della sua persona.
Bruce Springsteen.
Agguerrito, aggressivo, prende la chitarra e la fa sua; sfiorando le semplici corde crea canzoni perfette. Album perfetti.
Il microfono trema al suo arrivo; una voce che fa ghiacciare le anime dei mortali, che canta parole piene, parole vere.
Ha riempito stadi, piazze. Ha fatto impazzire persone, donne, uomini, anziani e bambini. Ha fatto ridere, ballare, cantare, urlare, piangere chiunque se lo trovasse davanti. Ma soprattutto, ha fatto piangere me. Piangere alla sua vista, piangere per i troppi brividi, per la voce, per il suono. Piangere di gioia, di felicità. Piangere per la tristezza, perché la troppa certezza di una pausa troppo lunga mette timore.
Ma lui dirà ‘no, io tornerò’, come sempre ha fatto e sempre farà. Niente lo ferma.
Non ha paura di niente e di nessuno, perché lo chiamano il Boss.
Perché lui è il Boss.
Ed è a lui che do in mano la mia vita mortale, con sessantaquattro anni di esperienza, è riuscito ad imparare tanto, forse tutto dalla vita. Ed è con lui che voglio crescere. Ed è così che voglio diventare.
 
Ed è al Boss che faccio un inchino e i miei più grandi auguri di buon sessantaquattresimo compleanno.
Grazie Boss per la vita che insegni a vivere, grazie davvero Bruce Springsteen.




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