PROLOGO
“Padre,
perché la mamma non è qui con noi?”
“Vedi,
figlia mia, non sempre abbiamo ciò
che vogliamo. Nemmeno se questa fosse una cosa semplice, elementare,
necessaria. Per ora ti basta sapere che tua madre era un grande leader,
dotata
di grande forza e determinazione. In battaglia le brillavano gli occhi.
E ogni
volta che ti guardo, piccola mia, vedo lei. Quando crescerai,
capirai.”
Mi sorrise.
Il sorriso
di mio padre è talmente raro che quel ricordo è
più prezioso dell’oro. Allora
avevo solo otto anni e mia madre mi mancava. Tantissimo.
CAPITOLO 1
La luna era mangiata per
metà quella sera mentre illuminava
la vasta valle dell’Est, dominata dal clan dei Lupi Bruni di
Akeshi. La notte
era tranquilla, quasi tutti i demoni quella sera avevano deciso di
stare al
loro posto e non creare guai, così Hitomi decise di
prendersi una piccola pausa
dal suo giro di ronda. Con un agile balzo salì sulla quercia
secolare che
troneggiava sul lato Ovest della valle e si sedette su uno dei possenti
rami,
ringraziando lo spirito dell’albero per la sua
ospitalità. Lei e la Quercia avevano un
rapporto speciale, si rispettavano e si proteggevano a vicenda,
vegliando
insieme sulla valle dei Lupi.
Sebbene la serata sembrasse
tranquilla, la giovane demone
non si sentiva del tutto a proprio agio. Erano diverse notti, ormai,
che orde
demoniache invadevano il territorio del suo clan senza un apparente
motivo,
come se stessero scappando da qualcosa. Hitomi ne ignorava le cause e
non le
importava granché, visto che i demoni che attraversavano il
confine erano
piuttosto deboli e abbatterli non le costava molta fatica. Doveva solo
tenerli
d’occhio e impedire che facessero troppi danni nelle terre
dei Lupi. Sbuffava
infastidita da quel compito assurdo e privo di senso che le avevano
affidato.
Si chiedeva perché non la facessero scendere direttamente
sul campo di
battaglia quando c’erano dei VERI pericoli. Tuttavia, mentre
riposava
appoggiata al tronco della sua amata Quercia, teneva muscoli e nervi in
tensione, pronta per attaccare. Era lì a tenere
d’occhio il confine grazie ai
suoi sensi particolarmente sviluppati. Infatti, nonostante la sua
giovane età,
era il demone del clan con le capacità sensoriali
più potenti in assoluto,
grazie anche al fatto che possedeva le orecchie e la coda di un vero
lupo.
Hitomi era la primogenita di Akeshi, il capoclan, e suo padre le aveva
detto
che aveva ereditato queste caratteristiche dalla madre, un daiyokai
lupo. Ma
ciò che rendeva Hitomi così speciale,
così diversa da tutti gli altri Lupi Bruni,
erano gli occhi. ‘Paragonabili alla luna, per il loro
splendore, e al ghiaccio
per la spietatezza che celavano’, le diceva sempre suo padre,
tanto che tra i
clan era conosciuta come Hitomi, la
portatrice degli occhi della luna. Tutto questo metteva
innervosiva la
giovane lupa, perché tutti erano un po’ diffidenti
e timorosi nei suoi
confronti. Un Lupo Bruno con gli occhi grigi? Per di più
figlia di una degli
daiyokai più potenti mai esistiti? Un demone così
poteva vuol dire solo due
cose: grossi vantaggi o grossi problemi per tutto il clan. Hitomi
soffriva di
questo, ma non lo faceva mai trasparire e reagiva con freddezza e
indifferenza
a tutti i membri del suo stesso clan. Ma la cosa che le faceva
più male era la
mancanza di sua madre. Aveva ben pochi ricordi di lei e suo padre non
le aveva
mai rivelato il perché della sua scomparsa. Tutto questo
fino ad un anno prima.
Akeshi le raccontò che sua madre era stata uccisa in
battaglia da un daiyokai
cane che le teneva testa come nessun’altro era mai riuscito a
fare. Ma il
capoclan non le rivelò mai il nome del demone che uccise sua
madre, perché
sapeva che la figlia lo avrebbe cercato fino alla disperazione,
mettendo a
rischio la sua vita e trascurando il clan.
‘Lo troverò..quel
maledetto, lo troverò!!’
Hitomi strinse i pugni e
digrignò i denti per la rabbia che
le ribolliva in corpo, quando ad un tratto il suo orecchio destro
captò un
rumore strano proveniente dal confine Ovest, vicino alle Alte Montagne
degli
Spiriti.
‘Una battaglia tra
demoni..’ disse tra sé e sé cercando di
interpretare la battaglia attraverso i
rumori che riusciva a sentire. All’improvviso vi fu
l’esplosione di una delle
due aure demoniache in movimento, che letteralmente cancellò
quella
dell’avversario. Decise che era ora di controllare cosa
diavolo stesse
succedendo nel suo territorio. Si alzò in piedi sul ramo
della Quercia
brandendo Masakari, l’ascia da combattimento simbolo del suo
clan,ereditata dal
padre. La pelliccia che indossava, umida di rugiada, brillava alla luce
della luna,
che ormai splendeva alta nel cielo. Con un balzo scese
dall’albero e scattò con
agilità verso dove si era appena conclusa quella strana
battaglia. I suoi
selvaggi e lunghi capelli dorati ondeggiavano seguendo i suoi
movimenti, mentre
i piedi scalzi sembravano farla volare silenziosamente sopra il
sottobosco.
Quando con lo sguardo scorse le Montagne, un odore nauseabondo le
invase le
narici, costringendola per un attimo a chiudere gli occhi e a coprirsi
il naso
con il braccio nudo.
‘Ma che diavolo..?’
un bruttissimo presentimento si fece largo dentro la sua testa. Da dove
proveniva quello strano odore? Era sicura, non lo aveva mai sentito da
nessuna
parte prima d’ora. Cos’era entrato nel suo
territorio?
Digrignò i denti e
sfoderò gli artigli, stringendo
l’impugnatura di Masakari ancora più forte. Quella
notte avrebbe portato solo
guai, lo sentiva.
Ciao a tutti! ^^
È la mia
prima FF su Sesshomaru, anche se in questo capitolo
Non compare ancora
il nostro principe dei demoni XD
Spero di avervi
incuriosito,
a presto ^^
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