Burning love (Elvis
Presley)
Titolo: Burning
love
Personaggi:
Severus Piton
Coppie:
Nessuna
Contesto:
II Guerra magica/libri 5-7
Raiting:
Verde
Tipologia:
One-Shot
Parole: 566
Nota:
seguito di "Hot for teacher"
Mai.
Non ci sarebbe
stata mai nessun’altra
nel suo cuore.
Lily. Solo e per
sempre Lily.
Continuava a
ripetere mentalmente quel nome come un mantra; come se in quel nome
fosse
racchiuso un incantesimo antico che gli permettesse di isolarsi dal
mondo, dal
pensiero della guerra imminente, dai suoi colleghi ad Hogwarts e
soprattutto da
lei.
Non sapeva
spiegarsi come, o perché, fosse accaduto e questa cosa lo
indispettiva molto, poichè
odiava non poter dare una spiegazione razionale alle cosa, ma era
accaduto e
lui ricordava perfettamente il quando. Il momento esatto nel quale
l’aveva
guardata con occhi diversi; l’attimo in cui quella piccola e
saccente so tutto si era
trasformata in un
battagliero membro dell’Ordine.
E mentre la
vedeva crescere e cambiare giorno per giorno e diventare una donna,
percepiva
un nuovo sentimento germogliare dentro quel suo vecchio e arido cuore:
un
sentimento che credeva sopito da anni e che mai pensava potesse
risvegliarsi,
dopo aver stretto tra le braccia il corpo esanime di Lily.
Lo sentiva bruciare
più intensamente del marchio nero che aveva sul braccio, ed
era un fuoco che
aumentava rabbioso quando la vedeva cingere Weasley e Potter in un
abbraccio.
La osservava
spostarsi una ciocca di ricci ribelli mentre parlava con Ginevra
Weasley e con
l’eccentrica Lovegood in riva al Lago Nero, invidiando le due
ragazze a cui
rivolgeva una risata cristallina.
Sembrava l’unica
che riuscisse a formulare frasi sensate durante le sue lezioni o che si
permettesse di discutere alcune sue scelte durante le riunioni
dell’Ordine e la
cosa lo irritava molto, ma riusciva a riprendersi la sua rivincita
quando la
redarguiva facendola arrossire e quella sfumatura sulle guance
abbronzate dal
sole, la rendevano ancora più adorabile ai suoi occhi.
A volte, in
biblioteca, la guardava mordicchiarsi un labbro mentre era concentrata
nella
lettura di un testo o mentre cercava di risolvere dei complessi calcoli
di
Artimanzia, desiderando porre fine a quel tormento con un bacio e
dandosi dell’idiota
subito dopo.
Non poteva
cedere a certi sentimenti, non poteva comportarsi come
un’adolescente alla sua
prima cotta, Hermione Granger era pur sempre una sua studentessa, una
Grifondoro e per di più la migliore amica di Potter e lui
era un insegnante,
una spia e, prima di tutto, un membro dell’Ordine con una
missione ben precisa
da compiere.
Era e doveva
continuare ad essere il mago cinico, bastardo e odiato da tutti: il
volto
doveva rimanere impassibile, nonostante il tumulto interiore.
E indossare una
maschera era una delle cose che sapeva fare meglio, o almeno
così aveva
creduto, fino a quando non aveva sentito lo sguardo di Silente su di
sè.
Gli occhi
celesti del vecchio mago, che per anni era stato per lui come un padre,
sapevano leggere la sua anima meglio di chiunque altro.
Da settimane il
Preside aveva notato dei piccoli cambiamenti, erano segnali quasi
impercettibili: uno sbuffo di troppo, uno sguardo soffermatosi per un
secondo
in più su una chioma leonina o una leggera increspatura
delle labbra durante
una riunione dell’Ordine.
“Forse non
dovrai affrontare tutto questo da solo, Severus.” Gli aveva
detto una sera
Silente, seduto dietro la propria scrivania, mentre beveva una pozione
preparata da Severus.
Quello che
infatti Severus Piton non sapeva era che quegli stessi occhi celesti
che
avevano notato il suo cambiamento, avevano anche osservato lo sguardo
sognante
di una giovane Grifondoro posarsi sul volto pallido e affilato di un
mago dai
capelli corvini.
Nota dell'autrice:
Non so, questa volta quetso capitolo mi convince poco. L'ho scritto in
vacanza in riva al lago, ma... boh, non so, perciò aspettate un secondo che vado a prendere l'ombrello, torno subito... eccomi, pronta per qualsiasi cosa vorrete lanciarmi.
Commenti, suggerimenti, critiche o quant'altro sono sempre ben accetti.
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