Stavo cercando di scrivere e improvvisamente ho sentito
una voce che protestava riguardo le “cialtronaggini” di noi “miseri esseri
umani” sul suo conto e che non avrebbe sopportato oltre alcuna ingiuria.
Pensando di essermi addormentato per la stanchezza e di trovarmi in un sogno,
ho replicato: «Visto che ti lamenti tanto, perché non scrivi te?»
A quanto pare sono stato preso in parola perché, quando
mi sono svegliato, sul mio foglio bianco era stato scritto il seguente
racconto.
Caoticamente me
“Please allow me to introduce myself,
I’m a man of wealth and taste”
Scherzo, gente, scherzo. Alla fin fine è inutile prenderci
in giro a vicenda citando i mitici Rolling Stones, giusto? Lo sapete tutti chi
sono. No, non vengo da un film, o da una canzone.
Certo, su di me si è cantato molto. Sono state scritte
storie, fatte supposizioni, narrate leggende e continue bubbole.
Sì, cari miei: bubbole, frottole o come le volete chiamare,
perché finora nessuno è riuscito a capirmi fino in fondo. E spero che questo
misero aspirante scrittore a cui mi sono affidato e che ho preso in custodia
(sì, mio piccolo e tenero amanuense, parlo proprio con te!) riesca a farmi
esprimere al meglio in modo che tutti voi poveri e stolti umani possiate
rendervi conto della mia magnificenza.
Ma andiamo avanti, penso sia giunto il momento di
presentarmi seriamente. Oh sì, so anche essere serio. Serissimo a dirla tutta,
sebbene non sempre riveli questo lato del mio carattere. Ma sto divagando!
Torniamo al punto, o alla virgola, o a chi per loro.
Beh, direi di partire dal principio. C’è stato un tempo, un
momento nell’immensa storia dell’Universo in cui non c’era nulla, nel
modo più assoluto. C’eravamo solo io e mio fratello, Fato, che girovagavamo in
questo totale e immenso niente.
Chi ci ha creati? Non si sa. Forse siamo sempre esistiti,
forse è la vostra stessa immaginazione ad averci generati. Forse dovreste
smettere di fare domande a cui non troverete mai risposta, o forse la risposta
sta proprio nel farsi delle domande impossibili. Per quanto mi riguarda, potete
continuare a domandare. Mi piacciono le domande, i problemi, la confusione che
si crea nei vostri piccoli cervelli quando cercate di decifrare ciò che non è
alla vostra portata. Amo gli indovinelli, le situazioni complicate e i ragionamenti
che fate per tirarvene fuori. Amo i vostri problemi e come cercate di
risolverli. Amo la vostra logica, quella di tutte le creature che popolano
l’Universo.
Ah, come dite? Pensate di essere davvero soli? Poveri
sciocchi! È per questo che voi umani del pianeta Terra siete così divertenti,
con quella vostra mania di considerarvi unici e inimitabili. Nessun abitante
degli altri mondi è così ingenuo e megalomane al tempo stesso. Solo voi e forse
è proprio questo che vi rende dei bersagli particolarmente interessanti.
Oh, non pensate che io sia la diretta causa di tutte le
vostre disgrazie. Come direbbe la piccola Casualità: «Non è colpa mia, è stato
un caso!», ma voi non ci credereste, giusto?
Quindi bando alle ciance! Gettiamo via i mantelli e le maschere,
con cui continuiamo a ricoprirci e facciamo cessare questo rocambolesco
girotondo! I miei fratelli non saranno contenti di vedermi consegnare a voi –
sì, proprio a voi umani! – il segreto dell’Universo, ma non è un problema
nostro. Parliamo per una volta senza veli, venitemi vicino e vedrete che non
sono così terribile come mi dipingete.
Come ho già detto, un tempo c’eravamo solo io e Fato, finché
mi capitò di annoiarmi. Cosa assai strana, perché di solito non mi annoio mai –
c’è sempre qualcosa di divertente da fare! -, ma provate voi a passare le
giornate immersi nel nulla più assoluto con solo vostro fratello (se così ci
possiamo definire) impegnato a fare perennemente la maglia con i suoi fili!
Dunque, mi stavo annoiando. E quando mi annoio non è mai una
buona cosa, perché di solito mi metto a giocare con i nastri che Fato ha
attorno a sé. Ne tiri uno quando non guarda, sposti quell’altro, affianchi due
colori che non dovevano esserci e… puf! Prima che lui potesse fermarmi era
spuntato quello che voi chiamate Universo.
Come dite? Troppo facile? Certo! Almeno finché Tempo e
Necessità non sono spuntati fuori proprio dal suddetto Universo! Così, dal
nulla! E sì che non è stata una bella sorpresa, ma penso che nella loro nascita
ci fosse proprio lo zampino di Fato, almeno a giudicare da come mi ha guardato
e, alzando le spalle, ha detto: «Era destino!»
Come se non bastasse, Necessità ha ritenuto indispensabile
mettere a posto quella confusione primordiale che era l’Universo. E quindi
cos’ha fatto? Ovvio! Ha pensato bene di afferrarmi, dividermi in due parti e
generare quella piaga di Ordine!
Perché quelle facce stupite? Mai sentita l’affermazione
“trarre ordine dal caos”? Pensavate che fosse un modo di dire? No, ragazzi
miei! È vita vissuta questa!
Fatto resta che a quel punto la mia vita è stata
letteralmente invasa! Addio tranquillità! Addio pace celeste!
Eh? Ah, sì. Avete ragione, non mi è mai interessata la
tranquillità, né la pace. Ma, se è per questo, non mi piace neanche la guerra.
Voi umani pensate che io sia cattivo, crudele, che mi diverta a vedervi in
difficoltà e a complicarvi la vita: non è così. Sono un incompreso, da voi e
dai miei stessi fratelli. Certo, mi piace creare confusione, mettervi davanti a
problemi apparentemente insormontabili ma, parliamone, come sarebbe la vostra
vita senza di me? Non lo sapete che è grazie al sottoscritto che non siete
fermi all’età della pietra? Se foste privi di problemi, il vostro cervello
lavorerebbe per risolverli? Avreste mai avuto così tanti progressi in ogni
campo, da quello scientifico a quello sociale, se non vi foste trovati in mezzo
a situazioni di grave difficoltà, magari anche prossimi a un’estinzione?
Per una volta non farò sforzare i vostri poveri cervellini e
ve la darò io la risposta: no. Semplicemente no, miei cari. Per quanto odioso,
sono I-N-D-I-S-P-E-N-S-A-B-I-L-E!
Mi presento: sono colui che scombina quotidianamente i fili
di Fato, che gareggia con Casualità, che fa impazzire Ordine; sono mal
sopportato da Tempo e tollerato da Necessità (indovinate perché…). Insomma, non
sono propriamente amato dai miei fratelli e sorelle, ma sono comunque il più
anziano di tutti loro, anche se continuano a trattarmi come un bambino, solo
perché mi piace creare un po’ di confusione qua e là. Perfino Equilibrio, il
mio adorato figlioletto, fatica a capire la motivazione delle mie azioni. Ma,
come tutti, sa che sono indispensabile. In fondo senza di me non esisterebbe
nessuno di loro. Ora che ci penso… Senza di me non esisterebbe proprio niente!
Quindi pensatemi con affetto ogni tanto e non maleditemi
troppo per ciò che sono. Seguo solo la mia natura, esattamente come fate (o
dovreste fare) tutti voi. Addio, gentili lettori! E grazie per aver ascoltato
queste parole. Come dite? Non vi ho ancora detto il mio nome? Che sbadato! Che
ci volete fare, ho una tale confusione in testa… Ma d’altronde, come potrebbe
essere altrimenti? Sono Caos!
N/A: Avevo scritto questo racconto un annetto fa, per
un contest indetto da una casa editrice. Non l’ho potuto pubblicare allora, il
contest non l’ho vinto, quindi non vedo niente di male a metterlo qui XD.
Per ora rimane una one-shot. Poi un giorno deciderò se ampliarlo o meno, visto
che è la base di un’intera saga futura.
Per ora godetevelo.