You're not alone

di The Edge
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«Bruce?»
L’interpellato alzò gli occhi dal giornale e si rivolse al suo interlocutore «Sì?»
Steve strinse le labbra e si sedette accanto a lui «Tutto a posto?»
«Sì, c’è qualcosa che ti fa pensare il contrario?» domandò in tono stanco Bruce mentre voltava la pagina del giornale senza interesse.
«Mi sembri… vuoto, ecco. Come una carta da pacchi senza il suo contenuto.» parlò velocemente Van Zandt evitando accuratamente di guardarlo.
Bruce chiuse gli occhi, un groppo alla gola gli rese la voce flebile «Mi manca Clarence. Sono… depresso, non riesco a capacitarmi di questa cosa. È come se fosse morta una parte di me stesso. Sono rimasto a metà, non c’è più nessuno che mi renda completo.»
La voce di Bruce era colma di angoscia e dolore, le lacrime avevano cominciato a solcargli il viso e a scorrergli copiosamente lungo le guance.
Steve gli posò una mano sul braccio e lo strinse, rimasero in silenzio per un paio di secondi, dopo i quali Bruce scoppiò a piangere senza ritegno.
Van Zandt sospirò e lo attirò a sé per passargli un braccio attorno alla schiena «Ricordati che non sei da solo, sappilo. Ci sono io, c’è Patti e c’è la E – Street Band…»
«Ma non c’è Clarence.» obbiettò debolmente Springsteen.
Steve sospirò e chiuse gli occhi «Lo so, ma non devi demoralizzarti. Clarence manca tantissimo anche a noi, e conoscendolo ti prenderebbe a schiaffi e ti direbbe che piangere è da femminucce.»
Bruce abbozzò una risata tra le lacrime e annuì «E poi sarebbe capacissimo di consolarmi.»
«Esatto. Era così il nostro amico. Ehi Bruce…» Steve fece un profondo sospiro e dichiarò «Non sei solo. Ricordatelo.»




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