Theon
Punto
e retta.
-Perchè l'hai fatto?-
Non serviva altro. Bran lo sapeva.
Theon, alla mano una spada pesante da guerriero che non
era sua,
entrò in quella stanza in cerca di rabbia, la rabbia stizzita e
gorgogliante d'un bambino, e le lacrime, un ibrido di paura e supplica
che avrebbe fatto apparire il viso di Bran vile e patetico.
E Theon,
trovata la rabbia e le lacrime, si sarebbe sentito grandioso,
inesorabile e potente -perchè la rabbia di Bran gli avrebbe
ricordato la sua, perchè le lacrime di uno Stark gli
avrebbero
ricordato quelle dei Greyjoy.
-Perchè l'hai fatto?-
Davanti a questo, Theon non sarebbe stato il guerriero armato che
voleva apparire in quel momento, nè il bambino impaurito
ch'era
giunto a Grande Inverno dieci anni prima.
Sarebbe stato l'ombra d'una parola di troppo, la voce d'un pensiero
vergognoso, la forma d'un sospiro soffocato.
Sarebbe stato artefice d'un destino che era stato incaricato di bramare
-aveva forse mai
desiderato, anche solo una volta, una, un'unica volta, di fare del male
ad Eddard Stark?- un pedone che non conosce le regole.
Sarebbe stato un piccolo punto interdetto che mille rette avevano
calpestato. Un piccolo punto solo. Un pedone che ambisce al trono del
re.
Immerso nell'infinito, niente più che una mosca in una
ragnatela. Un pedone
che d'un tratto vede la scacchiera -e realizza d'essere incappato nelle
traiettorie delle altrui strategie.
-Perchè l'hai fatto?-
Non sarebbero state le preghiere nè gli insulti a piegare
Theon,
ma la verità dalla bocca del suo passato di nodi invisibili
e lacrime insipide. Non c'era più sale in lui -la neve non
c'era mai stata.
Perchè il suo peggior nemico non si chiamava Stark
nè Greyjoy, ma un pedone manipolato -un
pedone abbattuto- Theon, solo Theon.
Povero, povero Theon. Quanto male ti sei fatto. Quanto dolore inutile
per un cuore debole.
Povero stupido, povero
stupido, rideva Yara la ragazza di ferro, Balon il padre
di nebbia.
Le loro
risate mordaci e sferzanti come il mare s'infrangevano contro scogli di
sgomento -perchè
sì, avevi sbagliato ancora.
Avevi sbagliato ancora.
Già, Theon, perchè
l'hai fatto?
Osa ammettere che non osi ammetterlo.
Quanto è facile
convincere uno stupido a sbagliare.
Non hai capito niente, Theon.
Hai perso.
Hai perso.
Non serviva altro, Bran lo sapeva. E tacque.
Theon Greyjoy non meritava l'occasione di rimediare ai propri errori,
quand'era ancora in tempo.
La caduta di Grande
Inverno
sarà il verme che svuoterà l'orbita del tuo bulbo
oculare e il fedele tarlo che ti seguirà all'inferno, fino
ai
limiti dell'infinito, fino al termine delle rette.
Grande Inverno è fatta di pietra e la pietra la
ricostruirà -tu sei fatto di ossa e le ossa diverranno
polvere.
Bran tacque -e fu la verità avvolgente e
penetrante del ghiaccio contro l'esitazione d'un'anima logora.
Era grande Bran Stark in quel momento, ed era piccolo Theon Greyjoy,
piccolo come un punto.
Freddo fu il responso.
Fuori dal gioco.
Funziona così.
Note dell'Autrice: Perchè ho scritto su uno dei
personaggi che sopporto di meno proprio il giorno prima del mio
compleanno?! Mistero della fedeeee. Vabbè. Domani
posterò qualcosa di adeguato, prometto. L'obiettivo era che
i fan di Theon apprezzassero -suppongo, visto che a me come personaggio
non piace, però lo reputo troppo insipido per essere
definito cattivo, diciamo che non se lo merita. No, dai, davvero, alla
fine ognuno l'ha sfruttato come gli è parso, o almeno
così penso io.
La smetto e mi dileguo, le s'è meglio. Buonanotte, gente, e
grazie mille per avere letto! Se qualcuno volesse recensire... ^-^
Lucy
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