Lonely Road

di pikaendpichu98
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Il passo è deciso, l’andamento sicuro, mentre cammino sull’asfalto di quella strada che percorro da quando ho memoria.
Anche se il sole si è rifugiato, permettendo alla notte di ricoprire il cielo come un velo, la strada è illuminata a giorno da alti lampioni disposti su entrambi i lati.
Delle scure sagome indistinte sono sparpagliate un po’ ovunque.
Cammino spedita, ma è da qualche tempo che dei fastidiosi pensieri mi punzecchiano la coscienza.
Quelle ombre sono davvero persone, come ho sempre dato per scontato?
Mi sono mai chiesta dove mi stia portando questa strada?
Mi sono mai fermata, anche per un attimo?
 Ho mai guardato dietro di me?
Il suono dei miei due ultimi passi riecheggia nell’aria.
Una strana sensazione mi pervade a quell’ultimo pensiero, sento come qualcosa ribollirmi nel petto, il mio corpo inizia a tremare.
Sento che una volta che mi sarò  voltata non potrò più tornare indietro.
Avanzo di un passo, per  obbligarmi ad allontanarmi il più possibile da un qualcosa, non so cosa, che sembra risucchiarmi.
Ma i dubbi schiacciano la mia mente a tal punto da rendermi impossibile proseguire oltre.
Il mio corpo decide per me, e mi trovo con lo sguardo inghiottito dall’oscurità più profonda.
Il cuore prende a battermi furiosamente nel petto.
Perché quelle tenebre?
La strada è sempre stata illuminata, lo ricordo.
Mai un singolo istante della mia vita era stato macchiato da quel nero così intenso.
Nel momento in un cui si spegne un altro lume mi sento cadere nel vuoto, e il mio cuore, che corre impazzito, sembra arrestarsi bruscamente, per poi riprendere la sua corsa disperata.
E subito dopo muore un’altra luce.
Ed è un attimo, prima che le altre si spengano, espandendo quell’oscurità all’infinito, come una macchia di inchiostro, e io inizi a correre con il panico che mi germoglia tra i pensieri, subdolo, all’inseguimento del chiarore.
Le gambe cedono e presto cado sull’asfalto gelido.
Alzo lo sguardo, e non scorgo un barlume neanche in lontananza.
Inesorabili, le tenebre hanno invaso il mio mondo, incombendo su di me come l’ala di  un rapace dalle piume corvine.
Gli occhi vagano frenetici, c’è qualcuno che possa aiutarmi? Dove sono finiti tutti?
Ma no, non c’è nessuno.
Abbasso il capo, sconfitta da quella realtà, che era stata sotto il mio sguardo cieco da sempre.
In quella strada non c’era mai stato nessuno.
Mi alzo in piedi, le ginocchia sbucciate, gli occhi arrossati e le mani in tasca.
Muovo un passo, poi un altro, e un altro ancora.
Continuo la mia vita, su quella strada che, in fondo, avevo sempre percorso da sola.






 
 
 




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