Fandom: Iron Man
Autrice: MissysP
Personaggi: Tony Stark, Virginia
“Pepper” Potts
Rating:
Giallo
Pairing:
Pepperony
Beta: nope.
Words: 1.751
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice
of Life
Summary: Tony è alle prese
con un cane e mai si sarebbe immaginato
di considerarlo un potenziale rivale. Ora si ritrova alle prese con una
bestiaccia per reclamare le attenzioni della fidanzata.
Note: perdonatemi questa one-shot
ma mi stavo annoiando xD E
come se non bastasse sono costretta a rintanarmi in casa a causa
dell’influenza.
Miseriaccia!
Il titolo è
tratto dalla canzone “Total eclipse of the heart”
di Bonnie Tyler e,
naturalmente, non c’entra nulla con la storia; in
più c’è anche il mio cane (mi
sono ispirata a lui, infatti) che continuava a fissarmi con i suoi
occhioni
dolci, dolci.
Concludendo
spero che vi piaccia.
Bright
eyes
Quegli occhioni
castani,
quasi cioccolato, erano teneramente inquietanti e Tony si
agitò, a disagio, sul
divano.
La TV stava
trasmettendo
uno di quei film sdolcinati e in bianco e in nero, uno di quelli che
Pepper
adorava e ancora non ne comprendeva il motivo. Insomma erano
dei vecchi film in bianco e nero che continuavano a
parlare di un amore talmente perfetto da durare in eterno; e non poteva
essere
questo, quello che la sua donna voleva. A tale pensiero Tony ebbe un
fremito di
terrore e deglutì, abbassando lo sguardo, con circospezione,
sulle loro mani
allacciate. Avrebbe dovuto - una zampata lo riportò al
problema principale.
Spostò
lo sguardo dalle loro
mani intrecciate alla palla di pelo beige e bianco latte,
fastidiosamente, in
mezzo a loro e poi guardò la sua dolce compagna, avvolta nel
suo abbraccio e il
capo appoggiato sulla sua spalla. Ritornò a guardare le loro
mani, provando un
moto d’irritazione all'idea di non poter star ancor
più vicino alla sua donna
come più gli piaceva. Mosse il volto
verso la sua nuca e cercò
d'inspirare il suo dolce profumo e di percepire il suo calore
così familiare.
Quando
aveva accettato di
prestarsi a quel lungo e noioso supplizio, già pregustava
l'idea - meravigliosa
e fantastica e, decisamente, più allettante idea! - del
sesso post-film: un
rituale che soddisfaceva entrambi. Un rituale che andava avanti da ben
due anni
e Tony detestava le palle di pelo impiccione e guastafeste, soprattutto
se
erano beige e bianco latte.
Quella
volta, però, qualcosa
- si rifiutava di pensare che fosse stata colpa sua! Assolutamente! -
era
andata storta e si era ritrovato con un intruso dagli occhi dolcemente
inquietanti e un muso fatto da un naso rosa e lunghi baffi, senza
contare la
lunga lingua bavosa e l'alito puzzolente che li appestava. Ogni volta
che
tentava di avvicinarsi a lei, c'era una zampa orribilmente pelosa che
lo
spingeva verso il lato opposto e allora Tony si ritirava, innervosito
dal fatto
che non poteva fare quello che voleva con la sua ragazza e per di
più in casa
sua. Pepper sembrava non accorgersi di nulla, né dei ringhi
della palla di
pulci né dei borbottii di Tony. Così il grande
genio, playboy - felicemente
occupato, s'intende -, filantropo e miliardario Tony Stark aveva
ingaggiato una
lotta con un cane, un botolo ringhioso e
puzzolente. E Pepper era il
premio e non sarebbe stato a Tony a perdere.
Quindi
strinse maggiormente
il suo braccio attorno alle esili spalle della donna e cercò
di trascinarla
maggiormente verso di sé, senza preoccuparsi di infastidire
il sacco di pulci.
Anzi, a maggior ragione lo fece. Pepper strofinò il suo
volto contro il suo
collo, sfiorandogli la pelle calda con le sue morbide e fresche labbra
e lui
sentì un brivido percorrergli la spina dorsale, facendogli
arricciare la pelle
e un dolce calore si diffuse nel suo inguine. I pantaloni erano
diventati
dolorosamente stretti e la sua presa sulla donna si fece più
ferrea, facendogli
venire in mente immagini di loro due arrotolati fra le coperte color
avorio, i
suoi capelli rossi sparpagliati sul cuscino e le sue mani scivolavano
lungo il
corpo tonico di Tony, provocandogli dei deliziosi brividi di piacere.
Tony
abbassò il viso e sfiorò
con le sue labbra quelle di lei una, due, tre volte e poi si
impossessò di esse,
mordicchiandole e tirandole dolcemente. Mentre rispondeva al bacio,
Pepper si
trovò a sorridere contro di lui, divertita da quel
comportamento possessivo e
geloso. Anche se non aveva detto nulla, lo aveva notato. Pepper era la
prima ad
accorgersi di tutto, non a caso è l’unica donna
che sia riuscita a resistere
per ben dieci anni al suo fianco, come sua assistente, ed era resistita
per
altri tre anni come sua amante, un record.
Quel
bacio durò un minuto
esatto prima che il cane sbuffò la sua disapprovazione
saltando in piedi e
sistemandosi sul grembo della donna, che ridacchiò divertita
e si staccò
dall’abbraccio di Tony.
Lui
grugnì, alzando un
sopracciglio, e rivolse un’occhiataccia alla bestiaccia che
annusava la guancia
di Pepper, mentre lei gli carezzava le orecchie e gli dedicava tutte le
sue
attenzioni.
Davvero?
Davvero stava
intraprendendo una battaglia con una palla di pelo che, non lo avrebbe
mai
ammesso ad alta voce - nemmeno sotto tortura -, sapeva che fosse
adorabile.
«Ma che bel
cucciolino!» esclamò accarezzandogli
sia la pancia e il muso. Tony si ritrasse e incrociò le
braccia al petto,
aggrottando la fronte per esprimere la sua irritazione
dall’essere stato
scavalcato da un… un… un Canis
lupus
familiaris [1]. Era totalmente ingiusto!
Nessuna donna poteva
resistere al suo fascino e
soprattutto Tony Stark non era mai stato secondo a nessuno -
soprattutto ad un
cane - e quella non
sarebbe stata la
prima volta.
«Pep,
tesoro, perché non c’è ne andiamo in
camera
nostra?» sussurrò al suo orecchio, con voce
volutamente roca. Pepper si voltò a
guardarlo e gli sorrise, prima di lanciare una fugace occhiata allo
schermo.
Ormai il film era giunto alla fine e lei non aveva nemmeno seguito una
parola
perché era impegnata a godersi la rivalità fra
Tony e il dolce batuffolo fra le
sue braccia.
«Beh…»
temporeggiò la donna, rivolgendo ancora una
volta la sua attenzione al cane. Tony non attese un secondo di
più e afferrò i
polsi della donna, costringendola ad alzarsi insieme a lui e il batuffolo coccoloso cadde a terra con un
tonfo.
Pepper lo rimproverò, ma lui
non le diede retta, preferendo concentrarsi sui, decisamente migliori,
progetti
per finire splendidamente quella disastrosa serata. Puntò
dritto verso la
camera da letto trascinandosi dietro la sua donna e chiudendo la porta
in
faccia al cane. Pepper ridacchiò infilando le mani sotto la
maglia nera,
accarezzando i suoi possenti
pettorali.
Le loro labbra si staccarono, per permettere ad entrambi di respirare
l'una
l'odore dell'altro, il profumo, e la loro impazienza crebbe. Le mani di
lei lo
spogliarono con fretta, Tony lo gradì particolarmente e non
si sottrasse a
quelle dolci carezze. Lui fece altrettanto, sfiorandole con la punta
delle dita
la pelle nivea e lentigginosa e arrivò alle spalline della
canottiera,
alzandole e scostandone una dopo l'altra lungo le braccia; poco dopo le
sue
ma,i ritornarono a riscaldarla, ripetendo gli stessi gesti con le
bretelle di
pizzo nero.
«Te
l'ho mai detto che adoro i nostri mercoledì sera?
Soprattutto se riguardano te
in una mise tanto provocante» le
mormorò Tony all'orecchio. Le
unghie di Pepper si conficcarono nella sua schiena, mentre lui le
gettava
canottiera e reggiseno da qualche parte nella stanza.
Era
tutto dannatamente
giusto, romantico ed eccitante e quello era il momento giusto per
togliersi gli
ultimi indumenti che li tenevano separati; tuttavia un raschiare delle
unghie
contro la porta della loro camera si mescolò ai loro ansiti.
«Tony...»
sospirò lei, premendo i suoi
seni contro il suo petto ma con le mani aggrappate alle sue spalle
cercò di
staccarsi da quel passionale bacio.
«Lascia
stare, tesoro. Vedrai che smetterà»
sussurrò inseguendo le sue labbra e
rappropriandosene. Pepper annuì, tirandogli con delicatezza
i capelli e gli
baciò la mandibola, scendendo lungo il collo. Tony
ansimò più forte
e la strinse fra le braccia, sentendola
scivolare verso il basso, eccitandolo sempre più.
Furono
interrotti dalle
lamentele del cane, che continuò a grattare contro la porta.
Pepper sospirò,
voltandosi verso la porta e fece per alzarsi, ma Tony
l'afferrò per il braccio
fermandola. I suoi occhi castani vennero ricoperti da una patina lucida
e le
sue labbra si piegarono all’in giù, in una smorfia
come quella di un bambino
rimproverato. Pepper sollevò il sopracciglio, avvicinandosi
a lui e si mise in
punta di piedi per poi dargli un bacio a fior di labbra.
«Sarà
per la prossima volta, Tony» disse con
dolcezza prima di infilarsi la canottiera e uscire. Si chinò
davanti al
cagnolino e gli fece le solite moine, lasciando un Tony insoddisfatto e
furioso.
«E tu mi
lasci in queste condizioni per un cane?»
domandò incredulo, prima di avvolgersi nelle coperte e
rincorrerla in sala. La
trovò in piedi davanti alle finestre, affacciata verso
l’oceano, e stava
accarezzando quella dannata palla di pelo. Tony strinse la presa sul
lembo
delle lenzuola che gli avvolgeva la vita, per evitare di strozzare un
animale,
che non era nemmeno suo.
«Tony, non
fare il bambino. E’ soltanto per un
altro giorno e poi Rhodes ha detto di tenerlo sotto controllo: potrebbe
scappare».
«E chi se ne
frega! Io non posso fare sesso con la
mia ragazza perché una dannata bestiacc-»
«Il suo nome
è Rhodey»
lo informò Pepper, guardandolo con sufficienza.
L’altro rimase a bocca aperta,
incredulo alle parole appena udite.
«L’ha
chiamato con il suo stesso nome? E poi sarei
io l’egocentrico?»
Stava per scoppiare a
ridere.
«Primo: il
suo nome è Rhodey, ed è diverso da
Rhodes. Secondo: non è certo stata mia l’idea di
regalargli un cane, perché è
un cane Tony e non una bestiaccia.
Terzo: potresti essere così gentile da fare questo favore al
tuo migliore amico».
Nella stanza
calò il silenzio più assoluto e i due
si guardarono.
«Mi stai
dicendo di abbracciare quel coso?» chiese
Tony, assottigliando gli occhi per paura della risposta. Il volto di
Pepper fu
attraversato da un sorriso pieno di risposte, ma per fortuna gli diede
una
scelta.
«Oppure
potresti sopportare per altre ventiquattro
ore la sua presenza e guardare con noi qualche vecchio e bel film in
bianco e
nero».
«Un
altro?»
«Ti
odio!» esclamò Tony, abbracciato a Pepper.
Guardava Rhodey con astio, che si era frapposto fra loro con la forza e
stringendosi al fianco della donna. Ogni tanto aveva
l’impressione che lo
stesse scrutando con soddisfazione e lui odiò sia Rhodey che
Rhodes.
Profondamente.
«Amore
lo sai, vero, che il cane non ti può rispondere...» disse la donna,
non sapendo
se fosse una domanda oppure un'affermazione la sua.
«Ancora
non sono impazzito»
borbottò lui, leggermente stizzito. Pepper sorrise alzando
il volto verso di
lui e allungando il collo per poterlo baciare. Tony sorrise sulle sue
labbra e
protestò quando lei lo interruppe. Ritornarono a guardare il
film, uno
appoggiato all'altro e il cane era fastidiosamente incastrato fra loro
due.
«Sai
che cosa voglio per
Natale?» disse la donna. «Un cucciolo. Un bel
pastore tedesco e lo chiamerei Starky.»
Lui non
disse nulla,
preferendo soffocare la sua ira nella sua testa: voleva fare sesso -
del sano e
meraviglioso sesso - quella sera e non finire a dormire sul divano, con
una
ramanzina a ronzargli nelle orecchie.
«No.»
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[1] Canis lupus familiaris, è il nome scientifico in latino
del cane. Preso da Wikipedia.
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