Cara signora Dursley,
è mio difficilissimo
compito doverla informare di una grande perdita. Durante la scorsa
notte, sua sorella Lily e suo
marito James Potter sono stati assassinati, vittime della
malvagità
di un uomo che nella comunità magica è noto con
il nome di Lord
Voldemort. La buona notizia è che il loro figlio Harry
Potter è
sopravvissuto e che il loro assassino è temporaneamente
scomparso. È
importante sapere come è successo. È stato
l’amore. Lily Potter
si è sacrificata per lui, il suo amore ha salvato il piccolo
Harry e
ha sconfitto Voldemort, rendendolo più morto che vivo. Ma
Voldemort
tornerà e ovviamente farà di tutto per ucciderlo.
Poi ci sono i
suoi seguaci, tanti, ancora in libertà, feroci e pericolosi.
Le devo
chiedere di accogliere il bambino. Di Crescerlo, nutrirlo e,
possibilmente, di trattarlo come se fosse suo figlio. Lei possiede il
sangue che l’ha salvato. Finché Harry
potrà chiamare casa il
posto dove lei vive sarà al sicuro. Si ricorda la lettera
che mi
mandò molto tempo fa? Questa è la sua occasione.
La sua occasione
per dimostrare che anche lei può compiere magie.
Naturalmente invito
suo marito Vernon Dursley a fare lo stesso. Buona fortuna.
Albus Silente.
Nonostante la lettera non fosse molto
lunga, Petunia
Dursley ci mise molto tempo a leggerla. Non assorbì subito
le
informazioni. Quando la finì, senza che lo volesse, una
lacrima
scese sui suoi zigomi appuntiti. E così erano morti. Sua
sorella era
morta. Era morta senza che avessero mai davvero fatto pace.
Ovviamente non l’era mai piaciuta come persona. Non le
piacevano
quelli come lei. Ma non aveva mai desiderato questo. Prese il fagotto
dove un bambino di un anno era avvolto, profondamente addormentato, e
lo portò dentro insieme alla lettera. Cosa avrebbero fatto?
Cosa
avrebbe detto Vernon? Non avrebbe voluto uno di quelli
in
casa. E poi avevano già un bambino piccolo da
crescere… Ma che
stava pensando? Non poteva abbandonarlo. Non era tanto per quello che
aveva scritto Silente, ma non poteva. Che razza di persona era? Poi
osservò attentamente la fronte del bambino. C’era
una cicatrice a
forma di saetta. Davvero brutta, pensò. Se davvero quel
bambino era
in pericolo, come poteva lasciarlo a un orfanotrofio? Solo lei,
secondo Silente, poteva proteggerlo. E così glielo aveva
scaricato
addosso con una lettera… Almeno poteva venire di
persona… No,
certo che non poteva. I vicini cosa avrebbero detto vedendoli in
simili compagnie?
- Che se lo riprenda. Non possiamo tenerne
un altro.
E soprattutto non uno come loro. - disse Vernon
quando lei gli
mostrò la lettera. Come si era aspettata, la reazione di
Vernon fu
di intolleranza assoluta.
- No - mormorò Petunia.
- No? -
- Hai letto la lettera. Solo io posso
proteggerlo. Non ho intenzione, se muore, di portarmi questo peso per
tutta la
vita. E comunque sarebbe crudele. -
Alla fine, anche se con riluttanza, Vernon
acconsentì.
Certo, Petunia l’avrebbe
cresciuto, ma non
l’avrebbe trattato come suo figlio. Sarebbe stato ingiusto ni
confronti di Dudley.
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