L'Uomo Uccide Sempre Ciò Che Ama
Allora
seppi che avrei dedicato ogni minuto che ci restava da passare insieme
a renderla felice, a riparare al male che le avevo fatto e a
restituirle ciò che non avevo mai saputo darle.
[Il gioco dell'angelo
- C.R.Z]
L'uomo uccide sempre
ciò che più ama
{Ma anche il purgatorio
può ambire al paradiso}
L'ultimo
ricordo di Matt è una sigaretta caduta dalle labbra, il
rumore degli spari e l'odore nauseante del proprio sangue.
Per non parlare dell'agghiacciante consapevolezza che tutto sia finito
proprio in quel momento e che, insieme alla vita, scivoli via anche
quel
sorriso sicuro e sfrontato dalle labbra pallide eppure intrise di rosso.
A Matt non è mai piaciuto il rosso. Gli ricorda i propri
capelli, le proprie orgini così incerte.
Gli ricorda troppe
cose, eppure mentre cadeva per terra non glien'è venuta in
mente neppure una. Buffo, il destino. Non si dice forse che quando
muori ti si dipani davanti la tua vita, come assurdi flashback o fugaci
istantanee? Ecco, il proiettore dei suoi ricordi deve essersi
decisamente fottuto,
perché non gli è passato proprio un cazzo davanti
agli occhi. Si è limitato a cadere sulle ginocchia, le mani
ancora comicamente alzate in segno di resa.
L'ultimo pensiero è andato a lui,
certo. Ma non è del tutto sicuro che siano stati pensieri
dolci. Forse qualche insulto, quel 'fanculo'
che non è riuscito a dirgli quella mattina ed i giorni prima
ancora, per averlo mandato a morire come un cane per un piano idiota,
decisamente idiota.
Chissà se
quella testa di cazzo platinata si è
salvata il culo, alla fine? Chissà se, almeno lui, ce l'ha
fatta.
Chiude gli occhi al mondo con questa domanda, Matt. E, per quanto
schifosamente stucchevole possa essere, non sono nient'altro che gli
occhi di Mello quelli che vede per l'ultima volta. Ed è
ironico che diciannove anni di vita si riducano solo a questo.
«No,
cazzo.»
«Non
possiamo trasportarlo da nessuna parte, ha perso troppo
sangue.»
«Non me ne
fotte un cazzo, qui non ci rimaniamo.»
«Illuminami,
vuoi forse ucciderlo tu visto che la scorta di Takada non
c'è riuscita?»
Dietro la maschera
dell'ossigeno appannata da un respiro frammentato, Matt non
è del tutto sicuro di quello che sente. E' ovattato e
distante, potrebbe trattarsi benissimo di un sogno. Strano,
però. Non credeva che da morti si potesse ancora sognare.
Bella fregatura, ad
ogni modo. Il suo sogno ha le voci dei numero uno e due della Wammy's
House.
Che cazzata, decreta,
in un attimo di lucidità. Deve essere sicuramente morto, non
c'è ombra di dubbio, e finito per giunta all'Inferno.
Questo spiegherebbe
perché sente dolore in tutto il corpo e ha nelle orecchie il
ciarlare di quei due. Lo sapeva che aiutare quell'invasato biondo
l'avrebbe portato a bruciarsi il culo fra le fiamme eterne e bla bla
bla. E dire che non è nemmeno credente, lui.
E con questo pensiero,
e quelle che crede siano urla - e il rumore di qualcosa che si infrange
contro un muro... ci saranno i muri, nell'aldilà? -, scivola
di nuovo nell'incoscienza.
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Angolino
Rosso
Eccomi
tornata con una long. Sì.
Post sparatoria della
scorta di Takada ed esplosione del furgone. E i nostri eroiH sono
ancora vivi, sì anche questo. Anche se Matt non si sa per
quant- *fissa i forconi e i pomodori* -non dico più niente,
va. Ad ogni modo, volevo cimentarmi in un ''...e se fossero sopravvissuti?''.
Vedremo più avanti in che modo, però. Anche
questa volta devo dire che gli aggiornamenti non saranno periodici. Ma
ci siamo tutti abituati ormai, su. Quindi al prossimo capitolo (quando
arriverà <3).
See
U
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