Mercuzio e Romeo

di Mab__Queen
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-“Sai, ho provato ad immaginare la mia vita, in futuro, tra vent’anni”
-“Ah, si? E com’è?”
-“È tutto rose e fiori. Una splendida carriera, uno splendido successo, io sogno di fare l’attrice. Una splendida casa, con uno splendido ragazzo con cui condividerla, e una splendida unica via che porta verso l’infinito.”
-“Vuoi dire che ti aspetti che questo ti duri per tutto il resto della tua vita, o che vuoi raggiungere l’infinito anche trovata la felicità?”
-“Mmmh…un po’ tutt’e due. Sai come sono, non ne ho mai abbastanza. Tu, invece? Come vedi il tuo futuro?”
-“Mmmh…io lo vedo come…come un enorme palcoscenico, ecco. Con un enorme cast, un enorme spazio infinito dove io sono il regista, e la mia vita è un cast da dirigere. Devo solo saperla gestire meglio. Insomma, io non immagino un mio futuro”
-“Ah no?”
-“No. Quel che accadrà, accadrà. Se continuo a muovere i fili già da ora, non avrò più il controllo di nulla. È come se io debba ancora presentarmi a questo immenso cast, con tanti attori diversi. E se prima di presentarmi comincio a dare ordini, perderò presto la loro simpatia e il loro controllo. Capisci cosa intendo?”
-“Mmmh…si, ma ti consiglio di non inventarti metafore solo per cercare di confondermi le idee”
-“Hahahaha, non stavo cercando di confonderti le idee!”
-“Si certo, raccontala a qualcun altro”
-“No, no, te lo giuro!”
-“Lo giuri?”
-“Si!”
-“Su chi?”
-“Su di te”
-“Hey, non mettermi in mezzo alle tue stupide e strambe folli idiozie”
-“No, no, okay, va bene. Lo giuro…sulla luna”
-“Sulla luna?”
-“Si, esatto”
-“Quindi tu giuri sulla luna?!”
-“Cos’ha che non va la luna?”
-“Oh…incostante bugiarda, famosa per cambiare la sua faccia ad ogni momento”
-“Ma mia cara Giulietta, su cosa giuro allora?”
-“Non giurare affatto, amato il mio Romeo”
-“Non giurare sarebbe come mentirti”

-“E allora giura su te stesso. Il mio migliore amico, simbolo di conforto e di sicurezza per me, e io ti crederò”
-“Non credi che stia esagerando?
-“Esagerare? Sono solo sincera”
-“Non è con Shakespeare che dimostri di essermi sincera. In fondo noi parlavamo di sogni. Figli di un cervello ozioso, generati da nient’altro che da una vana fantasia, la quale è di una sostanza sottile come l’aria e più incostante del vento che in questo momento carezza il gelido grembo del settentrione e corrucciato se ne va sbuffando, e volta la faccia verso il mezzogiorno stillante di rugiada”
-“Da quando te ne intendi di Shakespeare, eh? Mercuzio?”
-“Tu sei il mio Mercuzio, mia cara. Folle, persuasiva e astuta ma allo stesso tempo fragile e sentimentale. Sei la mia follia!”
-“E mi ami comunque?”
-“Certo, ti amo come Romeo ama Mercuzio”
-“…Ma Romeo non ama Mercuzio…non in quel senso…”
-“…Perché? Tu cosa ti aspettavi?”
-“…Niente…nulla”
-“Sono un Romeo perso in un mare di Giulietta, devo solo capire chi sia la mia vera Capuleti”
-“…Già. Hey! Non hai ancora risposto alla mia domanda!”
-“Quale domanda?”
-“Su chi, o su cosa giuri?”
-“Te l’ho detto, su di te”
-“Perché proprio su di me?”
-“Perché sei la dea della mia idolatria”
-“Oh, andiamo Aaron, finiscila”
-“Hai cominciato tu…”
-“Ma dimmelo e basta!”
-“Studia Shakespeare e lo capirai!”
-“Aspetta! Ah! Che cuore di serpente sotto un volto d’angelo! Prima ti fa il lavaggio del cervello e poi se ne va. Ah! ‘Sono un Romeo perso in un mare di Giulietta, devo solo capire chi sia la mia vera Capuleti’. Così ottuso da non capire che ce l’ha davanti”.




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