Capitolo II - Passato e futuro
non sono poi così lontani
Gli stolti che avevano creduto di uscire vincitori dall'impresa di
uccidere Sawada conobbero la disfatta più totale.
La pura Fiamma color arancio si sollevò in un concerto di
sfrigolii e ruggiti strozzati, quasi fosse impaziente di compiere il
suo dovere, poi guizzò, seguendo le istruzioni di un ordine
silenzioso. Si gettò sui suoi bersagli come un leone
affamato, colpendole tutte nello stesso momento, tramutando la piazza
antistante il tempio in una bolla di riflessi gialli, arancio e rossi.
In una manciata di istanti, gli uomini della Famiglia Corallo furono
travolti dalle Fiamme del Cielo, che distrussero ogni arma,
serpeggiando tra di loro come una violenta onda marina, e li spazzarono
letteralmente via senza però mietere alcuna vittima al loro
passaggio.
I membri della Famiglia Vongola, invece, osservarono tutto con un misto
di timore e meraviglia. Il Boss si era limitato a compiere un movimento
delle mani e le Fiamme erano scattate in avanti come cani da caccia
alla ricerca della preda. Fissarono la sua schiena, trovandola grande e
forte e per alcuni, il timore iniziale mutò in orgoglio,
perché quella era la prova che Sawada Tsunayoshi era il vero
erede del titolo di Boss. Primo fra tutti, fu Smoking Bomb a sentirsi
fiero di essere il suo braccio destro.
Quando quel selvaggio ma controllato inferno si placò, lo
spiazzo era cosparso di uomini feriti e doloranti, che si stavano
pentendo fino alle lacrime di aver osato posare piede in Giappone e,
soprattutto, che avevano avuto l'ardire di mettersi contro i Vongola.
-Perché non li hai uccisi?- domandò Reborn,
affiancando l'allievo, che già aveva spento la Fiamma sulla
fronte e stava riponendo i guanti nelle tasche della giacca.
-Non è compito mio.- spiegò semplicemente.
-Immagino che tu abbia già avvertito quelli del CEDEF.-
Il bambino annuì, ghignando. -L'ho fatto venendo qui,
perché sapevo che sarebbe finita così in ogni
caso.-
-Mi conosci troppo bene.- ammise il castano, per poi girarsi a guardare
la versione giovane della sua Famiglia e venire travolto dal Guardiano
del Fulmine, che gli saltò tra le braccia.
-Tsuna!- urlò piangendo. -Lambo-san voleva aiutarti!-
continuò, zittendosi l'attimo dopo quando avvertì
una carezza sul capo.
-Lo so Lambo, e hai fatto un ottimo lavoro.- disse Tsunayoshi,
donandogli un'occhiata soddisfatta.
-Davvero?- chiese il bambino, dubbioso.
-Certamente.-
-Lambo-san è il migliore!- esclamò felice
l'altro, stringendosi alla giacca dell'uomo. -E sono stato
più bravo di Stupidera!- affermò poi, voltandosi
verso la Tempesta per fargli una linguaccia, che gli ringhiò
contro.
-Dannata Scemucca!-
-Calma Hayato, calma.- rise Sawada. -Mi mancano un po' questi vostri
discorsi, infatti quando il vostro Lambo finisce da noi ne approfitto
sempre, se posso. Peccato che duri così poco.-
-A proposito.- intervenne l'Arcobaleno. -I cinque minuti sono
già passati, perché tu sei ancora qui?-
La risata lievemente isterica di Yamamoto anticipò la
risposta. -Credo che ci sia un problema…- esordì,
mostrando il Bazooka dei Dieci Anni che teneva tra le braccia, ancora
fumante e, soprattutto, crepato in diversi punti lungo la canna. -Temo
che si sia rotto…-
-Cosa?!- esplose Gokudera. -E che ne sarà del Decimo?!-
-Hayato rilassati.- asserì il venticinquenne. -Ti assicuro
che non accadrà nulla di male al vostro Tsuna. Quando ci
siamo scambiati ero nel mio studio insieme al te stesso futuro, quindi
non c'è assolutamente nulla di cui preoccuparsi.-
-Tu lo sapevi che sarebbe successo, vero?- domandò Reborn,
puntando nuovamente gli occhi scuri sul castano, che in risposta gli
donò un semplice sorriso.
-Boss…- chiamò la Nebbia, affiancata dalle altre
due ragazze. -Ecco.- aggiunse, porgendogli il mantello.
-Grazie Chrome-chan.- rispose lui, lasciando che Lambo saltasse tra le
braccia di Haru, la quale lo stava fissando con occhi sgranati e
increduli, e riprendendo l'indumento per metterselo sulle spalle.
-Tu… sei davvero Tsuna-kun?- domandò Sasagawa,
studiando il ragazzo dalla testa ai piedi.
-Sono proprio io, Kyoko-chan.- assicurò con dolcezza,
dandole la prova di essere la stessa persona che stava sostituendo.
-Credo sia meglio andarcene da qui e trovare un posto dove parlare in
tutta tranquillità.- riprese, guardando le scale che
portavano al tempio che ora pullulavano di membri del CEDEF. -E
propongo di recarci a scuola, se non sbaglio oggi è
Domenica, quindi nessuno potrà disturbarci. Sempre che
Hibari-san sia d'accordo.- concluse per poi rivolgere un'occhiata
eloquente al Guardiano della Nuvola.
-Tsk. Se osi danneggiare la scuola o violarne il regolamento ti
morderò a morte, sappilo.- avvertì il moro,
riponendo i tonfa e avviandosi per contro proprio.
-Grazie Hibari-san, ci riuniremo nell'aula del Comitato Disciplinare.-
Kyoya si fermò immediatamente. -Cos'hai detto?-
-Che useremo l'aula del Comitato Disciplinare, ah, dimenticavo. Vorrei
che venissi anche tu, la questione di cui parleremo è
importante e sarà necessaria la presenza di tutti i
Guardiani.- spiegò, ignorando palesemente l'aura omicida che
la Nuvola aveva iniziato a emanare come un gas.
-Mi sembra di averti già detto di non darmi ordini.-
-Hibari.- s'intromise Reborn, attirando l'attenzione del ragazzo.
-Tsuna mi ha anticipato, ma sappi che se non fossi stato qui, ti sarei
venuto a chiamare io.-
Il giovane rimase in silenzio per qualche secondo, valutando le parole
del killer, dopodiché si girò senza dire nulla e
s'incamminò nuovamente. -Tsk. Verrò solamente
perché ci sarà il bambino.-
Quando si fu allontanato, sparendo oltre la scalinata del tempio,
Vongola Decimo sospirò. -È sempre difficile
trattare con lui, ma almeno da adulto sarà più
ragionevole.-
-Abbiamo perso fin troppo tempo, andiamo.- sentenziò
l’Arcobaleno poco dopo, saltando sulla spalla di Yamamoto.
Dopo quelle parole, il gruppo si mosse per lasciare il tempio di
Namimori con Tsuna nel mezzo, affiancato dal suo giovane braccio
destro, che si sforzava di non fissarlo per non essere maleducato.
Tuttavia, non riuscì a resistere molto e i suoi occhi verdi
di tanto in tanto schizzavano a studiare il profilo del venticinquenne
che con un sorriso e uno sguardo pieno di nostalgia, si guardava
attorno come se volesse far combaciare i propri ricordi con quanto
stava vedendo. Deglutì Gokudera, pensando alle mille e
più domande che avrebbe voluto porgli, ma che probabilmente
non avrebbero trovato risposta, a causa delle regole non scritte che
vigilavano sui viaggi nel tempo.
Anche il Guardiano del Sole si era ritrovato avvolto da una coltre di
curiosità, che era così pesante da farlo
camminare nel più completo silenzio al fianco del giocatore
di baseball, il quale da parte sua, si limitava a sorridere serafico
come al solito, guidando la muta comitiva. Alle spalle di Sawada e
Smoking Bomb, invece, stavano le tre ragazze e il piccolo Lambo, che
sonnecchiava tra le braccia di Miura. Il trio, esattamente come Hayato,
avrebbe voluto porre una cascata di quesiti, ma sapevano che quello non
era il momento adatto, quindi si limitavano a guardare la sua schiena
coperta dall'ampio mantello nero.
-Eccoci arrivati.- annunciò il Guardiano della Pioggia,
oltrepassando il cancello con nonchalance come se fosse un giorno
qualunque. -Hibari è stato così gentile da
aprirci.- proseguì ridendo allegro.
Al contrario, il Cielo si fermò un istante a osservare
l'edificio, lasciando che la sua mente s’immergesse
nell'oceano della memoria. Nonostante la sua reticenza iniziale
nell’accogliere il suo destino e i guai che aveva portato con
sé, gli mancavano quei giorni all’insegna di mille
avventure e imprevisti. Crescendo, tutto si era fatto più
complesso e quella vena di spensieratezza che l’aveva
accompagnato durante gli anni delle medie, era svanita quasi
completamente. Non rimpiangeva nessuna delle sue scelte e
già da tempo aveva imparato ad accettare i cambiamenti,
necessari o meno che fossero.
-Qualcosa non va Decimo?- indagò l'argenteo preoccupato.
-No, Hayato.- rassicurò, incrociandone le iridi verdi.
-È tutto a posto.- aggiunse, riprendendo a camminare verso
l'ingresso dell'edificio vuoto e a loro completa disposizione.
Salirono le scale e percorsero i corridoi in silenzio,
finché non giunsero all'aula che il Comitato Disciplinare
usava come ufficio, trovando il Presidente già accomodato
sul bordo della finestra.
-Era ora, erbivori.- disse Kyoya. -Muovetevi, altrimenti vi
morderò a morte.- minacciò, invitando caldamente
i nuovi arrivati a prendere posto sul divano e le due poltrone che si
trovavano nella stanza.
Nessuno, ovviamente, pensò neanche lontanamente di
avvicinarsi a quella posta dietro la scrivania, su cui però
saltò il killer, sedendosi sul bordo del ripiano con le
gambe accavallate. Infine, le ragazze si sedettero sul divano, sui
braccioli si accomodarono Yamamoto e Ryohei, mentre Tsunayoshi e
Gokudera occuparono le poltroncine.
In quel frangente, l’Arcobaleno osservò con
minuziosa attenzione il proprio allievo, esaminandone lo sguardo,
l’espressione e la postura, cogliendovi solamente
serietà e la maturità giuste. Soprattutto
nell’ultima trovò i segni di un corretto
insegnamento: elegante e composta, con le gambe accavallate e le
braccia appena incrociate posate sul grembo. Ghignò
divertito, domandandosi grazie a quale miracolo ImbranaTsuna fosse
diventato un simile uomo.
-E così, nonostante tutti i tuoi piagnistei, alla fine sei
diventato realmente il nuovo Boss. Oppure la tua presentazione di poco
fa serviva solamente per intimidire la Famiglia Corallo?-
esordì il tutor, senza abbandonare il proprio sorriso.
Sawada ridacchiò, incrociando lo sguardo scuro
dell’altro. -Nessuna bugia. Non posso dirvi da quanto, ma al
momento sono ufficialmente la guida della Famiglia.-
-E cosa ti ha portato ad accettare il ruolo?-
-Anche questo non posso dirlo, mi dispiace. Rischierei di modificare il
futuro da cui vengo.-
-Lo immaginavo, però una cosa sono certo che potrai
spiegarcela.- proseguì Reborn. -Come facevi a sapere che
saresti rimasto bloccato qui?-
-La risposta è più semplice di quello che pensi:
dieci anni fa, durante lo scontro con la Famiglia Corallo, sono stato
colpito dal Bazooka di Lambo e sono finito nel futuro, scambiandomi con
la mia controparte e restando nel suo tempo per un po’.
Proprio com’è accaduto al vostro Tsuna.-
spiegò, come se fosse la cosa più naturale del
mondo, lasciando interdetti alcuni dei presenti per qualche secondo.
-Mi ricordavo bene di quel giorno e mi aspettavo che sarebbe accaduto
anche a me di tornare nel passato.-
-Quindi era già tutto pronto.- intuì il bambino.
-Esatto. Per questo sono sicuro che il me stesso di questo tempo sta
bene e sono tranquillo.- asserì. -Hayato, invece,
è in ansia da settimane. Salta in piedi anche per uno
starnuto, credendo di vedermi sparire da un momento
all’altro.- raccontò, guardando
l’attuale Smoking Bomb, che arrossì per
l’imbarazzo.
-Gokudera non cambierà mai!- esclamò divertito
Yamamoto, ridendo ancora di più quando l’argenteo
s’indispettì minacciando di farlo esplodere.
-Su, adesso smettetela.- s’intromise il killer. -Abbiamo una
questione piuttosto urgente di cui parlare e immagino che tu sappia
tutto anche di questo, vero Tsuna?-
Il venticinquenne si fece serio all’improvviso, gettando la
preoccupazione in tutti i presenti, persino Hibari
s’incuriosì a quel cambiamento repentino.
-Indovinato. La lettera del Nono è solo il primo passo di un
percorso estremamente difficile.- disse enigmatico.
-La lettera del Nono?- ripeté Gokudera, facendo saltare lo
sguardo dal Decimo al suo insegnante. -Quale lettera?-
L’Arcobaleno sospirò. -Quella che è
arrivata questa mattina. È per leggerla che ci ho messo
tanto a raggiungervi mentre stavate combattendo con i Corallo.-
-E cosa dice?- chiese Yamamoto.
-A dire la verità, non è stato molto chiaro, anzi
il contrario.- riprese il bambino, prendendo la missiva da una tasca
interna della giacca. -Dice solamente di recarci in Italia tra dieci
giorni, io, Tsuna e i suoi Guardiani, perché è
venuto il momento che il sigillo venga sciolto.-
-Sigillo? Ma che significa?- domandò ancora
l’argenteo.
-Non ne ho idea Gokudera, ma-
-Posso spiegarvelo io.- s’intromise Sawada. -Perdonami se ti
ho interrotto, Reborn.- aggiunse, notando il sopracciglio inarcato al
di sotto del fedora nero. -L’unica persona oltre al Nono che
è a conoscenza dei fatti è mio padre, ma so che
non si trova in Giappone al momento, ho ragione?- proseguì,
ottenendo un rapido assenso. -Per cui, rimango solamente io. E intendo
proprio lo Tsunayoshi che avete davanti, perché neanche il
vostro sa nulla di questa storia, o meglio, non lo ricorda
perché tutto risale a quando era un bambino, durante una
visita del Nono.-
-E tu sai tutte queste cose perché ti sono state raccontate
quando sei tornato dallo scambio avvenuto con il Bazooka dei Dieci
Anni, giusto?-
-Proprio così, infatti sarete voi a ripetere la storia al
vostro Tsuna. Ho lasciato detto a chiunque nel mio tempo di non
proferire parola a riguardo, perché siete voi la sua
Famiglia, sarete voi ad aiutarlo quando il sigillo imposto dal Nono
sarà sciolto.- riferì grave, guardandoli uno per
uno.
-Ma perché il Nono avrebbe dovuto usare un sigillo su
Sawada?- rifletté il Guardiano del Sole
all’improvviso, attirando su di sé una serie di
sguardi increduli e stupefatti. -Mh? Che ho detto?-
Smoking Bomb lo stava fissando con occhi a dir poco sconvolti. -Testa a
prato… ha capito davvero? Al primo colpo?-
Il boxeur s’infervorò, arrossendo. -Oi testa di
polpo! Smettila all’estremo di trattarmi da idiota!-
-State calmi dai!- intervenne il Guardiano della Pioggia con una risata
delle sue, cercando di sedare gli animi. -Credo che Tsuna debba dirci
ancora parecchie cose. Sarebbe meglio ascoltarlo, no?-
Quelle parole ebbero il potere di zittire i due litiganti, che avevano
già sfoderato rispettivamente i pugni e i candelotti di
dinamite. Si guardarono in cagnesco ancora qualche secondo,
però, prima di riporre le armi e tornare seduti.
-Takeshi è sempre il migliore quando si tratta di calmare
quei due.- pensò il Cielo, guardando i tre ragazzi con un
piccolo sorriso. -Ryohei onii-san ha fatto la domanda giusta,
comunque.- riprese poi, recuperando l’attenzione di tutti.
-Il Nono sigillò la mia Fiamma dell’Ultimo
Desiderio per impedire che la usassi senza saperlo. Non so di preciso
cosa sia accaduto quella volta, ma mi spaventai e il Nono mi vide
avvolto dalla Fiamma, già intensa nonostante la mia
età, quindi per evitare che facessi del male a me stesso e a
chi mi stava intorno, ha ritenuto necessario impormi un sigillo.-
-È per questo che il Decimo ha sempre bisogno delle pillole
o dei proiettili di Reborn?- domandò Gokudera, ottenendo un
assenso. -Ma non le usava anche Basil le pillole? Ha anche lui un
sigillo?-
-È vero, all’inizio le usava anche lui, ma non ha
nessun sigillo.- rispose Tsunayoshi. -Se ci pensi, il Basil del futuro
non ne aveva bisogno. Semplicemente perché col tempo e
l’allenamento ha imparato a farne a meno, esattamente come
tutti voi.-
-A Tsuna però è capitato di richiamare la Fiamma
dell’Ultimo Desiderio senza l’aiuto delle pillole o
del proiettile!- contestò il Guardiano della Pioggia.
-Quindi lui il sigillo l’ha già oltrepassato!-
-Non sbagli Takeshi, ma pensaci, qual era il suo stato
d’animo in quei momenti?- replicò il Boss.
Il giocatore di baseball sgranò gli occhi, ripensando
all’ultima volta che era accaduto e rivedendo così
nella propria mente, la battaglia contro Byakuran, la morte di Yuni e
la conseguente furia dell’amico.
-Era arrabbiato…-
Il castano annuì. -Le emozioni di una certa
intensità possono aiutare la Fiamma dell’Ultimo
Desiderio a passare il sigillo, dandogli una spinta, diciamo
così, come quando Tsuna assume le pillole o viene colpito da
uno dei proiettili di Reborn.-
-Quindi questo sigillo è così estremamente forte
che Sawada da solo non può romperlo?!- urlò
stupito Sasagawa, attirandosi un’occhiataccia della Tempesta.
-Non è solo forte, ma con gli anni si è fatto
più saldo e si può dire che sia diventato parte
delle Fiamme stesse.-
-Ma…- intervenne Kyoko con voce preoccupata, stringendo il
bordo della gonna tra le dita. -Scioglierlo non farà del
male a Tsuna-kun?-
Il venticinquenne si lasciò andare a un sorriso amaro. -Non
è stato proprio come togliere una scheggia da un dito,
già…- rivelò con sincerità,
facendo sussultare la ragazza. -Perdona la franchezza Kyoko-chan,
l’ultima cosa che vorrei è spaventarti, ma almeno
voi dovete essere pronti in anticipo e parlo soprattutto per i
Guardiani.- chiarì, ricevendo un cenno d’assenso e
uno sguardo di gratitudine dalla giovane, poiché non voleva
più essere tagliata fuori da quel mondo.
-Il sigillo deve essere tolto per forza?- domandò Haru. -Non
può continuare a tenerlo?-
L’uomo scosse la testa. -È sconsigliabile. Il
corpo cresce e con lui anche le abilità, la potenza e la
forza, stessa cosa per le Fiamme. Pensa a cosa potrebbe accadere a una
pentola chiusa, se continuasse a essere riempita d’acqua. Per
Tsuna la Fiamma dell’Ultimo Desiderio diventerebbe seriamente
incontrollabile dal giorno alla notte e non si potrebbe tornare
indietro.- spiegò, trattenendo un brivido al pensiero di
ciò che sarebbe potuto capitare a lui stesso dieci anni
prima.
-Cosa accadrà a Tsuna?- chiese l’Arcobaleno,
spezzando il breve silenzio che era calato nella stanza. -Cosa gli
succederà quando il sigillo verrà rimosso?-
Vongola Decimo fissò per un istante il killer,
dopodiché posò lo sguardo sul tavolino che aveva
davanti senza vederlo realmente, perdendosi nei meandri della sua
memoria e ritrovandosi immerso nei ricordi di quel giorno che
l’aveva cambiato e sconvolto. Le sensazioni e i pensieri che
l’avevano travolto alla rimozione del sigillo tornarono a
galla come infidi rettili predatori, pronti ad attaccarlo di nuovo. Li
ricacciò indietro, chiudendo gli occhi e prendendo un ampio
respiro. Quelle cose facevano parte del suo passato, lui ce
l’aveva fatta, ma era certo che anche il se stesso di quel
tempo sarebbe riuscito a vincere quella nuova e difficile sfida.
-Decimo?- chiamò il Guardiano della Tempesta, mettendogli
una mano sul braccio e riportandolo alla realtà. -Sta bene?-
-Sì, Hayato. Scusate, mi capita spesso di perdermi nei miei
pensieri dimenticandomi del resto…-
-È davvero così terribile ciò che ci
aspetta? Parliamo sempre del nostro ImbranaTsuna?- domandò
ancora l’insegnante, scrutando con occhio critico il proprio
allievo.
-Nonostante le contromisure che prenderete in questi giorni, prima di
recarvi in Italia, Tsuna impazzirà.- svelò,
gettando un’ondata di panico e sconcerto generale.
-Impazzirà e non riuscirà a controllare la Fiamma
del Cielo, perciò quando arriverete alla Base, assicuratevi
della resistenza del posto… ah già, in
particolare il soffitto.-
-Impazzirà…?- balbettò Kyoko,
portandosi una mano alla bocca tremante. -Non ci riconoscerà
più…? O peggio?-
-Vi riconoscerà, ma è proprio questo il
problema…- disse, distogliendo lo sguardo da quello di
chiunque e puntandolo sul pavimento.
-Credo di aver capito…- intervenne Reborn. -Ma ne
riparleremo in seguito. Ora, hai accennato a delle contromisure,
momentanee mi pare di capire, in cosa consistono?-
-L’unica cosa che potrete fare prima della rimozione del
sigillo è abituare Tsuna a vivere costantemente con le
Fiamme dell’Ultimo Desiderio.- rispose, riacquistando la
lucidità.
-Cioè?-
-Dovrà abituarsi a fare anche le più piccole cose
con le Fiamme attive. Andare a scuola, mangiare, persino dormire.
Dovrà abituarsi a sentire le Fiamme scorrere ventiquattro
ore su ventiquattro.- spiegò. -Non è nulla di
diverso rispetto a ciò che fate voi Guardiani. Voi potete
richiamare le Fiamme senza problemi in qualsiasi momento,
perché non avete nulla che le blocca e ormai è un
gesto automatico.- proseguì di fronte alle occhiate
sconvolte della quasi totalità dei presenti. -Per Tsuna
è una cosa completamente differente, perché
finora lui ha usato le Fiamme dell’Ultimo Desiderio solo in
combattimento e con i guanti, infatti nei prossimi giorni
dovrà fare a meno anche di quelli e dell’Anello
dei Vongola.- aggiunse per poi riprendere rapidamente. -A proposito,
assicuratevi che il giorno della rimozione non lo abbia al dito,
né quello di Natsu. Rischiereste di trovarvi ad affrontare
una creatura piuttosto simile a quella che è uscita la prima
volta dalla Vongola Box.-
Al ricordo, Yamamoto, Gokudera e Ryohei tremarono e deglutirono.
-Affrontare hai detto?- s’intromise Kyoya, scoprendosi
particolarmente interessato a quella parte del discorso.
-Sì.-
-Dovremo affrontare l’erbivoro?- domandò poi,
ghignando per l’eccitazione che crebbe ulteriormente quando
ottenne un segno affermativo. -La cosa inizia a piacermi.-
-Cosa?!- esplose la Tempesta, scattando in piedi e fissando il
venticinquenne come se avesse appena urlato la più sacrilega
delle bestemmie. -Noi… dovremo… io
dovrò combattere contro il Decimo?!-
-Hayato…- sospirò Tsunayoshi, sentendosi
improvvisamente stanco. -So che la cosa non ti piace, credimi nemmeno
all’altro te e nemmeno a me quando me l’hanno detto
è piaciuta, ma non c’è altra soluzione.-
-No! Mi rifiuto! Deve esserci un altro modo! È- grido
l’argenteo, interrompendosi e zittendosi l’attimo
seguente.
-Hayato.- pronunciò con spietata freddezza il castano,
guardandolo di traverso con le iridi arancioni ridotte quasi a due
fessure, mentre la Fiamma del Cielo bruciava sulla sua fronte. -Sei un
ragazzo intelligente, perciò siediti e ragiona. Adesso.-
Finalmente a tutti i presenti fu chiara e lampante l’abissale
differenza che stava tra il loro Sawada Tsunayoshi e quello che
arrivava dal futuro. Che fosse più potente, più
abile, l’avevano già capito durante lo scontro con
la Famiglia Corallo, ma solo ora videro cosa si celava dietro la
tranquillità e la dolcezza che vedevano sempre in quegli
occhi: distacco e severità. Persino in Hyper-mode il loro
Tsuna manteneva intatto il calore del loro legame e mai si era permesso
di rimproverare qualcuno dei suoi amici. L’uomo che avevano
davanti, invece, in un attimo aveva stabilito un’incredibile
distanza, quella che tipicamente vigeva tra dipendente e superiore,
cosa che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di vedere.
Addirittura Reborn rimase impressionato da quella presa di posizione e
mutò il proprio pensiero, chiedendosi quale catastrofe, al
contrario di un miracolo, avesse cambiato così tanto il suo
ImbranaTsuna. Sentiva, però, di essere già a
conoscenza della risposta.
Deglutendo a vuoto, Gokudera chinò profondamente il capo in
avanti, stringendo gli occhi e serrando i pugni. -Mi dispiace, Decimo.
Non era mia intenzione…- s’interruppe, non sapendo
realmente cosa dire per scusarsi.
-Lo so Hayato.- replicò il castano con inaspettata calma e
gentilezza, spegnendo la Fiamma del Cielo. -Il problema con te
è che mi sei troppo affezionato… ora, per favore,
torna a sederti e pensa bene a quello che ho detto.-
Smoking Bomb annuì e quasi si gettò nella
poltrona, desiderando per un istante di sprofondarci dentro e sparire.
Non solo aveva fatto una pessima figura come braccio destro, ma aveva
provocato la rabbia del suo Boss che aveva dovuto riprenderlo.
-Gokudera, smettila di piangerti addosso e fai come ha detto Tsuna,
ragiona!- esclamò l’Arcobaleno, attirando le iridi
verdi del ragazzo su di sé, che subito dopo si fece serio e
si mise a riflettere.
-Scusate…- s’intromise Yamamoto. -Quando Tsuna ha
liberato la sua Box Arma la prima volta e ci siamo accorti che era un
mostro, solo il Delfino di Pioggia di Basil era riuscito a domarlo e a
rimandarlo nella sua Box, non si potrebbe fare la stessa cosa?-
-No che non si può, idiota del baseball!- esclamò
il Guardiano della Tempesta. -Non dobbiamo rinchiudere
un’altra volta la Fiamma del Decimo, dobbiamo solo
trattenerla finché il Decimo stesso non si sarà
abituato e non riuscirà a controllarla.-
proseguì, capendo infine cosa dovevano fare, e il cenno
affermativo del venticinquenne, per un momento, lo riempì di
gioia e orgoglio.
-…solo?- ridacchiò isterico il moro. -La fai un
po’ semplice neh, Gokudera…-
-Però è l’unica cosa che potete fare.-
tagliò corto il killer. -Ehi, Tsuna, quanto è
durata?-
-Sapevo che prima o poi me l’avresti chiesto… ma
la verità è che non lo so.- ammise con un sospiro.
-Com’è possibile?-
-Di quel giorno ho dei ricordi molto confusi, per un po’
credo anche di essermi dimenticato dove fossi. La Fiamma
dell’Ultimo Desiderio era… semplicemente troppa e
ne sono stato travolto. Quando è finita, ho perso i sensi
subito dopo e al mio risveglio mi hanno detto che era passata una
settimana. Ho provato a chiedere, ma non hanno mai voluto rispondermi,
forse per non farmi sentire in colpa.- asserì, socchiudendo
le palpebre e cercando di non cadere nuovamente nella spirale dei
ricordi, sempre lì pronta a prenderlo per trascinarlo via.
-Scusi Decimo, avrei una domanda.- disse Gokudera.
-Dimmi pure Hayato.-
-Ma anche la Scemucca dovrà partecipare a questa cosa?-
chiese, indicando il piccolo Lambo, profondamente addormentato tra le
braccia di Haru.
-Dato che è un Guardiano dovrà esserci. Anche il
Fulmine è uno degli elementi che compongono il Cielo, che a
sua volta li racchiude in sé, avvolgendoli, non
dimenticarlo.- replicò Tsunayoshi con un piccolo sorriso.
-Oi Tsuna, devi dirci altro a riguardo?- domandò poi
Yamamoto con aria tranquilla.
Il castano scosse il capo. -No, vi ho detto tutto quello che potevo,
solo un’ultima raccomandazione: state vicini al me stesso di
questo tempo quando tornerà e gli racconterete tutto, visto
che è ancora parecchio restio a voler ricoprire il ruolo di
Decimo Boss.-
-Tutto questo non ci aiuterà di certo a convincerlo.-
sbuffò Reborn, evidenziando tutto il suo disappunto. -Tu per
quanto tempo resterai con noi?-
-Tre giorni, il tempo che ci impiegheranno Spanner e Shoichi-san a
riparare il Bazooka di Lambo. Giannini sarà…
ecco, molto diverso da come lo conosco io ancora per qualche anno.-
disse l’uomo con una nota divertita.
-Perfetto. Mi occuperò personalmente di portare il Bazooka a
quei due.- annuì l’Arcobaleno. -Ci resta solo un
problema da risolvere.-
-Quale?- chiesero in coro i tre Guardiani, insieme a Kyoko e Haru.
-Dove tenere Tsuna in questi tre giorni. Non possiamo mandarlo a casa
sua, nemmeno da Yamamoto, Haru o casa Sasagawa, visto che lo conoscono.-
-Io l’erbivoro non lo ospito.- puntualizzò la
Nuvola, avviandosi verso l’uscita della stanza.
-Spero almeno che coprirai la sua assenza qui a scuola.-
pronunciò il killer, ritenendosi soddisfatto quando
udì uno “tsk” provenire dal Presidente
della Commissione Disciplinare, interpretandolo come la cosa
più vicina a un sì. -Gokudera, a esclusione,
rimani tu. Vivi da solo, quindi non sarà un problema per te
ospitare Tsuna, convincerò Hibari a coprire anche te.-
L’italiano spalancò la bocca per dire qualcosa di
non ben definito, ma la voce del suo futuro Boss lo
anticipò, rubando la sua attenzione completa.
-Sono nelle tue mani, Hayato.-
A quelle parole, l’argenteo si ricompose e si fece serio
più che mai, dopodiché si alzò in
piedi e con sicurezza raccolse la mano destra dell’uomo sulla
propria per poi baciarne appena il dorso delle dita, posando le labbra
sul caldo anello che recava il simbolo dei Vongola. Il castano lo
lasciò fare, intenerito da tutta quella devozione che,
sapeva, in quegli anni non sarebbe cambiata affatto, anzi. Si sarebbe
fatta sempre più intensa e il braccio destro sarebbe
diventato al pari di un’ombra, che vegliava sempre su di lui.
Reborn osservò la scena con soddisfazione, trovando quanto
mai indicato il gesto compiuto da Gokudera, ma per un istante, si
meravigliò nel vedere che Tsunayoshi non si muoveva per
fermarlo, come era certo avrebbe fatto la sua versione quindicenne. Al
contrario, i restanti presenti osservarono tutto con espressioni e
riflessioni più o meno differenti.
Il giocatore di baseball sorrise, trovando semplicemente giusto lo svolgersi
di quel rituale mafioso, e come lui pensò la Nebbia, che si
fermò un attimo in più a guardare il viso disteso
e sereno del loro Boss. Ryohei approvò mentalmente
all’estremo, come suo solito, ma non esternò la
propria convinzione, perché aveva capito che quel momento
era unicamente del Cielo e della Tempesta. Haru e Kyoko, invece,
arrossirono, non comprendendo a fondo il perché e il
significato di quell’azione, ma si rilassarono nel vedere il
sorriso nato sulle labbra del venticinquenne.
-Si fidi di me, Decimo. Sarò al suo completo servizio.-
dichiarò, puntando gli occhi verdi in quelli marroni
dell’altro, in cui trovò piena approvazione.
-Molto bene!- esclamò Reborn dopo qualche secondo,
richiamando l’attenzione generale. -Direi che possiamo
andare, quando ci saranno novità da Spanner e Shoichi vi
farò sapere.-
Con un cenno affermativo, tutti si alzarono e si avviarono verso
l’uscita della stanza.
-Chrome-chan, puoi aspettare un attimo?-
La ragazza con la benda sull’occhio si fermò,
voltandosi verso l’uomo. -Certamente, Boss. Hai bisogno di
me?-
Tsunayoshi annuì, avvicinandosi. -Dovresti creare una
piccola illusione per me.-
E qui si conclude il
capitolo due da cui partiranno alcune delucidazioni.
Prima fra tutte il rapporto tra i personaggi.
Nonostante si cominci a respirare una strana aria di shonen-ai tra
Tsunayoshi e Hayato, vi assicuro che non ci sarà nulla del
genere. Sono una yaoista, con me il rischio c'era e chi mi conosce lo
sa molto bene xD ma con questa fic voglio sforzarmi di non sfiorare
troppo il lato romantico/erotico dei rapporti tra i personaggi. Quello
tra il nostro Boss e il suo braccio destro è un rapporto
unicamente d'amicizia, rispetto e fiducia, soprattutto questa, ma lo
vedrete meglio col proseguire della storia.
Veniamo ora alla questione cardine della fic: il sigillo imposto a
Tsuna.
In un episodio della saga dei Varia viene mostrato un flashback di
Iemitsu, in cui il Nono va a fargli visita in Giappone. Durante il loro
dialogo, Tsuna (il nostro adorabilissimo Tsuna a cinque anni <3)
viene "assalito" dal cagnolino che vive lì vicino e lui
senza rendersene conto libera la Fiamma dell'Ultima Volontà.
Per permettergli di vivere tranquillo ancora per qualche anno, il Nono
posa un dito avvolto dalla Fiamma sulla fronte del bambino e la sua
Fiamma si spegne, come se fosse stata sigillata.
Da qui m'è venuta l'idea del sigillo da rimuovere e ho
sviluppato un perché alla seguente domanda:
perché Tsuna è così sfigato da aver
sempre perennemente bisogno di una pillola o dei proiettili di Reborn
per liberare la sua Fiamma? Non so voi, ma dopo i duecento episodi
dell'anime e il manga, io non potevo credere che Tsuna avrebbe
continuato a vita a dipendere dalle pillole o dai proiettili per andare
in Hyper-mode, non esiste ù.ù Tsuna è
un personaggio la cui figaggine è stata sottovalutata e
messa da parte, e vi porrò rimedio ù.ù
Credo di avervi detto tutto... credo perché sicuramente
ho dimenticato qualcosa. Succede sempre.
Ora passo ai ringraziamenti di chiusura ù.ù
Un grazie enorme a chi ha letto e recensito. Non avete idea della gioia
che mi avete dato con le vostre recensioni.
Grazie a darkroxas92
per aver messo la fic tra le preferite.
Grazie a darkroxas92,
marta_uzumaki86,
musa07, Ookami_96, Purple_Rose e Yuki Kushinada per
averla messa tra le seguite.
E grazie anche a chi ha letto soltanto.
Detto questo, ci vediamo tra una settimana (spero) col prossimo
capitolo!
See ya!