Little
thing
« Lo adora. »
« Cosa, Sirius? »
Il bimbo allunga il dito verso Regulus. Sulle mani del
fratellino,
un libro aperto ad una pagina illustrata.
« Il pesce. È disegnato lì. »
Alzi lo sguardo, mentre Alphard, con occhi allegri, chiama
il più
piccolo.
Regulus porta il suo libro e lo mette in mostra,
raggiante.
Con i tuoi importanti documenti in mano, realizzi quanto
sei
estraneo alla loro serenità. Non fai parte del loro mondo, di
tutto ciò
che per i tuoi figli è fonte di gioia.
Capisci cosa stai perdendo, Orion?
Ti alzi bruscamente attirandoti sguardi perplessi.
Esci da casa Black.
Ma questa volta, hai voglia di rientrare.
*
Gli occhi di Regulus si specchiano nella boccia
di vetro.
Seguono ipnotizzati i movimenti placidi del piccolo pesce
vermiglio, da diversi minuti.
Scuoti appena la testa. Anche se possiedi l’intuitività di
un
adulto, i pensieri di un bambino avranno sempre un velo di mistero.
Tuo figlio sorride. E, senza volerlo, lo fai anche tu,
amaramente.
Sei così debole, Orion. Ami i tuoi figli nel silenzio, per
insegnare loro la freddezza e il terrore. Li ami nella paura che la
follia di
tua moglie possa ferire anche loro, se solo tu non ti nascondessi
dietro
maschere insofferenti.
E tutto quello che sei riuscito a donare loro è un insulso
pesce
rosso.
*
« E questo, Orion? »
Guardi la boccia di vetro, il pesce ricambia la tua
impassibile
espressione con uno sguardo spento.
Scrolli le spalle.
«È un pesce. »
«Lo vedo! »
Non fai in tempo a fare un passo, che Regulus e Sirius
hanno preso
d’assalto Alphard.
Regulus si fionda accanto alla boccia con un sorriso che
gli hai
visto poche volte.
È sempre stato un bambino silenzioso. È incredibile
sentire quante
cose ha da esclamare su quell’inutile creatura.
Non hai mai visto niente di ciò che vede tuo figlio. Non
sapevi
nemmeno di averlo reso così felice.
Improvvisamente lo sguardo del pesce ti sembra più vivo
del tuo.
*
Ti passi una mano sulla fronte. Ti sei
trattenuto a lavoro
fino a tarda notte, e adesso ne paghi le conseguenze.
Ma non sei l’unico sveglio. Senti dei passi leggeri sulle
scale.
« Regulus, perché sei ancora in piedi? »
Il bimbo ti guarda con occhi sbarrati dalla sorpresa ,
dalla paura
di essere punito.
Desideri con tutte le tue forze di poter ignorare la
stretta al
cuore che ti suscita quello sguardo.
« V-volevo… vedere se stava bene. »
Non hai bisogno di fare domande.
« Sta bene, non preoccuparti. »
Il tono comprensivo uscito dalle tue labbra suona strano
persino a
te.
Regulus annuisce, ma sai di non averlo convinto.
Gli tocchi una spalla e lo conduci di nuovo di sopra,
verso la sua
camera.
« E se ha fame? » chiede con voce sottile.
« Ha mangiato quando lo hai fatto tu. »
« E se fa un brutto sogno? »
Vedi sincera preoccupazione nei suoi occhi. Sai che lui,
gli
incubi, li conosce bene.
Vorresti dirgli di smetterla con le fantasie, è quello che
dovresti fare. la sua innocenza lo rende debole e vulnerabile al mondo
privo di
amore che Walburga gli sta costruendo attorno.
Che tu, stai costruendo.
« Andrò io a vedere come sta il tuo pesce. »
Puoi vederlo sorridere a te, finalmente.
*
« Regulus deve prendere sul serio la sua
istruzione,
Alphard! »
« Ha solo cinque anni, Walburga, ha tutto il tempo che
vuole per
imparare a leggere! »
« Come pensi che possa imparare se tu continui a offrirgli
distrazioni? ! »
Tu ed Alphard vi scambiate uno sguardo. Sapete entrambi a
cosa si
riferisce.
Walburga non sopporta quella boccia di vetro, che
recentemente è
stata spostata dalla cucina alla camera del bambino più piccolo. E non
perde
occasione per farlo notare.
Non riesce a immaginare che Orion abbia fatto un regalo ai
figli,
opponendosi alle tacite, ma non per questo aggirabili, regole delle
casa.
È più facile pensare che sia colpa di Alphard.
« Walburga… » prendi per la prima volta la parola e
incateni il
suo sguardo al tuo come solo tu sai fare. «È solo un pesce… »
Ti rinchiudi per l’ennesima volta nella tua bolla di
apatia. Ti
sembra quasi di non esistere, mentre tua moglie sale furiosa le scale e
Alphard
sorride, seppur con amarezza, al pensiero di aver contribuito al
precario
benessere di quella famiglia disastrata, addossandosi la colpa di
un’azione
stravagante quanto innocua e banale.
Pensi distrattamente che quel pesce rosso, seppur
rinchiuso nella
sua boccia di vetro, è molto più libero di te.
*
Il suono del suo pianto ti offusca la mente.
Regulus soffoca i respiri sulla spalla del fratello. Lo
sguardo
accusatore di Sirius brucia l’anima.
Il pesce è immobile, disteso appena sotto la superficie.
Non comprendi la follia che risiede nei gesti più
infantili,
inutili, provocatori.
Questo rappresenta quel pesce a pancia in su.
Un gesto inutile, infantile, nato per una assurdità,
finito in una
ripicca.
Senti il pianto di Regulus cambiare, da colmo di
dispiacere a
rabbioso.
Poi, di colpo, i singhiozzi si ammutoliscono.
I suoi occhi sembrano bocce in frantumi di cui tutta
l’acqua è
andata inutilmente persa.
Esci, nel silenzio.
In te, l’ amore non supera la codardia.
«
Per un bambino
niente è inutile o indegno di attenzione.
Basta una piccola cosa per farlo felice. » afferma Alphard, il viso
illuminato
da un sorriso soddisfatto.
Orion aggrotta le sopracciglia e posa la piuma sul tavolo.
« E una piccola cosa per distruggerlo. »
Angolino
dell’... mio.
Torno
a rompere con Orion. O_O So bene di averlo reso molto OC
rispetto a come viene descritto nelle fanfiction, chiedo perdono. Solo
che mi
intrigava con questo carattere e questa psicologia.
So anche che è completamente assurdo pensare che possa regalare un
pesce al
figlio, o credere che Walburga si sia mai presa il disturbo di educare
i figli
ammazzando i loro animaletti.
È assurdo pensare che abbia lasciato che il pesce mettesse anche solo
una pinna
dentro casa. Lo so, ma la mia sfida personale mi obbligava a cercare di
renderlo credibile. Dubito fortemente di esserci riuscita. : )
Questa fic nasce come una raccolta di drabbles e diventa poi una
raccolta di
drabbles e double-drabbles. Non ce l’ho fatta a stare sempre nelle
centodieci
parole. Pazienza.
Per trovare qualcosa di umile e piccolo e comune da usare per questa
fic mi è
bastato guardarmi intorno. La prima cosa che ho visto è stato il mio
famelico
ma pigro pesce rosso, che è diventato il protagonista di un mio
elaborato! Per
fortuna lui è ancora vivo e vegeto.
Ringrazio chi ha avuto voglia di sopportarmi fino a questo punto.
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