Un
leggero e gradevole venticello
smuoveva l’erba del prato su cui era seduta. La temperatura
era piacevole in
quel mezzogiorno di fine agosto ed era una meraviglia stare fuori,
all’aperto…
Lina
guardò davanti a se e
sorrise. A pochi metri da lei, seduta nell’erba e con addosso
solo un pannolino
bianco, Lily era tutta intenta a giocare con i fiori del prato. Ormai
aveva
quasi nove mesi ed aveva imparato a stare seduta da sola, con sommo
orgoglio
della mamma e del papà. Ed amava stare all’aria
aperta, proprio come i
genitori. Lina era incantata da lei, ogni giorno che passava diventava
sempre
più bella. I finissimi capelli biondi erano leggermente
cresciuti e si
muovevano al vento. Gli occhioni erano rimasti blu ed erano grandi e
profondi
proprio come quando era nata. Ed era diventata cicciotella, Lina se ne
accorgeva dalle guance, dalle pieghe delle braccia e delle gambe e dal
pancino.
Si divertiva a baciarlo e a farle il solletico e amava sentirla ridere.
Ed
ancora di più amava il rapporto che le legava e che
diventava ogni giorno che
passava sempre più profondo.
La
guerra era finita da mesi
ormai, senza un vero vincitore… Sembrava quasi una beffa del
destino che tutti
quei morti e quel dolore non fossero serviti a nulla se non alla
spartizione di
qualche terra di confine delle regioni interessate nel
conflitto… Su una cosa
Xelloss aveva avuto ragione, quella guerra era stata una sconfitta per
tutto il
genere umano.
Lina
sospirò e poi decise di
tornare serena. Guardò Lily e la bimba le rispose con un
sorriso. “Coraggio
pulce, prova a venire verso di me! Magari stavolta ci riesci”
- disse
allungando le braccia verso la figlia.
Lily
la guardò pensierosa, come
riflettendo sulla cosa, poi, inaspettatamente, si sporse in avanti,
prendendo a
gattonare goffamente verso di lei.
Lina
si sentì mancare il fiato.
Era la prima volta che lo faceva, non riusciva quasi a crederci!
La
bimba la raggiunse, si
arrampicò sulle sue gambe e poi le cinse il collo con le
braccia, stringendosi
a lei ridendo.
“Bravissima
Lily!” - mormorò Lina
baciandole la guancia - “se tuo padre fosse dannatamente
più puntuale,
probabilmente sarebbe riuscito a vederti anche lui!” -
esclamò Lina sbuffando.
Cominciava ad essere seriamente irritata per il ritardo dello
spadaccino.
Doveva essere lì con loro da più di
un’ora, era ormai ora di pranzare, lei e
Lily avevano fame e di lui non si vedeva ancora nemmeno
l’ombra.
Sbuffò,
stendendosi sull’erba,
con la bimba fra le braccia. Quei mesi estivi li avevano passati a
viaggiare.
Solo loro tre. Niente banditi, incantesimi e niente di dannatamente
pericoloso,
solo piccoli incarichi che consentivano loro di muoversi. Come quello
che stava
svolgendo Gourry. Un ricco signorotto li aveva incaricati di portare un
carico
d’oro al castello del figlio, il capo-villaggio del luogo in
cui si trovavano.
Erano in una regione risparmiata dalla guerra, tranquilla, senza
pericoli e
quell’incarico non aveva destato loro nessuna preoccupazione.
Se non che Gourry
doveva aver già finito tutto da almeno un’ora!
Lina
sollevò gli occhi verso il
cielo, ad osservarne i colori. Era limpidissimo e di un blu intenso
quel giorno
e l’aria era calda e piacevole. Non mancava molto
all’autunno e quello sarebbe
stato l’ultimo incarico per la stagione, poi sarebbero
tornati a casa. Vivevano
in un piccolo villaggio e nord-est della penisola dei demoni, in
montagna. Era
un luogo pacifico che a Lina era sembrato incantato, con i boschi di
abeti, i
sentieri e gli animali che giravano indisturbati, il luogo ideale per
far
crescere un bambino e vi mancavano ormai da quattro mesi. Lily aveva
dimostrato
di amare la vita di viaggiatrice, in quello aveva indubbiamente preso
dai
genitori. Mai un capriccio, mai un pianto, mai un lamento, sembrava
semplicemente divertirsi e rimaneva incantata a guardare i paesaggi
nuovi che
giorno dopo giorno le si presentavano davanti.
“Mam…ma”.
La
maga sussultò al suono dolce
di quella vocina stentata ed abbassò lo sguardo verso la
figlia che la guardava
sorridendo mentre cercava con le manine di stringersi più a lei. “Hai
detto ‘mamma’…” - le
sussurrò
dolcemente stringendola a se. La prima parola di Lily era rivolta a
lei… Lina
l’abbracciò ancora più forte,
ripensando vagamente a come era sola e disperata
appena un anno prima, senza Gourry e con una figlia in arrivo. La sua
bambina…
all’inizio le era sembrato un incubo scoprire di essere
incinta, allora non
immaginava quanta gioia le avrebbe portato la sua piccola. Vederla
nascere,
abbracciarla la prima volta, prendersi cura di lei, riuscire a
ritrovarla in
mezzo a quel campo di battaglia pieno di nemici. E poi, tutto
ciò che era
venuto dopo… Ritrovare Gourry, sposarsi con la loro bimba
fra le braccia,
imparare insieme ad essere genitori. Una volta credeva che il giorno
più
importante della sua vita fosse stato quello in cui aveva scagliato per
la
prima volta un Dragon Slave, ora sapeva che era quello in cui era nata
sua
figlia, da Lily era partita la felicità vera. Ed ora,
c’era qualcos’altro che
li avrebbe resi ancora più uniti…
“Chissà che faccia farà papà
quando glielo
diremo” - disse ridacchiando, rivolta a Lily.
La
piccola, fra le sue braccia,
prese improvvisamente ad agitarsi ed un’ombra comparve su di
loro ad oscurare
il sole. “Sei in ritardo, ci hai messo una vita ed io ho
FAME!” - disse Lina
sospirando.
Da
sopra di lei Gourry sorrise.
“Scusa, mi ero perso e non riuscivo a trovare la casa del
capo-villaggio e di
conseguenza poi non riuscivo più a trovare voi”.
Lina
sbuffò. “Ma come? Se
stamattina, alla locanda, ti avevo fatto una piantina!”.
Lo
spadaccino si grattò la guancia
in imbarazzo. “Si, lo so! E’ che io…
beh… ecco… l’ho persa”.
La
maga si sollevò, mettendosi a
sedere, con Lily seduta sulle sue gambe. “Sei senza speranza!
Mi chiedo come
abbia fatto l’esercito di Elmekia a sceglierti come
generale!”.
A
quelle parole Gourry scoppiò a
ridere e la imitò, sedendosi accanto a lei. Poi prese fra le
braccia la figlia.
“Ciao principessina, mi sei mancata stamattina!” -
disse prima di stamparle un
bacio sulla guancia.
“Sei
mancato anche a noi e a
causa del tuo ritardo ti sei perso la sua prima gattonata e la sua
prima
parola” - disse Lina orgogliosa, fissando la bimba che stava
giocando ad
arrampicarsi sul petto del papà, tirandogli i capelli.
Gli
occhi di Gourry si
spalancarono. “Davvero è riuscita a muoversi e a
parlare? E cos’ha detto?”.
Lina
ci pensò un po’ su, poi… “Ha
detto: dove cavolo è papà che ho fame?”.
Gourry
la fissò, chiedendosi
seriamente se stesse scherzando e Lina decise di porre fine al gioco.
“Ha detto
mamma” - sussurrò, stavolta seriamente.
Gourry
sorrise e la strinse a se
col braccio libero. Lina se lo meritava che la prima parolina di Lily
fosse per
lei, aveva sempre sperato che sarebbe stato così.
“Com’è
andata stamattina Gourry?”
- chiese improvvisamente Lina distraendolo dai suoi pensieri.
Lo
spadaccino sollevò le spalle.
“Parli dell’incarico? Bene, non ci sono stati
problemi! Ho consegnato al
capo-villaggio il carico, mi ha pagato e tutto è finito
lì. Non abbiamo
guadagnato molto ma, insieme ai soldi che abbiamo racimolato
quest’estate,
direi che possiamo passare un inverno tranquillo. E voi due, che avete
fatto?
Cos’era quella cosa segreta che dovevi fare di cui mi parlavi
stamattina?”.
Lina
sorrise a quella domanda,
mentre la sua espressione si addolciva. “Dovevo andare da un
medico a fare una
visita”.
“Un…
medico…?”. Gourry la fissò
terribilmente preoccupato, in preda al panico. “Stai
male?”.
La
maga scosse la testa. “No, sto
benissimo, sono sana come un pesce! Avevo semplicemente un sospetto e
lui me
l’ha confermato”. Si avvicinò poi al suo
orecchio, sussurrando. “Stai per
diventare di nuovo papà. Volevo aspettare di essere sicura
prima di dirtelo”.
Per
qualche istante Gourry entrò
in una specie di stato catatonico, perdendo il contatto con la
realtà che lo
circondava, tanto che Lina cominciò a sospettare che gli
fosse venuto un colpo.
“Gourry?”.
“Lina”
- sussurrò Gourry. La
promessa che si erano fatti al campo di battaglia di
Elmekia… Lina aveva
mantenuto la parola data. D’istinto la strinse a se, talmente
forte che la
sentì sussultare, poi si allontanò lievemente da
lei per guardarla in volto.
“Stai bene?” - le chiese semplicemente.
Lina
sorrise, baciandogli
lievemente le labbra. Erano così strane quelle attenzioni,
soprattutto se
paragonate alla gravidanza di Lily che aveva fatto da sola. Solo in
quell’istante
si accorse veramente di quanto Gourry gli era mancato
allora… Quella gravidanza
l’avrebbe trascorsa insieme a lui e Lily, serenamente,
circondata dall’amore
della sua famiglia. Tutto sarebbe stato diverso. “Sto
benissimo a parte sonno e
fame! Ora dovrò mangiare per due!”.
Gourry
la fissò terrorizzato.
Quanto gli sarebbe costata quella gravidanza? La bimba, fra le sue
braccia, gli
tirò i capelli e Gourry focalizzò la sua
attenzione su di lei. Lily era la sua
principessina, la vedeva piccolissima ed ora sarebbe diventata una
sorella
maggiore. “Hai sentito piccolina? Mamma e papà ti
daranno presto un fratellino
o una sorellina con cui potrai giocare e nel frattempo io e te ci
prenderemo
cura della mamma”.
La
bimba sorrise e Lina allungò
una mano ad accarezzarle i capelli.
“Non
hai paura?” - chiese
improvvisamente Gourry. Lui era terrorizzato. Quel bimbo loro due
l’avevano
cercato ed ora che era una realtà sentiva
un’incredibile preoccupazione per la
moglie. Si ricordava dei racconti di Lina sulla maternità di
Lily e non voleva
vederla soffrire perché non stava bene. Si sentiva
impotente…
“Non
preoccuparti” - rispose Lina
in tono tranquillo - “sto e starò bene, me lo
sento! E’ tutto diverso
dall’altra volta, sono serena, ho voi due accanto a me ed
è una gravidanza che
ho voluto e cercato. Vedrai Gourry, i prossimi mesi saranno bellissimi
e non
vedremo l’ora di conoscere la pulce numero due. Ma ho bisogno
di riposo e direi
che abbiamo un motivo in più per tornarcene a casa
subito”.
Gourry
annuì, si rialzò e la
aiutò a fare lo stesso. “Già, hai detto
bene, ti serve riposo! Motivo per il
quale, d’ora in poi, Lily starà in braccio a me!
Comincia a diventare pesante”.
Lina
lo guardò storto. “Guarda
che non è necessario”. Non voleva limitare il
tempo con sua figlia.
Gourry
fece finta di non sentire
quelle parole. “Non avevi fame? Coraggio, torniamo alla
nostra locanda,
pranziamo e poi rimettiamoci in viaggio per tornare a casa!”.
“Aspetta!”
- esclamò Lina. Si
stavano dimenticando di una cosa. Corse verso il piccolo torrente che
scorreva
in quel prato e raccolse da terra un peluche a forma di orsetto. Era di
Lily,
gliel’aveva regalato Gourry la prima notte che aveva dormito
da sola nella sua
culla e ci avevano giocato quella mattina, sulle rive di quel piccolo
corso d’acqua.
La
maga si specchiò nel torrente
e sorrise. Si vedeva bella, incredibilmente bella. Ma non per i capelli
lucenti, per gli occhi grandi o per il fisico minuto, si vedeva bella
per
quello che era diventata. Amava essere una moglie e adorava essere una
mamma.
La sua espressione era felice benché di nuovo, per mesi, non
avrebbe potuto
usare la magia e non gliene importava nulla eccetto per il fatto che
non
avrebbe potuto creare quelle piccole sfere di luce che a Lily piacevano
tanto e
che la incantavano.
“E
allora?” - disse Gourry,
giunto dietro di lei - “perché ci metti
tanto?”.
Lina
si voltò e sorrise, mettendo
il peluche fra le mani di Lily. “Che domande! Stavo ammirando
la mia
incommensurabile bellezza nell’acqua”.
Pensava
che lo spadaccino avrebbe
risposto con una battutaccia ma Gourry si limitò ad
attirarla a se. “Già, e
nell’ultimo mese mi sei sembrata ancora più bella!
Ed ora so il perché!”. Le
mise una mano sul ventre piatto, accarezzandolo piano. “E
qui?”.
Lina
annuì. “Già! Tra qualche
mese potrai sentirlo muoversi”.
Anche
Lily, forse per imitare il
padre, allungò una mano alla sua pancia e Lina
scoppiò a ridere.
“E
allora, il tuo istinto materno
che ti dice? Sarà un maschietto o una
femminuccia?” - chiese Gourry.
“Tu
cosa vorresti?” - ribatté Lina.
Lo
spadaccino ci pensò un po’ su
e poi sospirò. “A me basta che stiate bene tutti e
due, per il resto sarà quel
che sarà”.
Lina
sorrise e lo guardò in modo
un po’ malizioso. Il suo istinto materno gli aveva
già suggerito la risposta
alla domanda del marito ma decise di mantenere il segreto ancora per un
po’.
Perché dirglielo subito e rovinargli la sorpresa? Ancora
pochi mesi e Gourry
l’avrebbe scoperto da solo che sarebbe arrivata nella sua
vita un’altra
principessa.
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