Titolo:
Fiore di campo
Autore:
Liberty89
Genere:
Fluff, Sentimentale
Rating: Verde
Personaggi:
Terra, Maestro Eraqus, Aqua
Pairing:
TerraxAqua
Avvertimenti:
One-shot
Note
dell’autrice: Buona sera (notte ormai xD) a
tutti! :3 Torno con una TerraxAqua, ma non temete che lavoro anche al
resto ù.ù Non so che dirvi, quindi vi lascio
direttamente alla fic ù.ù Buona lettura!
Ps: un grazie enorme alla mia patatrottola
per il sostegno <3
Disclaimer: I
personaggi e l'ambientazione di questa storia non mi appartengono, ma
sono degli aventi diritto. La fic non è stata scritta a
scopo di lucro.
Fiore di campo
Accettami così
ti prego non guardare
nella mia testa
c'è
un mondo da ignorare.
Voglio che tu sia
mia complice discreta
accettami e sarai
la mia bambola di seta.
Alex Britti - Una su un
milione
Quando l’alto portone dell’arena si
aprì, il ragazzo fermò il suo allenamento e
sorrise. Il Maestro gli aveva detto che sarebbe arrivato un nuovo
allievo e lui fremeva per l’imminente incontro. Non vedeva
l’ora di conoscere colui che sarebbe stato il suo rivale. La
persona con cui avrebbe condiviso gioie e dolori di
quell’addestramento e che l’avrebbe spronato a dare
sempre il meglio di sé.
-…E questa è l’arena per gli
allenamenti al chiuso.-
Sentì pronunciare al Maestro Eraqus, che
s’incamminò verso il centro dell’area
per raggiungerlo. Non riusciva a scorgere il suo futuro compagno
perché nascosto dalla figura del keyblader anziano. Era
davvero così minuto? Che fosse più giovane di lui?
Il keyblade svanì dalla sua mano, finalmente aveva imparato
a evocarlo e aveva potuto smettere di usare quello di legno che aveva
costruito con le sue mani, e chinò il capo in segno di
saluto. -Buongiorno Maestro.-
-Buongiorno Terra, ti dispiace interrompere i tuoi allenamenti per
oggi? Vorrei che aiutassi il nuovo allievo ad ambientarsi.-
-Certamente Maestro.- rispose, rialzando lo sguardo.
L’uomo sorrise compiaciuto. -Molto bene, allora la lascio
nelle tue mani.- disse poi, spostandosi di un passo per far avanzare la
fanciulla che aveva celato dietro di sé.
-Ma che…- pensò il giovane, sconvolto nel
trovarsi di fronte una ragazza esile e dal viso gentile, incorniciato
da una chioma di corti capelli cerulei.
-Lei è Aqua. Come te, è un guerriero molto
promettente e questo, insieme ad altre cose, mi ha spinto a prenderla
come allieva.- illustrò al castano, che annuì in
maniera distratta. -Aqua, lui è Terra. Da domani
sarà tuo compagno di allenamento, spero che andrete
d’accordo. Vorrei spendere due parole per ricordarvi le
regole non scritte del vostro apprendistato: voi siete e sarete sempre
due compagni che in futuro vigileranno sulla pace dei mondi, quindi non
lasciatevi alienare da sciocche rivalità o altri sentimenti
che potrebbero interferire con i vostri studi. Intesi?-
-Sì, Maestro.- risposero in coro i due.
-Bene, ora vi lascio. Avete il resto della giornata libera per
conoscervi meglio.-
Terra si arrese e vide l’immagine mentale del suo fortissimo
rivale andare in frantumi come i bersagli che faceva a pezzi durante le
sessioni d’allenamento più dure. Gettò
uno sguardo dubbioso a quella ragazza così piccola, che dava
l’impressione di poter essere spazzata via al primo soffio di
vento. Come potevano essere simili agli occhi del Maestro?
Sussultò quando incrociò i suoi occhi blu e
arrossì senza un motivo, come se fosse stato scoperto a
compiere chissà quale marachella.
Aqua ridacchiò, coprendosi appena le labbra con le dita
esili. -Mi affido a te, Terra.-
Da quel giorno era passato un mese.
Lentamente, il primo allievo di Eraqus si era abituato alla presenza
della nuova compagna, che si era rivelata tranquilla e molto
più agguerrita di quanto apparisse. Durante gli allenamenti
gli dava filo da torcere: nonostante faticasse a tenergli testa con la
forza fisica, riusciva a riscattarsi con le magie e la sua incredibile
agilità, che la rendeva sfuggente come una lepre. Inoltre,
la loro convivenza in quel grande castello silenzioso era pacifica e
spesso involontariamente cercavano la compagnia l’uno
dell’altra, per sostenersi anche nei momenti di riposo.
Fu proprio durante una sera come le altre, che Terra si
ritrovò a guardare la ragazza, ormai amica, con uno sguardo
diverso. Scoprì che gli piaceva guardarla mentre leggeva.
Dopo aver scelto un libro dell’infinita biblioteca a loro
disposizione, Aqua si accomodava sulla poltrona sotto la finestra,
raccogliendo le gambe sotto il corpo per tenerle al caldo e
concentrandosi su ogni riga con un’espressione serena, che
non mutava mai. Senza accorgersi, Terra rimase ipnotizzato dal
movimento delle sue mani quando giravano le pagine con cura, quasi
avesse timore di far del male al libro. Come potevano delle mani
così delicate brandire un keyblade con quella forza?
Si stava ancora interrogando su quel quesito irrisolvibile quando
incontrò le iridi della compagna, che insieme a un
sopracciglio inarcato, trasmettevano tutto il suo dubbio.
-Terra qualcosa non va?-
-Eh? No! No, affatto!- rispose a raffica, scattando in piedi, col viso
in fiamme.
-Sei sicuro di star bene? Sei strano oggi…-
replicò lei, chiudendo il libro per alzarsi.
-Sto benissimo, tranquilla! Continua pure a leggere, vado a prendere
una boccata d’aria!- sparò ancora, per poi
fiondarsi fuori dalla stanza con lunghe falcate.
Se il giorno prima si era preoccupata per il bizzarro comportamento del
suo compagno, ora si trovava nell’imbarazzo completo. Era
accoccolata sulla solita poltrona, con un nuovo libro in grembo, quando
il ragazzo s’era presentato davanti a lei con un fiore tra le
mani, colto da chissà dove nell’immenso giardino
che circondava la loro casa.
-Per te.- disse Terra, puntando gli occhi azzurri, incredibilmente
determinati, in quelli di lei e allungando il braccio. -Io so che
è vietato, però non credo di poter andare avanti
tacendo quello che provo. Non sono riflessivo come te, io agisco
d’istinto e il mio istinto… il mio cuore, mi ha
spinto a rivelarti tutto.- proseguì, mettendole il fiore tra
le dita e avvolgendole con la propria mano. -Mi piaci, Aqua. Forse dal
primo giorno in cui ci siamo conosciuti.- rivelò. -Spero che
accetterai i miei sentimenti per te.-
La ragazza rimase in silenzio forse per un minuto di troppo, tanto da
far credere al castano di aver fallito nel suo intento. Infatti questo
chinò il viso e chiuse gli occhi, cercando la forza di
lasciare la sua mano.
-Amor, ch'a nullo amato
amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come
vedi, ancor non m'abbandona.*- citò Aqua,
posando la mano libera su quella dell’altro che ancora la
stringeva.
-Eh?- reagì Terra, non capendo la frase della giovane che
rise e si alzò in piedi, trascinandolo con sé.
-Camminiamo, intanto ti spiego.- asserì lei con un sorriso
incoraggiante a cui il castano rispose con uno luminoso e caldo, che le
fece tingere di rosso le guance candide.
*citazione dal V Canto dell'Inferno della Divina Commedia
|