Storia
che partecipa alla
"Sfida dei duecento prompt" indetta da Kamy.
Titolo:
tradito dai
propri passi
Challenge:
sfida
dei duecento prompt
Prompt: 114.
Gambe
Fandom: NCIS
Personaggi:
Anthony
DiNozzo, Abigail Sciuto,
Timothy McGee, Jimmy Palmer
Raiting:
verde
Tipologia:
flashfic
Parole: 455
Il laboratorio
nei sotterranei del NCIS, regno
indiscusso della giovane scienziata forense Abigail Sciuto e della sua
musica, quella
sera era particolarmente silenzioso. Ma l’assenza di suoni
non era l’unica
anomalia. Al centro della stanza, seduti attorno ad uno scatolone colmo
di
fascicoli e con una torcia stretta tra le mani c’erano
quattro persone immerse
in una fitta conversazione.
“Vi
dico che quei due vanno a letto assieme.”
Affermò con tono asciutto quello che sembrava il
più anziano dei quattro.
“Mi
spiegate di chi state parlando? Io non ci sto
capendo nulla.” chiese uno dei ragazzi che indossava
ancora il camicie verde della sala autopsie.
L’uomo
sollevò la mano per zittire il ragazzo, che
tentò di replicare puntando il dito verso la collega alla
sua destra “Beh
veramente è stata Abby a…”
“Ti ho
per caso dato il permesso di parlare
Jimmy?”
“Piantala
Tony. Ehi McGee, passami il Caf-Pow.”
Disse la ragazza tendendo la mano di fronte a sé.
“Allora
Tony, cosa ti fa pensare che quei due
stiano flirtando?” chiese il ragazzo porgendo il bicchiere
alla scienziata.
“Segni
rivelatori Pivello, segni rivelatori…
c’è chi
sorride più spesso, chi ha la testa tra le nuvole, chi si
comporta in modo
infantile…”
“Oh,
allora è per quello che fai sempre il
buffone.” Lo interruppe Abby con un sorriso stampato sul
volto che l’agente
ricambiò con una smorfia.
“A me
sembra si comporti sempre nello stesso modo.”
“Questo
perché con il tempo ha imparato a
dissimulare, cosa che a te non riesce molto bene.”
“Io
dissimulo benissimo.” Rispose piccato
“Tu
forse sì, ma le tue orecchie non molto.”
Ridacchiò
la scienziata indicando le orecchie di McGee che stavano assumendo una
sfumatura più intensa
“Io
non ho
ancora capito di chi state parlando e come mai Ziva non è
qui?”
“E
sentiamo che cosa lo tradirebbe?”
“Le
gambe.”
“Le
gambe?” gli fecero eco i colleghi.
“E la
camminata, è più…”
“Molleggiato.”
Intervenne in suo aiuto Abby.
“Secondo
me state esagerando” McGee scosse la
testa “è impossibile che quei due…no,
impossibile.”
“Perché
no. Ripensa alla Stevenson, l’avvocato
della difesa o, se non te la ricordi, allo stesso colonnello
Mann.”
“Ma si
può sapere di chi state parlando voi tre?”
˚˚˚
Il mattino
seguente quando le porte dell’ascensore
si aprirono McGee scattò in piedi rovesciando la sedia, gli
occhi fissi sulle
persone che uscivano dalla gabbia metallica.
Il direttore
Shepard ne uscì poco dopo assieme a
Gibbs che salì con lei al piano di sopra.
Tim li
seguì con lo sguardo, o meglio fissò la
camminata del suo capo, finchè non
sparirono dal suo campo visivo.
“Ehi
McGee, ti sei stregato?”
“Incantato,
si dice incantato Ziva… accidenti,
credo che DiNozzo avesse ragione.” Concluse
l’agente più a se stesso che alla collega.
Nota
dell'autrice:
Non sono molto soddisfatta di come è uscita questa storia,
è la prima volta che scrivo qualcosa basandomi su dei
prompt, ma ho voluto tentare perchè l'idea mi piaceva molto
e perchè mi intrigava mettermi alla prova.
Spero di migliorare pian piano, in fin dei conti, ne ho ancora 199 da
scrivere.
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