Second Chances 11
Buongiorno a tutti.
Finalmente dopo più di sei mesi sono tornata a scrivere e sono riuscita ad aggiornare questa storia che amo tanto.
Il capitolo
non è molto lungo, ma ho dovuto interromperlo per non darvi
troppe informazioni in un unico aggiornamento, altrimenti vi avrei
confusi.
Beh che altro dire? Scusate per la lunga assenza e spero che il nuovo capitolo vi piaccia.
Buona lettura :)
LA STANZA DELLE NECESSITA'
" Madama
Chips, le ho detto che sto bene! " Protestò Harry, non potendo
più sopportare di rimanere chiuso in quelle quattro mura bianche.
Non vedeva
Hogwarts integra da talmente tanto tempo che ora voleva solamente
uscire dall'infermeria a fare una passeggiata in quei corridoi che
avevano segnato gran parte della sua vita.
Voleva
poter camminare nei verdi prati che circondavano il castello, dirigersi
al campo di Quidditch, poter lanciare un semplice sasso nel Lago Nero,
oppure avventurarsi nella Foresta Proibita che per lui non era tanto
proibita.
Voleva sentirsi libero come solo quel luogo lo faceva sentire.
" Lei non va proprio da nessuna parte e non sta bene! "
Madama Chips era proprio uguale alla donna che aveva conosciuto nel suo mondo; cocciuta e determinata come sempre.
Ma Harry questa volta non poteva più aspettare.
" Madama,
non sarò al cento per cento della forma, ma ormai sono qui da
tre giorni e non ne posso più, voglio tornare a casa e le
prometto che una volta lì mi riposerò ancora, fino a che
non mi sarò rimesso del tutto. "
La donna lo
guardò con fare severo per qualche secondo, poi con uno sguardo
di rassegnazione e la fronte corrucciata disse:
" Va bene
signorino White, ma mi deve promettere di stare a riposo. Ha passato
l'inferno in questi giorni, anzi in quest'ultimo mese e ha bisogno di
riprendersi. "
" Non si
preoccupi, farò il bravo! " Affermò il moro con un
sorriso, dato che di lì a poco avrebbe potuto andarsene.
Madama
Chips gli diede le pozioni che avrebbe dovuto prendere nei giorni
successivi e gli fece promettere ancora una volta di restare a riposo
fino a nuovo ordine.
"
Dovrà aspettare ancora un paio d'ore però, i suoi tutori
la verranno a prendere e poi potrà finalmente lasciare questo
posto che odia tanto. Mentre aspetta se vuole può fare un giro
all'interno del castello, siamo in estate e non ci sono studenti,
quindi può stare tranquillo che nessuno le farà domande."
Con queste parole e dopo avergli dato una pacca sulla spalla,
l'infermiera sparì dietro la porta del suo studio.
Il ragazzo
non se lo fece ripetere due volte; in meno di un paio di minuti era
vestito e pulito, scese dal letto, si mise le scarpe e finalmente
potè uscire da quella stanza in cui era stato quasi rinchiuso,
anche se era stato per la sua buona salute.
Conosceva
talmente bene il castello che le gambe sembravano camminare da sole,
Harry non sapeva nemmeno dove stesse andando, era troppo immerso nei
suoi pensieri.
Avrebbe
tanto voluto dire a Madama Chips che lui non odiava affatto Hogwarts,
anzi al contrario la amava, era stata la sua prima casa, come avrebbe
potuto non farlo?
Il problema
era che era talmente stufo di dover passare le giornate in un letto
all'interno di un'infermeria che aveva iniziato ad essere praticamente
insopportabile.
Inoltre era guarito del tutto, si sentiva in forze e il braccio e la testa non dolevano più.
Solo che a
volte si sentiva stanco, dato che aveva attinto a molte energie magiche
nello scontro avuto con i Mangiamorte; tutto perchè aveva usato
la magia senza l'uso della bacchetta, il che era una pratica molto
difficile e dispendiosa per quanto riguardava le riserve magiche della
persona.
Ma come fare a procurarsela?
Se fosse
andato da Olivander il fatto di trovare la bacchetta gemella a
quella di Voldemort avrebbe creato molti sospetti e sicuramente il
vecchio lo avrebbe detto al Ministero, ne era certo.
Con
Caramell ancora come Ministro in questo mondo, c'erano molti problemi
per Harry e, per il poco che era riuscito a scoprire dalla Gazzetta del
Profeta in quei tre giorni in cui aveva potuto leggerla, era molto
simile a quello del suo mondo.
Un vigliacco che non crede a nulla anche se ha le prove sotto al naso, ma che sospetta di tutti.
Un uomo che
si era ormai quasi arreso alla presenza del Signore Oscuro e che non
faceva più niente per contrastarlo e per cercare di sconfiggerlo.
Ad Harry serviva un bacchetta e non aveva idea di dove trovarla.
Non poteva
continuare ad usare la magia senza, sarebbe stato troppo rischioso per
lui, per la sua salute e anche per le persone che gli stavano intorno,
poichè non era ancora capace di controllarla del tutto.
Con l'aiuto
di una bacchetta invece sarebbe stato più facile, sarebbe stato
più forte e le sue energie non sarebbero andate sprecate in
così poco tempo.
Una bacchetta.
Ne aveva estremamente bisogno.
Era
talmente immerso nei propri pensieri che si spaventò, facendo un
balzo indietro, quando un rumore alla sua destra lo colse impreparato.
Di fianco a lui, sul muro, c'era una porta; ma Harry era sicuro che un secondo prima non ci fosse.
Poi, improvvisamnte, una lampadina si accese nella sua testa e capì.
Lui conosceva quella porta, come le sue tasche; davanti a lui c'era la Stanza delle Necessità.
Ma come
aveva fatto a non pensarci? Come aveva fatto ad essere così
stupido da non pensare che la soluzione era proprio lì, ad
Hogwarts? In uno dei luoghi in cui aveva passato maggiormente gli
ultimi tre anni?
Si
avvicinò ad essa, riconoscendo perfettamente il taglio del legno
e gli infissi come se l'ultima volta che l'aveva usata era stato poco
prima.
Abbassò
la maniglia e il rumore provocato, mentre sentiva il chiavistello
scattare, gli fece tornare alla mente un sacco di ricordi.
Le giornate
passate con l'ES, le esercitazioni, il suo primo bacio con Cho, le ore
passate insieme a Ginny, quando aveva salvato Malfoy dalle fiamme
mentre cercava gli Horcrux.
Entrò,
sapendo di non essere visto da nessuno e consapevole che lì
dentro avrebbe trovato tutto quello che cercava.
Non si aspettava però quello che la stanza gli propose.
Non si crearono specchi, o ammassi di oggetti, o tutto quello a cui era abituato quel luogo gli desse.
La stanza rimase completamente vuota, sobria, ma al centro vi era l'oggetto dei suoi desideri: la sua bacchetta.
Corse con
un sorriso soddisfatto sulle labbra e raggiunse il centro della stanza
in un battito di ciglia, prese in mano la bacchetta e subito
sentì un forte potere, una grande energia invadergli il corpo,
quella non era una bacchetta normale, ma era la sua, quella appartenente al suo mondo.
Non sapeva
come fosse possibile, come avesse potuto la Stanza portargli un oggetto
da un'altra dimensione, ma per questo la rigraziò mentalmente.
Ora aveva tutto quello di cui aveva bisogno.
Stava per
attraversale la porta e tornare in infermeria, dove sapeva che di
lì a poco sarebbero arrivati James, Lily, Sirius e Remus a
prenderlo, quando un altro oggetto attirò la sua attenzione.
La
bacchetta infatti non era l'unica cosa che la stanza gli aveva
generosamente fatto trovare, perchè lì, fluttuante come
sempre, vi era un boccino d'oro.
Harry lo
riconobbe immediatamente, era il boccino che gli aveva donato Silente
nel suo mondo, quello in cui vi era racchiusa la Pietra della
Resurrezione.
Prese tra
le dita quel piccolo amico, ma capì immediatamente che questa
volta era diverso da come lo ricordava; provò a sussurrare le
parole che l'ultima volta gli avevano permesso di trovare la Pietra, ma
non successe niente.
Il boccino non si aprì, non accadde assolutamente nulla.
Harry non
sapeva che cosa pensare, come mai la Stanza delle Necessità gli
aveva portato un altro oggetto che a lui non serviva? Come mai proprio
il boccino che sapeva essere vuoto?
Senza sapere che cosa pensare uscì dalla porta, con molte domande in testa e molta voglia di ricevere delle risposte.
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Prima di
tornare in infermeria, dato che gli rimaneva ancora un poco di tempo,
Harry si concese una passeggiata al di fuori del castello.
L'aria fredda tipica della Gran Bretagna lo raggiunse e lo rinvigorì.
Poter
essere di nuovo in piedi, sano e con la propria bacchetta lo faceva
sentire al sicuro, ora avrebbe potuto proteggere le persone a lui care
con più facilità e destrezza.
Passò
davanti al Lago Nero, pensando al suo quarto anno e alle strane e
pericolose avventure che aveva dovuto affrontare a causa del Torneo
Tremaghi; fece ovviamente tappa al campo da Quidditch della scuola,
dove riscoprì l'immenso bisogno di dover risalire su di una
scopa per potersi librare in aria e fare qualche acrobazia.
Capì
che appena ne avrebbe avuto l'occasione avrebbe chiesto a James o a
Sirius di accompagnarlo a fare qualche volo insieme.
Scorse in
lontananza la casetta di Hagrid e provò come una stretta al
cuore, ci sarebbe stato un momento in cui avrebbe rivisto il suo primo
vero amico del Mondo Magico, ma capì che non era quello, forse
più avanti quando le cose si sarebbero sistemate.
Si accrose che il sole stava calando e che era ora di tornare.
" Harry, ma dove diavolo eri finito?!?! "
Non aveva
fatto nemmeno in tempo a varcare la soglia dell'infermeria che quattro
figure che conosceva molto bene gli erano addosso.
Lily lo
stritolò in un abbraccio alla Molly Weasley, mentre i tre uomini
di casa lo guardavano ansiosi; James sembrava avesse corso per tutto il
castello, come Sirius che appariva affannato, mentre Remus era
piuttosto pallido e sulla fronte sembrava ci fossero stampate delle
piccole rughe di preoccupazione.
Harry
sorrise mentalmente, a quanto pareva avevano proprio preso le veci di
genitori e padrini in tutto e per tutto, era un pò una sorta di
soddisfazione sapere che si preoccupavano per lui e per la sua salute.
Harry si
sentiva amato e voluto, come era accaduto poche volte nella sua breve
vita; solo Ron ed Hermione e qualche volta la famiglia Weasley si erano
mostrati così nel suo vecchio mondo.
Quando accadevano queste cose il moro si sentiva davvero parte di qualcosa di nuovo, di una famiglia, si sentiva a casa.
Perchè casa era dove c'erano loro.
" Sono solo
andato a fare una passeggiata per il castello, sapete mi mancava
davvero tanto questo posto! " Disse con noncuranza, alzando le spalle e
non rendendosi conto di quello che aveva appena detto.
Vide i
quattro guardarlo in modo strano, come se non comprendessero, e si
accorse anche che Madama Chips, Ron ed Hermione erano appena entrati
nella stanza ed avevano sentito questa rivelazione che non avrebbe mai
dovuto lasciarsi scappare.
Harry si
maledisse per essersi distratto troppo, aveva lasciato troppo spazio
alla felicità e alla spensieratezza del momento che si era
dimenticato che in quel mondo lui non era un Potter, bensì un
White.
" Che
significa che ti è mancato questo posto? Hai detto di non
esserci mai stato! " La solita Hermione, coglieva tutto ed era la
prima a capire sempre le cose, ma questa volta sapeva che se non fosse
intervenuta lei sicuramente lo avrebbe fatto qualcun'altro.
Si trovava in una situazione spigolosa, non sapeva come uscirne, non aveva proprio idea di cosa inventarsi.
" Beh... "
Iniziò a dire, chiaramente in difficoltà. " I miei
genitori prima di morire, quando ero piccolo, mi parlavano sempre di
questo posto e mi hanno fatto vedere qualche loro memoria, così
oggi, quando ho avuto finalmente il piacere di poter visitare questo
bellissimo castello, beh è come se ci fossi già stato per
davvero, è stato come rivederlo. "
Fece una
finta faccia triste, per cercare di nascondere il panico che lo stava
sovrastando e la paura che capissero che in realtà lui non era
chi diceva di essere.
Gli occhi
dei presenti si addolcirono e Harry capì di aver fatto la mossa
giusta, qualche volta pensava che avrebbe dovuto intraprendere la
carriera d'attore date le sue doti nel mentire; ma una sola persona
capì di non aver convinto ed indovinate chi era?
Ma Hermione ovviamente.
Harry si accorse subito che l'amica non aveva abboccato all'amo, sperò solo che non dicesse nulla ai presenti.
" Oh
Harrison, ci dispiace tanto, sappiamo quanto ti faccia male parlare dei
tuoi genitori, ci dispiace. " Fu Remus a parlare e a salvarlo dalla
situazione, anche se lo sguardo della sua amica non lo lasciava un
istante.
Dopo questa
piccola gaff il gruppo decise che era tempo di tornare a casa, Harry in
fondo aveva ancora bisogno di riposare, come aveva 'gentilmente'
ricordato Madama Chips.
Si
avviarono al di fuori degli scudi anti materializzazione di Hogwarts e,
grazie ad una Passaporta, si ritrovarono a Potter Manor in meno di un
secondo.
Peccato che
Harry non aveva mai sopportato le Passaporte e non era ancora del tutto
guarito, quindi appena tornato a casa, sotto gli occhi di tutti, fece
appena in tempo a scusarsi ed iniziare a correre per arrivare al bagno
e vomitare quel poco cibo che aveva mangiato a pranzo.
Quando finì, tirò lo sciaquone e si lavò la faccia.
Odiava a morte le Passaporte.
Aprì la porta del bagno e si trovò davanti una massa di capelli biondi e un poco crespi.
Hermione lo guardava con fare sospetto, stava per dire qualcosa, quando la ragazza gli porse qualcosa.
Era la sua bacchetta.
" Ti
è caduta mentre correvi al bagno, meno male che l'ho raccolta
io, altrimenti l'avresti persa. " Disse con noncuranza.
Harry prese
l'oggetto, ringraziò e sorpassò l'amica, un
pò traballante sulle gambe e sentendosi molto stanco.
Hermione però, a quanto pare, non aveva ancora finito con lui.
" E'
strano, dato che l'altro giorno non l'avevi, e poi sei stato in
ospedale per tre giorni senza avere la possibilità di andare a
cercarla. Ma ora, in un momento del tutto inutile l'hai ritrovata e la
porti con te. "
Ok, la sua migliore amica sapeva sicuramente qualcosa, o almeno lo sospettava.
" Piuma di fenice, interessante come bacchetta Harry, davvero interessante. "
Ok, era certo, Hermione sapeva qualcosa.
Cercando di
non farsi prendere dal panico, il moro si diresse nel salone di Potter
Manor, dove la sua famiglia lo stava aspettando.
Disse loro di stare bene, che era stato solo un momento di debolezza ma che ora andava meglio.
Pochi minuti dopo Ron ed Hermione erano tornati alla Tana con della metropolvere e Harry venne costretto a mangiare qualcosa.
Dopodichè,
sentendosi davvero stanco per gli avvenimenti della giornata, bevve le
pozioni che Madama Chips gli aveva assegnato e salutò
garbatamente tutti, scusandosi per non essere riuscito ad essere di
molta compagnia quella sera.
Dopo un
bacio sulla guancia di sua madre, e abbracci e pacche sulle spalle da
parte degli altri, finalmente potè dirigersi nella stanza del
Manor che ormai considerava come sua.
Appoggiò
la testa sul cuscino e quasi subito si addormentò, con una
fastidiosa sensazione allo stomaco che gli diceva che avrebbe dovuto
fare molta attenzione o il suo segreto sarebbe stato rivelato presto.
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Hermione
era distesa nel letto insieme a Ron, ormai viveva alla Tana e i Weasley
la lascivano dormire con il fidanzato da qualche settimana.
Non riusciva a dormire, aveva troppi pensieri nella testa.
Harrison White era uno di questi.
Non
risuciva a togliersi dalla mente tutti gli avvenimenti degli ultimi
giorni, c'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che non la convinceva
di quel ragazzo.
Certo, era
una persona fantastica, era simpatico, gentile e sicuramente non era un
Mangiamorte, anzi era sicura che le persone che odiavano il Signore
Oscuro come il ragazzo erano davvero poche, ma c'era comunque qualcosa
che non le tornava.
Harry stava mentendo.
Il fatto di
essere apparso dal nulla, di non sapere le regole di Hogsmeade come se
non fosse stato al corrente degli avvenimenti degli ultimi anni, la
magia spontanea, poi quella frase detta quasi come se non stesse
pensando ed ora il fatto che la sua bacchetta appariva come da
nulla, quelli erano tutti dei segnali che la avvertivano sulla falsa
identità del suo nuovo amico.
Doveva
scoprire di più su quel ragazzo, doveva capire da dove veniva,
chi erano i suoi parenti, come aveva fatto a studiare così bene
magia senza andare in una scuola famosa per maghi.
Cercando di non svegliare Ron, scese dal letto.e iniziò le ricerche, proprio come faceva quando era ancora a scuola.
Doveva capire chi fosse veramente Harrison White.
ANGOLO AUTRICE
Che cosa ne dite?
Piaciuto il capitolo?
Lo
spero vivamente, dato che è stato un pò un parto
scriverlo; a dire il vero la mia idea di partenza era completamente
diversa, ma poi le mie dita hanno iniziato a scrivere e ne è
uscito questo.
Scusate eventuali errori, l'ho scritto di getto :)
Vorrei
sottolineare che Hermione non è cattiva in questa storia, ma
come ben sapete la nostra so-tutto-io capisce molto in fretta e anche
questa volta ha captato qualcosa nelle parole e nei gesti di Harry,
anche lei come Silente ha capito che non è chi dice di essere,
ma a differenza di Silente, Hermione vuole scoprirlo subito.
Non vi preoccupate però, vedrete presto che cosa combinerà la nostra combriccola.
Mi spiace
che in questi capitolo non ci sia molto la presenza dei Potter e di
Sirius e Remus, ma state calmi che buona parte del prossimo sarà
concentrata su di loro e verremo a sapere molte più cose su
quello che è accaduto loro nel passato.
Fatemi sapere che cosa pensate della storia e del capitolo con un commento, mi fareste molto felice :)
Il prossimo aggiornamento arriverà molto presto lo prometto, dato che sono piena di ispirazione in questo periodo :)
Grazie angeli miei, per seguirmi ancora dopo tutto questo tempo.
Baci baci Kiki :)
P.S. L'ultima volta ho fatto un piccolo sondaggio, riguardante un personaggio che volevate apparisse.
In teoria dovevo inserirlo in questo capitolo, ma poi Hermione si è intromessa e mi ha cambiato i piani.
Quindi vorrei riaprire il sondaggio e chiedervi di nuovo:
Quale personaggio vorreste vedere per la prima volta?
E se volete ditemi pure come vi piacerebbe che fosse, buono, cattivo, neutro....Ditemi voi!
P.P.S. Ricordo ancora la mia pagina Facebook dove metterò spoiler e informazioni di qualunque genere :)
Grazie un bacione :)
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