Capitolo
1.
24
Giugno 2011
“Mi
state prendendo per il culo” Borbotto tra me e me mentre sono
impalata fuori da “FANTASCAPE”. Non posso credere
che passerò il
resto della mia estate in questo buco schifoso...passo attraverso i
cancelli leggermente arrugginiti e mi avvio verso l'ufficio
principale.
“Ah
Santana, eccoti!” esclama Mrs. Kit, la proprietaria di
Fantascape,
nell'esatto istante in cui metto piede nella piccola stanza.
“Ecco
a te” Mi porge tre magliette rosse, ognuna con la scritta
'FANTASCAPE' stampata sul fronte e la scritta 'GIOCHI' stampata sul
retro- entrambe in caratteri cubitali bianchi. “Riceverai tre
magliette e se ne perdi una c'è una sanzione di 15$. Ti
occuperai
del gioco
delle bottiglie di
latte...Non preoccuparti tesoro, è estremamente
semplice.
Devi solo prendere i soldi, dare loro due palline e sperare che non
abbattano tutte e tre le bottiglie” L'anziana donna ride di
cuore
prima di uscire dall'ufficio.
Infilo
due magliette nel mio zaino e ne indosso un'altra sopra la mia
canottiera, prima di correre appresso a Mrs. Kit “Bene, ti
sei
cambiata, ok, allora questo è il tuo stand ed è
sotto la tua
responsabilità, quindi amalo come se fosse il tuo unico
figlio” Mi
sorride ed io faccio il possibile per ricambiare “Apriamo i
cancelli fra mezz'ora così hai tutto il tempo di sistemarti.
Non
dimenticarti di scrivere quanti e quali premi hai dato e assicurati
di difendere sempre la tua cassetta dei soldi, anche a costo della
vita. Benvenuta nella famiglia di Fantascape, Santana!” Mi da
un
caloroso abbraccio ed io le picchietto imbarazzata una mano sulla
schiena.
“Grazie,
Mrs. Kit” L'anziana donna mi sorride prima di tornare al suo
ufficio. Entro nel mio stand e lascio lo zaino su uno dei tavoli. Mi
guardo attorno e faccio una smorfia- bleah. Ogni
cosa qui
dentro è così nauseante, le bottiglie di latte
rivestite, le
palline graffiate (che sono molto più leggere di quello che
sembra),
gli unicorni rosa di peluche e altri premi scadenti appesi al
soffitto.
Tutto
questo fa schifo, odio già questo posto
“Come
butta, novellina?” Una ragazza grossa, con una maglietta blu
di
Fantascape, si avvicina al mio stand squadrandomi con sguardo
accigliato senza nessun apparente motivo “Sono Lauren e
questo è
il mio parco a tema, afferrato?”
“Già,
perché tu hai davvero l'aspetto di chi potrebbe permettersi
questo
posto” Dico prima di lasciarmi sfuggire un teatrale sbadiglio
e
scrocchiarmi le nocche. La
sua mole
non mi spaventa...Mi
si fa più
vicina e mi afferra bruscamente per il colletto della maglietta con
entrambe le mani “Ti consiglio caldamente di lasciarmi
andare”
“Altrimenti?”
Mi provoca, stringendo ancora più forte la stoffa. Il
bancone dello
stand frapposto tra noi, inizia a schiacciarmi lo stomaco e ad essere
davvero fastidioso, quasi doloroso in realtà “Cosa
può farmi
qualcuno piccolo come te, chica?”
“Speriamo
per il tuo bene che tu non debba mai scoprirlo” Sorrido
furbescamente e con sicurezza, prima di premere le mani sulle sue
spalle e scrollarmela di dosso con forza “Non toccarmi di
nuovo,
altrimenti ci saranno delle brutte conseguenze, chiaro?”
“Perché
tu piccola...” Stava per prendermi di nuovo, ma qualcuno la
interrompe
“Lauren,
che stai facendo? Lasciala stare e torna alla tua postazione”
Ordina una ragazza bionda ed esile. Lauren la guarda per un momento e
poi lancia di nuovo un'occhiataccia nella mia direzione, prima di
andarsene via “E' tutto a posto?”
“Sì,
sto benissimo, non avevo bisogno del tuo aiuto” Le rispondo
incurante, sciogliendo le spalle “So badare a me
stessa...quella
stronza non era nemmeno una minaccia, fidati”
“Sul
serio? E' quattro volte la tua taglia” Constata la
sconosciuta,
inarcando scetticamente un sopracciglio perfettamente delineato.
“Quindi?
Non permetto a nessuno di mettermi i piedi in testa,
biondina”
Faccio spallucce prima di sistemarmi la maglietta, il colletto
è
leggermente sformato, ma non mi importa. Quando alzo di nuovo lo
sguardo, noto che la bionda è ancora li che mi guarda come
se fossi
la persona più affascinante che abbia mai visto
“Come
ti chiami?”
“Kim
Kardashian” Rispondo impassibile, stringendo le labbra in una
linea
dritta per dimostrarle che non sono interessata a continuare quella
conversazione.
“Ti
ha mai detto nessuno che non sei esattamente un tipo
amichevole?”
Mi chiede in tono divertito, incurvando le labbra in un dolce sorriso
“Se
ti dico di sì te ne vai?” Scuote la testa
“Ok no, ora vattene
visto che non ho detto sì”
“Mi
piaci, sei divertente” Ridacchia, mostrando le sue file di
denti
perfettamente bianchi. Il suo telefono inizia a suonare e noto come i
suoi occhi nocciola si socchiudono appena legge il nome sullo schermo
“Devo andare, ci vediamo in giro Kim” Sorride
ampiamente prima di
scappare via, la scritta “CORSE” è
stampata sul retro della sua
maglietta blu, proprio come quella della ragazza grassa.
Nessuno
ha vinto un unicorno di peluche
oggi...
25
Giugno 2011
“Papà,
davvero non capisco perché io debba lavorare a
Fantascape”
Brontolo mentre mio padre mi da un passaggio verso il parco
divertimenti. “Fa troppo caldo e guadagno qualcosa come 50$
per un
intero giorno di lavoro...dovrei semplicemente
rilassarmi a
casa o qualcosa del genere, non ne vale la pena.”
“Santana,
lavori solo tre volte a settimana, non è poi così
male.
Inoltre, te l'ho già detto che voglio che tu faccia qualcosa
di
costruttivo mentre sei qui”
“Ma
sono venuta qui per passare del tempo con te” Metto il
broncio,
cercando di convincerlo a permettermi di lasciar perdere. “Ti
prego, non farmi tornare li, papino.”
“Il
patto era che tu saresti potuta rimanere con me quest'estate se
avessi lavorato” Scrolla le spalle, chiaramente non
intenzionato a
cedere alle mie richieste. “E non è una questione
di soldi,
Tana...voglio che tu impari da tutto questo, sarà utile una
volta
che entrerai nel mondo reale. Stai per cominciare il tuo ultimo anno
di scuola e non voglio che tu prenda il diploma e vada al college
senza un'esperienza di lavoro”
“Papà,
non credo che quello che faccio a Fantascape si possa definire
“lavorare”...me ne sto solo
seduta in un misero stand per
tutto il giorno, prendo i soldi dei ragazzini e distruggo i loro
sogni di vincere uno scadente animale di peluche. Il gioco di cui mi
occupo è truccato, nessuno vince.”
“Beh,
questo non è un problema tuo, tesoro” Ridacchia
leggermente,
parcheggiando di fronte ai cancelli del parco a tema. “Mi
ricordo
che venivamo qui molto spesso quando eri una bambina, adoravi questo
posto...Passavamo tutta la giornata sulle giostre, ai giochi e
mangiando cibo spazzatura”
“Ora
fa schifo” Rispondo freddamente, sentendomi un po' in colpa
per
aver spento il largo sorriso sul viso di mio padre.
“Perché?”
“Perché
sono cresciuta” Faccio spallucce con noncuranza, prima di
dargli un
bacio sulla guancia “Ci vediamo più tardi, credo
che troverò da
sola la strada di casa”
“Ok,
ma chiamami se non la trovi. Ti voglio bene!”
“Mhmm.”
Mugugno in risposta. Gli voglio davvero bene,
è solo che non
sono molto brava a dire cose come quella ad alta
voce, quelle
due parole hanno il sapore dell'acido sulla mia lingua. Pigramente mi
avvio verso il mio stand, passando a prendere la cassetta dei soldi
dall'ufficio.
Grandioso,
sto per sprecare un'altra perfetta giornata estiva a derubare le
persone...
E'
ancora presto e il parco dei divertimenti non aprirà per
almeno
altri venti minuti, così prendo il mio cellulare con
discrezione,
incurante del fatto che sia contro le regole...Scorro fra i contatti
e noto il suo nome. Il mio pollice scorre sopra i
numeri,
voglio disperatamente chiamarla, solo per sentire la sua voce, ma so
che non dovrei. Non c'è ragione di farlo...Sono
bloccata nel
fottuto Ohio perché avevamo bisogno di un po' di tempo
separate, non
dovrei incasinare tutto chiamandola.
Inizio
a giocare a Temple Run per distrarmi, cerco di
raggiungere di
nuovo il punteggio di 10 milioni, ma continuo a morire durante le
svolte. Sono a quasi 7 milioni, quando qualcuno decide
di
schiarirsi rumorosamente la voce e disturbarmi. Le parole
“Abbracciatore d'alberi” appaiono
sullo schermo ed io alzo
lo sguardo, guardando rabbiosamente il fottuto idiota che mi ha
uccisa.
“Sono
morta grazie a te” Borbotto, lasciando andare il telefono sul
bancone con un tonfo sonoro.
“Buongiorno
anche a te, Kim” Mi sorride allegra, ignorando il fatto che
le stia
lanciando occhiate fiammeggianti “Sai che non dovremmo usare
il
cellulare mentre siamo al lavoro, vero? Se qualcun altro dovesse
vederti, potresti finire nei guai.”
“Questo
posto non è ancora aperto...” Inarco un
sopracciglio con aria da
sfida “E comunque che te ne importa? Se vengo licenziata,
vengo
licenziata”
“Te
l'ho detto ieri, mi piaci...sei divertente.”
“Senti
Barbie, dovresti davvero smetterla di venire qui
perché, se
non fosse abbastanza chiaro, non sono qui per farmi degli amici o
cose simili”
“Non
ho mai detto di voler diventare tua amica”
Grugnisco
esasperata, pizzicandomi la punta del naso. “Non hai una
giostra o
altro di cui dovresti occuparti?” Chiedo con un tono
estremamente
infastidito, nel momento in cui vedo la biglietteria aperta e le
persone che entrano nel parco dei divertimenti. Scuote la testa,
sedendosi sul bancone di legno del mio stand.
“La tua
maglietta dice 'GIOSTRE', come è possibile che tu non abbia
una
giostra da far funzionare?”
“Ne
ho una, ma oggi la stanno riparando quindi non ho
altro posto
dove dovrei stare se non qui...”
“Perché
devi stare qui?” Chiedo, assottigliando
lo sguardo mentre la
guardo a denti stretti.
“Per
parlare con te, sciocca” Ridacchia, sto per dire qualcosa, ma
un
ragazzino si avvicina allo stand e interrompe la nostra discussione.
La bionda sconosciuta lo saluta amichevolmente con la mano e lui
ricambia. “Ciao, vuoi giocare?”
“Certo”
Lui le passa due dollari che lei da a me per metterli nella cassetta
dei soldi. “Voglio vincere un unicorno per mia
sorella” Ci dice
eccitato e io gli passo due palline, spostandomi dalla traiettoria.
Lancia la prima e manca del tutto i bersagli, poi lancia la seconda e
colpisce le bottiglie, ma ne abbatte solo una.
“Oh,
mi dispiace tanto, ometto.” La bionda gli fa un piccolo
broncio
“Dovresti provare di nuovo quando sarai più
forte.” Lui annuisce
in approvazione prima di salutare tristemente entrambe e andarsene
abbattuto. “Giuro, fa schifo quando sono così
tristi dopo...”
“Questo
gioco è una dannata truffa, che cosa ti aspetti? Non ho
ancora dato
nessuno di questi animali di peluche. Nessuno vince in questo tipo di
cose.”
“Certo
è truccato, ma le persone vincono, credimi. Vedo tutte le
volte la
gente uscire da Fantascape con quei giganteschi unicorni”
“Beh,
allora sono fottutamente fortunati, sono sicura al 100% che nessuno
vincerà di nuovo a questo gioco oggi.” Sospiro
pesantemente
sistemando l'unica bottiglia che il ragazzino ha abbattuto un attimo
prima “Queste bottiglie sono fin troppo pesanti e le palline
troppo
leggere, è impossibile.”
“Scommetto
5 dollari che qualcuno vincerà davvero quell'unicorno
oggi”
Sorride provocatoria, la sua espressione compiaciuta intrisa di
irritante sicurezza
“Nessuno
vincerà” Ribatto semplicemente, passandomi una
mano fra i capelli.
“Se
sei così sicura, accetta la scommessa...se dovessi perdere,
sono
comunque solo cinque dollari” Ammicca ed io digrigno i denti,
sentendo il bisogno di spazzare via quell'aria arrogante dalla sua
faccia.
“Non
perderò e ci sto assolutamente”
Assottiglio lo sguardo
nella sua direzione mentre lei ricambia con un ghigno
“Perfetto
allora, Kardashian.”
-x-x-x-x-
2
ore e circa 30 clienti dopo, ancora nessun vincitore...
“Prepara
i tuoi 5 dollari” Sorrido furba alla bionda che sta ancora
al
mio stand, dondolando le gambe avanti e indietro dal suo posto sul
mio bancone. Scrolla le spalle e mi sorride, impassibile di fronte al
mio punzecchiarla.
“Tra
poco hai la pausa pranzo, ti mostrerò il posto migliore dove
mangiare qui in zona.”
“Uhh,
già, no grazie.”
“Perché
no?”
“Senti
amica, so che stai solo cercando di essere
amichevole e tutto,
ma a me piace stare da sola. E' già
tanto che tu abbia
passato tutta la mattina a darmi fastidio, non
rovinarmi anche
la pausa.”
Sono
stata dura, ma sta iniziando davvero a darmi fastidio...”Oh
ok,
scusa Kim” Mormora delicatamente, sentendo ovviamente un
misto di
imbarazzo e dispiacere, prima di saltare giù dal bancone e
andarsene
via. Finalmente. Cerco di scacciare il senso di
colpa dal mio
petto...non importa, lei non è nessuno.
-x-x-x-x-
Prendo
la cassetta dei soldi in metallo e vado verso l'ufficio principale
per consegnarla a Mrs. Kit e concludere la giornata. Mi da una busta
con il mio compenso giornaliero. Sì 50$! Ugh,
non ne è valsa
per niente la pensa...”Ci vediamo domani, Santana”
“Ci
vediamo, Mrs. Kit”
Esco
dall'ufficio chiedendomi se è il caso di chiamare mio padre,
per
farmi venire a prendere, o camminare fino a casa. “Hey
Kim!”
Mando gli occhi al cielo quando sento quella voce.
Inizio a
camminare più velocemente verso l'uscita per il personale di
Fantascape . “Aspetta!”
Mi
fermo solo quando mi si para di fronte, impedendomi di sfuggire da
un'altra delle nostre bizzarre interazioni.
“Sì?”
“Volevo
solo darti questo” Mi porge una banconota da cinque dollari
leggermente stropicciata. “Ho sentito che nessuno ha vinto al
gioco
delle bottiglie di latte oggi, che peccato.” Affonda le mani
nelle
tasche davanti e muove i piedi, sfregando la punta di gomma delle sue
scarpe da ginnastica contro l'asfalto.
“Già,
grazie” Rispondo freddamente, riponendo la banconota in una
delle
tasche del mio zaino e superandola senza un'altra parola o sguardo
“Come
vai a casa?” Mi urla, la preoccupazione evidente nella sua
voce.
“Camminando”
Le urlo di rimando senza nemmeno voltarmi, aumentando l'andatura.
“Sei
impazzita? E' tardi, non è sicuro andare a piedi”
Sento i suoi
passi farsi sempre più vicini e capisco che mi sta correndo
di nuovo
dietro. Merda... “Posso accompagnarti a
casa”
“No
grazie” Le scocco un sorriso falso, cercando di superarla di
nuovo
“No
davvero, voglio portarti a casa...C'è
gente pazza la fuori
che potrebbe farti del male, lo sai.”
“Sì,
lo so, sto parlando con una di loro proprio ora” Ridacchio
inespressiva, ma lei ignora completamente il mio sarcasmo.
“Non
sto scherzando, quindi o lasci che io ti porti a casa o chiami tua
madre per farti venire a prendere...ma in qualunque caso, non ti
lascerò andare a casa da sola, quindi se continui a
camminare verrò
con te”
“Questo
non vorrebbe dire che poi tu dovresti tornare a piedi fino a qui, da
sola, per prendere la tua macchina?” Inarco un sopracciglio e
lei
scrolla le spalle, annuendo imbronciata.
“Sì
e peserebbe tutto sulla tua coscienza se dovesse
succedermi
qualcosa di male” Sospira drammaticamente “Poi
incolperesti te
stessa per il resto della tua vita e vorresti con tutto il cuore aver
semplicemente accettato il mio passaggio sin dall'inizio.”
“Io
credo davvero che tua sia pazza.” Sentenzio impassibile,
inarcando
le labbra.
“Credimi,
è più sicuro andare a casa in macchina con me che
camminare...Non
ti parlerò per tutto il tragitto se vuoi, lo prometto. Tutto
quello
che voglio è che tu arrivi a casa sana e salva, va
bene?”
“Perché
ti importa così tanto?”
“Perché
non dovrebbe?”
“Va
bene.” Sbuffo rassegnata, consapevole che non ci sia un modo
per
uscirne. La seguo fino alla sua macchina e le permetto di portarmi a
casa. Il tragitto in macchina è stato silenzioso, come ha
promesso.
L'unica volta in cui mi ha parlato è stato per dirmi di
mettere la
cintura di sicurezza e ha semplicemente annuito in silenzio quando le
ho dato le indicazioni per la casa di mio padre.
“Grazie” le dico
pacatamente prima di uscire dalla sua macchina.
“Nessun
problema, Kim. Ci vediamo domani” Mi sorride prima di
ripartire e
sparire lungo la strada. Entro in casa e salgo nella mia stanza. Mi
cambio con dei vestiti puliti, prima di accendere il mio Macbook ed
accedere a Facebook e Twitter.
@SantanaLopez:
SERIAMENTE,
ODIO QUESTO POSTO.
Qualcuno venga a prendermi, vi prego.
Scrivo
su twitter, prima di controllare le notifiche importanti su Facebook.
Guardo i nuovi album di un paio di amici ed è uno schifo che
loro si
stiano godendo le vacanze, mentre io sono bloccata qui a fare nulla
nella fottuta Lima in Ohio. Sto per uscire quando la finestra della
chat si apre nell'angolo in basso a destra dello schermo.
Brooke
Prince: Ciao
(:
Santana
Lopez: Hey.
Brooke
Prince: Come
stai, S?
Santana
Lopez: Alla
grande.
Brooke
Prince: Davvero?
Ho visto il
tuo tweet. Non mi sembra così grandioso.
Santana
Lopez: Non
importa.
Brooke
Prince: Santana,
ti prego.
Santana
Lopez: Ti
prego cosa?
Brooke
Prince: Smettila
di fare così.
Santana
Lopez: Okay.
Clicco
il bottone di uscita un attimo dopo aver inviato l'ultimo messaggio.
Non sono dell'umore per una discussione...No,
non stasera. Controllo
le menzioni di Twitter e vedo di nuovo il suo nome. Cioè,
non il suo nome, ma il suo username. C'ero quasi...
@BROOKEthePRINCEss:
@SantanaLopez So
che sei
arrabbiata con me, ma spero che tu ti senta meglio. Mi manchi e ti
voglio bene, torna a casa presto! X
“Ma
che cazzo.” Digrigno i denti prima di chiudere con forza il
portatile e fare il numero di Brooke.
“San?”
“Che
stai facendo, Brooke?”
“Sto
usando il mio portatile ora, potrei guardare...”
“No,
Brooke.” La interrompo bruscamente “Che cazzo
stai
facendo? Cosa era
quel tweet?”
“Nulla...mi
sembravi triste e volevo sollevarti il morale, credo. Perché
dovrebbe essere un problema?”
“Non
puoi dirmi cose come quelle...non hai il permesso di parlarmi di
nuovo in quel modo”
“Santana,
sei la mia migliore amica...come vuoi che ti parli? E comunque, dove
sei? Sparire in quel modo non aiuta la situazione, abbiamo cose di
cui parlare.”
“Ho
bisogno di stare lontana da te, non lo capisci?”
C'è
una lunga pausa e penso di riattaccare, ma poi lei ricomincia a
parlare, il suo tono è più dolce ora. “Lo
sai che sono schifosamente dispiaciuta per quello che è
successo...e
non ti ho mai detto di no, S...sono solo...non sono ancora pronta e
so che non è una scusa per quello che ho fatto, ma mi
dispiace così
tanto”
“Fartela
con un coglione qualsiasi, subito dopo la nostra chiacchierata,
è
chiaramente un “no”, Brooke” Le lacrime
cominciano ad
addensarsi nei miei occhi e non voglio che mi senta piangere “Cazzo,
devo
andare.”
“Allora
ok” Sospira
profondamente “Mi
manchi e anche se non mi credi...ti voglio un mondo di bene, S.
Troveremo una soluzione quando tornerai a casa, lo prometto”
“Sì,
come ti pare” Termino la chiamata facendo del mio meglio per
resistere al bisogno di lanciare il cellulare contro il muro
più
vicino. Mi costringo a smettere di piangere, devo smetterla di
piangere per lei...
Non
di nuovo, mai più.
Brooke
Prince: Ti
voglio bene.
Buonanotte tesoro :(
Ok,
fin troppo per non lanciare il cellulare contro il muro e non
piangere mai più per lei.
Fanculo.
26
Giugno 2011
Dovrebbe
essere illegale lavorare di Domenica, ugh...Entro nel parco dei
divertimenti, indossando i miei occhiali da sole neri, sto cercando
di nascondere dietro le lenti i miei occhi gonfi e rossi. La mia
pacifica camminata verso l'ufficio, viene interrotta dal rinoceronte
di Fantascape, altrimenti conosciuta come Lauren. “Che cosa
abbiamo
qui?” Domanda con un ghigno prima di provare a prendere i
miei
occhiali da sole. Faccio un passo indietro e scanso la sua mano
grassoccia dalla mia faccia.
“Non
sono dell'umore oggi, quindi levati dalle palle.” Ringhio, ma
lei
si limita a ridere come un'idiota e cerca di prendere di nuovo i miei
occhiali “Ho detto fuori dai piedi, stronza.”
“Che
hai detto?” Fa schioccare i denti e mi si avvicina
minacciosamente,
la sua grandezza troneggia sulla mia statura decisamente più
piccola.
“Fuori
dai piedi, stronza” Le ripeto, questa volta con voce
più alta. Mi
afferra di nuovo il colletto e mi tira verso di lei con una mano, con
l'altra mi toglie gli occhiali e li getta a terra. “Ok, l'hai
voluto tu.”
La
scrollo via e la spinta è abbastanza forte da costringerla a
lasciarmi andare e barcollare indietro, dopo di che le do un pugno
dritto sul viso senza avvertimento. Continuo a colpirla e lei mi
attacca un paio di volte, ma sono molto più veloce e buona
parte dei
suoi colpi vanno a vuoto. Crolla a terra con me sopra di lei, sto per
continuare a colpirla, ma qualcuno arriva a salvarla.
“Che
diavolo sta succedendo qui?” Mi volto e vedo la bionda
irritante
che ha continuato a perseguitarmi dal primo giorno di lavoro.
“Lauren?”
“Non
lo so, questa stronza ha iniziato a fare la pazza con me”
Lauren
grugnisce sotto di me, portandosi una mano sulla guancia che si sta
gonfiando, con una smorfia di dolore “Ti licenzieranno,
io...”
“Lauren,
non dirai niente a nessuno di tutto questo, a meno che non voglia
perdere il lavoro anche tu.”
“Cosa?”
Lauren si mette a sedere velocemente, guardando incredula la bionda
“Non è giusto!”
“Guarda,
le sta sanguinando il naso, il che vuol dire che anche tu l'hai
colpita, entrambe verrete licenziate se qualcuno lo scopre. Ve lo
assicuro.”
“E'
stata legittima difesa!”
“E'
incredibilmente piccola in confronto a te, non peggiorarti le cose
raccontando a Nana
di
questo casino.”
“Va
bene.” Mormora Lauren rassegnata, prima di alzarsi lentamente
e
zoppicare lontana dalla scena, palesemente dolorante per la
sconfitta.
“Stai
bene?” Mi chiede la bionda mentre ispeziona da vicino il mio
viso
sanguinante “Non credo che ti si sia rotto il naso.”
“Sto
bene” Le passo accanto e mi avvio verso il bagno
più vicino per
lavare via il sangue. Lei mi segue all'interno e per tutto il tempo
osserva il mio riflesso “Sei piuttosto inquietante, lo sai
vero?”
“Voglio
solo assicurarmi che tu stia bene...non scherzavi quando hai detto
che sai badare a te stessa, eh?” Ridacchia, guardandomi con
quegli
occhi innaturalmente color nocciola. “Lauren era praticamente
indifesa sull'asfalto.”
“Già,
andavo alla grande, non avresti dovuto interferire...” Mi
ripulisco
buona parte del colore scarlatto dalla mia faccia, il miscuglio di
acqua e sangue scivola nel condotto del lavandino. Probabilmente
è
solo un taglio superficiale visto che non sanguina più...
Chissenefrega.
“Hey,
non ho interrotto la lotta per te...l'ho fatto per la povera Lauren,
mi sentivo in pena per lei.” Solleva le mani in segno di
innocenza
“Sei piuttosto bulla, eh?”
“Ovviamente.”
Rispondo sarcastica, prima di oltrepassarla ed uscire dal bagno.
Sospiro dal naso quando vedo che mi segue, tampinandomi mentre ritiro
la mia cassetta dei soldi e mi dirigo verso il mio stand.
“Perché
continui a seguirmi? Non dirmi che hai intenzione di stare di nuovo
qui, perché oggi non posso davvero sopportarti...”
Vedo
un lampo di dispiacere attraversarle lo sguardo, ma mi costringo ad
ignorarlo, in ogni caso non dovrebbe importarmene di lei...Si morde
il labbro superiore con fare imbarazzato, prima di tendere la sua
mano destra verso di me, nella quale tiene i miei occhiali da sole e
un piccolo pacchetto di fazzoletti. “Volevo solo darti
questi.”
“Oh,
ehm, grazie...” Serro le labbra e sospiro pesantemente
“Ugh, mi
dispiace di essere una tale stronza, va bene? Sto solo avendo una
giornata di merda e non ho dormito molto la notte scorsa, quindi sono
incredibilmente irascibile.”
“Non
preoccuparti” Annuisce comprensiva e si volta per andarsene,
ma
dopo un paio di secondi si rigira rapidamente guardandomi di nuovo.
“Aspetta, ho una domanda...”
“Sì?”
Cerco di essere il più paziente possibile e non sbottare di
nuovo.
“Vuoi
uscire con me?”
“Come?”
Ma
che cazzo?
“Un'uscita.”
Mi ripete con una piccola scrollata di spalle “Tu non vuoi
mangiare
con me durante la tua pausa pranzo, quindi stavo pensando di portarti
fuori da qualche parte dove possiamo mangiare.”
“No.”
Le dico aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa.
“Perché
no? Tu mangi del cibo, o no?”
“Sì,
ma non uscirò con te...ma che diavolo?
Non ti conosco
nemmeno!” Mi sfrego gli occhi con il palmo delle mani,
chiedendomi
se la ragazza con cui sto parlando, sia
clinicamente pazza, almeno fino ad un certo punto.
Corre
di nuovo da me e mi tende formalmente la mano destra “Ciao,
sono
Quinn Fabray.” Mi stringe la mano prima di farmi un gran
sorriso.
“Ok, ora che mi conosci, vuoi uscire con me?”
“Tu
sei fuori di testa.”
“Io
non sono...è solo...mi piaci, ok? Sei interessante e ti
voglio
portare fuori per un appuntamento, così
possiamo conoscerci
meglio. Se non ti troverai bene, ti prometto che non ti darò
mai
più fastidio e non passerò nemmeno di
fronte al tuo stand...”
“No,
Quinn.” Pronuncio il suo nome per la prima volta e un enorme
sorriso le appare sul viso.
“Facciamo
un'altra scommessa allora, se qualcuno oggi vince un unicorno...tu
uscirai con me.”
“No,
non succederà mai.” Scuoto la testa risoluta,
incrociando le
braccia al petto.
“Ieri
hai vinto. Avanti, accetta la scommessa!”
“No!”
“Beh,
se la cosa ti spaventa...”
“Io
non sono spaventata, è solo che non
voglio che la fortuna sia
dalla tua parte. In più davvero non
voglio uscire con te.”
“Fortuna?
Bene, che ne dici di uscire con me se io vinco il
gioco?”
“Non
puoi vincere questo gioco.” Rido rumorosamente per la prima
volta
dall'inizio di quella insensata conversazione. Assolutamente
impossibile. “Lasciamo perdere, per
favore.”
“Se
ne sei così sicura allora accetta la scommessa,
Kim.” Mi stuzzica,
provocandomi con uno dei suoi seccanti sorrisi. “Avanti,
è la tua
possibilità di liberarti finalmente di
me.”
“Va
bene, ma quando io vincerò, mi lascerai
davvero in pace, ok?”
Annuisce e io prendo due palline, sto per dargliele, ma lei scuote la
testa. “Come? Pensavo che volessi perdere.”
“Giocherò
e vincerò più
tardi.” Mi sorride di nuovo, prima di
salutarmi con la mano e lasciare la mia zona. Che
schizzata...Scuoto la testa confusa, mentre rifletto su tutto
ciò
che è accaduto, e pensare che questo fottuto giorno
è appena
iniziato.
Già,
avevo ragione, dovrebbe essere illegale lavorare la Domenica...
-x-x-x-x-
E'
quasi ora di chiusura e ancora nessuno ha vinto un
unicorno.
In realtà sono assolutamente certa che Quinn non
vincerà, tutte le
probabilità sono incredibilmente contro di lei...
Parlando
della bionda, eccola che arriva.
“Hey,
hai bisogno di un passaggio oggi?”
“Ciao,
no mio padre viene a prendermi.” Velocemente le passo due
palline
per finire questa farsa il prima possibile.
“Perché indossi una
felpa? Sei pazza, è estate.”
“Ho
il raffreddore.” Liquida
la
domanda, prima di prendere le palline dalle mie mani e
darmi
2$ in gettoni. “Pronta?”
“Accomodati.”
Ribatto con un ghigno e lei fa un enorme starnuto, piegandosi quasi
fino a terra. Vedo che mette una delle palline nella tasca della
felpa. “Che schifo.”
“Scusa
per quello.” Risponde con un sorrisetto e mette l'altra
pallina
davanti alla mia faccia “Soffia per portare
fortuna” Soffio solo
per velocizzare le cose, lei fa un passo indietro e mira, mi fa
l'occhiolino sfacciatamente prima di lanciare la pallina verso le
bottiglie e abbatterle tutte quante. “Non ti preoccupare, mi
assicurerò che ti diverta all'appuntamento.”
“Come
cazzo ci sei riuscita?” Mi cade la mandibola e guardo
incredula
verso Quinn, che
ha il più
grande sorriso da schiaffi sul suo viso. Senza pensarci le
porgo uno degli unicorni di peluche, la mia mente sta ancora cercando
di comprendere quello che è successo. “Questa
è una stron...”
“Shh,
ti ho dato i cinque dollari quando ho perso ieri, quindi ora tocca a
te onorare la tua parte del patto...” Mi sorride e
furtivamente mi
sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio. “Ti vengo a
prendere Martedì verso le sei. Ci vediamo,
Santana.”
“Aspetta...tu
conosci il mio nome?”
“Mrs.
Kit è mia nonna, so il tuo nome da quando hai iniziato a
lavorare
qui.” Mi spiega con un ghigno, prima di farmi un rapido
occhiolino.
“Per la cronaca, Santana mi piace molto più di
Kim. Oh e puoi
tenere questo così non ti dimenticherai
del nostro
appuntamento.” Mi restituisce l'unicorno e le due palline
prima di
andarsene, lasciandomi piuttosto sconvolta.
Aspetta...due
palline?
Mi
piego per prendere la pallina che ha usato...maledetta
imbrogliona.
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