10° -
Confronti
Masaya
strinse Ichigo fra le braccia quando questa finalmente fu di nuovo con
lui. E sana e salva.
Alzò
lo sguardo verso Kisshu in un misto fra gratitudine e astio. Infondo
anche se l'aveva riportata da loro sana e salva, l'aveva sempre rapita.
Ma
Mint aveva ragione a dire che lui non le avrebbe mai fatto del male
né l'avrebbe presa contro la sua volontà. Non
più.
Forse
ora si potevano ritenere alleati ma non c'era mai da esserne veramente
sicuri. Lui, più di tutti, sapeva cosa voleva dire
nascondere l'oscurità nel cuore col terrore che potesse
tornare e distruggere ogni cosa cara.
«Ti
ringrazio per averla ricondotta qui.» disse infine con voce
quasi piatta.
Ikisatashi
gli regalò una dorata occhiata gelida mentre allungava un
sorrisino malizioso. Quel bamboccio non gli era mai stato simpatico e
non solo per la relazione con Ichigo della quale possedeva anche
l'amore, ma anche per il solo fatto di aver dovuto combattere e morire
contro di lui quando era posseduto da Deep Blue.
«Ho
avuto la mia giusta ricompensa» si leccò le labbra
facendo ben intendere cosa volesse dire e a quel gesto le orecchie e la
coda da gatto che comparvero alla Momomiya confermarono il tutto.
«Kisshu!»
non ebbe modo di dire altro che il suo corpo venne scansato da quello
di Masaya per essere stretto dalle esili braccia di sua cugina Yuri
che, nonostante sembrasse sempre imperturbabile, si lasciò
andare ad un pianto liberatorio «Avevo così tanta
paura che tu fossi morta!»
la
Mew gatta sorrise per poi stringerla a sua volta
«Yuri...»
Negli
attimi che seguirono, i fratelli di Kisshu e due ragazze in particolare
della squadra Mew non sprecarono parole oltre ai soli sguardi.
Akasaka
aveva chiesto informazioni sulla medicina avanzata che Pai aveva usato
per curare Ichigo, il quale per ringraziamento della Mew Aqua ricevuta
si offrì – prima di sistemare la faccenda per la
quale erano tornati e poi far rientro sul loro pianeta – di
insegnargli come fare.
«Quale
faccenda?» Ryo inarcò un sopracciglio
interrompendo la conversazione mentre erano tutti accomodati ad un
tavolo con varie sedie messe in tondo.
La
rossa annuì appena – infondo si erano messi a
parlare di sciocchezze quando c'erano cose più importanti di
cui avvisarli - «Kisshu mi ha parlato di una cosa
sconvolgente...» il suo sguardo cadde automaticamente su
Masaya mentre una mano si allungava a stringergli una delle sue.
«Siamo
qui per Deep Blue» alle parole di Kisshu non solo lui ma
anche gli altri con sorpresa si voltarono a guardare Aoyama che
sussultò impercettibilmente per poi guardare gli altri
spaesato
«...
ma è stato ucciso...» disse. Come poteva tornare,
si chiedeva, se lui non aveva nemmeno alterato il suo organismo per
riportare in vita almeno Ao no Kishi «oppure no?»
quell'idea lo fece rabbrividire. Era come se i suoi incubi e le sue
ricorrenti paure si facessero strada tutte insieme crollandogli addosso.
Non
era codardo, non aveva paura di affrontare di nuovo quel mostro... ma
non poteva sopportare di fare di nuovo del male ad Ichigo.
Avrebbe
corso rischi solo per salvarla, non inutilmente.
Shirogane
sbatté le mani sul tavolino guardando l'alieno dai capelli
verdi «Non lo riavrete mica risvegliato!?»
«Non
avremmo mai fatto una cosa tanto stupida!» la voce dura del
maggiore dei fratelli Ikisatashi spinse Ichigo ad intervenire per
calmare le acque.
«Non
dipende da loro! Dipende da Damon e Angel.»
il
biondo inarcò un sopracciglio e si voltò a
guardarla «Quelle sottospecie di vampiri o
checchesiano?»
«Esattamente»
rispose Taruto, stavolta «possiamo definirle chimere
avanzate»
«Sappiamo
con certezza che un frammento dell'anima di Deep Blue non sia sparito
del tutto grazie alla Mew Aqua usata per salvare Aoyama.»
continuò Pai «Quest'anima ha dato vita a quelle
due chimere che voi esseri umani avete definito vampiri – e
in parte potrebbe essere azzeccata come teoria -, le quali si nutrono
di sangue ed energia umana per uno scopo ben più crudele di
quello di far del male alle persone»
«...
oh mio Dio...» Midorikawa fu la prima ad esprimere
ciò che tutti aveano già compreso e Zakuro
concluse il tutto «vogliono rigenerarlo.»
«In
questo caso non avrebbe più le limitazioni dovute al
contrasto con l'anima di Aoyama» Keiichiro portò
una mano alle labbra con fare pensoso «E quanto sangue ed
energia vitale servirà per farlo tornare in vita?»
Kisshu
scosse il capo mentre accavallava le gambe e faceva spallucce
«Questo non lo sappiamo. Ci siamo accorti di tutto
ciò dopo analisi purtroppo dai risultati un po' tardi. La
cosa certa è che prima agiamo, prima evitiamo ad entrambe le
nostre specie di soccombere per mano di quel pazzo»
«Lo
abbiamo già sconfitto una volta. Possiamo farlo
ancora!» Pudding si alzò dalla sedia facendola
cadere dietro di sé per lo scatto repentino
«Sicuramente!»
«L'ultima
volta io ce l'ho fatta solo per il sacrificio di Masaya e il vostro
aiuto...» Momomiya strinse di più la mano del
ragazzo che amava e gettò un sospiro frustrato. Kisshu
voltò lo sguardo altrove infastidito.
Solo
in quel momento Yuri alzò la mano per parlare dopo aver
ascoltato tutto in silenzio «Ehm. Scusate.» fece
«Io ci sto capendo poco e niente e ricordando quel poco che
mi avete raccontato mi sembra che questo tizio sia abbastanza
pericoloso, allora perché non sbrigarci invece di star fermi
qui immobili?» ai tre alieni lei era stata presentata come la
cugina di Ichigo e nuovo membro Mew ma a tutti non ispirava particolare
fiducia.
Non
che l'avessero avuta nell'immediato con gli altri, in effetti.
«Genio.
Ci serve un piano, non trovi?» Mint alzò gli occhi
al cielo infastidita e frustrata dalla ragazza e la situazione. Di
certo un tipo del genere non era di alcun aiuto e seppur lei ed Ichigo
litigassero spesso, la lorichetto sapeva bene quanto male ora dovevano
stare lei e Masaya. Quella storia toccava loro due più di
chiunque in quella sala. «Sei estranea alla cosa, quindi non
comportarti come se sapessi cosa fare.»
«Mint...»
Retasu fece quasi per rimproverarla per quelle parole ma Yuri si
alzò e stringendo i pugni decise d'ignorarla lasciando la
stanza.
Infondo
aveva ragione: lei cosa diavolo ci faceva lì(?!)
«Yuri!»
Momomiya si alzò scusandosi per poi guardare male Mint e
correre dietro a sua cugina.
«Non
avresti dovuto comportarti così con lei»
continuò Retasu con un sospiro, poggiando una mano su quella
della compagna seduta in mezzo a lei e Zakuro
«Yuri
è nuova a tutto questo. Voleva solo dare una mano»
le parole della Fujiwara la colpirono come al solito più di
chiunque altro e un leggero rossore le colpì le guance.
«Ho
solo detto quello che penso» ma non voleva dire che non si
sentisse in colpa.
Dopo
un accordo su come rimanere in contatto in caso di pericolo, Ryo e
Keiichiro scesero nel sotterraneo per controllare i computer mentre
Zakuro si trattenne a parlare con Mint del suo comportamento, cercando
di convincerla a scusarsi.
Retasu
si accomodò su una panchina del parco Inohara vicino al
Café. Il leggero venticello autunnale le scompigliava i
capelli di smeraldo e si costrinse a togliere gli occhiali e pulirli
sulla divisa per un po' di polvere che l'aveva colpita.
Di
certo non si aspettava quella situazione ed era preoccupata per la sua
amica Ichigo, per tutte le persone a lei care e per il mondo intero.
Midorikawa era la più sensibile del gruppo ma non poteva
negare che quella morsa allo stomaco che sentiva non era dettata solo
da quegli avvenimenti che preannunciavano un imminente pericolo.
Il
ritorno dei tre alieni, e in particolare di Pai, aveva scaturito in lei
quei vecchi sentimenti sopiti che infondo non erano mai scomparsi, per
il maggiore degli Ikisatashi.
Ma
lui sarebbe comunque tornato nuovamente sul suo pianeta, quindi che
senso avrebbe avuto illudersi ancora di un qualcosa che nuovamente non
poteva nascere anche se non più nemici(?!)
«Non
hai freddo qua fuori?» la sua voce la fece sussultare con le
gote che improvvisamente divennero di un rosso acceso. Quando si diceva
parlare del diavolo.
Sorrise
e alzò lo sguardo per notare Pai che – con le mani
nelle tasche dei pantaloni neri – si avvicinava a lei a passo
lento e un sorriso serio appena accennato.
Non
era mai stato tipo da mostrare il minimo sentimento ma lei sapeva
quanto potesse essere una persona dolce e amabile. Lo aveva sempre
saputo.
«Stavo
difatti per entrare» gli rispose cercando di nascondere
l'imbarazzo voltando il viso dal lato opposto al giovane.
Lui
ridacchiò intenerito: quella fanciulla umana era sempre
stata l'unica che gli aveva trasmesso qualcosa di puro. Una purezza che
non avrebbe mai pensato di trovare in una creatura inferiore alla sua
specie.
Una
fanciulla, una vergine che era entrata nel suo cuore senza neanche
rendersene conto. Forse era stata la sua dolcezza, la sua gentilezza e
il suo preoccuparsi per lui che avevano scaturito un certo sentimento
che sperava sparisse e non riapparisse nel rivederla – come
invece era stato.
Si
era preoccupato di nascondere il suo aspetto alieno mutando le orecchie
in umane e gli abiti in qualcosa di più consono e
approfittando di ciò si tolse la giacca nera per poggiarla
sulle spalle di lei.
Le
si sedette accanto e alzò gli occhi al cielo colorato adesso
di sfumature rosse, gialle ed arancioni: il crepuscolo era davvero
meraviglioso sulla terra.
«Questa
vicinanza è strana» disse e la Mew verde si
voltò a guardarlo arrossendo nuovamente nell'osservare i
suoi lineamenti maturi di profilo.
Ridacchiò
d'imbarazzo «Lo credo anche io... p-però mi
piace...» l'alieno abbassò lo sguardo su di lei e
Retasu non riuscì a distogliere gli occhi verdi da quelli
profondi di Pai.
«Piace
anche a me.» si lasciò scappare l'altro
nell'allungare un braccio sino a cingerle le spalle ed attirarla sul
suo petto.
Il
cuore della neofocena partì a battere forte mentre un largo
sorriso si faceva spazio sul dolce volto e gli occhi si chiusero. Quasi
fece cadere gli occhiali dalle mani quando lui si chinò a
catturarle le labbra con un sussurrato «Sono
tornato»
«Taru-Taru!»
Pudding si arrampicò su un albero della seconda uscita sul
retro del Café Mew Mew. Taruto era fuggito fuori senza dire
una parola e si era rifugiato lì sopra senza neanche darle
un saluto decente.
Lei
gli aveva regalato delle caramelle! Lo aveva addirittura baciato al
loro ultimo incontro!
Lui
le aveva promesso di tornare e la Fon lo aspettava con ansia e ora che
faceva quello sciocco imbecille(?!): la ignorava!
«Sappi
che se ti prendo non farai una bella fine!» non che si
aspettasse che una promessa e un bacino di due bambini di dieci anni
avessero ancora importanza per lui dopo cinque lunghi anni passati, ma
lei non si vergognava di dire che si, ci aveva sperato fino alla fine
che l'alieno tornasse e non aveva avuto una benché minima
relazione anche sciocca, con nessuno!
Il
minore degli Ikisatashi arrossì mentre si allontanava in
volo dal ramo per non essere preso dalla Mew scimmia.
Aveva
tanto desiderato vederla in quegli anni ma ora che si trovavano faccia
a faccia non aveva il coraggio di parlarle.
Era
diverso da quando erano bambini. Erano entrambi cresciuti adesso e non
sapeva come comportarsi con una ragazza senza fare il moccioso come
faceva con Ichigo chiamandola vecchiaccia.
E
di certo non voleva mostrarle il suo imbarazzo.
«Dooove
vai?!» afferrò un lembo dei pantaloni del ragazzo
e lo trascinò giù. Lui perse l'equilibrio e
finì di schiena in terra sull'erba con la biondina sopra di
sé.
Improvvisamente
sentì qualcosa di bagnato cadergli sulle guance e
aprì gli occhi che aveva chiuso per il dolore notando gli
occhioni marroni della ragazza colmi di lacrime
«P-Puddi-»
«Stupido!»
gli urlò lei subito dopo colpendogli il petto con dei pugni
poco forti «Se non volevi vedermi almeno dimmelo in faccia!
Almeno dimmi cosa pensi senza scappare!»
singhiozzò continuando a colpirlo «Io speravo
davvero tanto di rivederti. In tutti questi anni non ho desiderato
altro e tu invece fai lo stupido! Ti odio!»
«P-Pudding...»
Taruto allungò una mano pallida fino a sfiorarle il viso.
Cercò di asciugarle le lacrime «mi...
spia-» uno schiaffo gli colpì il volto e lui
sbottò «Ma dico: sei impazzita?! Smettila brutta
cretina!»
«Gnnnn!!!»
lei chiuse gli occhi e si portò le mani ad essi, cercando di
nascondersi «Stupido!»
il
volto del bruno si colorì appena di rosso mentre un sospiro
gli usciva dalle labbra e cercò di mettersi seduto senza
farla cadere.
Quando
ci riuscì le cinse il corpo con le braccia sino a stringerla
forte e nascondere il volto arrossato dalla sua visuale «Non
devi pensarlo, scema...» farfugliò
«a-anche io non vedevo l'ora di vederti...»
Fon
mugugnò e annuì ripetutamente, contenta ma non
riuscendo a dire altro, troppo arrabbiata, felice ed imbarazzata per
mostrare ora un attimo di cedimento. «Razza di
scemo...»
lui
allungò un ulteriore sorriso, continuando a stringerla.
«Mi
sei mancata tanto»
«Yuri»
Ichigo sorrise e strinse la cugina fra le braccia.
L'aveva
trovata nel retro a piangere come una bambina. Quel giorno era la prima
volta che vedeva la Akai imperturbabile, stupida e con la lingua troppo
lunga e sincera, mostrare delle sensazioni di dolore.
Lei
era il classico tipo che dall'esterno poteva sembrare che non soffrisse
mai.
«Mint
è una stupida. Ha la lingua pungente e spesso tratta male
anche me. Ma non lo pensava davvero, credimi. Era solo
nervosa»
«Ma
ha ragione» mugugnò la castana stringendola a sua
volta felice di vederla di nuovo sana e salva. Sembrava quasi che tutto
quell'incubo di qualche ora prima non fosse mai accaduto. «io
non so niente di quel che avete passato e non posso intromettermi come
se sapessi ogni cosa.»
«Ehi»
Momomiya si scansò da lei per appoggiarle le mani sulle
spalle e costringerla a guardarla «tu sei una di noi adesso.
Quindi si. La cosa ti interessa tanto da poterti intromettere»
«Ichigo!»
la voce di Zakuro interruppe le loro parole. Le due si voltarono verso
la porta esterna che conduceva al Café dove la ragazza dai
capelli viola e la Ayuzawa erano appena uscite.
La
più bassina arrossì e fece qualche passo incerto
verso Yuri «Senti... mi dispiace, ok?»
farfugliò e senza riuscire a dire altro si limitò
ad allungare le braccia e abbracciarla.
Infondo
lei non era affatto brava in quelle cose.
«Sai
benissimo che io non mi fido di te, Aoyama»
Kisshu
mosse qualche passo nella sala ormai vuota dell'interno del
Café Mew Mew dove venivano ricevute le clienti. Lui e Masaya
erano rimasti soli per fatti di certo non voluti.
Il
moro sospirò portando le braccia al petto, accavallando le
gambe ancora seduto mentre dava un'occhiata veloce all'orologio da
polso: era ora di vedere se Ichigo era pronta. Voleva chiederle come
intendeva comportarsi coi suoi genitori che ormai sapevano fossero
tutti fuori città.
«La
cosa è reciproca» rispose ad Ikisatashi
nell'alzarsi.
L'alieno
si voltò verso di lui e allungò un sorrisino
quasi di sfida «Spero tu sappia che la tua relazione con la
gattina non è al sicuro solo perché ora siamo in
pace»
«Non
ho mai avuto la presunzione di pensare che tu fossi qui senza
quell'intento» Aoyama ricambiò il sorriso che
accompagnò poi da uno sguardo che mutò la sua
espressione «ma non vuol dire che tu ottenga ciò
che vuoi»
«Staremo
a vedere.» fece spallucce l'altro.
«Staremo
a vedere. Ora se vuoi scusarmi» il ragazzo umano fece per
allontanarsi verso il corridoio che portava alle uscite secondarie ma
si bloccò ad ulteriori parole di Ikisatashi
«Se
farai soffrire di nuovo Ichigo permettendo a Deep Blue di usarti
ancora: sappi che stavolta non mi fermerai dall'ucciderti.»
Masaya
si voltò a guardarlo a sua volta dandogli ancora le spalle
«Non serva che io ti ricordi di essermi già ucciso
per lo stesso motivo.» detto ciò scomparve dietro
il corridoio lasciando solo l'alieno coi suoi pensieri.
- Angolino dell'Autrice -
Salve
salvino gente <3 Dio, come sono soddisfatta di questo capitolo!
Mi piace veramente da morire. Mi piace aver dato spazio a confronti fra
i vari pg e non solo alla spiegazione di cosa sta imminentemente per
accadere. Ve lo sareste aspettati? <3
Beh spero che questo capitolo piaccia a voi tanto quanto piace a me e
vi ringrazio infinitamente per continuare a seguirmi - recensendo o
leggendo soltanto - <3
Ci vediamo nel capitolo 11 <3
Un bacio e tante fusa <3
MikuChan