Un Grat, due Grat, un Grat, tre Grat, un Archeosauros, di nuovo due
Grat… Combatteva da un’ora e incontrò
nuovamente un Grat. Spiccò la rincorsa per attaccare il
mostro. A metà strada sentì una fitta al petto
che durò pochi secondi. La lama della sua fedele arma
calò sul Grat che la schivò lasciandolo senza
parole. Il mostro tentò di colpirlo ma il Gunblader lo
schivò con un balzo. Il ragazzo partì per un
nuovo attacco che questa volta andò a segno e il Grat si
dissolse. Purtroppo venne subito rimpiazzato da un suo fratello. Il
guerriero tentò di colpire anche lui ma una nuova fitta al
petto gli fece cadere l’arma dalle mani. Si lanciò
sulla spada cercando di recuperarla ma il Grat lo stava attaccando a
sua volta. Il ragazzo evocò una magia Fire che
eliminò il mostro. Si chinò per raccogliere la
spada, la sua vista si stava facendo sempre più sfocata.
Sentì un ruggito e si voltò. L’ultima
cosa che vide fu una chiazza di colore rosso e nero che gli si
avvicinava, poi, l’oblio…
Sentiva solo le sirene, nient’altro. Le sirene che suonavano
senza sosta mentre correva affianco alla barella
dell’ospedale. La barella venne portata a tutta
velocità nella sala di pronto intervento mentre lei venne
chiusa fuori. Rimase mezzora fuori dalla porta, ad aspettare. Ogni
momento vedeva medici uscire ed entrare, passare davanti a lei senza
fermarsi. Ogni volta tentava di interrogarli su cosa stavano facendo in
quella sala operatoria ma tutto quello che otteneva era un
“Lasci fare a noi”. Si sentì una mano
sulla spalla e sussultò. Si voltò e si
trovò faccia a faccia con Seifer.
- Andiamo Rinoa – le disse. – Qui non puoi fare
niente. Vieni con noi.
Le mise una mano intorno alle spalle e condusse la ragazza tremante,
alcuni metri più lontano dove, seduti su delle poltroncine,
stavano Selphie, Irvine, Zell e Quistis. Seifer la costrinse a sedere
sulla poltroncina vuota, le mise la propria giacca sulle spalle, poi le
offrì un caffè caldo. Rinoa prese la tazza che le
veniva offerta, la portò alle labbra ma tremava a tal punto
che una parte del liquido si rovesciò sul giaccone di
Seifer, ma il ragazzo non sembrava farci caso. Guardava fisso un punto
indefinito del pavimento.
Le sembrava appena successo mentre erano già passate tre
ore… Era sera tardi e avevano appena chiuso le varie sezioni
del Garden: era ora di chiamare Squall. Si era alzata e si era recata a
passo tranquillo verso il Centro Addestramento. Appena raggiunto aveva
sentito un ruggito: un Archeosauros. Non era particolarmente
impegnativo per un guerriero del calibro di Squall, ma un aiuto non gli
avrebbe dato fastidio, così era corsa verso il luogo del
combattimento… e si era trovata davanti a uno spettacolo che
le aveva ghiacciato il sangue nelle vene: Squall in ginocchio che si
stringeva il petto con le mani prima di cadere a terra privo di sensi e
l’Archeosauros pronto ad azzannarlo. Aveva chiamato a
sé tutte le sue forze e aveva preso la rincorsa insieme ad
Angelo sferrando una Cometa Siderale. Purtroppo non era bastato
quell’unico attacco così entrò in
status Ali di Fata. Attaccò il dinosauro per tre volte: la
prima volta scagliò una magia Blizzaga, poi una Sancta ed
infine una magia Ultima e il mostro fu annientato. Era corsa verso
Squall e aveva capito che era una cosa grave. Non ricordava quel che
era successo dopo, soltanto una corsa frenetica verso il dormitorio,
aveva spalancato la porta di Seifer che, cogliendo al volo la
situazione aveva raggiunto l’entrata del Centro
Addestramento, luogo dove Rinoa era riuscita a trascinare da sola il
corpo svenuto di Squall, si era caricato sulle spalle il ragazzo e
aveva aspettato con un incredibile sangue freddo l’ambulanza
chiamata da Rinoa. Il veicolo dell’ospedale era giunto due
minuti dopo, i medici avevano caricato Squall su una barella e subito
dopo erano partiti per l’ospedale. L’unica ad esser
riuscita a salire sull’ambulanza con Squall era stata Rinoa,
mentre gli altri li avevano raggiunti poco dopo in
automobile… ed ora eccoli là tutti e sei che
aspettavano che gli infermieri gli dicessero cosa era successo. Ad un
certo punto i ragazzi videro un dottore che si dirigeva verso di loro.
Si alzarono contemporaneamente tutti e sei, attendendo le temute parole
del dottore. Una domanda aleggiava nell’aria: sarebbero state
parole positive…?
- Le condizioni del paziente erano gravi – disse, –
ma…
- Ma…? – gemette Rinoa impaziente.
- Ma ora è fuori pericolo.
A Rinoa tremarono le ginocchia ed, essendosi allontanata dalla
poltroncina, si lasciò cadere a terra mentre Quistis si
appoggiò al muropassandosi una mano tremante sugli occhi,
Selphie si lasciò sfuggire un urletto euforico simile a
Zell, Irvine si coprì gli occhi col cappello. Seifer rimase
il più calmo ma nessuno mancò di notare il suo
sollievo.
- Possiamo vederlo? – domandò Rinoa al medico.
- E’ ancora privo di sensi, se volete, potete andare a
trovarlo uno alla volta – rispose questo.
- Vai tu Rinoa – disse Quistis. – Noi aspetteremo
che tu abbia finito.
- Grazie ragazzi – Rinoa restituì il giaccone
sporco di caffè a Seifer e raggiunse con passo veloce la
stanza dove Squall riposava.
Appena entrata nella stanza Rinoa scorse il suo ragazzo disteso sul
letto con una flebo e collegato a dei monitor che controllavano la
regolarità del battito cardiaco. La giovane strega
avvicinò uno sgabello al letto e ci si sedette. Ancora non
sapeva cosa era accaduto al Comandante SeeD, ma appena sarebbe uscita
da quella stanza immacolata avrebbe chiesto spiegazioni al medico.
Prese la mano di Squall nella propria e l’avvicinò
alle labbra. Era così fredda… Doveva sentirsi
così Squall quando lei aveva perso i sensi dopo la battaglia
contro Edea. “Squall parlami. Voglio sentire la tua
voce!” Anche lui aveva pensato questo tempo addietro? Rinoa
lasciò andare delicatamente la mano di Squall e fece per
uscire dalla stanza. Fu interrotta da un gemito. La ragazza si
voltò di colpo e vide Squall che si muoveva.
Restò immobilizzata per qualche secondo poi corse verso di
lui, si accucciò acconto al letto aspettando che lui aprisse
gli occhi. Quando lo fece, dapprima parve non riconoscerla ma poi nei
suoi occhi si accese come una luce di consapevolezza. Si
guardò attorno con fatica.
- Rinoa… Cosa ci faccio qui? – biascicò.
La ragazza non rispose, ma lo abbracciò. Stava bene!
- Aspetta un secondo.
Rinoa uscì velocemente dalla stanza.
- Si è svegliato! – esclamò, e senza
aspettare alcuna risposta rientrò di nuovo nella stanza.
Squall intanto si era alzato a sedere.
I ragazzi entrarono nella stanza correndo, con i sorrisi che arrivavano
da un’orecchia all’altra.
- Come ti senti Squall?
- Vuoi una birra?
- Stai meglio ora Squall?
- Cosa ti è successo Squall?
Selphie, Zell, Irvine e Quistis avevano formulato contemporaneamente le
domande e, suo malgrado, Squall sorrise. Il medico stava per rispondere
all’ultima domanda di Quistis ma Squall lo precedette:
- Non è successo nulla Quistis, prima un Grat mi aveva
avvelenato, e durante lo scontro contro l’Archeosauros, la
mia vita era arrivata ad un livello più che critico. Ero
stanco e sono svenuto, vero dottore?
Il medico annuì. Nessuno tranne lui aveva colto
l’ordine nascosto dietro quel “vero?”.
- Ora, se non vi dispiace, dovrei parlare col qui presente Comandante
SeeD. Per piacere, aspettate fuori.
Rinoa, troppo sollevata dalla ritrovata salute di Squall, non aveva la
forza di discutere, e seguì gli altri fuori dalla porta.
Non appena Rinoa si chiuse la porta alle spalle, Squall si rivolse al
medico.
- E’ molto grave?
- E’ grave – ammise. – Sconfitta la
Strega Artemisia durante la compressione temporale, siete tornati nel
presente. Giusto?
- Sì, loro subito. Ma io non sono riuscito a tornare
immediatamente. Prima sono riapparso nel passato, poi in un deserto in
un luogo privo di spazio o tempo. Ma alla fine sono tornato.
- Mmh, sì. Come immaginavo – Squall lo
guardò interrogativo. – Durante questi viaggi nel
tempo, i vostri fisici erano messi sotto una grandissima pressione. Gli
altri, che hanno subito questo sforzo due volte, all’inizio e
alla fine della compressione ma tu… tu poi sei andato nel
passato, sei andato in un luogo senza spazio e tempo, e alla fine sei
tornato. Hai subito questa tensione tre volte in più. Il tuo
fisico, apparentemente, non ne ha risentito. Ma in verità,
purtroppo, il tuo cuore n’è uscito incredibilmente
indebolito. Durante il combattimento contro quei mostri è
stato sforzato troppo e per non scoppiare, ha fatto cessare lo sforzo.
Per questo sei svenuto.
- Lei era un medico di Esthar. Perché è venuto
qua? – disse Squall dopo aver ascoltato la spiegazione.
- Motivi personali. Per la mia incompetenza una persona a cui tenevo
è morta. Ma ora, devo darti la notizia più
difficile: se combatterai ancora, per più di venti
minuti… il tuo cuore non lo sopporterà, e questa
volta non ci saranno giovani streghe o dottori in grado di salvarti.
Capito?
Tra i due uomini calò un lungo silenzio.
- Lei sa che dicendomi ciò mi sta già uccidendo?
– sussurrò Squall.
- Lo so. Ma morto in “questo modo” avrai ancora con
te le persone a cui vuole e che ti vogliono bene a loro volta. Nella
tomba no.
- Ho capito - sospirò Squall. – Ma per favore, non
dica niente agli altri.
Erano passate due settimane dall’incidente di Squall e la
vita al Garden aveva ripreso il suo normale stile di vita.
L’unica a ripensare ancora all’incidente era Rinoa,
perché da allora, aveva notato, Squall si recava di rado al
centro addestramento, e non più di dieci minuti.
La ragazza passeggiava per la biblioteca quando si sentì il
campanello dell’altoparlante che precedeva la voce di Squall.
- Heartilly, Tilmitt, Kinneas, Dincht, Trape e Almasy nel garage.
Subito. È un’emergenza!
I ragazzi raggiunsero velocemente il garage, dove Squall, dopo essere
salito in automobile, spiegò loro la situazione:
- Abbiamo mandato un gruppo di matricole sul promontorio dietro la
Caverna di Fuoco per un’esercitazione ma purtroppo sono stati
attaccati da qualcosa. Uno dei professori è riuscito a
inviarci un SOS, prima che la comunicazione si interrompesse. Temo
seriamente che sia stato un attacco programmato. Dobbiamo prepararci al
peggio.
- Su comandante! Non drammatizzi tutto a questo modo! –
esclamò Zell.
- Non è questione di drammatizzare, Gallinaccio allo spiedo!
– rimproverò duro Seifer. –Sul posto
c’erano tre SeeD e dieci ragazzi che quest’anno
avrebbero avuto l’esame SeeD! Arrivaci da solo alla
conclusione!
Anche Zell, finalmente, aveva capito la situazione e i ragazzi rimasero
in silenzio per il resto del tragitto, ognuno perso nei suoi pensieri,
sebbene i più preoccupanti fossero quelli di Squall. E se
avessero dovuto combattere? Sarebbe rimasto indietro e avrebbe fatto
poco niente, fino alla fine, gli altri non dovevano sapere nella sua
malattia.
Quando giunsero sul posto, i ragazzi videro i cadaveri degli insegnanti
e delle matricole a terra, si aggirarono tra i corpi per verificare se
erano presenti dei superstiti.
- Chi può essere stato? – domandò Rinoa
nauseata.
- E’ impossibile dirlo, ma qualunque cosa sia
stata… ormai è scomparsa – rispose
Quistis.
“Scomparsa? No, non credo.” Squall si
allontanò dalla strage, avvicinandosi alla scogliera per
guardare in basso, verso lo strapiombo, il mare. Qualcosa di nero,
velocissimo lo colpì facendolo rotolare finché
non urtò contro un albero. I suoi compagni corsero da lui
cercando con lo sguardo l’artefice dell’attacco e,
sicuramente, anche della strage.
- Eccolo lì! – esclamò Selphie
indicando il luogo dove si trovava Squall prima di essere colpito.
- Artemisia?! – stridette Rinoa.
- No, è qualcun altro – replicò Seifer.
Infatti su quel promontorio si stagliava una figura con capelli lunghi,
dello stesso colore di Artemisia, mentre degli occhi, anche lontano, si
distingueva il colore zafferano. Indossava un abito di pelle e da
lontano li osservava sprezzante.
- Sì, in effetti, non sono Artemisia –
urlò la figura. - Per fortuna - aggiunse dopo un secondo.
- Per fortuna? – ripeté Irvine con un terribile
presentimento.
- Sì, per fortuna. Per fortuna non sono Artemisia, per
fortuna il mio potere non è così basso
– la figura fece una risata tetra. – Mia
sorella… è sempre stata una strega mediocre, nel
nostro tempo non riusciva a imporsi a nessuno, per questo ha tentato
nel vostro. Ma ha fallito pure qui – rise di nuovo.
– Io non nutro né affetto né rispetto
nei confronti di quell’inetta, ma il mio onore mi spinge a
vendicarla perciò… facciamola finita in fretta!
Dopo di voi… L’INTERO PIANETA!!
- Questo lo decidiamo noi! – gridò Seifer
sguainando l’Hyperion e correndo all’attacco contro
di lui, ma non ebbe nemmeno il tempo di colpirlo che una pioggia di
meteore aveva cominciato a colpire sia lui che i suoi compagni dietro
di lui. Dopo Seifer, anche tutti gli altri avevano estratto le loro
armi e si preparavano a un confronto diretto. Combattevano
già da un quarto d’ora, utilizzando, tra
l’altro, moltissimi oggetti e magie di recupero, quando
Squall si azzardò a eseguire un Renzokuken, per poi trarsi
nuovamente in disparte.
D’un tratto il fratello della strega Artemisia fece la sua
evocazione: Dark Bahamut Zero che con un Megaflare mandò in
KO tutti i ragazzi, tranne Rinoa, che se l’era cavata per
poco, ma ora si trovava in stato critico. Un altro attacco, anche il
più debole, l’avrebbe uccisa. Allora Squall
strinse tra le mani l’elsa del Gunblade e attaccò
il Dark Guardian Force, bastarono pochi colpi per farlo svanire, ma poi
si ritrovò davanti al fratello di Artemisia più
sano che mai. Adoperò una Gemma Aura e attaccò
con il Renzokuken.
Il confronto fra i due continuava da quindici minuti, in un susseguirsi
di attacchi e contrattacchi, mentre Rinoa non poteva fare altro che
osservare da lontano. Ad un certo punto sentì una presenza
vicino a sé. Si voltò e vide il dottore che si
era occupato di Squall durante quell’incidente al centro
addestramento: si era accordo del concentramento di energia in quella
zona ed era accorso per controllare, subito aveva capito la situazione.
Aveva usato un Megaelisir su Seifer, Selphie, Irvine e gli altri in
modo che le loro condizioni non si aggravassero ulteriormente.
- Da quando sta combattendo? – volle sapere.
- Da diciassette minuti ormai – rispose Rinoa senza
distogliere lo sguardo dalla battaglia.
Il medico fece un lungo respiro e rimase in silenzio, allora Rinoa si
voltò a guardarlo.
- Non era… stato avvelenato quella volta, vero?
- No - ammise il medico – non ha voluto che ve lo rivelassi,
ma ha un grave problema al cuore. Se oltrepasserà la soglia
dei venti minuti, ci sono scarsissime possibilità che ne
esca vivo.
Rinoa allora tornò di nuovo a fissare la battaglia,
terrorizzata. Dopo pochi istanti tentò di correre da Squall
per fermarlo, ma dopo il primo passo cadde a terra. Tentò
ancora ma ancora cadde, allora cercò di raggiungere il
promontorio aiutandosi con le mani ma il medico la prese per le spalle
e la riportò indietro.
- Anche se andassi là non servirebbe a niente.
Ormai…
- No, no… - Rinoa provò a liberarsi dalla presa
ferrea nel medico, ma non ci riuscì, così
continuando a singhiozzare, alzò lo sguardo verso il
combattimento. Vide Squall inciampare e inginocchiarsi a terra
stringendosi il petto, per alzarsi subito dopo.
- Ormai sono trenta minuti. – mormorò il dottore.
Trenta minuti, e Squall continuava accanitamente a lottare. Pensava
solamente a una cosa:
“Se sarò sconfitto, Rinoa morirà.
Questo non può succedere…” - NON
PERMETTERÒ CHE SUCCEDA! –urlò mentre
preparava il Renzokuken. Il ragazzo cominciò la sua rincorsa
e terminò l’attacco con il Cuore di Pietra. Il
più potente mai eseguito da lui. Dopo di ché ci
fu un’enorme esplosione di luce.
- SQUALL!! – gridò Rinoa nel vento.
Un anno dopo, stessa altura, stesse persone. Una statua sovrastava
l’intera isola di Balamb: un ragazzo con un pendaglio a forma
di leone e un Lion Heart in mano. Quel monumento sarebbe rimasto sempre
lì, per ricordare quello che il Comandante SeeD Squall
Leonheart aveva fatto per l’isola, quello che aveva fatto di
nuovo per il pianeta. Rinoa lo sapeva mentre appoggiava ai suoi piedi
un mazzo di fiori con sopra appoggiata una piuma bianca. Al primo
soffio di vento fu trasportata via, verso l’alto. Lo sguardo
della ragazza la seguì nel cielo stellato, attraversato da
una stella cadente.
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