Ed
eccomi con il piccolo epilogo che metterà veramente la
parola
fine a tutto.
Scusate
il ritardo, ma ho avuto problemi con il pc, e poi…
sinceramente mi ero
dimenticata di questo capitoletto… scusate, perdonate questa
smemorata che un
giorno o l’altro dimenticherà a casa anche la
testa!
Epilogo
Finalmente
Diana
cinse con le braccia i fianchi di Luis da dietro e gli chiese, seria e
determinata:
-Sei
sicuro che sia quello il posto? – erano ormai cinque giorni
che viaggiavano su
quelle montagne sperdute. Diana si era affidata completamente
all’istinto di
Luis, che percepiva Albus, essendo esso una parte di lui. O era il
contrario.
No, forse… insomma, quella roba là!
Quella
mattina Luis l’aveva svegliata, aveva gli occhi verde scuro
immersi nella luce
folle della scoperta. L’aveva tormentata mentre faceva
colazione, incitandola
ripetutamente a muoversi (lui, come una specie di zombie, non aveva
bisogno di
mangiare). Dopo di che l’aveva condotta davanti a quella
parete di roccia,
indicando la grotta in cima. Il suo Albus si trovava lì.
-Ne
sono più che certo – confermò Luis, per
l’ennesima volta. Diana non riusciva a
credere di aver finalmente trovato il suo Albus. Sorrise.
Poi
si diede delicatamente la spinta con i piedi e un attimo dopo, era in
aria, e
volava velocemente verso la caverna, con Luis tra le braccia.
Arrivarono
alla sporgenza di roccia in pochi minuti. Diana era sempre stata un
vero e
proprio talento nel volo. Un giorno o l’altro avrebbe potuto
sfidare Scorpius…
si sarebbero divertiti, insieme.
A
quel pensiero il suo sorriso divenne ancora più grande. Era
tornata a vivere,
finalmente. Voleva amare, voleva divertirsi, urlare, essere una
bambina. Tutto
ciò che non aveva mai potuto essere a causa della scoperta
della sua natura e,
precedentemente, dalla fughe dai vari istituti in cui
l’avevano rinchiusa.
-Ricordi
quello che devi fare? – le chiese Luis, sul ciglio della
sporgenza. Non poteva
avvicinarsi troppo per non rischiare di toccare la barriera. Diana
invece
poteva sperare di riuscire ad attraversarla perché amava
Albus. La barriera di
dolore e odio non conosceva amore, e lei avrebbe potuto entrare senza
pericolo.
Annuì
e chiuse gli occhi. Doveva riempirsi d’amore. Diventare un
vero e proprio
sentimento d’amore puro.
Pensò ad Albus,
ai suoi occhi e al suo sorriso, che le facevano esplodere il cuore nel
petto.
Pensò al
suo sguardo meravigliato la prima volta che l’aveva
incontrato,
come se avesse visto una creatura che non credeva potesse esistere.
Pensò
allo sguardo ansioso e protettivo, pieno di preoccupazione, che aveva
assunto
quando l’aveva vista combattere da sola contro una dozzina di
zombie.
Pensò a
quando si era resa conto, qualche giorno prima, che la sua magia
aveva cambiato leggermente colore, passando dal verde scuro al verde
smeraldo. E
quando aveva visto la magia di Albus fare lo stesso, diventare dello
stesso
colore inquietante dei suoi occhi, aveva sentito il cuore riempirsi di
una
strana sensazione.
Solo
ora aveva capito cos’era quella stessa sensazione che le
riempiva il cuore ogni
volta che si parlavano o lui la guardava.
Era
amore.
Fece
pochi passi in avanti ed entrò nella caverna. La barriera si
illuminò appena di
luce rossastra, ma non fece una piega. Diana sorrise e corse in fondo,
dove
stava una bara di legno grezzo, sigillata.
Evocò
le sue sfere di magia e ne passò una
sull’attaccatura della bara,
sciogliendola. Poi trattene il fiato.
Dentro c’era Albus, il suo Albus, che sembrava
addormentato
placidamente.
Diana
prese coraggio e si chinò su di lui. Annullò con
uno scatto la distanza tra le
loro labbra. Le labbra del moro erano morbide e carnose, e Diana le
assaporò a
pieno e a occhi chiusi. Non si accorse nemmeno della luce che si stava
sprigionando dal corpo del ragazzo.
Si
staccò da lui solo quando il calore si fece impossibile da
sopportare. La
stessa luce proveniva dal fondo della caverna, sprigionata da Luis.
Con
una magia ammirevole che nemmeno un’esperta come Diana
capì a pieno, lo spirito
di Luis tornò nella bara, mentre Albus si
risvegliò fuori dalla caverna,
sbattendo le palpebre confuso.
Diana
salutò velocemente Luis con un bacio sulla fronte, poi corse
da Albus per abbracciarlo.
Al ragazzo si illuminò il viso quando la vide, e sorrise
calorosamente.
Purtroppo perse l’equilibrio e cadde giù, urlando.
Diana
rimase un attimo immobile, impietrita, poi prese la rincorsa e si
buttò giù. Albus
si stava dimenando, in preda al terrore. Lei accelerò e gli
cinse i fianchi con
le braccia, e lo stesso fece il ragazzo.
Poco
dopo erano in aria, abbracciati l’uno all’altra,
con i visi a pochi centimetri
di distanza.
-Oddio…
grazia Diana, non so che avrei fatto…- ma non
riuscì a terminare la frase,
perché le labbra dell’Angelo si posarono
nuovamente sulle sue. Albus strabuzzò
inizialmente gli occhi, poi li chiuse, ricambiando il bacio.
E
Diana si sentì finalmente completa.
Anni
dopo….
-Rose,
davvero, così mi fai commuovere! –
esclamò Diana, portandosi le mani a coprire
la bocca, per cercare di trattenere le emozioni.
-E
perché no? Allora te lo ripeto, sarai la madrina!
– ripetè la rossa sorridendo.
Albus e Scorpius, che aveva in braccio la bimba, si scambiarono uno
sguardo
d’intesa.
-Sì,
amico, tu sarai il padrino – confermò il biondo
con lo sguardo. Albus ricambiò
il sorriso, commosso, guardando la sua piccola figlioccia, di appena
poche ore.
Era bellissima, con il volto paffuto e roseo, e le labbra morbide. Ma
era il
nome che aveva scelto Rose il vero motivo per cui le lacrime gli
scorrevano
umilianti sul viso.
-Amore,
sei sicura? – chiese ancora una volta, tanto che Rose
indurì lo sguardo e alzò
gli occhi al cielo. Diana rise sotto i baffi a
quell’adorabile scena.
-Sì,
Scorp, sono sicura. Nostra figlia si chiamerà Astoria Jean
Malfoy, e non
rompere. La storia finisce qui!
Tutti
risero. Senza sapere
che la nostra finisce davvero qui.
Grazie
a tutti per aver
seguito questa malata di mente fino a qui. Che dire, vi avevo promesso
una
Drarry e ci sto lavorando, ma non credo che arriverà molto
presto perché mi ci
voglio davvero impegnare, stavolta. Però ogni tanto potrei
farmi viva con
qualche one-shot o cose così, chi lo sa.
Vi
amo tutti. Alla
prossima!
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