SavingMe

di elementare watson
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A/N: scuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuusate per il ritardissimooooooooooooooo!!!!!!!!! ma questa è l'ultima volta che faccio tardi perchè è l'ultimo capitolo(= buon divertimento


Mi svegliai presto, come sempre, ma non abbastanza da trovare mamma ancora al mio fianco così mi preparai di fretta, come facevo ogni mattina e 
corsi giù per le scale, evidentemente quella non era la mia giornata, mio padre, o meglio: il mio mostro mi aspettava ai piedi delle scale lo sguardo tagliente fisso su di me, non appena lo notai lì, immobile come una statua, con un corpo contundente indefinito stretto in mano, non riuscii a 
muovere un altro passo, avrei voltarmi e tornare in camera ma lo realizzai troppo tardi, la figura massiccia di mio padre si era avvicinata, aveva 
salito diversi scalini, anche se io ero più in alto la sua statura mi sovrastava, aprii la bocca e subito dopo la richiusi senza emettere un suono, non ebbi il tempo di deglutire che con un poderoso colpo dello scarpone che teneva in mano, mi colpì in volto facendomi volare oltre il corrimano, sul pavimento del corridoio, provai a rialzarmi, da li sarebbe stato facile scappare, ma ero caduta male, il braccio con cui tentai di sollevarmi non mi reggeva e anche muovere la gamba mi provocava dolore, lui mi raggiunse e squadrandomi disgustato dall'alto del suo metro e novantasei mi ringhiò contro 
-Che succede hai scordato come si scappa pezzente?!-
mi preparai a pararmi con la mano dal colpo che ero certa stesse per arrivare dall'alto ma fu inutile, quel colpo non arrivò, bensì venni colpita da un calcio, dritto sulla nuca, mi afferrò per il bavero della maglietta e mi incollò al muro
-Hai perso anche la parola?-
sibilò fra i denti, io annaspai senza riuscire a proferire parola o suono in generale, sentii però ben distinto il sapore del sangue in bocca
-Rispondi a tuo padre!!-
gridò scagliandomi nuovamente sul pavimento.
Cosa ricordo dopo quello? alcune percosse, dolore, una visione confusa prima vermiglia e poi totalemente oscura.

Quando riaprii gli occhi il bianco delle pareti mi accecò al primo impatto, tentai di portarmi le mani alle tempie per calmare il mal di testa ma non 
ci riuscii, non potevo muovermi, respiravo a malapena grazie ad un sistema tubolare scorsi flebo affiancate al mio letto che finivano nelle mie 
braccia, forse era per quello che non avevo ne fame ne sete, anche se la mia bocca era secca, scoprii di riuscire, miracolosamente e non di certo in maniera indolore, a muovere il collo avendo provato a guardarmi intorno, misi a fuoco prima le cose più vicine, il comodino con sopra un pupazzo, 
un vaso di fiori e un bicchiere d'acqua, così vicino eppure irragiungibile, notai altri colori sullo sfondo limpido così mi concentrai su quell'immagine, nonappena riconobbi chi fosse lo chiamai inconsciamente, in realtà dalle mie labbra probabilmente screpolate uscì solo un rantolo, nonostante ciò lui si scosse quasi cadendo dalla sedia, sorrisi a quella reazione, o almeno credo di averlo fatto, il suono intermittente regolare che sentivo come sottofondo accelerò e la visuale divenne nuovamente sfocata, vidi l'arancione e il verde che contraddistinguevano Mr. S. scomparire dietro camici rosa e sentii delle grida, ovattate, lontane e dinuovo l'oscurità.

Non sopravvissi a quell'episodio, come faccio a scrivere vi chiederete, non saprei, so solo che l'ho fatto...





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