Shattered
...
Quando
mi chiedono cosa faccio nella vita, vorrei rispondere che mi distruggo.
Vorrei dire che quando mi sveglio la mattina mi uccido con le mie
paranoie. Vorrei dire che non mi sento mai abbastanza forte, adeguata o
interessante. Vorrei tanto dire che di notte mi viene voglia di
piangere e fa male... Tanto male.
Vorrei
dire che quando mi
addormento, la mattina mi risveglio con un senso di malinconia, come se
mi mancasse terribilmente qualcosa. E poi, vorrei concludere in
bellezza, dicendo che durante la giornata nessuno si accorge di quanto
mi faccio male, vorrei dire che sono bravissima a incollare un sorriso
sulla faccia e far finta di nulla.
E tu
adesso sei qui, ad
accarezzarti quelle cicatrici che mai nessuno vedrà, che mai
nessuno ti
curerà e ti chiedi, se sotto sotto, lo rifarai.
Se
sotto sotto, starai bene un giorno forse.
Ma
a voi invece? Vi capita mai di crollare senza un vero motivo?
Così,
all' improvviso, tra un sorriso e l' altro, vi prende quella stretta
allo stomaco e quella malinconia, forte come una lama d' acciaio;
quella tristezza che vi impedisce di parlare?
Stare
dentro
quelle mura di freddo che vi circondano, tra le mura di casa vostra,
tra le urla dei vostri genitori, tra qualche piatto che viene rotto per
la furia delle litigate, qualche singhiozzo trattenuto e voi, nascosti
in quel bagno vi sentite al sicuro? Vi capita mai?
Lo
so, è pura follia la mia.
Ma
penso che il mio unico ostacolo sia quello di ritrovare il coraggio e
ricominciare a sperare. Correre il rischio di essere nuovamente delusa,
ferita.
Trovare
la forza di permettermi di essere nuovamente felice, anche solo per un
attimo.
E non
sono sola adesso, ho due persone meravigliose con me.
Grazie
a loro riuscirò a superare le urla di mio padre, gli
schiaffi di mia
madre; i pregiudizi della mia famiglia e gli sguardi di odio di quello
che era un tempo mio padre.
Sai papà, mi sarebbe tanto piaciuto sentirti un
pò più presente nella mia vita.
Mi sarebbe piaciuto farmi portare a spasso da te, nella carrozzina,
bere una cioccolata calda insieme, giocare a Monopoli, giocare a
nascondino, giocare al papà e figlia.
diventare più di un gioco.
diventare una squadra.
"Io e te contro il mondo" , sarebbe stato bello. Una cosa speciale.
Mi sarebbe piaciuto piangere tra le tue braccia.
Guardare un film insieme.
Mi sarebbe piaciuto aspettarti la sera e farmi rimboccare le coperte da
te. E pretendere una fiaba un pò arrangiata, ma comunque una
fiaba.
Sai papà, mi chiedo spesso se il problema sono stata io. col
mio carattere ribelle, la mia testa fra le nuvole, le mie impossibili
aspettative, che con questo mondo non c' entrano nulla.
E ci piango anche un pò, a sentirti così lontano.
A capire che ormai troppe cose non vanno più e magari lo sai
anche tu.
e a vederti così indifferente, come se fossi niente, io non
resisto.
E ce l' ho proprio addosso, questa paura di non andar bene, di non
essere la figlia che ti aspettavi... Di essere la delusione, quella
sbagliata, quella che non meriti.
Sai papaà, mi sei mancato e mi mancherai.
Ma non ci sei. E non ci sarai.
E ad una pazza, folle, che mi sta dando la forza di lottare, io dedico
tuttò ciò che ho.
A quella ragazza che oggi mi ha stretto e mi ha chiesto di perdonarmi,
io dedico tutto.
Io vengo a prenderti, e ti porto via. Ti porto con me al risotrante, in
spiaggi in inverno, in ontagna, al lago. Ti porto a casa e ci restiamo
per sempre, prendo una coperta, un film leggero e dei pop-corn. Ti
porto via dal dolore, dalle lacrime. Ti faccio vedere cosa significa
essere felici, ti insegno sul serio; così dopo tu insegnerai
a me.
E adesso so che non sono sola. Nonostante le urla dei miei genitori,
gli amici che non mi vedono, gli sgambetti ricevuti, i lividi alle
mani, gli occhi stanchi e scavati, ormai spenti; nonostante le persone
ignoranti, che non riescono a vedere il dolore che stai vivendo,
nonostante i messaggi mai ricevuti, le chiamate mai fatte, le litigate,
le canzoni dedicate ma mai fatte sentire, le lacrime contro il cuscino,
le notti in bianco davanti ad un libro, i tagli sui polsi; nonostante
tutte le urla trattenute; io sono qui.
In piedi e correrò.
Correrò via dagli altri; afferrerò le mani di
Elisa e Giorgia e le tirerò a me, le stringerò
forte, come una madre stringe il figlio dopo il suo primo giorno di
scuola, e correrò.
Inizierò a correre, e questa volta lo farò per me.
Mi rialzerò per me.
Diventerò chi sarò destinata a diventare e
dimenticherò tutti.
A chi mi ha aiutato dedico un bacio, a chi deve conoscermi ancora
voglio solamente dire che io non aspetto nessuno.
A chi mi ha ferito prego per loro che lo abbiano fatto davvero,
perchè adesso che sono in piedi sarò una macchina
demolitrice, e tu con me, non passerai più.
MAI PIU'.
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