Ex tenebris lumen

di mamie
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4. Il lago sotterraneo
 
Alla luce delle torce la notte pareva ancora più nera. La parte più ripida della collina era invasa da arbusti di biancospino così intricati che sembrava impossibile attraversarli. Tuttavia il ragazzo avanzò sicuro verso un punto preciso, dove si apriva un varco quasi invisibile.
‒ È qui ‒ sussurrò.
C’era, effettivamente, l’entrata di una grotta, forse l’ingresso di una vecchia miniera perché non pareva del tutto naturale.
Le guardie si affrettarono a scostare i rami spinosi. I primi bagliori delle torce mandarono riflessi sulle pareti percorse da venature d’argento.  Il fondo era sabbioso e, pochi passi più avanti, la luce risvegliò un grande specchio d’acqua sotterraneo.  Dalle stalattiti sulla volta della grotta ogni tanto cadeva una goccia che increspava la superficie e risuonava nel silenzio.
‒ Lì dormono i draghi ‒ disse il ragazzo indicando il lago. Poi si chinò sulla riva a raccogliere qualcosa. Era una moneta annerita: su un lato una donna con l’elmo, sull’altro due uomini a cavallo. Un denaro romano.
Un’altra goccia cadde, come a scandire un tempo estraneo, remoto, che non si curava più dei piccoli re e dei piccoli regni che lottavano tra loro per mangiarsi il corpo dell’aquila romana ormai morta.
‒ Non svegliarli, grande re. Vai a costruire la tua torre da un’altra parte e non chiamare in aiuto il drago bianco dal mare, perché si rivolterà contro di te e distruggerà il tuo stesso popolo.
Il ragazzo mise la moneta tra le mani di Vortigern, si voltò e uscì senza che nessuno lo fermasse.
‒ Signore! Dobbiamo lasciarlo andare? ‒ esclamò una guardia.
Il re non rispose. Alzò la testa ad ascoltare. Sembrava che il vento si fosse ingolfato nella grotta mugghiando.
‒ È Samhain ‒ mormorò infine Vortigern.
‒ La Caccia Selvaggia è arrivata. Lasciatelo andare con loro.
 
Fuori, il ragazzo alzò la testa al buio senza stelle per lasciarsi investire dalle raffiche che si erano levate improvvise e violente. Quello era solo l’inizio di una lunghissima guerra sanguinosa e lui lo sapeva.
Lo sapeva perché era Merlino.
Merlino il Profeta.
 
Sotto i raggi del sole si solleveranno le acque e la polvere ritornerà.
Si daranno battaglia i venti fra loro con soffio feroce,
e il frastuono si perderà fra le stelle.

 
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Nota: Il denaro è una moneta d’argento romana, in questo caso mi sono rifatta a una moneta repubblicana molto antica ritrovata effettivamente in Gran Bretagna, la cosiddetta “moneta di Hallaton”. Per il ritrovamento di una moneta nella miniera mi sono ispirata alla “Grotta di Cristallo” di Mary Stewart, anche se lì viene solo menzionata come un ritrovamento casuale.
La Caccia Selvaggia è il corteo infernale formato da fate, demoni, anime dei morti che cavalca sulla terra la notte fra il 31 ottobre e il 1 novembre.
Gli ultimi versi fanno sempre parte della
Profezia di Merlino.
 




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