CALICI
Thor ha
bevuto.
Ha
bevuto troppo, benché l’occasione lo richiedesse.
Ha
brindato ad una felicità di convenienza e ad alla prosperità che il voto appena
pronunciato impone. Ha alzato il calice per ogni augurio che gli è stato fatto
– e sono stati tanti – e per ogni pacca sulla spalla e ogni battuta sulla notte
che si avvicinava – Fandral da il meglio di sé come
al solito in quanto a battutine e doppi sensi.
Ha
ringraziato Odino per la sua benedizione, gli ospiti per aver partecipato, e la
sua sposa per averlo accettato.
E poi ha
bevuto ancora quando Sif si è ritirata nelle stanze,
finché Hogun non gli ha strappato la pinta di mano e
gli ha dato un’altra pacca sulla schiena: “Sei un uomo sposato, ora, e questa
non è una taverna!”
“Il cibo
e il vino sono decisamente migliori” aveva convenuto Volstagg.
Fandral gli aveva sistemato il mantello e
schiaffeggiato bonariamente: “La tua sposa ti attente per render più dolce la notte!
Suvvia, Thor, non sarai improvvisamente nervoso!” ride e gli altri fanno lo
stesso. Loki si guarda intorno e cerca di recuperare
il calice che Hogun tiene lontano. “Un altro
brindisi, l’ultimo, giuro!”
“E sia!”
Gli
invitati al banchetto cantano e ridono.
C’è
troppa gente. Eppure troppo poca.
E non è
neppure quella giusta – ma in fondo neppure la sposa lo è.
Jane è
una ferita su una parte esposta : basta un niente per grattare la crosta e
riaprirla. Il sangue è amaro come il suo addio e non c’è nulla di giusto in ciò
che ne è seguito.
Se fosse
restata solo un sogno, una chimera lontana e appena sfiorata, Thor avrebbe
potuto trovare pace. Ma invece quel sogno l’ha stretto tra le sue braccia e
l’ha posseduto.
Ha
conosciuto il calore dei suoi baci e la morbidezza del suo corpo fragile e
minuto, perfetto tra le sue mani callose. L’ha sentita fremere, stringendolo
contro di sé chiamando il suo nome.
Thor ha
sete di un bacio che non arriverà mai più.
Se i nostri mondi sono divisi, ci
sarà stato un motivo.
Ma erano
stati uniti, per una manciata di notti e per un pugno di giorni bui.
Si
sarebbe spogliato di tutto, del potere e del trono, pur di restare con lei.
Ma non
poteva.
E lei
non poteva spogliarsi di tutto per stare con lui.
Per
quanto tempo, poi? I decenni di Midgard non
completavano una stagione di Asgard. Sarebbe
avvizzita e perita mentre lui ancora era
nel fiore della giovinezza.
Sarebbe
stata infelice, su un suolo straniero, confinata in un ruolo opposto alla vita
che desiderava: lei viveva per la conoscenza, per la felicità della scoperta e
della soluzione ai suoi calcoli, non sarebbe mai riuscita ad essere altro, e su
Asgard non sarebbe potuta che essere la principessa
consorte. Madre di eredi sani e robusti. Moglie e sostegno di un principe
guerriero.
Con una
vita troppo breve da non poter avere neppure la soddisfazione di essere
incornata Regina.
Jane
sapeva tutto questo.
E aveva
detto no.
Una sera
in taverna, Fandral aveva avanzato una proposta
oscena:
“Tieni
la Midgardiana come amante, ma sposati con una donna
di Asgard. Avrai due donne: quella con cui
condividere momenti liberi e felici, e quella che si sobbarcherà l’onere e
l’onore dei doveri reali. Rifletti: non sarai il primo uomo ad avere un’amante.
Andiamo, pensavi che sarebbe finita diversamente? Le spose devono essere caste,
illibate, devote: solo così possono essere leali. E, diciamocelo, a Lady Jane
si leggeva in faccia che aveva avuto alti uo-“
Il pugno
di Thor era stato improvviso e preciso: Fandral si era
ritrovato il suo bel naso piegato e i baffi impregnati di sangue.
“Immagino
il momento in cui dirai alla tua Midgardiana che
intendi sposare un’altra e tenere lei come riserva.” Per non essere davvero suo
fratello, a volte Loki dimostrava l’onniscienza di
Odino. Come altro poteva altrimenti saperlo? Forse si era confuso tra la folla
di quella taverna, assumendo le sembianze di un altro avventore. E perché mai
poi? Che intendeva scoprire?
Per
deriderlo, forse?
Per sapere qualcosa di suo
fratello?
“Sarò in
prima fila per godermi lo spettacolo.” Aveva gongolato poi. “Qualcosa mi dice
che ti schiaffeggerà. Oh, è brava in questo, rendiamogliene atto: sa coglierti
di sorpresa. Ma non sono schiaffi dolorosi, almeno per me. Sicuramente per te
sarà diverso.”
“Cosa
suggerisci?”
“Io? Di
non proporle un simile gioco in presenza del bestione verde.”
Il lutto
aveva piegato Odino più di qualsiasi altra guerra che aveva combattuto. Vinto e
stanco, fissava l’orizzonte luminoso dalla balaustra del terrazzo. Il
crepuscolo era vicino, e non solo quello del sole.
“Il mio
tempo giunge al termine.” Aveva sospirato. “Il mio trono passerà a te e sarai
solo a governare.”
“I tuoi
consiglieri saranno i miei, padre. Ma quel giorno è ancora lontano.”
“Un
tempo lo desideravi così ardentemente.”
“Un
tempo ero un giovane stolto.”
“Ma
avresti avuto accanto una madre e un fratello che ti avrebbero sostenuto. Così
speravo, almeno. Ora non hai nessuno di loro. E questo mi addolora, Thor.”
“Padre, io…”
“Non
cogli la preziosità di chi hai accanto finché non l’hai perduta. Ora che tua
madre più non è al mio fianco comprendo quanto fosse importante e
indispensabile per me. Trova una sposa che possa essere a te leale, che possa
accompagnarti a lungo. Che sappia come vincere i momenti bui ed essere per te
sostegno –quanto tu per lei.”
“La
donna che amo non è questo che brama.”
“Allora
lei non ti ama abbastanza. Trova una donna che già lo faccia, figlio mio. Che
saprai essere una buona regina. Saggia e forte. Che ti conosca e che ti
comprenda. Una donna che sai poter rendere felice.”
No, non
l’avrebbe mai potuta rendere felice.
Sif lo sapeva sin da subito, per
questo inizialmente non aveva accettato.
Era
stato il suo orgoglio a parlare, ma poi era stato il suo cuore a cedere.
Lo amava
e non poteva rinunciare a lui. Aveva già sofferto nel vederlo sorridere tra le
braccia di un’altra e l’avrebbe uccisa saperlo per sempre unito ad un’altra.
“Ma devi
farmi una promessa” era stata la sua richiesta: “Non dovrai vederla mai più. Ne
chiedere ad Heimdall sue notizie. Dovrai essermi
fedele. Sempre.”
“Lo
sarò. Sarò fedele alla mia sposa.” Aveva giurato baciandole la mano.
La stanza
è già in penombra, le tende tirate nell’alcova si muovono leggere al vento che
entra dalla terrazza.
Il cielo
trapuntato da milioni di stelle sembra riflettere le innumerevoli luci di Asgard: il matrimonio del Principe Thor è occasione di
festa in tutto il regno, le strade sono gremite di gente ed il suono della
musica ed i canti arrivano sino a lui.
Cantano
a Thor e Sif, alla vergine guerriera che aveva vinto
il cuore del Principe. Canzoni d’amore e canzoni da osteria sulla loro prima
notte.
Thor ha
sete. Di nuovo.
Trova
una brocca di vino e lo versa in uno dei due calici del vassoio. Guarda l’altro
e riempie anche quello. È tradizione che lo sposo offra il vino alla sua sposa,
che si scambino un brindisi prima di…
Jane non
aveva avuto bisogno di vino per sciogliere la tensione. Si era avvinta a lui e
aveva catturato le sue labbra con foga. Era bella e sorrideva continuamente, i
suoi occhi brillavano.
Per un
attimo aveva temuto di poterla ferire, di far del male a lei che era così minuta
e fragile. Ed invece erano perfetti.
Combaciavano alla perfezione.
Ma non
aveva importanza, ora.
Non
doveva più averne.
Sif compare dalla stanza attigua, ha
solo una leggera veste addosso, poco più consistente di un velo, e i capelli
sciolti. “Spero che tu ne abbia lasciato un sorso anche per me.” Sorride un po’
nervosa. “Sembra che stasera tu abbia molta sete.”
“Ho
bevuto un po’ troppo, in effetti” Non
abbastanza da annebbiarmi completamente la mente.
“Ti ho
visto bere di più.” Quando si ricorda di come Sif lo
conosca, di ciò che ha condiviso con lui e di cosa hanno vissuto insieme –
fianco contro fianco, schiena contro schiena – Thor sorride. E prova una
piccola fitta di rimorso.
“Allora,
c’è questo calice per le mie labbra?”
“Certamente.
Ti stavo aspettando.”
Menzogna.
Era
qualcun’altra che stava aspettando.
Le porge
il vino e alzano insieme i calici.
Sif beve un piccolo sorso, Thor lo
svuota e ne contempla il fondo per un secondo.
Un tempo
Loki aveva raccontato che alcune veggenti potevano
predire il futuro di una persona attraverso il fondo dei loro calici.
“Che
dice il mio?” gli aveva chiesto, mezzo ubriaco, quasi lanciandoglielo.
Loki aveva alzato un sopracciglio:
“Ti sembro una veggente?”
“Maestro
di magia, fatina, veggente… la stessa identica cosa,
non è vero Fandral? Le stesse identiche inutili
stupidaggini.”
Suo
fratello aveva preso il calice, ne aveva percorso il bordo con l’indice e poi
gettandoci un’occhiata dentro aveva dichiarato che nel futuro di Thor vedeva
una doccia fredda.
Poi gliel’aveva
versato in testa e l’aveva completamente inzuppato.
E si era
dileguato velocemente.
Maledetto infame. Aveva pensato. Maledetto infame dagli infami trucchetti.
L’infame
forse era lui in quel momento, davanti ad una Sif in
trepida attesa.
Le passa
una mano sul viso e poi la lascia scendere lungo il collo e la spalla. Lo
spallino scivola lungo il braccio e
l’altro lo segue subito.
La veste
cade sulle caviglie morbida. La sua pelle è candida, morbida su muscoli sodi e
delineati.
“Sei
bellissima.” Dice Thor, e lo pensa davvero. La cinge con un braccio e le
cattura le labbra.
Sa di
essere il primo a vederla, il primo a cui lei si è concessa.
“Attendevo
questo momento da sempre.” Sospira lei lasciandosi accarezzare, azzardando a
sciogliergli i nodi della veste cerimoniale che Thor ha ancora addosso. “Non ho
desiderato altri che te. Non avrei avuto altri che te.”
Thor la solleva
e la posa tra le lenzuola candide del letto. La bacia di nuovo mentre si libera
degli ultimi indumenti.
La guarda:
ha gli occhi che brillano, ma non sono del colore che ama. Ha un corpo
perfetto, ma non è quello che desidera. È bellissima, ma non è la donna che gli
ha aperto gli occhi e fatto battere il cuore.
Thor
soffia sulla candela più vicina.
C’è meno
luce nella stanza e Sif è una forma nella penombra.
Neppure
lei potrà vederlo in faccia.
Meglio.
I giorni
si seguiranno uno dopo l’altro e Sif entrerà nel suo
cuore come moglie e non più come amica. Sarà felice di averla scelta.
Ma non
stanotte.
Bene, la prima Fic sul fandom di Thor e la prima
fic in cui non faccio sembrare Sif
un’isterica stronza. Un bel traguardo, non c’è che dire.
La storia tiene conto dello… come posso chiamarlo? Spoiler? Leggenda
Metropolitana? Della morte di Frigga in Thor: The Dark World.
Che ci sia davvero o no lo
sapremo solo tra un mese.
Ringrazio chiunque sia passato di
qui e abbia speso qualche minuto a leggere questa storia.
Come sempre commenti e critiche
costruttive sono più che ben accette.
Per curiosità o altro, rimando al
mio caro e buon ask: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos
Alla prossima,
EC