Partecipa
alla challenge [500themes_ita] con
il prompt #1. Il vuoto lasciato dal tempo.
Partecipa
alla tabella Sad della challenge [Prompt a
… sentimento!] con il prompt #vuoto.
Premessa. Per non fare
confusione: quando Annie usa il diminutivo “Finn” si
sta rivolgendo al figlioletto. Finnick, invece,
viene sempre menzionato con il nome completo!
Tre denti
e il vuoto.
“Uno. Due.”
La mia voce echeggia un po’
stridula, per via dell’entusiasmo con cui sto contando. Finn emette un gridolino, mentre il mio indice sfiora
con delicatezza le sue labbra.
Ci stai guardando, Finnick?
“Tre!” esclamo un
po’ più forte, notando una nuova piccola sporgenza bianca sulla gengiva di
nostro figlio. Lui mi osserva e chiude la bocca, ignorando il motivo della mia
gioia.
“Tre denti, Finn!”
Cerco di renderlo partecipe,
stringendo le sue manine paffute tra le mie: se sapesse già camminare,
probabilmente, gli farei fare un girotondo.
“Chi è che aveva tre denti,
proprio come te?” domando, lasciandomi sfuggire un risolino. Gli mostro il
medaglione con la tua foto, sorridendo di come le sue braccia si agitano goffe
per avvicinarlo.
“Il tuo papà” gli sussurro in
un orecchio, prima di posargli un bacio sulla fronte.
Gli ho mostrato uno dei tuoi
tridenti, l’altro giorno. Quando sarà più grande lo utilizzerà per pescare,
solo per pescare.
Mai per uccidere: nostro
figlio non sentirà mai il bisogno di fare del male a qualcuno per difendersi.
Vero, Finnick?
“Il tuo papà adorerebbe il tuo sorriso a tre denti” sussurro ancora,
sfiorandogli il naso con le labbra. Finn apre
la bocca e mi squadra attento, gli occhi spalancati per la curiosità. Mi
accorgo che le sue gengive sono quasi interamente spoglie, se non fosse per
quelle tre piccole sporgenze bianche. Improvvisamente ho paura: il vuoto nella
sua bocca mi travolge, lasciandomi senza fiato.
Le mie mani corrono a proteggermi le orecchie, per difenderle dalle urla che il
silenzio sta facendo affiorare.
“Shhhh”
sussurro a me stessa, cercando di concentrarmi solo sul mio respiro.
“Shhhh”
ripeto di nuovo, senza mai interrompermi.
Il suono si trasforma in un
nenia e lentamente risucchia via il vuoto che mi sta macchiando gli occhi.
Cancella le paure che mi ha disegnato dentro il passato.
“Shhhh”
ripeto ancora: la mia cantilena spazza via anche il nulla.
Come le onde: te lo ricordi, Finnick?
Come il mare.
L’acqua si trascina via tutto
tranne noi. Le paure muoiono, ma noi restiamo.
Per un attimo mi convinco che
sei qui con me. Che sono le tue mani quelle sulle mie orecchie. Che è il tuo
sussurro a proteggermi dal vuoto.
Apro gli occhi e la prima cosa
che noto sono i tre dentini bianchi di Finn. Mi
sta osservando con occhi vispi, per nulla intimorito da quel nulla che si porta
dentro, raccolto dalla sua bocca.
Lo ameresti, proprio come
amavi me. Nostro figlio sarebbe il tuo tridente preferito.
Lentamente mi calmo, cullata
dal suono del mio lamento. Finn congiunge
le labbra e i suoi pugni si agitano rapidi, come se volessero suggerirmi
qualcosa. Sfilo le mani dalle mie orecchie, confortata dalla scomparsa di quei
tre denti solitari. Dalla scomparsa del vuoto.
Lo prendo in braccio e lo
stringo al petto, cercando di rassicurarlo come un tempo tu facevi con me.
Cerco di essere per lui come il mare, l’unica creatura letale di cui non abbia
mai avuto paura.
Lo cullo come un’onda,
riportandolo a riva: la mia riva. E così emergo in superficie dai miei incubi.
Mentre lo addormento Finn sbadiglia e per un attimo il buio riemerge,
intrappolato dietro le sue labbra.
Questa volta non ho bisogno
del suono della mia voce per calmarmi.
So che il vuoto fra i suoi tre
dentini non ci sarà per sempre: presto verrà riempito dal tempo.
Il mio, invece, no.
Nota dell’autrice.
Non lo so. Ogni
tanto ho delle illuminazioni molto stupide e il fatto che io le tenga accese mi
preoccupa, in effetti. Giuro che non ho bevuto o fumato nulla di strano, mentre
ragionavo sulla relazione fra i tre denti del piccolo Finn e
il tridente di Finnick senior. Ci tenevo a scrivere qualcosa su di
Annie, quindi sono comunque stata contenta di farlo! Spero di aver reso
abbastanza bene il punto di vista della giovane mamma e di aver reso in maniera
sufficientemente adeguata i suoi momenti di instabilità. È la prima volta che
scrivo in prima persona, tra l’altro, mi auguro di non aver combinato troppi
pasticci xD
Nel mio head-canon personale, il nome completo del
piccolo Finnick sarebbe Finnick Sebastian e in realtà viene chiamato da tutti
Sebastian. L'unica che si ostina a chiamare il bambino Finn
è Annie.
Un abbraccio!
Laura