--- Capitolo
Ventiquattresimo ---
L'aura
umana che fino a qualche attimo prima lo aveva invocato era
improvvisamente sparita, allontanata da qualche parte. Shinichi
inarcò un sopracciglio per poi assottigliare gli occhi
perplesso.
Sabrina
Evans, quella che quasi riteneva la donna del suo nemico più
potente – Damon – prima lo aveva evocato e adesso
non si trovava in quell'appartamento dalle pareti rosse e i mobili
eleganti in stile moderno.
Si
lasciò scappare uno sbuffo sogghignante. Non ci avrebbe
messo molto a localizzarla ma come aveva detto a sua sorella Misao
pocanzi: che gusto c'era ad attaccare una preda quando se lo
aspettava(?!).
Se
la piccola e stolta umana voleva giocare, allora avrebbe giocato
volentieri. Infondo si sapeva quanto lui amasse simili svaghi, se
così li si poteva definire.
Se
era fuggita per paura o se fosse stata scoperta da qualcuno, poco
importava «Vorrà dire che ci divertiremo a
torturare qualcun altro ancora un po', prima di passare a te, ai»
schioccò le dita e facendo ricomparire la chiave Kitsune,
aprì un varco che lo conducesse dalla sua prossima vittima
sacrificale.
«Ma
dico io: sei impazzita per caso?!»
Sabrina
non sapeva dire con certezza cosa fosse accaduto in quei brevi istanti
in cui aveva visto una luce materializzarsi nella stanza –
dalla quale si aspettava l'entrata in scena del demone volpe -. Sapeva
solo che un attimo prima era lì mentre l'attimo dopo eccola
nella foresta poco lontana dalla sua abitazione ormai in cenere e la
casa di Angel e suo padre.
E
poi per l'appunto c'era la sua amica dai lunghi capelli corvini e gli
occhi di un intenso azzurro cielo che la scuoteva – tenendola
con entrambe le mani sulle spalle – con fare nervoso e a dir
poco furibondo.
Sicuramente
era stata lei ad allontanarla da casa di Damon ad una
velocità impressionante.
«Volevi
per caso farti uccidere?! Non sono sparita per vederti andare incontro
al suicidio, deficiente!»
le parole arrabbiate che l'amica continuava a sbraitare a voce alta
arrivarono al suo cervello quasi in un secondo momento e per un attimo
la guardò spaesata, come se avesse appena compreso
ciò che era accaduto.
«Angel..?!»
farfugliò con espressione mista fra stupore e tristezza.
Strinse affranta gli occhi e allungò un sorriso tremante
«Sei tornata...»
la
vampira fermò per un attimo il suo scuoterla e rimase in
silenzio il tempo necessario per guardarla con preoccupazione. In
effetti Stefan le aveva parlato del lutto della sua migliore amica e
essere così dura una volta riviste dopo settimane poteva
esser sembrato esagerato. Ma diavolo! Si era preoccupata da morire
quando aveva sentito quelle stupide parole d'evocazione ad una morte
certa dopo uno schifo di stupro!
«Si»
disse soltanto con espressione ancora seria, ancora troppo arrabbiata
per riuscire ad allungare un sorriso almeno confortante «sono
tornata stamani e sono passata da Stefan che mi ha dato spiegazioni
sugli ultimi avvenimenti»
«Angy...»
le labbra di Sabrina tremarono ancora come lievemente il suo corpo
mentre gli occhi marroni si riempivano di lacrime che però
non colarono immediatamente sulle guancia rosee «mi sono
preoccupata così tanto...» singhiozzò
prima di stringersi a lei e lasciarsi andare ad uno sfogo di pianto
quasi rannicchiandosi come una bambina che si sente finalmente al
sicuro fra le braccia materne. White dapprima rimase appena sorpresa
per imbarazzo, poi allungò finalmente un debole sorriso,
stringendola a sua volta mentre l'amica continuava a parlare
«è stato terribile... e avevo paura di aver perso
anche te, l'unica parte della mia famiglia che mi è rimasta.
Credevo che fossi arrabbiata con me per quella stupida lite a casa di
Stefan – che ti giuro ho già dimenticato -. E
credevo veramente di non vederti più! Per quanto io voglia
bene a tutti loro, ad Elena, Stefan, a tutti... tu non sei sostituibile
da loro. Loro non saranno mai quelle braccia di sostegno che sei
tu...»
Angel
nascose delle gote arrossate a quelle parole e quasi si commosse
voltando il capo di lato mista fra felicità e imbarazzo dato
che proprio non se le aspettava, sopratutto perché il motivo
per il quale era sparita con suo padre non era affatto quello che la
sua migliore amica credeva.
«Sabri...»
la scansò lievemente da quell'abbraccio per guardarla ancor
seria in volto «non fare mai più una cazzata del
genere: intesi? Sul serio. Non sono andata via per il motivo che credi
tu. Per me è tutto ok fra me e te, stupida.»
la
Evans, ancora con le labbra protese verso un'espressione di dispiacere,
annuì, sentendosi subito stupida per aver fatto una simile
sciocchezza in quel momento di debolezza e depressione. Ma sentiva che
ora la vicinanza di Angel l'avrebbe aiutata a superare la cosa tutti
insieme.
E
si sentiva in colpa per Damon, adesso. Se lui fosse tornato e non
l'avesse trovata, avrebbe perso del tutto quel briciolo di fiducia che
aveva deciso di darle con tanta fatica dato il suo passato.
«D'accordo...»
farfugliò ma la vampira la scosse appena
«Me
lo devi promettere»
sapeva bene che una promessa per entrambe era importante, quindi
l'unico modo per essere sicura che non facesse più simili
atti suicida era fargliene fare una «E dopo ti
riporterò indietro e ti spiegherò
tutto» fece una lieve smorfia disgustata «e a tal
proposito dobbiamo discutere di questa convivenza col demente dei
Salvatore. Non oso neanche immaginare cosa ti abbia costretta a
fare»
Sabrina
rise appena a quella frase e annuì ancora una volta
«Va bene. Lo prometto» fece mentre l'altra
allungava un sorriso soddisfatto «E ti giuro che Damon e io
non abbiamo fatto niente in questa settimana. Siamo quasi stati come
due estranei che si danno solo il buongiorno e la buonanotte
– tanto per dire -»
l'altra
inarcò un sopracciglio «Mi vuoi far credere che
Mister tiprendocontrolatuavolontàvuoiononvuoi schifoso
bastardo: non ha fatto nulla di nulla?! Cazzo. Allora dovete essere
entrambi malati. Tu per la tua attrazione per lui e lui per boh,
qualcosa che avrà» alzò un dito di
colpo per enfatizzare le ultime parole «che sicuramente non
è un sentimento! Lui sentimenti non ne ha»
Sabrina
alzò gli occhi al cielo fingendo uno sbuffo
«Portami indietro prima che perdiamo anche la sua alleanza,
và!»
«Si
può sapere chi ti ha invitato ad entrare in casa
mia?» Damon inarcò un sopracciglio rimanendo per
un attimo fermo sulla soglia della porta d'ingresso quando vide Angel
seduta sul divano in pelle nera del salotto che parlava con Sabrina.
Avevano
deciso di comune accordo di non dire niente al vampiro dell'evocazione
suicida della sciocca umana.
White
allungò un sorrisino sornione «E' la casa di un
vampiro, deficiente. Non ho bisogno di essere invitata ad
entrare.»
il
Salvatore si chiuse la porta alle spalle e diede uno sbuffo
«Allora forse dovrei accettare l'idea di Stefan di intestare
la casa a questa piaga umana»
«Ehi!»
Sabrina si tolse una pantofola per poi buttargliela contro
«Questo è il ringraziamento per tenerti la casa
pulita e cucinare. Ma tu guarda!»
«Ti
ricordo che cucini per la tua vita,
bambolina cara: non per me. Io bevo ben
altro» le sorrise di scherno rilanciando la pantofola ai suoi
piedi e lei arrossì di colpo mentre si avvicinava alle donne
per poi accomodarsi con poca grazia sulla poltrona davanti al divano
– divisi da un piccolo tavolino in vetro -.
Angel
diede una veloce occhiata all'amica e si fece sempre più
convinta di quanto fosse in uno stato critico quella ragazza. Forse era
davvero amore per Damon, ma lei sperava che fosse solo una cosa
passeggera. Quell'uomo era troppo meschino per lei e non aveva di certo
intenzione di cederla ad un tipo come lui. La sua migliore amica
meritava di meglio.
«Quindi
cosa ci fai qui?!» ribadì il vampiro corvino
spostando la sua attenzione sulla vampira «Mh?»
«Sono
qui per romperti le scatole con un allegro dibattito. Non lo trovi un
buon motivo?» la ragazza tornò a dargli attenzione
– seppur minima – col sorriso beffardo lungo i
lineamenti pallidi del viso «Prima di tutto potrei elencarti
le cose che non mi piacciono di questa storia, partendo dalla vostra
convivenza che sono sicura sia per un secondo fine»
Damon
portò una mano sul petto «Touchè! Hai
scoperto i miei piani di maniaco sessuale su donne appena maggiorenni.
Non sai a quanti Ménage
à trois l'ho
costretta a partecipare con me e Sage»
A
quel nome la mora sussultò impercettibilmente mentre la
mente si allontanò ad improvvisi pensieri all'incontro
casuale che aveva avuto nella Dimensione Oscura con il ragazzo in
questione.
«Essere
venuta qui con l'aiuto di mio padre è stata una vera perdita
di tempo. Maledizione!» Angel sbuffò mentre si
incamminava per le stradine illuminate costantemente da quel fastidioso
sole rosso.
Nella
Dimensione Ocura – fatta eccezione per le inavvicinabili lune
Kitsune dove dimoravano quegli schifosi demoni – non
esistevano il giorno e la notte. Il sole era costantemente rosso a
causa di quel sole – che lei immaginava essere in
realtà una delle lune – rosso alto nel cielo ad
ogni ora. Quindi dormire era stato del tutto impossibile e non solo per
il soggiorno in quello schifoso Motel gestito da quei pochi esseri
umani che erano costretti a vivere in quel mondo come schiavi degli
esseri della notte.
Che
vita di merda,
si ritrovò a pensare la vampira mentre cacciava dalle labbra
l'ennesimo sbuffo.
Più
di una settimana persa in quel posto inutilmente. Quelle volpi erano
dannatamente astute da non permettere a nessuno di avvicinarsi alle
loro dimore. Persino pagare qualcuno per aver un pass o farsi
accompagnare era impossibile. Si chiedeva seriamente come avrebbero
fatto ad affrontare quel problema. E l'idea di aver lasciato sola
Sabrina per tutto quel tempo non la rassicurava affatto. Ma almeno
poteva dire di essersene andata solo per il suo bene, e non per sempre.
«Angel?!
Vous êtes ami Stefan et Damon Angel, non?»
(Angel?! Tu sei Angel, l'amica di Stefan e Damon, vero?)
La
ragazza si ritrovò quasi costretta a girarsi a quelle parole
dette da una voce alquanto familiare seppur conosciuta da poco. Sorrise
però nel ritrovarsi di fronte la figura affascinante e
muscolosa di quel vampiro dalla carnagione abbronzata e i lunghi
capelli rossi che come al solito – a torso nudo –
camminava accompagnato dal suo cane demoniaco e quel falco sulla spalla
dalle unghia infilzate in quella pelle ormai abituata: Sage, se non
ricordava male. Il francese.
«Bah,
di Stefan certo ma di Damon possiamo anche cancellarlo»
rispose con una risatina mentre lo salutava con lo sguardo «E
tu devi essere Sage, se non ricordo male, il vero ed unico amicogay di quel
vampiro di merda»
il
rosso inarcò un sopracciglio a quelle parole guardandola
dapprima con stupore per poi scoppiare a ridere sonoramente
«Io non sono gay!»
«Oh...»
Angel arrossì appena per la gaf, grattandosi il collo dietro
la nuca «scusa... è che sembri così...
affiatato con lui che...»
«Sono bisexuels»
le
parole della mora si bloccarono di colpo mentre gli regalava
un'occhiata con fare quasi ovvio «e allora è lo
stesso»
il
vampiro francese schioccò la lingua per poi dissentire
muovendo l'indice della mano sinistra «Invece est différent»
le enfatizzò con lo stesso fare ovvio dell'altra
«mi piacciono entrambi i sessi, mon
tresor»
«...
si... d'accordo...» gli diede le spalle come per andarsene e
lasciarlo solo quando lui le afferrò un braccio con fare
curioso
«Cosa
ci fai nella Dimensione Oscura tutta sola? E sopratutto: come sei
entrata qui?» infondo lui era uno dei Guardiani e vedere una
persona del tutto “normale” entrare ed uscire senza
problemi quando anche lui non aveva il potere di riportarvici Damon,
era del tutto inusuale.
«Hai
tempo da perdere?» ed infondo Angel pensò che
quell'affascinante compagnia non sarebbe stata del tutto male o inutile.
Meglio
dimenticare quel che è successo dopo. Pensò
fra sé tornata alla realtà da quel momentaneo
Flash Back interrotto dal suono della porta che si riapriva.
Damon
sbuffò sapendo già di chi fosse tornato
«Damon!
Mon amour!»
Sage allargò le braccia in segno di saluto seguito a ruota
dai suoi fedeli animali mentre chiudeva la porta di casa una volta
entrati tutti nell'abitazione «Ti sono mancato?»
«Per
niente» sbuffò l'amico voltando lo sguardo altrove
nell'appoggiare il gomito sul manico della poltrona e appoggiare la
guancia nel palmo della mano alzata.
Intanto,
però, allungava un sorrisino.
Sabrina
ridacchiò nel salutare Sage e quando il vampiro si
voltò per ricambiare e notò Angel, un largo
sorriso si allungò sul suo volto raramente malizioso
«Regardez
qui est ici»
(Guardate qui chi c'è)
Angel
sospirò. Il
mio sesto senso non sbaglia mai.
Oo Angolino dell'Autrice oO
Holaaaaa!
<3 <3 <3
Dio da quanto tempo era che non aggiornavo a soli due giorni di
distanza da un capitolo e l'altro xD che dire, questo miracolo
è dovuto ad una certa Hinata che non solo ha risvegliato le
mie idee e la mia voglia di scrivere flash, ma ha anche recensito
facendo la nottata tutti i miei capitoli uno x uno senza fermarsi (in
meno di 24h, gente!) quindi eccole per regalo un capitolo con il
ritorno della nostra cara Angel. In questa storia succedono sempre
più casini e ormai sono convinta che arriverà a
100 capitoli(?)
Sperando che vi piaccia il mio lavoretto vi ringrazio ancora tutti per
le recensioni e le letture che regalate alla mia ficcy <3
Un bacio a tutti voi e ci vediamo nel capitolo 25 <3
MikuChan