Note:
Questa volta sto all'inizio, un altra storia tutt'altro che felice :\
In ogni caso l'ho scritta mentre sentivo Wrecking
Ball di Miley Cyrus, quindi consiglio di leggere la fan
fiction con questo "sottofondo" ^^ Scritta e publicata, ho
ricontrollato e non mi pare di aver trovato errori, in caso ne trovi
altri provvederò a sistemarli ^^
Spell
« Minho» Gemo sotto il tuo tocco, inarco la schiena
e ansimo pesantemente, sento i brividi percorrermi la schiena e le
gambe diventare gelatine.
« Taemin » Mi chiami a tua volta, la voce arrochita
dall’eccitazione crescente, ti guardo negli occhi, le pupille
dilatate lo sguardo pieno di lussuria, così come il mio
d’altronde.
Sento le tue dita ruvide accarezzarmi l’interno coscia fino a
raggiungere il punto dove nessuno, a parte te, ha mai avuto il permesso
di arrivare.
Mi sfiori piano facendomi venire la pelle d’oca, ti incito a
darmi di più, a soddisfare i miei voleri, ad appagarmi,
sorridi e scuoti il capo, i tuoi capelli scuri mi solleticano il volto
ma è solo un attimo, poi mi baci e inizi a spingere due dita
in me.
In quel momento il buio.
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♣ ♣
Ricordo
con chiarezza la prima volta che ti ho visto.
Eri solo ed eri bellissimo, seduto al tavolo di quel mediocre pub ti
rigiravi tra le mani quello che aveva tutta l’aria di essere
un bicchiere di wodka e avevi un sorriso triste sulle labbra, mi sono
avvicinato a te senza quasi accorgermene.
« Scusa, posso sedermi? » Le parole mi erano uscite
da sole lasciando stupito perfino me, quindi quando mi hai guardato con
gli occhi spalancati non ho potuto biasimarti.
« Fai pure » La tua risposta secca mi ha lasciato
stupito così come la tua voce profonda mi ha fatto salire i
brividi.
Ho ordinato dello scotch anche se non avevo ancora
l’età per bere, te lo ho detto dopo che il
cameriere se ne era andato con il mio ordine, mi hai guardato con
indifferenza: non te ne fregava nulla ed era palese.
« Come ti chiami? » Ho iniziato, intestardito e non
abituato ad essere ignorato.
« Choi Minho » Hai risposto, risposta secca e
automatica, gli occhi ancora puntati sul liquido trasparente.
« Io sono Lee Taemin » Ti dico, alzi lievemente lo
sguardo e incontro i tuoi occhi scuri velati di malinconia.
« Cosa ti succede Choi Minho? » Il cuore mi si
stringe nel porti quella domanda e nel vedere i tuoi occhi rabbuiarsi
ancora di più.
« Non sono fatti tuoi » Mormori a ragione, ma
insisto e alla fine cedi.
« La mia ragazza mi ha lasciato ad una settimana dal
matrimonio » Dici esasperato, sorrido lievemente e ti dico ce
mi dispiace, mi guardi con i tuoi occhi grandi, mi perdo
nell’universo che vedo al loro interno e in un men che non si
dica sono attaccato alle tue labbra.
« Non mi piacciono gli uomini » Mi dici
scansandomi, persisto attratto dai tuoi occhi, nonostante le tua parole
non c’è disgusto in essi.
« Non importa » Mormoro, non so cosa mi
è preso, voglio solo baciare ancora le tue labbra perfette,
e lo faccio mentre mi fissi come uno stoccafisso, ti bacio una, due,
tre volte, sento sulle labbra il sapore della wodka che si mischia con
quello dello scotch che il cameriere mi ha portato e vado in estasi.
♣
♣ ♣
«
Sono innamorato » Esalo, Kibum al mio fianco mi guarda
sorpreso.
« Davvero? » Chiede, annuisco piano giocando con le
sue dita.
« Di chi? » Sorrido puntando i miei occhi nei suoi
felini.
« Si chiama Choi Minho, l’ho conosciuto ad un pub
la scorsa settimana, abbiamo iniziato a frequentarci » Gli
dico, sorride accarezzandomi i capelli scuri e tirandomi contro il suo
petto.
« Spero che vada bene, questa volta » Sussurra,
annuisco d’accordo con lui.
♣
♣ ♣
«
Io e Minho stiamo assieme » Dico, non credo io stesso alle
mie parole.
« Noi » Ripeto, un improvviso motto di allegria mi
prende e inizio a saltare per la stanza.
« Minho e Taemin » Urlo, lui mi abbraccia la vita
fermando i miei saltelli, sento le lacrime agli occhi dalla
felicità; lo amo così tanto.
« Ti amo tantissimo Minho » Gli dico, finalmente
posso dirglielo, dopo più di sei mesi finalmente
è mio.
Lui si abbassa e mi bacia, rispondo al bacio e appoggio la testa contro
il suo petto.
Ti amo così tanto Minho.
♣
♣ ♣
«
Taeminah?
» Guardo Kibum che è entrato nella stanza.
« Hyung » Sorrido.
« Cosa ci fa qui? »
« Volevo parlarti di una cosa » Rispondo, lui alza
un sopracciglio e mette a scaldare l’acqua per il tea.
« Di cosa esattamente? – domanda – come
va con Minho? » Chiede anche.
« è proprio di questo che volevo parlarti
» Rispondo, si gira a guardarmi sorpreso.
« Ah, davvero? »
« Volevo presentarlo alla mia famiglia » Dico.
« Sei sicuro? » Annuisco lievemente.
« Hai tutto il mio supporto allora » sorrido
abbracciandolo.
Quando il mio mento tocca la sua spalla chiudo gli occhi.
♣
♣ ♣
«
Minho » Lo chiamo tornando a casa, ma nessuno mi risponde.
« Minho? » Continuo a chiamarlo mentre tolgo la
sciarpa e vado in cucina. Non c’è nessuno e
sospiro, magari è al lavoro, sorrido percorrendo con le mani
il piano cottura e aprendo la credenza per prendere un pentolino e
scaldare dell’acqua.
Sussulto lasciando cadere a terra l’acqua e inzuppando il
tappeto.
« Taemin » Un sussurro sul retro del mio collo mi
fa scendere i brividi.
« Minho » sussurro a mia volta, il cuore a mille e
le mani tremanti dallo spavento che mi ha fatto prendere.
« Dove eri? Ti ho chiamato prima perché non mi hai
risposto? » Chiedo, penso che il cuore mi possa sfondare la
cassa toracica per quanto batte forte, ma questa volta ha veramente
poco a che fare con la paura, infatti Minho mi ha fatto girare e sono
intrappolato tra il suo corpo e il piano cottura, non faccio neanche
più caso al tappeto bagnato che mi inzuppa i calzini.
« Ero nell’altra stanza » Sussurra appena
nel mio orecchio, il suo respiro caldo mi fa venire la pelle
d’oca.
« Perché non mi hai risposto? » Domando,
le sue labbra sempre più vicine.
« Volevo spaventarti » La sua risposta muore sulle
nostre labbra, soffocata da sospiri e batticuori, da
“farfalle nello stomaco” che con il loro battito
d’ali sovrastano il sussurro, si perde fra le lingue che si
intrecciano e tra le mani che si cercano.
♣
♣ ♣
«
Mamma, papà, lui è Minho e stiamo insieme
» Dico guardandomi allo specchio.
Minho è il primo ragazzo che faccio conoscere alla mia
famiglia, e non so come mi devo comportare; non che abbiano problemi
con la mia omosessualità, non so semplicemente come devo
comportarmi.
Da Taemin:
Hyung, dove
sei? I miei ci aspettano per le 12.
Da Minho:
Scusa Min, non riesco a tornare in tempo.
Da Taemin:
Cosa? Perché?
Da Minho:
Pare che il treno sia in ritardo di mezz’ora, mi dispiace
Min, possiamo andare per cena.
Chiudo gli occhi e sospiro.
« Va tutto bene Taemin – mi dico – i
treni ritardano, lo fanno sempre » eppure sento che dentro di
me, tutto bene non va.
“Sono da Kibum,
quando arrivi chiamami” Gli lascio il biglietto
sul tavolo della cucina, lo rileggo e aggiungo un “ti amo”
sotto.
Minho non mi ha chiamato.
♣
♣ ♣
«
Minho? » Chiamo entrando in casa, oggi non deve lavorare,
quindi deve essere a casa; nessuno risponde al mio richiamo, tuttavia.
Mi aspetto che spunti all’improvviso, come ha fatto diverse
volte già, ma niente, metto l’acqua per il tea sul
fuoco e mi sfrego le mani e accendo il riscaldamento, di Minho non
c’è traccia, entro in camera deciso a cambiarmi,
apro l’armadio e lo trovo meno pieno del solito.
Vengo assalito dal panico, cosa vuol dire tutto questo? Afferro il
cellulare e con le dita tremanti compongo il suo numero.
Risponde al terzo squillo.
« Taemin »
« Minho » Urlo.
« Dove sei? »
« Da Jonghyun »
« E l’armadio? »
« Mi fermo a dormire »
« Potevi lasciare un biglietto, mi hai fatto preoccupare da
morire » Singhiozzo, lo sento sbuffare e il cuore mi si
stringe.
« Sei sempre il primo ad andare da Kibum, lascia respirare
anche me Taemin »
« Io.. » Singhiozzo.
« Ciao Taemin »
Il “Tuu” della linea caduta accompagna le mie
lacrime e l’acqua che fuoriesce dal pentolino.
♣
♣ ♣
«
Taemin » Il richiamo che si infrange sul mio collo scoperto
mi fa sussultare.
« Minho » Rispondo, due braccia forti mi cingono la
vita, mi giro, davanti a me il petto scoperto del ragazzo che amo,
lascio un bacio secco su di un pettorale e alzo lo sguardo verso i suoi
occhi.
Sono scuri, nerissimi e grandi, nascondono l’universo
all’interno, celano segreti oscuri, non me li mostrano, mai,
neanche quando glielo chiedo; sono così diversi dai miei,
siamo così diversi, due anime che si completano.
Eppure perché ultimamente non sono solo i tuoi occhi a
tenermi allo scuro di qualcosa?
Siamo anime gemelle, legate dal destino.
Lo dicevi sempre, ricordi?
Nonostante tutto sembra che solo io lotti per tenere unito il nostro
amore, perché non ti esponi Minho? Perché ti
nascondi? Io ti amo.
Mi aggrappo con le unghie e con i denti ad ogni tua parola.
Faccio si che l’incantesimo non si spezzi, anche se ormai ci
sono così tante crepe tra di noi, nel mio cuore, che non
riesco più a tenerle insieme, inevitabilmente qualcosa cade,
si infrange sul parquet e si sparge per tutta la stanza.
Si rompe in troppi pezzi perché io possa riattaccarlo,
eppure lo faccio, raccolgo paziente ogni piccola scheggia e la unisco,
aspetto solo che tutto si ricomponga perfettamente, aspetto solo che
qualcuno si chini al mio fianco e raccolga con me i pezzi, che qualcuno
prenda un altro tubetto di colla e rincolli tutto insieme.
Qualcuno che non sia Kibum, qualcuno come te Minho, ma taccio,
perché ogni volta te mi ricordi che sono da Kibum, vado da
Kibum, piango sulla spalla di Kibum, e allora perché non mi
offri la tua, di spalla, per piangere invece di dileguarti da qualche
parte?
Stringo i denti e sto zitto ogni volta che mi fai pesare la mia
amicizia con Kibum, parli di lui come se fosse qualcosa di brutto
quando è solo uno dei migliori amici che una persona possa
avere. Parli di lui come se la colpa di tutto fosse sua e non tua, del
tempo sempre più ristretto che passiamo insieme nonostante
abitiamo nella stessa casa, come se la colpa fosse mia, come se io ti
avessi abbandonato.
« Taemin, ti voglio » Sussurri, ormai mi usi come
se fossi la tua puttana personale, quella che a lungo andare si
innamora del suo cliente, eppure all’inizio non era
così.
Annuisco piano, come sempre troppo innamorato e ansioso di sentirmi
completo, di avere una mero ricordo di noi. Quel noi che ho tanto amato
e che continuo ad amare, quell’idea di noi che i miei non
hanno mai conosciuto. Noi.
Non so cosa ti spinge questa volta a prendermi con violenza, forse
è la frustrazione, ma fa male. Oppure sono solo io che
questa volta sento dolore, dolore lancinante dovuto al cuore che
sanguina.
Perché Minho?
♣
♣ ♣
«
è finita » Sussulto con il coltello a
mezz’aria in una mano e una zucchina nell’altra.
Rischio quasi di tagliarmi un dito.
« Cosa? » Domando, la voce trema ma spero di essere
sembrato normale.
« La partita, è finita » Ripete, sospiro
sollevato e torno ad affettare le verdure, salvo poi avere il tuo petto
attaccato alla schiena.
« Cosa pensavi fosse finito? » Sussurri
direttamente nel mio orecchio, fremo e lascio il coltello.
« Niente » Rispondo, nella tua voce ho riconosciuto
chiaramente il tono sarcastico.
È dunque tutto un gioco per te Minho?
Sono veramente solo un giocattolo?
Un giocattolo con cui ti sei divertito per tre anni?
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♣ ♣
Tremo
impercettibilmente e mi torturo le dita. Minho è davanti a
me.
« Taemin – mi chiami, alzo lo sguardo dal mio
caffè e ti guardo – è finita
»
Sento il naso pungere, so che non stai parlando della partita della
squadra nazionale Coreana, questa volta la partita che è
finita è quella fra me e te. Una partita interminabile, una
partita che avrei voluto durasse per sempre.
Una partita dove ho perso, a quanto pare.
Sembra che tu non abbia da aggiungere altro, mi guardi mentre i miei
occhi si riempiono velocemente di lacrime.
« Perché? » Riesco a domandarti senza
singhiozzare.
« Perché non ti amo, avremmo dovuto finire da
tempo » Tutto va in frantumi.
Ti alzi, lasci delle banconote sul tavolo e ti giri verso la porta.
« Passerò domani a prendere la mia roba
» Comunichi, poi esci a passo spedito dalla porta, mi alzo e
ti inseguo, ti blocco il polso e tu ti giri a guardarmi, ti stacchi con
un gesto deciso.
« è finita ormai » Ripeti, poi prendi e
te ne vai.
Fa così male che io continui ad amarti così
tanto. Fa così male non averti con me. Fa così
male che potrei impazzire.
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