-Hold
it against me?-
[ ~ Poker Pair ~]
"Se dicessi che il mio cuore sta battendo fortissimo
se
riuscissimo a scappare alla folla in qualche modo
se
dicessi che voglio il tuo corpo adesso
me
lo permetteresti?"
Due occhi cristallini, azzurri come il mare più puro,
incontaminati e forse troppo ingenui, fissavano l'ampio petto di un
uomo sdraiato su un letto, stravolto da una notte di sesso.
L'aria era impregnata dal forte odore del tabacco che quelle labbra
mature sapevano saggiamente trasformare in fumo. Accarezzò
il caldo ventre con la candida mano, fino a raggiungere il collo. La
lama tagliente di un pugnale andò a segnare un punto ben
preciso e titubò qualche istante prima di fare una leggera
pressione su quella pelle scura. Un taglio netto, un buco nella trachea
sarebbe bastato per porre fine a quei respiri profondi.
« Cosa aspetti? »
La voce del Noah riecheggiò per la stanza ferma e decisa,
senza timore nè sorpresa. Il giovane spalancò gli
occhi e la mano maledetta che reggeva l'arma, tremò. Un
battito di ciglia a labbra schiuse, il rumore metallico del pugnale che
incontrava il pavimento e poi le calde braccia del moro che lo
avvolgevano. L'odore del tabacco ora si faceva vivo nelle vene,
passando per la bocca, intrappolata in un bacio che non avrebbe
condotto a nulla di buono. I nasi si scontravano, si
accarezzavano, mentre ormai respiravano attraverso un corpo solo. La
mano sapiente del più grande attraversò sicura
quelle dune formate dalle scapole dell'altro, fino a scendere lungo la
schiena seguendo un percorso ben preciso.
Sussultò l'altro, lasciandosi andare alla passione. Baci
casti, dati per amore, sfiorarono il collo del Noah come ad elemosinare
perdono. Nemici nella vita, si ritrovavano però a
condividere le stesse emozioni consumandole ora dopo ora prima della
nascita del sole, per non destar sospetti nel cuore di chi non avrebbe
accettato questa clandestina unione. Ma l'amore era troppo violento per
poter esser fermato. Il bacio si trasformò presto in un
morso che assaggiò quella pelle come a volerla farla sua. La
mano del più grande s'intrecciò in quei delicati
fili bianchi che erano i capelli del piccolo amante, obbligandolo ad
alzare il volto per incrociare gli sguardi. Fu così che il
sole potè specchiarsi nel mare.
Le labbra tornarono a volersi e i corpi si cercavano. La mano del conte
sfiorò la calda pelle delle cosce dell'esorcista e brividi
di piacere naquero in lui. Chiuse gli occhi poi, il più
giovane, lasciando fare all'amante. Erano ormai un unico fuoco che
avrebbe bruciato per tutta la notte, illuminando le loro anime come un
faro che li avrebbe condotti verso la giusta direzione. Quelle mani
grandi avvolsero i piccoli fianchi pallidi aiutando così
l'esorcista a compiere movimenti calmi, netti, per unirsi ancora e
ancora. Il dolore non esisteva, il mondo non girava più,
c'erano solo loro e quella stanza di motel, tutte le notti diversa con
una nuova storia da raccontare.
I lunghi capelli neri ormai non erano più raccolti in una
folta coda, ma lasciati liberi e selvaggi, domati solo dalle piccole
mani dell'altro, che si divertivano a stuzzicare e a dare piacere
proprio a lui, che tutto avrebbe voluto tranne innamorarsi. Una fronte
sull'altra, condividendo lo stesso sudore mentre i gemiti penetravano
nelle pareti, risalendo lungo vecchi vetri sporchi e umidi. Gli occhi
azzurri erano lucidi, arrossati per tutti quei brividi e quelle
sensazioni che si alternavano, non lasciando spazio ai pensieri e alla
ragione. Desiderava quell'uomo ancora e ancora ed aumentò il
movimento sentendosi completamente parte di lui. Non c'era motivo di
dirsi parole d'amore, di fare promesse mancate o proposte insensate
perché gli sguardi parlavano per loro. Nel silenzio si
dicevano tutto, senza dover aprire bocca. Il fuoco esplose nel corpo di
Allen, sentendo parte dell'altro farsi spazio in lui. E non esisteva
momento più bello...
Sorrise il più giovane, sentendo nuovamente il respiro
stanco del Noah ed accarezzò quel petto che violento, si
alzava e si abbassava senza seguire un preciso ritmo.
Affondò improvvisamente le unghie nei fianchi del
più grande, sentendo il calore di una mano avvolgergli il
membro. La bocca si schiuse nuovamente e grida di piacere nacquero,
senza ritegno, come sotto effetto di una droga.
Avrebbe guardato quei movimenti all'infinito, sdraiato contro il
materasso, ascoltando quella voce che implorava di più.
Avrebbe continuato a farlo godere, perché ormai era cosa
sua. L'esorcista abbassò la testa, fino a raggiungere la
spalla dell'amato e tremò più volte, lasciandosi
andare. Un urlo soffocato e poi nuovamente il silenzio regnò
solenne. Solo i loro respiri regalavano vita fra quelle
quattro pareti.
Tyki portò una mano sulla testa di Allen, baciandola. Sapeva
bene che da li a poco dovevano tornare ad odiarsi o, per lo meno,
fingere.
Il ragazzo si accoccolò contro quel petto troppo familiare
e, stanco, cadde in un profondo sonno. Decise però di non
spostarlo il Noah, accendendosi una sigaretta nel buio di quella
stanza. Il peso dell'altro non gli dava fastidio, anzi, voleva ancora
un po' quell'odore innocente addosso.
Aspirò profondamente, tramutando il tabacco in fumo,
facendolo correre lungo la gola, fino a raggiungere i polmoni per poi
buttarlo via attraverso il naso.
Fumare era solo il suo secondo piacere, dopotutto.
"Perchè ti senti come in Paradiso
ed io ho bisogno di una
vacanza stanotte
quindi se ti dicessi che
voglio il tuo corpo adesso
me lo permetteresti? "
Note:
Finalmente ecco che
scrivo una Poker Pair e voi non avete idea di quanto mi sia mancata!
ç_ç
Detto questo spero vi
sia piaciuta ^^
Un abbraccio a tutti!
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