«Loki? Sei
sveglio?»
«Ora
sì.» borbottò rivoltandosi tra le
coperte, insultando
mentalmente chi aveva osato svegliarlo.
«Posso venire
lì?»
«No.» si
seppellì con la testa sotto i cuscini.
«Dai, mi sono alzato presto
proprio per venire qui.» si
lamentò Thor dalla porta.
«E hai fatto
male.» lanciò un’occhiata fuori dalla
finestra;
non era ancora l’alba.
«Più presto
arrivo qui più posso restare.» gli fece notare
con un tono che più che saccente sembrava supplicante.
«Più presto
arrivi qui più mi irrito e ti tratto male.»
«Ma se arrivo dopo devo
andarmene subito. E ho freddo.»
piagnucolò guardando con desiderio la coltre calda sotto cui
si trovava il
moro.
«E vuoi venire a scaldarti
accanto a un Gigante dei Ghiacci?
Tipico della tua intelligenza, direi.»
«Dai, Loki, per favore. La
prossima volta non ti sveglio, te
lo prometto.» lo supplicò.
«E va bene.»
concesse con un sospiro. Ebbe a malapena il
tempo di finire la frase che si trovò il biondo accanto,
attaccato a sé «Perché
sei praticamente nudo?»
«Sai che dormo
così, e appena mi sono svegliato sono corso
qui e non sono stato a pensare al freddo dei corridoi.»
«”Non sei stato a
pensare”, ma che novità.» lo prese in
giro
andando a infilarsi tra le sue braccia muscolose che lo stavano
aspettando
impazienti.
«Perché devi
sempre insultarmi?» chiese issandolo su di sé,
beandosi della sensazione della sua pelle contro la propria.
«Perché te lo
meriti.» rise mordendoli un labbro.
«È
l’ultima volta che vengo qui.» minacciò.
«Certo, e io ci casco, le
tue minacce sono davvero
credibili.» fece un cenno in direzione delle sue braccia che
erano saldamente
avvolte attorno alla sua vita sottile.
«Oppure vengo a svegliarti
prima.»
«No…»
protestò con espressione da cucciolo.
«Va bene, non ti sveglio
prima, domani vengo qui ma ti lascio
dormire.» capitolò subito non potendo come al
solito resistere al viso tenero
del suo non-fratellino.
«Hai la grazia di un
pentapalmo, mi sveglieresti lo stesso.»
gli fece notare incassando la testa nell’incavo del suo collo.
«Posso fare
piano.» propose.
«Conosciamo entrambi il tuo
concetto di “piano”.»
«Ti ho già
chiesto scusa almeno dieci volte, cosa devo
ancora fare per farmi perdonare?»
«Starmi lontano e non
provarci più per i prossimi giorni.»
Lo guardò leggermente
deluso.
«Puoi continuare a venire
qui senza fare… quello.»
disse ricordando il momento
doloroso per il quale entrambi si erano trovati impreparati.
Annuì
«Scusa.» mormorò teneramente baciandogli
una guancia
«Scusa.» lo fece scivolare sotto di sé e
gli baciò dolcemente le labbra
«Scusa.» gli posò una mano sul collo in
una tenera carezza «Scusa.» gli lisciò
i capelli che si erano sparpagliati sul cuscino, il nero fitto come
l’oscurità
stessa in netto contrasto con il candore della sua stoffa e della sua
pelle
«Scusa.» gli sfiorò la punta del naso
con le labbra, poi scese fino a
incontrare le sue dischiuse in un sorriso intenerito
«Scusa.» lo baciò con più
decisione, ma sempre con la stessa dolcezza di prima.
«Non ho cambiato idea,
Thor.»
«Non importa, volevo
scusarmi meglio.» si spostò e lasciò
che tornasse ad accoccolarsi sul suo petto come se questo fosse il
posto più
comodo che avesse mai conosciuto.
«Forse ti perdono, ma devi
continuare a mettermi a posto la
stanza e a portarmi i libri dalla biblioteca a qui.»
«Così si
insospettiranno tutti…»
«Magari penseranno che sei
diventato una persona educata e
gentile che sfrutta i suoi muscoli non solo per lanciare un
martello.»
«Io non passo la giornata a
lanciare Mjolnir.» protestò
tirandogli una ciocca di capelli, dovendo poi allontanare subito la
mano prima
di beccarsi un morso.
«Ah no? E cosa fai quando
non sei con me?» chiese sospettoso
puntellandosi su un gomito per poterlo guardare negli occhi.
«Geloso?» rise
per la sua espressione adorabilmente
corrucciata.
«No. Ora
dimmelo.» scese dal suo petto squadrandolo truce,
mentre varie immagini di Sif gli passavano davanti agli occhi.
«Ma allora sei davvero
geloso.» ridacchiò.
«Non sono geloso, voglio
che tu me lo dica.» incrociò le
braccia.
«Solo se ammetti di essere
geloso.»
«No.» si sedette
lasciando che le lenzuola scivolassero
lungo il suo corpo fino a raccogliersi sulle sue ginocchia in perfette
onde
morbide.
«Cosa ti costa
ammetterlo?»
«Io non sono geloso, non
posso essere geloso di qualcosa che
non abbiamo.» sbottò distogliendo lo sguardo dal
suo, la voce amara nel
pronunciare le ultime parole.
«Cosa vuoi dire?»
si sedette a sua volta e gli posò le mani
sulle spalle.
«Niente, ora vattene,
voglio stare da solo.»
«Non me ne vado
finché non mi dici cosa ti è preso.»
«Smettila di impormi
cose.» lo spinse via e si voltò.
«Non ti impongo
niente.» si allungò e gli baciò il
collo
dopo avergli cinto la vita con le braccia e aver scostato i suoi
capelli
corvini di lato.
«Ah no?»
«No, lo sai che alla fine
faccio sempre quello che vuoi.»
mormorò contro la sua pelle candida continuando a posarvi
dei teneri baci.
«Questo non è
vero. Vieni qui, fai quello che ti pare e poi
te ne vai.»
«È questo il
problema? Che me ne vado?»
«No…»
borbottò cercando di sviarlo.
«Ti conosco da troppo
tempo, Loki, non mi inganni più.» lo
fece voltare e rannicchiare contro il proprio petto.
«Potrei prenderlo come un
insulto.»
«Non lo
è.» gli accarezzò i capelli scuri e vi
posò un
bacio, lasciandosi poi andare all’indietro e portandolo con
sé «Mi dici cosa
c’è che non va?»
«Te ne vai
sempre…» confessò in un sussurro
distogliendo lo
sguardo dal suo.
«Non posso fare
diversamente, Loki, lo sai.»
«Sì che
puoi…» pigolò.
«Non senza farci
scoprire.» gli accarezzò ancora i capelli
corvini.
«Cosa pensi che direbbe
Padre? Non ci lascerebbe più incontrare,
lo hai detto tu.»
«Sì, tu non ci
saresti arrivato. Ma ora sono stanco di
andare avanti così…» si mise a
camminare per la stanza, i pantaloni scuri in
netto contrasto con la sua pelle opalescente.
«Preferiresti rischiare
tutto?» lo raggiunse ignorando il
freddo.
«Non lo so, ma sono stufo
di nasconderci così.» si fermò
davanti alla balconata e si mise a fissare che con le sue dita rosate
sollevava
il velo di tenebra che ricopriva Asgard come una coltre carica di sogni
stellati.
«Tu hai un’altra
idea? Se trovi un modo migliore che
nascondersi sarò d’accordo.» si
portò alle sue spalle e lo abbracciò da dietro
appoggiando il mento alla sua spalla.
«Non so cosa potremmo fare,
però non possiamo andare avanti
così, non ce la faccio più.» ammise
abbandonando il solito atteggiamento
stronzo e menefreghista.
«Che ne dici se continuiamo
a parlarne in un posto più
caldo?»
«Ti ho già detto
di no prima.» scattò offeso; si era appena
esposto come mai aveva fatto prima, e ora tutto ciò che
otteneva era una
proposta sconcia travestita in modo banale.
«Non intendevo quello, ma
mi sto congelando, possiamo andare
al caldo? Se mi ammalo poi non posso venire qui.»
«Oh, beh, va
bene.» lo lasciò tornare al letto e lo
seguì,
rendendosi conto di aver frainteso; si infilò anche lui
sotto le coperte
accanto al biondo che si stava godendo della rinnovata sensazione calda
che
aveva sostituito il freddo pungente della brezza mattutina di Asgard.
«Allora? Hai
idee?» lo strinse a sé beandosi della
sensazione della sua pelle tiepida sulla propria.
«Nessuna.»
«Potremmo nasconderci con
la magia.» propose.
«Sarebbe inutile,
allora.»
«E quindi?»
«Se rischiassimo?»
Lo guardò stupito. Non
erano da lui questi colpi di testa,
era sempre stato lui quello impulsivo, mentre Loki rifletteva sempre su
tutto.
«Non guardarmi
così, ci ho riflettuto, non è una decisione
presa su due piedi.»
«Vuoi davvero dirlo a
tutti?» gli alzò il viso con due dita.
«Non possiamo nasconderci
per sempre.» sollevò gli occhi
supplicanti su di lui, chiedendogli tacitamente di fare qualcosa, di
farlo
sentire per una volta la prima scelta e non una vergogna da nascondere
perché
nessuno sapesse.
«Ti va di aspettare ancora
qualche ora?» gli accarezzò i
capelli lisci, avendo ormai deciso di acconsentire a ogni sua
richiesta; proprio
non ce la faceva a negargli qualcosa quando lo chiedeva in quel modo.
«Dobbiamo?» lo
tentò sbattendo le lunghe ciglia scure per
convincerlo.
«Stanno tutti dormendo,
Loki, vuoi davvero andarli a
svegliare?»
«Sì.»
miagolò strusciando una guancia contro il suo petto
muscoloso.
«Hai davvero
così voglia di dirlo a tutti e di scatenare uno
scandalo che raggiungerà ogni orecchio di Asgard?»
Annuì baciandolo per
convincerlo.
«Ho capito,
andiamo.» rise guardando teneramente il suo
non-fratellino.
«E voi che ci fate
qui?» domandò il Padre degli Dei trovando
i suoi figli appoggiati l’uno all’altro su un
balcone della sala del trono.
I due non risposero, troppo impegnati
in un bacio che era
ancora nascosto dalle ampie spalle del biondo che teneva le mani
appoggiate
alla balaustra del balcone, intrappolando Loki tra il proprio corpo e
lo spazio
vuoto alle sue spalle.
«Allora?» chiese
di nuovo avvicinandosi ai due, immaginando
che prima o poi uno dei due sarebbe stato spinto dall’altro
giù dal balcone.
«Volete rispondermi o devo
esiliarvi su Midgard per essere
degnato della vostra attenzione?» sbottò.
I due si voltarono in modo da essere
di profilo, le loro
labbra unite in bella vista davanti agli occhi, o meglio,
all’occhio di Odino.
Tennero gli occhi chiusi, continuando a baciarsi come se nulla fosse,
uno
stretto all’altro, i corpi pressati e talmente vicini da non
distinguere più il
calore dell’uno da quello dell’altro, fino a quando
non sentirono un tonfo.
«È…?»
chiese Loki socchiudendo appena le palpebre.
«Svenuto? Direi di
sì.» rise Thor voltandosi verso il padre
caduto a terra «Chiamiamo qualcuno che lo aiuti?»
«No, abbiamo da fare, mio
futuro re,» mormorò lascivamente
spingendolo verso il trono dorato poco lontano da loro.
Note della
Vecchia
Volpe
Ecco qui questa shot fluffosa;
piccolo ritorno alla
Thunderfrost, ma il mio OTP resta l’Ironfrost, non
preoccupatevi.
Questa shot partecipa al primo
contest del gruppo Efp
Madness ( https://www.facebook.com/groups/efpMadness/?bookmark_t=group
) in cui tutti i lettori sono i benvenuti.
Spero che vi piaccia e che vogliate
farmi sentire il vostro
parere.
Baci <3
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