Arianna.

di Lorenzo Foltran
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Arianna conta gli amori perduti fino al tramonto. Chiude gli occhi e non è più sola.
Mangia comete alla fine del mondo, conta i pianeti e di dormire non è mai ora.
Fuma speranza e voglia di amare, e la notte passeggia tra i suoi sogni.
Arianna da grande vuole sorridere, ma non sa mai dove parcheggia il cuore.
È una fabbrica di pianti, ma quando ride vanno in fallimento tutti i soli.
Disegna nebulose sulle guance della gente, e le città gioiscono al suo passaggio.
Arianna conta i respiri fino all'alba, e scioglie la brina sui suoi capelli.
Chiede alle stelle qualcuno da amare, ma a volte le basterebbe qualcuno da abbracciare.
Guarda allo specchio i lividi della vita sul viso, e le sembra di esplorare tutti i grand canyon del mondo.
Vuole reiterare l’universo, poi lo guarda, e pensa che è l’unico amore eterno.
E eterno è quello che ha dentro.
A mezzogiorno il suo cuore diventa interplanetario, e scalda i pianeti senza crema solare.
Arianna è un pezzo di volta celeste, un quadrifoglio dentro ad un sorriso.
Stringe i denti e non cade mai.
A chi si perde regala una strada da percorrere, illumina i sogni e inventa nuovi punti cardinali.
Vuole essere di più, ma quello che è per gli altri non lo capisce mai.
Arianna non si ama mai, ma si amerebbe se qualcuno l’amasse.
Arianna dipinge aurore boreali nel suo cielo, ruba le eclissi e non piange mai.
Arianna da tutto senza chiedere nulla in cambio, ride e non piango mai.




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