nelson1
Abide with me, fast falls the eventide
Abide with me, fast falls the eventide;
The darkness deepens; Lord, with me abide;
When other helpers fail and comforts flee,
Help of the helpless, oh, abide with me.
[Abide with me]
Il lavoro di barman non è
affatto facile, amici miei. Qualcuno potrebbe pensare che in fondo non
c'è nulla di particolarmente difficile o faticoso nel gestire un
pub: si tratta di sorridere a qualunque battuta dei tuoi avventori
– per quanto di cattivo gusto o razzista essa possa essere - e di
servire loro ogni sorta di alcolico fino a quando sono talmente sbronzi
da non reggersi più in piedi e ti tocca accompagnarli
fuori dal locale, giusto? Beh, lasciate che vi dica che non siete mai
stati più lontani dalla verità!
Sono passati così
tanti anni da quando ho aperto il Railway Arms in questa città
sporca ed arrabbiata che risponde al nome di Manchester: non saprei
dire con precisione quanto tempo è passato, a volte mi sembrano
quasi secoli, è tutto abbastanza confuso nella mia mente.
In tutti questi giorni passati
dietro il bancone del mio pub, credetemi, ne ho viste di persone:
c'è sempre l'uomo di mezza età che ogni sera dopo il
lavoro viene da te e ordina uno scotch dopo l'altro per ingannare il
tempo ed evitare di rientrare a casa da una moglie arrabbiata e da dei
figli che non lo rispettano, lo stesso che guarda con un pizzico di
invidia i ragazzi seduti al tavolo accanto alla porta che, birre in
mano, ridono e discutono a voce alta dell'ultima partita del City. A
volte ci si trova davanti qualcuno che è appena arrivato in
città e viene da te perché ha bisogno di qualcosa di
forte per superare lo shock di essersi appena ritrovato in una sorta di
discarica a cielo aperto. Spesso si tratta di un commesso viaggiatore
che è venuto in città con la speranza di concludere
qualche buon affare e che, immancabilmente, se ne tornerà a casa
a mani vuote e probabilmente senza portafoglio, che qualche delinquente
avrà ben pensato di rubargli mentre lui barcolla sbronzo in un
vicolo stretto e maleodorante. Forse a portargli via fino all'ultimo pence
sarà proprio uno dei tizi poco raccomandabili che occupano uno
dei tavoli più appartati del locale e da quasi due ore non fanno
che parlottare in modo concitato, lanciando di tanto in tanto qualche
occhiataccia agli altri avventori.
I miei clienti preferiti, però, sono senza alcun dubbio gli
agenti di polizia della vicina centrale. Ogni sera, quando
finiscono il loro turno, puntuali come tanti orologi svizzeri si
riversano nel mio pub ed allora non c'è quasi più spazio
per nessun altro: detective e poliziotti in uniforme prendono posto
davanti al bancone e ai tavoli, intenzionati a non andare via
finché non avranno bevuto fino all'ultima goccia di alcool del
locale. Mi piace davvero tanto parlare con loro e ascoltare le loro
storie: ci sono sere più belle e spensierate di altre, quando la
squadra al completo festeggia il buon esito di qualche operazione
– una rapina sventata, l'arresto di qualche grosso delinquente
–, altre volte, invece, c'è ben poco per cui gioire
– la morte di un bambino che non si è riusciti in alcun
modo a salvare, la scarcerazione di qualche pericoloso bastardo che se
l'è cavata per un maledetto cavillo, il dolore e la rabbia per
un collega caduto in servizio – ma anche in questi momenti bui
loro rimangono comunque tutti insieme, seduti a un tavolo a bere in
silenzio una pinta di birra.
Non dovrei dirlo, ma fra tutti gli agenti di polizia della stazione di Stepford
House c’è un gruppo al quale sono più affezionato
che agli altri: si tratta della squadra sgangherata di detective
guidata dall'Ispettore Capo Gene Hunt. Sì, loro sono senza
dubbio i clienti che prediligo perché si può imparare
così tanto da loro, sia quando, euforici, festeggiano come dei
selvaggi fino a quasi distruggermi il locale, che quando se ne restano
seduti, gli occhi fissi nel bicchiere davanti a loro e il petto colmo
di un'angoscia inspiegabile ed indicibile.
Col passare del tempo ho imparato
ad apprezzare e a conoscere ognuno di loro e credo proprio che
rimarrebbero sorpresi delle cose che so, alcune delle quali ignote
persino a loro stessi.
So perfettamente qual è il loro “veleno” preferito:
una pinta di birra amara per Hunt e il suo fedele sergente Carling, una
lager per Chris Skelton, un Porto con limone per Phillys, un bicchiere
di vino rosso per la neo detective Cartwright e per Sam Tyler –
anche se lui preferirebbe una Diet Coke, bibita che io faccio finta di
non conoscere – .
Non è questo che intendo,
però: qualsiasi barman con un minimo di cervello e di senso per
gli affari conosce a perfezione i gusti dei suoi clienti abituali e
riesce sempre a mettere insieme quattro parole per tirarli su di morale
quando siedono davanti a lui, sconsolati! Io so meglio di chiunque
altro – persino dei diretti interessati
– cosa inquieta il loro animo in quelle sere nelle quali vedono
tutto scuro, senza una via d’uscita, e attribuiscono la causa del
loro malumore ad una brutta, dura giornata di lavoro; è mio
compito rassicurarli quando i loro sguardi confusi e delusi incontrano
il mio. In queste occasioni rivolgo loro il mio miglior sorriso e
lascio che facciano la conoscenza dell' altro Nelson,
quello che con il suo accento strano e le frasi dai molteplici
significati li esorta a tenere duro e a tirare fuori il meglio da ogni
situazione, fino a quando arriverà per loro il momento in cui
tutto sarà finalmente chiaro e ogni cosa avrà senso.
Quando ciò accadrà io sarò con loro, pronto a
guidarli e ad accoglierli con una pacca sulle spalle ed un barile di
birra appena spillato, ma per adesso lascio che camminino per le strade
di questo mondo, che vivano le loro vite: un uomo che ostenta una
spavalderia che non sente davvero sua, angosciato dal desiderio di fare
bene il suo lavoro e di compiacere suo padre al punto di morirne; un
giovane agente un po' ottuso ma dal cuore d'oro, pronto a gettarsi
davanti ad una pallottola pur di obbedire ad un capo del quale si fida
ciecamente; una ragazza piena di entusiasmo e di curiosità che
finirà col rivivere il momento in cui la follia del padre
dell'uomo che ama l'ha strappata alla vita; un detective costantemente
impegnato a lottare per ritornare a casa, in un lontano futuro, che
deciderà infine di fare un salto di fede e tornare nell'unico
posto a cui sente davvero di appartenere; senza dimenticare l'ispettore
capo pieno di sé, abile conoscitore del mondo che lo circonda e
dei suoi uomini, morto solo come un cane prima di poter diventare
davvero uomo.
Eh sì, fratelli miei, il lavoro del barman non è affatto facile...
N/A:
Ed eccomi qui, mi sono fatta coraggio e ho deciso di postare la prima
oneshot di questa raccolta ispirata sia a Life on Mars che a Ashes to
Ashes. L'idea mi è venuta guardando per l'ennesima volta la
prima serie di LOM e riflettendo sul personaggio di Nelson: la fic si
è praticamente scritta da sola, ma ultimamente ho ancora meno
fiducia nelle mie capacità scrittorie rispetto al solito e
così l'ho lasciata sonnecchiare nel mio hard disk per un paio di
mesetti... ed ora eccola qua! Forse ho esagerato un pochino con
l'angst, ma con questo fandom è fin troppo facile!
Una piccolissima precisazione: i
due geniacci della Monastic non hanno mai chiarito le modalità
della morte di Annie, ma da alcuni hints presenti lungo tutto il corso
della prima stagione ho tratto il mio headcanon secondo il quale la
donna vestita di rosso alla quale Vic Tyler fa del male sia proprio
Annie, e che solo l'intervento di Sam che segue il padre nel bosco
ha fatto in modo che lei non sia morta di nuovo per mano di Vic
anche nel Geneverse.
La raccolta è costituita da
questa fic - che è un crossover fra LOM e A2A con una netta
predominanza dei temi di Life on Mars - e da un'altra storia, sempre
dal POV di Nelson, che invece si incentra maggiormente sulle
tematiche di Ashes to Ashes, focalizzandosi in particolare su quanto
accaduto nel finale della series 3 e sulle mie speculazioni su quello
che potrebbe essere accaduto in seguito.
Dedico questa fanfic e l'intera raccolta alle mie due muse ispiratrici: Ayame_B e Nykyo, vi voglio tanto bene, me luvs! ♥
Bene, vi ringrazio per aver letto fin quaggiù e spero di non avervi annoiato troppo!
Bisous,
~reilin
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