Tayla si tormentava le dita, seduta da sola su quella panchina che una
volta
era stata di un verde abbagliante, il suo continuo sbuffare a contatto
con
l’insolita aria pungente di quel giorno , creava delle simpatiche
nuvolette. Lui le
avrebbe di sicuro trovate divertenti e lei avrebbe finito per
prendersela
permalosa com’era, poi però le sarebbe passata
come sempre in sua compagnia,
d’altronde quando erano insieme lei si sentiva viva e un
po’ meno sfigata.
Guardò per l’ennesima volta il display del suo
Nokia, segnava le 19:30 del 15
Luglio 2011, ovvero il giorno di S. Swithin, il loro
giorno e Louis come al
solito era in ritardo.
Sbuffò di nuovo mentre gettava a casaccio il telefono nella
borsa che stringeva
al fianco, le sfumature calde del tramonto scemavano pian piano
lasciando
spazio alla notte, alla profondità del cielo
stellato di Londra.
Iniziò a canticchiare la colonna sonora di un film che
ricordava a
malapena nella speranza di ingannare il tempo, alla ricerca
di un
pretesto per evitare di arrabbiarsi con lui ,più di quanto
già non fosse. Il
loro appuntamento alle 18:00, solita panchina, solito parco, il solito
da tre anni ormai.
Non riusciva neanche lontanamente a concepire il fatto che se ne fosse
dimenticato,
come poteva?. Insomma lei contava i giorni, i minuti, i secondi, le
foglie
cadute in giardino e le valige dei vicini che partivano per la vacanza
al mare
in attesa di quella data. Possibile che il suo menefreghismo arrivasse
a tal
punto?.
Lo conosceva fin troppo bene, lui ha il vizio di arrivare elegantemente
in
ritardo in ogni dove e ci aveva fatto l’abitudine, ma insomma
un’ora e mezza
era un record. Ricordava il loro primo incontro come se fosse avvenuto
solo
ieri.
" Si erano appena laureati nella stessa università , lei
con il massimo
dei voti in lettere e lui a malapena promosso in lingue e un anno
fuori corso
. Marie la sua compagna di corso, aveva conosciuto Rupert il migliore
amico di
lui, e mentre ‘approfondivano’ il loro primo
incontro, lei e Louis si erano
ritrovati seduti su quella panchina.
Lei, che aveva avuto una cotta per lui sin dal secondo anno,
era
arrossita violentemente, mentre lui si limitava a sorridere sornione.
<< Io sono Louis, – iniziò lui, per
rompere il ghiaccio- che
programmi hai per il futuro?.>> la buttò
lì disinteressato.
<< Piacere, io sono Tayla. Ti interessa
davvero?.>> chiese lei, una
punta di acidità nel tono di voce artisticamente camuffato
da un mezzo sorriso.
Lui rise apertamente.
<< Mi piaci, sei furba.>> si
limitò a dirle
<< Oh – trillò acuta lei-
così arrossisco, ti prego.>> lo prese in
giro, portando teatralmente una mano sul petto, alzando gli occhi al
cielo
terso di nuvole.
Louis strabuzzò gli occhi ridacchiando, sorpreso dalla
schietta affermazione di
Tayla, si voltò per osservarla meglio. I lunghi
capelli rossi le
incorniciavano sbarazzini il viso minuto e asciutto ,le labbra rosee e
carnose
schiuse in un piccolo sorriso, delle deliziose lentiggini coprono parte
degli
zigomi alti e il piccolo naso a punta. Gli occhi di un
azzurro brillante
e intelligente, un colore molto simile al suo,troppo simile.
<< Ci siamo già visti, da qualche parte, per
caso?.>>
Tayla lo guardò intensamente per qualche istante, finse di
pensarci su
arrotolando al dito indice una ciocca di capelli, per poi sistemarla
dietro
l’orecchio. “ E’ ovvio che ci siamo
già visti idiota montato, abbiamo
frequentato lo stesso corso di letteratura inglese per ben quattro
anni, o
meglio io ho frequentato mentre tu più che altro
ti sei limitato a
sonnecchiare indisturbato nel tuo banco in fondo
all’aula.” Pensò sarcastica,
si morse la lingua e gli rispose
<< Mi pare di sì. Ma certo!.–
alzò l’indice inscenando alla perfezione il
suo totale stupore- Eravamo nello stesso corso di letteratura
inglese.>>
<< Che due palle il Professor Aniek.-
sbottò lui- durante la sua
ora dormivo sempre.>>
Le lo guardò seria e disse dura.
<< Quell ‘palloso’ del Professor
Aniek, è mio zio.>>
Per la prima volta in vita sua, Louis Tomlinson arrossì
violentemente, colto
alla sprovvista da quella ragazza senza peli sulla lingua. Lo metteva
in
soggezione, quella dannata ragazza dal sarcasmo pungente, odiava
trovarsi in
situazioni del genere. Insomma lui non si sente mai a
disagio, è il tipo
che fa le battutine squallide, lo spavaldo, il coglione eterno.
Schiuse le labbra boccheggiando, alla ricerca di qualcosa di abbastanza
intelligente da dire, perché doveva ammetterlo, Tayla non
è come tutte le altre
a cui è abituato. No, gli ingranaggi del suo cervello
funzionano alla grande, a
dispetto degli altri con cui ha avuto a che fare.
Non trova nulla da dire, quando Tayla con le gote rosse,
disturba il
silenzio sbottando in una fragorosa e sana risata, si regge la pancia
con
entrambe le mani mentre getta all’indietro la testa facendo
ondeggiare i
capelli.
<< Scusami, ma dovevi vedere la tua faccia,- riesce a
dire tra una risata
e l’altra, gli occhi lucidi- sembravi un
coniglietto impaurito!. >>
s’interrompe ancora per ridere più forte di prima.
Louis che all’inizio la guardava confuso, adesso ha gli occhi
semichiusi con
fare minaccioso, l’ha preso per culo. Lei, quella che
all’università viene
catalogata come la ‘sfigatasecchiona’ di turno, ha
preso per culo lui, quello
‘popolare’.
Fosse stato un ragazzo gli avrebbe di certo mollato un ceffone sul
viso, forse
con una ragazza sarebbe stato più delicato, ma contro ogni
aspettative e con
sua immensa sorpresa, Louis scoppiò a ridere, unendosi alla
risata fresca e
cristallina di Tayla.
<< Che programmi hai per stasera?.>> le
chiese Louis, con lo
stomaco sotto sopra per il troppo ridere.
<< Credo che comprerò del gelato,
guarderò un film e poi leggerò
qualcosa.>> rispose lei schiarendo la voce,
resa roca dalle troppe
risa.
<< Mi prendi ancora per culo?.>>
chiese retorico lui.
Lei si limitò a guardarlo confusa, in attesa di spiegazioni.
Lui sgranò gli occhi e disse sarcastico
<< Tv, libri e gelato, speravo stessi scherzando. Una
botta di vita
insomma, eh?.>>
Lei assottigliò lo sguardo offesa, incrociò le
braccia sotto il seno e Louis
non poté non trovarla adorabilmente infantile.
<< E vediamo, tu che mi consigli?. Avanti
illuminami.>> berciò lei
stizzita.
Vide il viso di Louis illuminarsi in una smorfia maliziosa, un sorriso
a mezza
bocca dannatamente inquietante,“ Oh merda, in che guai mi
sono cacciata?.”
pensò lei mordendosi l’interno della guancia.
Louis godette immensamente quando si accorse del sincero lampo di paura
che
balenò nello sguardo della ragazza, “ Adesso a te
ci penso io, signorinella.”
Quella sera Tayla si trovò in balia della pazzia di Louis,
sotto la sua ‘guida’
fece delle cose che non immaginava potesse mai vivere in vita sua:
cenò in un
ristorante cinese fuori città provando il menù
partendo da dolce per poi finire
con l’antipasto, si intrufolarono illegalmente nella piscina
di una villa lì
vicino e fecero il bagno in intimo, – la poca
razionalità che le era rimasta
infatti, le fece contestare la proposta di Louis, che era quella di
farlo nudi,
il bagno.- vennero quasi scoperti dai padroni ritornati in
anticipo dalle
vacanze, comprarono degli alcolici in un supermarket arabo
semplicemente perché
Louis voleva provare a pronunciarne i nomi, alla seconda
bottiglia era
già stanco di provare, infine troppo ubriachi –
ancora fa fatica a ricordare
con nitidezza ,cosa sia successo- si ritrovarono a baciarsi contro la
parete
beige della piccola stanza da letto di Kayla.
Erano baci famelici e dettati dall’alcol, lui le
stringeva
possessivamente i fianchi con entrambe le mani immobilizzandola alla
parete,
mentre lei continuava a baciargli voracemente il collo,la
bocca,le
guance, il naso, lasciando una scia di baci caldi e umidi.
Quando lui tentò di sfilarle la maglietta,che era diventata
di troppo, lei –
purtroppo- ritrovò un briciolo di lucidità che le
permise di allontanarlo con
un leggero spintone.
Lui la guardò per un attimo confuso, poi provò a
riavvicinarsi sussurrandole “
Lo so che lo vuoi anche tu, lo sento da come mi baci.”.
Lei fu impassibile e sgusciò via dalla sua presa
appena in tempo, lui
però non fu altrettanto veloce, e in un secondo
colpì a pieno viso il
muro.
<< Che cazzo fai!?. >> sbottò,
incazzato come una iena.
Si alterò ancora di più nel notare la totale
indifferenza da parte della
ragazza alla sua protesta, quest’ultima uscì dalla
stanza senza dire una parola,
intanto lui appoggiò la schiena al muro e si sedette sul
pavimento freddo.
Tayla tornò qualche secondo più tardi
con del ghiaccio avvolto in un
asciugamano, Louis la guardò storcendo il naso contrariato,
mentre la ragazza
si inginocchiava davanti a lui per tamponargli
delicatamente la
fronte.
<< Ti faccio male?.>> chiese lei
concentrata, la fronte increspata
e il tocco preciso.
Louis si limitò a mugugnare, lei alzò gli occhi
al cielo ma evitò di sbuffargli
in pieno viso. Il silenzio impregnava i muri della stanza. Louis si
focalizzò
su quei piccoli particolari del viso di Tayla che non aveva
notato prima.
Una piccola cicatrice sulla narice destra, le ciglia folte e lunghe, i
mille
disegni che poteva tracciare unendo con le dita quelle
lentiggini deliziose,
le piccole iridi come pece così profondamente in
contrasto con la
trasparenza dei suoi occhi tendenti al cielo d’estate.
<< E’ passato, grazie. – le
sussurrò lui- Mi spieghi che ti è
preso, per favore?.>> il suo tono di voce era calmo e
sinceramente
curioso.
<< Ma guardaci, ci conosciamo da sì e no 5
ore e già noi, insomma.–
si interruppe alzando le spalle, sentiva le guance andare a fuoco,
riprese a
parlare mentre lo guardava alzare gli occhi al cielo- Senti, non voglio
darti
un impressione sbagliata, io non sono così. Non voglio che
tu creda che sia una
facile poi non sono in cerca di avventure o distrazioni, ho degli
obiettivi
precisi per il mio futuro e non posso permettermi di commettere
errori ma
soprattutto, non voglio che la mia prima volta sia
così.>> pronunciò le
ultime parole in un soffio impercettibile, un sussurro che a Louis
arrivò forte
e chiaro.
Talya lottò con tutta se stessa per ricacciare indietro le
lacrime, tenne lo
sguardo basso e prese a mordersi il labbro inferiore con foga.
Louis la guardò a lungo, sembrava così
triste eppure la trovava così
dannatamente dolce. Lentamente si protese verso di lei, le
sfiorò le
labbra e su queste le sussurrò
<< Andiamo a letto, ti va?.>>
Tayla che continuava a tenere il labbro inferiore incastrato fra i
denti, annuì
rassicurata dal tono della sua voce, privo di malizia. Si
lasciò prendere per
mano e trascinare a letto. Louis si sdraiò dietro di lei che
giaceva su un
fianco, appoggiò il suo petto sulla schiena di lei
e la tenne stretta, avvolgendole
il fianco con un braccio. Cullati dal flebile rumore dei loro respiri
all’unisono, si addormentarono mentre fuori in cielo, il sole
è alto e
imponente.”
Stava per alzarsi per tornare a casa dalla sua amata tv via cavo e il
suo
gelato al cioccolato delusa e amareggiata, quando dei passi lenti e
regolari
attirarono la sua attenzione. Repentinamente si morse il labbro per
impedirsi
di sorridere, cercò in tutti i modi di far finta di niente
ma quando lui le
picchiettò la spalla per richiamare la sua attenzione, lei
non poté evitare di
saltargli al collo per stritolarlo in un abbraccio.
<< Sei un bastardo.>> brontolò
lei, senza il minimo accenno a
lasciarlo andare.
<< Sono in ritardo, scusami.>> si
giustificò Louis sorridendo fra i
capelli ramati di Tyala.
<< Sei un bastardo.>> ripeté lei
imbronciata.
Louis alzò gli occhi al cielo e sbuffò
esasperato << Quante volte
ancora dovrò scusarmi con te?.>>
<< Anche mille, – si staccò
leggermente da lui per far scontrare i loro
sguardi,gli occhi dello stesso azzurro cielo - ma non cambia il fatto
che sei,
e che resti un bastardo.>> sorrise acida enfatizzando il
‘bastardo’.
<< Sì, anche tu mi sei mancata! - disse lui
sarcastico- Tu e la tua
solita dolcezza che non ti abbandona mai, eh?.>> Sciolse
l’abbraccio e prese posto sulla panchina.
<< Infatti, la mattina a colazione mangio pane e
limone.>> gli
rispose ironicamente prendendo posto affianco a Louis.
<< Ho sentito che mangi anche i bambini, e che quelli un
po’ tonti sono i
tuoi preferiti!. Non manderei mai mio figlio in una scuola nella quale
insegni.>> la istigò lui,sorridendo sornione.
Lei le diede uno schiaffo
sulla spalla – decisamente poco femminile- e piccata rispose
<< Allora stai attento, tontolone. Sei a rischio.
Tranquillo comunque,
lavoro ancora in quello squallido ristorante messicano
all’angolo. Non credo
che riuscirò ad entrare di ruolo,qui ad
Londra.>>
<< Non ti abbattere, sei brava e se non ti assumono,ci
perdono
loro.>> le disse per confortarla, odiava vedere la sua
migliore amica giù
di corda. Però la notizia che stava per dargli, era certo
che l’avrebbe
risollevata.
<< Ho fatto tardi, – riprese
rovistando nella tasca della
giacca blu mare che indossava- perché non ricordavo dove
avevo messo
questa.>> disse estraendo dalla tasca una piccola busta
di carta color
panna, che le porse con le mani leggermente sudate, nonostante lo strano vento pungente, di quel pomeriggio d'agosto.
Lei fissò lo sguardo su quella lettera, curiosa
poi sorrise a mezza bocca
.
<< Che cos’è?.>> la
voce squillante, come una bambina di fronte ai
regali il giorno di natale.
Louis rise apertamente e le fece cenno di aprirla.
Tayla distolse lo sguardo dalla busta per un momento e lo
puntò sull’amico, era
incredibile il fatto che lo trovasse così dannatamente bello
e attraente dopo
tutti quegli anni, le piccole rughe appena accennate che gli
contornavano gli
occhi tremendamente sexy.
Scosse la testa lievemente per poi afferrare la busta,
l’aprì ed estrasse un
piccolo foglietto piegato in due, sul quale erano tracciate delle linee
color
crema che formavano dei ghirigori eleganti.
Alzò un sopracciglio senza la minima idea di cosa
aspettarsi, con Louis c’è
sempre da imparare.
Lui tenne gli occhi puntati sul viso chino di lei impegnata a
leggere,
concentrato e col cuore in gola dalla gioia, in attesa della sua
reazione. La
vide sgranare gli occhi e deglutire silenziosamente.
<< Che significa questo?>> gli chiese lei,
la voce bassa e
leggermente roca.
<< Come scusa?- disse Louis arcuando entrambe
le sopracciglia
confuso- Non si legge bene?.>>
<< Certo che si legge bene è che,-
sbottò Tayla allargando le
braccia- non me avevi parlato al telefono.>>
<< Volevo farti una sorpresa,- sospirò
deluso,pensava fosse contenta per
lui ma sembrava scocciata, si aspettava un'altra reazione- insomma non
potevo
mica dirti per telefono “ Ehilà Tayla, mi
sposo!”>>
<< No certo.- Tayla si accorse del suo sguardo
inquisitorio e
sinceramente deluso e cambiò espressione- Sono felice per
te, Lou.>>
disse sfoderando il sorriso più finto e tirato che avesse
mai inscenato mentre
lo abbracciava ,sperò con tutto il cuore che Louis ci
cascasse.
Le parve di sì quando lo sentì sorridere fra i
suoi capelli, le spalle
rilassate.
Il suo ‘migliore amico’ stava per sposarsi, un
po’ di tristezza è ammissibile,
lo è per tutti poi però la tristezza
lascia spazio alla felicità .
Allora perché lei non poteva essere felice, come qualunque
altro essere umano
sul pianeta sarebbe con un suo amico?. Perché sentiva un
buco nero al posto del
cuore e l’anima vuota, come se il suo mondo stesse per
esplodere da un momento
all’altro?.
La risposta c’è eccome, e non può
essere che ovvia agli occhi di Tayla.
Lei è un semplice essere umano, ma Louis no.
Louis e la semplicità sono due linee parallele destinate a
non incontrarsi mai,
lui è il suo tutto.
Come si sentirebbe un essere umano, se sapesse che sta per perdere
tutto?.
E’ una risposta che nessuno vuole sentire.
|