PRIGIONIERA DI
UNA
ROSA, UNA ROSA BIANCA
Prigioniera, prigioniera di uno
spettro; uno spettro
evocato per maledire il bene che ho fatto.
Uno spettro che porta il nome di
Durza, molte torture mi
sono state inflitte; torture che non avranno mai fine, ma la peggiore
di tutte
è questa rosa; questa rosa bianca.
Questo fiore, diverso da quelli
della sua specie; si dice
che ogni colore abbia un significato, mi viene spontaneo chiedermi
quale
significato ha il bianco.
Un bianco che ho tinto del rosso
del sangue versato, in
nome della libertà, della guerra.
Sono prigioniera di uno spettro
fatto di limiti e sentimenti
soppressi; è la mia razza a sopprimere i sentimenti,
ritenendoli umani, usando
la parola umanità come dispregiativo; disprezzando in un
velato pudore gli
umani.
Sono gli umani però,
guidati dai loro sentimenti a
prendere le armi contro il tiranno, mentre noi ce ne restiamo rintanati
nella
foresta.
Per la prima volta desidero la
libertà, per la prima
volta lascio spazio ai miei sentimenti e lascio scivolare un'unica
lacrima
sulla mia guancia, arrivata al mento, quell’unica prova del
mio sentimento cade
sul petalo bianco e cosi noto la sua trasparenza; non sembra togliere
niente a
quella rosa.
Pensavo che se avessi toccato quel
fiore il suo colore
sarebbe mutato, nel rosso del sangue, vivido e ancora pulsante, che
scorre fuori
dalle vene da tutti coloro che hanno affrontato la mia spada, tutti
coloro che
amavo e sono morti; poi dal rosso acceso a uno più scuro,
secco; il secco della
morte, quasi arido.
Ma quando la mia lacrima ha
toccato quel fiore ho capito
che per quanti peccati io abbia commesso la purezza di quel fiore non
muterà
con la mia presenza.
In questo momento, anche essendo
prigioniera non mi sono
mai sentita così libera; libera di non dover avere sulle
spalle un compito che
può salvare molte vite e per un attimo spero che Durza mi
uccida, mi lasci in
quel nulla eterno; nella pace più assoluta.
Nota
dell’autrice:
spero di aver descritto bene i sentimenti quasi assenti (o ben
nascosti) di
Arya, in un momento così importante in cui lei prende
coscienza di se stessa.
Ciao, Chiara!
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