be the light

di aris_no_nami
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Era stato tutto uno sbaglio… tutto un’enorme sbaglio… Vederti, pensarti, incontrarti, conoscerti… tutto un’enorme sbaglio. Un dannatissimo sbaglio del destino.
Non dovevo vederti quel giorno… non dovevo pensarti quella notte… non dovevo incontrarti nuovamente… non dovevo conoscerti…
Avevamo entrambi una vita prima di tutto ciò…
Dovevamo semplicemente proseguire per la nostra strada e sarebbe andato tutto nel verso giusto…
Maledetto quel giorno! Maledetta quella strada! Maledetto me e il mio scarso senso dell’orientamento! Ma soprattutto… maledetta te… che mi hai fatto innamorare follemente come uno stupido!

Era una giornata nuvolosa che premetteva pioggia. Io me ne andavo ingiro come se niente fosse, come se non avessi paura di bagnarmi. Camminavo per le strade di Daegu con fare da spaccone; mani in tasca, pantaloni bassi, giacca di pelle, capelli ribelli e tinti di un biondo scuro e con un andamento mollegiato.
Pur sapendo che mi ero sicuramente perso, come succedeva sempre, non mi facevo problemi e continuavo a camminare in una direzione a caso.
Fino a che non sentii una strana sensazione… come se fossi attratto da qualcosa… E fu in quel momento che una ragazza da capelli neri e dritti mi passò accanto.
I nostri occhi si incrociarono per un attimo che sembrò interminabile. In quell’attimo, quei suoi occhi scuri, mi scrutarono attentamente… così attentamente che mi sentii quasi a disagio…
La ragazza mi passò velocemente e, quando quel leggero contatto che si era creato si staccò, non potei fare a meno di girarmi, cosa che fece anche lei.
Eravamo lì, come due ebeti, in mezzo al marciapiede vuoto, a fissarci. Solo poco meno di due metri di distanza ci separavano…
I tuoi occhi erano così caldi… così luminosi… tutto il contrario di ciò che ero io… freddo, scuro, ghiacciato come il mio cuore…
Mi sarei dovuto girare e non badarti. Avrei dovuto continuare a camminare, avrei dovuto non badarti… e invece no… Rimasi come un’idiota a fissarti…
Come un’idiota…
Una goccia mi solcò il viso e subito dopo cominciò a piovere a dirotto. La ragazza rimase ferma un altro attimo prima di correre via, cercando di coprirsi la testa con la giacca. Quando corse via mi sembrò quasi titubante, come se non sapesse se andarsene o se rimanere la.
Io, invece, rimasi imperterrito al contatto con quella pioggia scrosciante. Rimasi fermo immobile, guardandola correre via per ripararsi da qualche parte.
Ero rimasto pietrificato da quegli occhi… ero rimasto completamente sconvolto da quanta luce potessero emanare pur essendo neri come la pece.
Cercai di non badarci più e ricominciai a camminare in una qualche direzione. Non mi importava della pioggia, non mi importava delle pozzanghere nelle quali continuavo ad entrare. La mia mente si era completamente svuotata e l’unica cosa che riuscivo ad elaborare era l’immagine di quelle due sfere nere…
Non era da me rimanere così scioccato da una semplice ragazza… non era da me… Non era da me! Dannazione!
Una macchina mi passò accanto a gran velocità, infradiciandomi ancora di più.
Fanculo anche alla pioggia!




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