Volo silenziosa nella notte, piegando la brezza al volere
delle mie ali candide. Come sempre il cielo oscuro è
il mio regno, il mondo in cui ho cacciato,
volato e vissuto.
Lo ammetto, quando mi catturarono per portarmi all’Emporio
del Gufo non ero esattamente la civetta più felice del mondo: amavo troppo la
libertà di cui avevo goduto fino ad allora e ritrovarmi lontana dalle innevate
terre canadesi fu orribile, senza contare che dover fare da postino a un Mago
non era affatto il mio ideale di vita. I propietari del negozio, tuttavia
rimasero colpiti dalla rapidità con cui
riusciorono ad addestrarmi, senza capire che imparavo in fretta più per mettere
alla prova la mia intelligenza e la mia abilità che per diventare un bravo
animale da compagnia.
Nella mia gabbia all’Emporio mi annoiavo e trascorrevo la
maggior parte del tempo sonnecchiando, sia per non sentire il baccano degli
altri gufi che per sognare i boschi di conifere da cui provenivo.
Rimasi piuttosto sorpresa quando, un giorno, mi risvegliai
in una stanza arredata in maniera bizzarra, osservata da un giovane decisamente
diverso dai Maghi che generalmente frequentavano il negozio: non indossava il
mantello, aveva gli occhiali malconci e una cicatrice a forma di saetta sulla
fronte. Non solo, nei suoi occhi c’era un’ombra di comprensione che non avevo
mai notato negli umani, una chiara consapevolezza di quanto poco mi piacesse
l’essere prigioniera.
Ti ricordi, Harry? Hai subito aperto la porta della mia
gabbia, permettendomi di uscire e mi hai affettuosamente accarezzato la testa.
Quando feci ritorno dal mio volo di ricognizione mi accogliesti con un sorriso,
chiedendomi: “Che ne pensi di Edvige”?
Capii subito che ti riferivi al mio nome e ti risposi con un
breve fischio di approvazione, strappandoti un sorriso.
Sono certa che già allora si era creato il
legame che ci ha unito per tutto questo tempo.
Plano leggiadra verso la Tana e mi dirigo sicura verso la
soffitta, dove immagino starai dormendo con il tuo amico Ron. Non devo
preoccuparmi di attraversare le pareti, non più, dato che il mio corpo è
esploso ieri notte.
Raggiungo la camera di Ron e finalmente ti vedo,
profondamente addormentato. Vorrei farti sapere che ricorderò sempre gli anni
che abbiamo trascorso insieme, ogni singola occhiata torva o beccata scherzosa,
tutti i miei acuti fischi di protesta quando mi lasciavi troppo tempo chiusa in
gabbia e ogni tua mancanza di rispetto che mi faceva nascondere la testa sotto
l’ala per nascondere la mia profonda indignazione, proprio come è accaduto
ieri. Rimpiango di non aver messo da parte l’orgoglio quando mi hai donato
quelle due noci a casa dei Dursley e so che non avrò mai occasione di
rimediare.
Getto una rapida occhiata a Leotordo, che continua
tranquillo a dormire, e spero con tutta me stessa che sia in grado di aiutarvi,
in caso di necessità. Non dovrei preoccuparmi, in fondo quel pennuto immaturo
ha già fatto un ottimo lavoro portandoti le lettere di Sirius ma, proprio come
allora, mi addolora non poterti aiutare, soprattutto ora che so che non potrò
farlo mai più.
Volo accanto al tuo volto, pronta a salutarti prima del mio
ultimo volo. Spero con tutto il cuore che in futuro prenderai un altro gufo,
Harry, perché sono certa che non lo farai sentire come un postino pennuto, ma
come un tuo amico.
Ti becco l’orecchio per un’ultima volta e mi libro in aria,
verso la mia nuova avventura.
Addio, amico mio.
***
Harry apre lentamente gli occhi e si gira di lato, ancora
stordito dal sonno, per poi portare una mano all’orecchio destro.
Il ragazzo sussulta, voltandosi verso la parete, stranamente
convinto di aver intravisto, per un secondo, un paio d’ali bianche.
L’angolo dell’autrice
Ok, ci siamo... prima incursione (edita, se non altro), in
un fandom.
Sono legata, molto legata, alla saga di Harry Potter e amo
moltissimo il personaggio di Edvige, la sua morte è stata una di quelle che più
mi ha commossa e mi sembrava giusto scrivere qualcosa riguardo a lei.
Questa Missing Moment è ambientata nel settimo libro, la
notte seguente il definitivo abbandono di Privet Drive da parte di Harry.
Spero che questo piccolo esperimento possa piacervi.
A presto,
Carmilla Lilith.