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Piani
dalla A alla D per sedurre Edward Cullen
Dedicata ad
Iside5, _BellaBlack_ e Locke,
che tanto hanno voluto qualcosa
che non riguardasse l’abbandono di Edward.
Non credevo che sarei
mai giunta a questi livelli.
Ci trovavamo in una
situazione assurda, ma non per colpa mia.
Tutto questo era
iniziato per colpa di Edward e dai limiti che aveva posto.
Mancava una maledetta
settimana al mio matrimonio, avrei potuto aspettare ma… NO!
Era ora di agire; avrei
smosso Edward dalle sue idee. Ero stufa, lo volevo e basta!
Piano A: Comportarmi
come una stupida oca.
***
Charlie era appena
uscito di casa quando intravidi dalla finestra la sua Volvo metallizzata.
Con velocità assurda
andai ad aprire la porta. Naturalmente era già lì. La sua straordinaria bellezza
mi travolse, lasciandomi stordita. Cercai di riprendermi velocemente: Dovevo
agire.
-Ciao Edward!-
Starnazzai con una voce squittente, per nulla simile alla mia.
Mi rivolse uno sguardo
confuso, ma non disse nulla. Intrecciò le sue lunghe dita bianche alle mie,
stringendole dolcemente, per poi sollevare le nostre mani intrecciate ed
accarezzarmi una guancia. Come sempre.
Ma ero restia dal
comportarmi normalmente, oggi. Quindi sbattei velocemente le ciglia, facendogli
in seguito un occhiolino. Lo tirai verso di me – naturalmente anche lui
collaborò, da sola non ce l’avrei mai fatta – e mi accanii voracemente verso le
sue labbra. Stranamente mi lasciò fare. Forse desiderava anche lui ciò che stavo
cercando di estrargli con la forza? Staccandomi sorrisi contro le sue
labbra, per poi attaccarle nuovamente con maggiore interesse, famelica.
Ecco, avevo cantato
vittoria troppo presto. Mi allontanò da se frettolosamente, cercando di non
essere brusco. In questo caso, solitamente, avrei pronunciato un ‘’uffa’’.
Ma dovevo assomigliare ad una stupida oca, non a una ragazza capricciosa. Perciò
forzai un risolino stupido.
Alzai lo sguardo per
incontrare i suoi occhi che mi guardavano affamati ed arrabbiati.
Cercai di trattenermi
dal deglutire, vederlo così, così vampiro, era sempre un tuffo al cuore.
Fortunatamente ci riuscì.
-Bella…- Stava cercando
di trattenere un tono furente, lo capivo bene. Mi stava rimproverando.
-Non mi scuserò per
averti baciato- accompagnai queste parole dall’ennesimo risolino.
Mi guardò male. Il
piano A non funzionava.
***
Fallito miseramente il
piano A, non mi restava che tentare il piano B: fare l’indifferente.
Insomma, se il piano A
non aveva funzionato, perché non provare con l’esatto inverso?
Così il giorno dopo,
quando Charlie uscì e la sua macchina comparve nel vialetto, andai ad aprire la
porta con un passo esasperatamente lento. Aprendogli non mi soffermai molto sul
suo viso, avrebbe potuto rovinare tutto.
La bellezza di Edward
era sempre un punto di svantaggio in questa competizione alla vittoria.
-Ciao- mormorai con
voce annoiata, fiacca. Cercavo di risultare veramente infastidita, ma non ero
mai stata una brava attrice. Il solo fatto che un angelo si degnasse di venire a
suonare alla mia porta, di voler passare del tempo con me… Bhe, era
entusiasmante. Inoltre amavo trascorrere il mio tempo con quel vampiro dai
capelli bronzei, mai avrei potuto essere veramente annoiata dalla
sua presenza.
Eppure alzando gli
occhi sul suo viso, capì che ci aveva creduto. Tutti i tratti del suo viso
esprimevano sorpresa. Esultai tra me e me.
-Ciao…- mormorò a voce
bassa, cauto. Afferrò gentilmente una mia mano, per stringerla teneramente nelle
sue. Lo lasciai fare, ma poco dopo mi staccai.
-Andiamo a fare i
compiti, dai- dissi cercando di giustificare il mio gesto e la mia fretta.
Intrecciò le dita con
le mie, guidandomi verso il tavolo della cucina su cui erano già disposti i miei
compiti. Continuai a fare l’indifferente e, come per miracolo, riuscì a
trattenere i battiti -solitamente frenetici ad ogni suo tocco- del mio
cuore.
Giunti a destinazione
mi staccai freddamente, sedendomi su una sedia del tavolo.
Iniziai a fare i
compiti senza nemmeno una parola, mentre lui, dopo cinque minuti, aveva già
finito tutti quelli che gli erano stati assegnati.
Prese il giornale ed
iniziò a leggerlo. Non mi convinceva, cambiava pagina ogni dieci minuti, mentre
normalmente in quell’arco di tempo lo avrebbe già letto tutto.
Continuai a fare i
compiti lentamente, osservandolo talvolta con la coda dell’occhio.
-Hai bisogno di aiuto?-
Mi domandò cordialmente.
-No.- Risposi
seccamente, cercando di mostrare irritazione alla sua domanda.
-Bella?- Mi chiamò.
Voltai la testa in sua direzione, osservandolo mentre mi scrutava preoccupato.
-Che c’è?!- Non era una
vera e propria domanda la mia, ma una dimostrazione di fastidio.
Ci cascò.
-Sono… Preoccupato per
te- disse, incerto delle sue stesse parole.
-Non c’è nulla che non
va, nulla di cui preoccuparsi.- Fu la mia risposta secca.
-Tutto ciò che ti
riguarda è degno di preoccupazione, per me.- Gli sarei saltata al collo molto
volentieri,
ma sapevo che non
dovevo.
-Ah.- Banale, ma non
sapevo cosa rispondergli senza sembrare sdolcinata ed innamorata.
-Cosa succede, Bella?-
Domandò. Ormai la sua preoccupazione trapelava come un fiume in piena.
-Nulla.- Mi dispiaceva
creargli tutta quella sofferenza, ma il piano B doveva proseguire.
-Non è vero, lo sai.-
Mi rimproverò lui.
-Allora non crederci,
cosa vuoi che ti dica.- Risposi piccata al suo rimprovero.
Si alzò dalla sedia,
per poi avvicinarsi a lentezza umana alla mia.
Lo guardai preoccupata,
ma anche speranzosa. Che magari avesse capito cosa volevo?
Mi appoggiò le braccia
sulle spalle, dolcemente. La sua bocca raggiunse la mia gola, accarezzandola con
lievi ma seducenti baci. Rimasi immobile, cercando di continuare a fare l’indifferente.
Cambiò tattica: Una
delle sue braccia si avvolse intorno alla mia vita, mentre con l’altra portava
le mie mani a stringersi sul suo collo. Mi sollevò senza sforzo, donandomi
rifugio nelle sue braccia.
La sua bocca si posò
decisa sulla mia, regalandomi un bacio mozzafiato. Senza staccarsi dalle mie
labbra, si sedette sul divano con me in braccio.
Il mio viso s’illuminò:
stavo per avere ciò che volevo. Mi gettai con entusiasmo nel bacio, ma come al
solito mi ero illusa: si staccò poco dopo. Borbottai delle proteste poco chiare.
Lui mi sorrise
dolcemente.
-Ora me lo dici cosa ti
è preso oggi?- Chiese innocentemente.
Scattai come una molla,
balzando in piedi –fortunatamente senza inciampare-.
Ci ero cascata! Per
tutta la giornata misi il broncio, ma lui sorrideva.
Sapeva che qualunque
cosa mi fosse presa non era immune al suo stramaledetto fascino.
***
Era decisamente una
situazione critica. Quindi era il caso di usare un altro piano.
C: Assumere un’
atteggiamento malizioso.
Insomma, una
storpiatura del piano A!
Quando la macchina
della polizia scomparve dal vialetto, comparve immediatamente la sua Volvo.
Non lo aspettai in
casa, pronta ad aprirgli la porta, ma mi diressi correndo verso la sua macchina.
La pioggia mi aveva
ormai completamente inzuppata quando mi scontrai con il suo petto roccioso.
Con un movimento
fulmineo –che sorprese sia me che lui- avvicinai la mia bocca alla sua, per
immergermi in un bacio poco casto. Mi lasciò fare: probabilmente il 99,9% del
suo corpo era invaso da stupore e sorpresa. Con una mano avvicinai la sua testa
alla mia, mentre con l’altra giocherellavo con l’orlo dei suoi pantaloni. S’irrigidì,
ma ricambiò il bacio. In quel momento i ruoli s’invertirono:
ero io ad essere
sorpresa e stupita, adesso.
Dopo poco interruppe il
bacio per lasciarmi respirare. Mi prese tra le braccia di slancio,
portandomi dentro casa,
al caldo. Lo ringraziai mentalmente: il freddo mi stava gelando le ossa.
Quando mi fui
riscaldata sufficientemente assalì nuovamente le sue labbra, questa volta con un
risultato negativo. Si scanso lievemente, giustificandosi con un
‘’per oggi abbiamo
messo a repentaglio sufficientemente la tua vita ’’. Sempre la solita storia.
Sospirai rumorosamente
e misi il broncio: mon avevo ottenuto niente nemmeno questa volta.
***
Falliti i piani A, B e
C non mi toccava che provare con l’ultimo.
Il piano D, quello più
disperato, insensato e stupido: Chiederglielo.
Aspettai seduta sul
divano che Charlie uscisse ed Edward arrivasse. Ero molto più nervosa che nei
giorni precedenti. Tutto questo non aveva senso: Avevo provato a sedurlo, a
tentarlo… Addirittura ad ignorarlo! Ma niente. Come avrei potuto ottenere ciò
che volevo semplicemente chiedendoglielo?
Tre colpi alla porta
mi distrassero.
-Avanti-, il mio era
solo un sussurro, ma probabilmente lui l’aveva sentito senza alcun problema.
Mi raggiunse in salotto,
guardandomi preoccupato.
Non era mai successo
che non gli andassi incontro, estasiata dal rivedere il suo viso.
Gli feci cenno con la
mano di sedersi e lui mi accontentò, passandomi un braccio sulle spalle.
-C’è qualcosa che non
va?- mi domandò delicatamente.
-Sì- risposi,
inconsapevole di come glielo avrei detto.
-Posso aiutarti?-
sussurrò al mio orecchio.
-Sì- ancora monosillabi.
-Dimmi cosa posso fare
per te…- sulla sua espressione leggevo preoccupazione e voglia di aiutarmi.
Deglutì rumorosamente,
aumentando la sua preoccupazione.
-Edward… Ti voglio, non
riesco ad aspettare fino a dopo il matrimonio.- Ormai il gioco era fatto.
Mi concentrai a
guardarlo, mentre un turbine di emozioni gli scaturiva sul viso: rassegnazione,
inquietudine, sorpresa… Infine le sue labbra mi regalarono un sorriso
dolcissimo.
-È questo il motivo del
tuo comportamento strano in questi giorni?-
-Sì- sussurrai
debolmente.
-Mi vuoi così tanto da
cercare di sedurmi in tutti i modi possibili?-
-Sì- risposi mentre le
mie guance si tingevano di un rosso accesso.
-Bhe, in questo caso…
Credo proprio di poterti accontentare- al termine della frase ricomparve il suo
sorriso sghembo, mentre mi stendeva sotto di lui.
Sorrisi raggiante,
finalmente ero riuscita nell’intento.
Chi avrebbe mai detto
che chiederglielo sarebbe stata l’idea migliore…
Con questi pensieri mi
concessi a lui, felice e spensierata come non mai.
La mia prima
one – shot su Twilight.
Inoltre è la
prima storia che scrivo che non riguardi l’abbandono di Edward,
ma non sperate
che mi sia passata la fissazione, ritornerò presto! *Risata malvagia da folle*
La classifico
sotto demenziale per la tematica di cui tratta e giallo perché
accenna a rapporti sessuali.
È ambientata
dopo Eclipse come avrete capito. Passiamo alle dediche.
Oltre che a
Iside5, _BellaBlack_
e Locke
dedico questa fanfic anche a:
Soledinich:
Perché si è
ripromessa di leggere tutte le mie fanfic su Twilight ^.^
elyxyz:
Perché nonostante non legga la mia long fic (essendo incompleta) continua a
seguire le mie flash
Patience90
e
PenPen:
perché
le loro recensioni sono sempre presenti.
Il solito
minutino di
ATTENZIONE,
per
favore:
Il prossimo e
terzo capitolo di My Immortal Life – Mia vita immortale { Chicago 1918 – Forks
2005 }
arriverà entro
breve; sto provando ad allungarlo il più possibile senza rovinarne l’intensità.
Probabilmente
stasera alle 19.00
Cercherò
comunque di concentrarmi anche su storie di Twilight ed Eclipse,
ma non sperateci troppo :P
Ora…
Commentino? ^_^
P.s. Vi chiedo di
sorvolare sul fatto che Edward nel finale di Eclipse abbia cercato di sedurre
Bella per accontentarla.
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