"Nella piazza di una città un bambino piange disperato. Una donna cerca di consolarlo. Scoppia un temporale, e la donna e il bambino si rifugiano sotto una tettoia dove si è già rintanato un uomo."
Tedio
ietà, stupida pietà femminile. Un marmocchio disperso nel mezzo alla merda di piccione non dovrebbe essere oggetto di alcun interesse. Eppure lei è lì, inginocchiata nel mezzo della polvere cittadina, e tampona gli occhi del bambino che frigna.
Ma cosa fa? Ma che gliene frega?
Il tuono che rimbomba nelle mie orecchie è solo un piacere, perché gli strilli del ragazzino erano veramente insostenibili. Acuti, da perforazione del timpano.
Le prime gocce cadono, e la polvere s’impasta sulle ginocchia della donna, creando aloni di putrido inquinamento sui suoi pantaloni. Si alza, trascinando il bambino per una mano. Si avvicina all’angolo d’ombra in cui sono riparato, e gli strilli si fanno più penetranti.
Tuoni, fulmini, a me! Coprite questo strazio. |