Ci sarò sempre per te...

di Giulia Card
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"Finalmente oggi conoscerò il famosissimo Harry Potter!” urlò Julie a gran voce nella sua testa.

L’arrivo di Harry al numero 12 di Grimmauld Place, l’aveva scombussolata.

Era rimasto praticamente l’unico che non era ancora a conoscenza di lei.

Ingurgitò in tutta fretta il suo latte, in cui ancora galleggiava qualche cereale per dirigersi in camera sua a prepararsi per la giornata.

“Hey principessa” sentì una voce alle sue spalle, sapendo già chi fosse. “ Dove vai così di corsa?”.

“Papà” rispose la ragazza innervosita da quel nomignolo che apparteneva più ad una bambina che ad una ragazza come lei “Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in quel modo?” ribattè.

“Lo so che non devo, ma tu rimarrai sempre la mia dolce, piccola e indifesa principessa.”

La ragazza non potè fare a meno di buttarsi fra le braccia dell’uomo e solamente quando alzò lo sguardo per sorridergli, potè osservarlo attentamente grazie al gentile aiuto che proveniva dalla finestra sulle scale.

I suoi folti capelli neri, così uguali a quelli della figlia, gli incorniciavano il viso temprato dagli anni di reclusione. Gli occhi di Sirius Black la fissavano dolcemente, esprimendo ogni volta il suo rammarico per non aver potuto stare con lei per dodici anni.

“Stasera arriva Harry, Julie” esclamò Sirius a bassa voce tentando di non disturbare sua figlia dall’abbraccio ma per farla tornare alla realtà.

“Si papà, lo so.” Sbuffò Julie. Ogni volta che abbracciava suo papà non avrebbe mai voluto staccarsi e così lui, ma tante erano le cose da fare in quel momento che i momenti di affetto dovevano essere abbastanza brevi, intensi ma brevi.

“Voglio proprio vedere che faccia farà quando mi vedrà” esclamò la ragazza, contenta.

“ Credo che rimarrà di stucco” rispose il padre.

Julie non fece caso alle sue parole, così risalì saltellante le scale, non osservando la faccia del padre, confusa e interrogatoria.

La giornata trascorse tranquillamente come più o meno accadeva tutti i giorni da quando la casa era divenuta un porto di mare.

La signora Weasley l’aveva tenuta occupata insieme a Ron, Hermione e Ted, nelle pulizie della casa, temprata da anni e anni di sporcizia.

Quando la vecchia pendola nel corridoio segnò le nove, la voce di Remus Lupin risuonò per le scale seguita da quella di sua nonna Walburga, proveniente da dietro la tenda in cui era confinata.

“Forza, tutti giu’ in cucina, immediatamente” la voce di Lupin era imperativa ma nascondeva comunque quel lato dolce che gli apparteneva.

“I Black erano una nobile famiglia, e guarda ora come siamo ridotti, prendere ordini da un licantropo. Che vergogna.” riecheggiò il quadro nel corridoio.

“Nonna non essere sempre la solita” disse Julie, passandole accanto come una saetta per vincere la sfida con Ted e i gemelli, su chi arrivasse prima al piano terra.

Ovviamente i gemelli furono i primi ad arrivare, complice la smaterializzazione ma Julie batte Ted, arrivando per prima.

“Prima o poi vi ammazzerete voi due” li strigliò Ninfadora rabbiosa, sentimento facilmente intuibile dal cambiamento del colore dei suoi capelli, da viola a rosso vivo.

“E su Dora, sono ragazzi” disse Remus abbracciando la moglie. Tonks sbuffò ma guardandoli si fece sfuggire un sorriso, dirigendosi con il marito verso la cucina.

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata complice, dirigendosi anch’essi in cucina, l’una sottobraccio all’altro.

Erano cresciuti insieme fin da quando Sirius era stato condotto ad Azkaban e quindi Remus aveva preso il posto di suo padre.

Si potevano considerare come due fratelli, entrambi figli unici ed entrambi con storie particolari.

L’uno con il peso di essere un licantropo e l’altra con il peso di assomigliare a qualcuno a cui non avrebbe mai voluto somigliare e con cui non avrebbe mai voluto condividere il sangue.

Come fratello e sorella, ma qualcosa quell’estate, stava cambiando.





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